Recensione o commento # 1, data 22:49:46, 11/05/2022
Peccato. 133 parole, non hai vinto l'astronavina. Vero FraFree?
risposta dell'autore, data 22:52:25, 11/05/2022
Non le avevo contate veramente, se volete do un'accettata veloce e ci rientro. Scritto adesso di getto, bella cazzata è?
Recensione o commento # 2, data 23:45:26, 11/05/2022
Se non sono 100, non una di più, niente astronavina! Solo tirata di orecchina!
Avete visto che droghe spaccio io? Haiku e Drabble!
risposta dell'autore, data 23:18:53, 11/05/2022
Ok dovrebbero essere 100 se non ho contato male. Domani ricontrollo.
Recensione o commento # 3, data 10:31:19, 12/05/2022
Sono 98 parole, quelle del titolo non si contano, ne puoi aggiungere altre due. Come prima prova non male.
risposta dell'autore, data 11:18:27, 12/05/2022
Grazie Fra, se poi andassi in astinenza ti vengo a cercare. Bella anche questa forma di scrittura.
Recensione o commento # 4, data 12:19:03, 12/05/2022
Certo, di roba da spacciare ne ho a iosa!
risposta dell'autore, data 11:38:14, 12/05/2022
Potremmo anche inaugurare una gara di drabble.
Quindi in ordine,
kurosari renga, uno per stagione
Gara di haiku o di senryu o di tanka
Gara di drabble.
chi vince, vince un'astronavina.
Oltre ai normali grand prix.
Recensione o commento # 5, data 12:20:03, 12/05/2022
Con la sintesi ci vado a nozze, benvengano gare di haiku, senryu, tanka e drabble (questa forma è nata in Gran Bretagna)!
Poi vi spaccio anche un'altra forma di poesia giapponese: l'haibun, che è la combinazione di prosa e haiku.
Recensione o commento # 6, data 12:07:19, 12/05/2022
Drabble? è una nuova droga? (bello il raccontino).
Recensione o commento # 7, data 12:21:14, 12/05/2022
Sono sempre io a portarvi sulla cattiva strada!

Guarda il mio Ufo.
Recensione o commento # 8, data 09:09:44, 02/06/2022
Ciao Gabriele, adoro la fantascienza… Quindi ho letto subito questo breve, ma intenso racconto. Mi fa pensare a queste due entità, alieni, esseri, dei o non so che cosa siano che si trovano all'interno degli esseri umani, parlano di noi, che così presi dalla propria esistenza, dalla frenesia, l'egoismo, l'arrivismo non ci accorgiamo di quello che è veramente dentro noi stessi. Utilizzando il verbo, la parola fra innumerevoli discussioni, che alla fine dei giochi sono nulla in confronto all'immensità del tutto e alla nostra parte più interiore che compone il nostro essere, che è bloccata in questo spazio tempo, nel limbo dove invece fuori esce solo la parte peggiore.Complimenti in poche parole hai detto veramente tanto. Ovviamente questa è una mia interpretazione quindi se avessi errato o volessi rendermi partecipe di altre tue riflessioni che hanno scaturito questo breve, ma ardito testo mi farebbe piacere avere anche la tua versione. Un caro saluto.
risposta dell'autore, data 14:05:08, 03/06/2022
Grazie Giulia validissima interpretazione, hai colto il senso che può essere benissimo assimilato al tuo pensiero, oppure in alternativa che questi esseri indefiniti abbiano permesso/dato/lasciato in noi questo seme di coscienza che però non è mai veramente germogliato, per tutti i motivi da te compresi. Nella mia immaginazione avevo due scene distinte del medesimo atto, una è quella da te descritta, l'altra di questo padre e figlio, che fuori materialmente dal nostro possibile raggio di vista o azione, discutono, a domanda dello stesso figlio, sulla nostra storia e da cosa essa è stata messa in moto, insieme alla nostra concezione e comprensione parziale di noi stessi che quindi non ci risulterà mai chiara fino in fondo. il finale è volutamente ambiguo potrei riferirmi direttamente al lettore, quindi alla nostra situazione di inconsapevolezza su questi aspetti, oppure semplicemente come il sunto finale del racconto al figlio, o forse anche ambedue contemporaneamente, dipende da come poi viene recepito lo stesso testo. Ottima recensione, grazie Giulia.