BAOL. UNA TRANQUILLA NOTTE DI REGIME
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Un'occasione mancata; questa forse la definizione migliore per questo libro che sulla carta si presenta come un racconto distopico (ambientato in un futuro alternativo), ma in realtà per una buona metà è solo un accozzaglia di parole e frasi messe insieme quasi a caso.
Un abuso di neologismi e termini inesistenti, spesso elencati in una catena di lunghe frasi prive di punteggiatura, appesantisce fortemente la lettura, rendendo poco fruibile la storia. Una lettura pesante in cui a volte risulta difficile individuare una trama o comprendere i riferimenti all'attualità che (forse) l'autore ha voluto nascondere nel testo.
Probabilmente nell'immaginaria realtà alternativa sono state abolite la grammatica e la sintassi!
Sembra un puro esercizio letterario fine a se stesso che forse mira a sorprendere il lettore, ma di certo lo manda via deluso.
Ogni tanto è presente qualche spunto spiritoso, utile magari per chi fa collezione di citazioni, slegate da ogni contesto; piccole frasi da incorniciare, dimenticando (in fretta) il testo da cui sono tratte.
Solo nel finale il metodo narrativo si normalizza, offrendoci nel complesso delle buone pagine, forse un premio per aver perseverato nella lettura e resistito fino alla fine. Ma ormai è tardi! La maggior parte dei lettori a quel punto saranno già scappati via. Un peccato, perché il tema avrebbe potuto offrire spunti narrativi interessanti.