CENT'ANNI DI SOLITUDINE
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Attraverso sei generazioni della famiglia Buendia, il romanzo presenta il succedersi di grandi eventi sociali (carestie, rivoluzioni, guerre) visti nella soggettività dei personaggi e tramite la loro partecipazione agli accadimenti. Durante i cento anni in cui si svolge il racconto la famiglia cambia i propri componenti, che si succedono l'un l'altro, ma non le proprie dinamiche, in un ripetersi ciclico di situazioni, errori e reazioni, che dopo tanto peregrinare riporta ogni volta tutto allo stesso punto di partenza. All'interno di questo "ciclone" narrativo, ogni personaggio rimane chiuso nella propria solitudine e incomunicabilità, trapassate solo dal confronto con il soprannaturale (conversazioni con spettri o accadimenti miracolosi), tipico aspetto della letteratura sudamericana.
L'opera presenta in maniera angosciante la banalità dell'esistenza di un singolo uomo confrontata al fiume della storia che ne cancella rapida la memoria e i legami. Le gioie della propria vita, dell'amore, delle vittorie ottenute, sono solo una blanda distrazione all'inevitabile oblio che le succederà. Ma proprio nel voler comunque impegnarsi in qualcosa, nonostante sarà di breve durata, è l'invito nascosto presente nel racconto.