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Jezabel - Némirovsky Irène

JEZABEL

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scheda vista 548 volte.

autore: Némirovsky Irène

editore: Adelphi

Recensioni:

recensione del 01/01/2011 di

avatar di Tania Maffei
nwTania Maffei
$ donatore 2011


In una spensierata Parigi degli anni trenta, in cui lo spettro della guerra appare lontanissimo, Gladys Eysenach, femmes fatales dalla fama di seduttrice densa e pluriennale, ormai sessantenne anche se dall'aspetto molto più giovane, famosa per i suoi innumerevoli amanti e per le fastose toilettes che tutta Parigi le ha sempre invidiato, siede oggi sullo scranno degli imputati accusata dell'uccisione di un ragazzo, tale Bernard Martin. Il succoso evento fa scalpore fra il pubblico in quanto la donna, pur confessando l'uccisione del ragazzo, non ne vuole spiegare la ragione. Chiede solo di essere condannata e che il processo termini al più presto. La difesa, costruendo il processo sull'idea che Bernard sia effetttivamente l'amante della donna, riuscirà a far condannare Gladys a soli cinque anni invocando l'attenuante del movente passionale.

Il romanzo ripercorre a ritroso la vita di Gladys Burnera che, fino a diciotto anni, vive accanto a una madre fredda, severa, una vecchia bambolina imbellettata ora frivola ora terrificante che la trascinerà in ogni angolo della terra "con la sua noia e i suoi gatti persiani". A venti anni Gladys, bella e fascinosa si sposa. Divorzierà per risposarsi e avere in seguito molti amanti. � in questo modo che scopre la sua capacità di dominio sugli uomini che diverranno nel contempo la sua droga, la cosa di cui non potrà fare a meno.

Gladys ha una figlia, Marie Therese, di cui cerca di nascondere l'età nel tentativo di procrastinare l'avanzare inesorabile degli anni. Quando questa, ormai ventenne, resta in stato interessante e il fidanzato muore in guerra, la tragedia sarà inevitabile. La madre, pur di non perdere la sua giovinezza, chiusa nel suo assoluto egoismo, sacrificherà la figlia che, abbandonata a se stessa nella solitudine più totale, morirà di parto lasciando un neonato che Gladys, dopo averlo affidato alle cure di assoluti estranei, si rifiuterà di vedere anche una sola volta.

Ma il destino incomberà su di lei fino alla fine. Gladys è ormai vecchia, prigioniera del culto di se stessa, legata a uno specchio a cui chiede ogni giorno di rimandarle un' immagine che le ricordi il più possibile la sua giovinezza. Legata a un uomo venti anni più giovane di lei che vuole solo il suo denaro, dimentica della figlia di cui ha solo un pallido ricordo, viene contattata da un giovane, certo Bernard Martin, che dice di essere il nipote e che le porta in tale senso prove inconfutabili.

Quest'uomo disgustoso, povero, ignorante che potrebbe distruggerle la vita svelando quei misteri da lei mai confessati apre un baratro nella sua vita. Gladys prova a comprarlo ma quest'uomo la odia e vuole distruggerla incolpandola di aver annullato la sua vita e quella della madre. La tragedia sarà inevitabile e Gladys, al fine di impedire a Bernard di svelare quel passato che nessuno conosce, decide di ucciderlo.

Gladys 'Jezabel', la seduttrice dei testi sacri, diventata la donna "cattiva" per antonomasia, mangiatrice di uomini, mai paga delle conquiste maschili utilizza il potere di seduzione solo a riprova della sua bellezza e del suo fascino. Legare a sé un uomo, vederlo ai suoi piedi, è per Gladys secondario: la cosa più importante è, come Narciso innamorato solo di se stesso, vedersi riflessa in tutto il suo splendore negli occhi dell'uomo.

Come dice Leonetta Bentivoglio, giornalista di Repubblica "Per la protagonista di Jezabel, Irène contò su un ottimo modello: tutto di Gladys, incluso il rigetto "mortificante" dell'essere nonna, somiglia all'autentica madre della Némirovsky, scrittrice profetica anche nell'anticipare l'indifferenza della propria genitrice verso le due nipoti. Egoista sino alla perversione, fiera di trascurare la figlia per i suoi molti amanti, rabbiosamente assorta nel tentativo di arginare il declino della propria femminilità, la madre della Némirovsky morì centenaria, dopo aver rifiutato di occuparsi delle figlie della defunta Irène scampate all'Olocausto".


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