Canto alle stelle

Un racconto, breve o lungo che sia, normalmente ha un ritmo. Si evolve secondo tempi precisi: troppo veloce e sembra tirato via senza cura, troppo lento e diventa prolisso e pesante.

L'idea generale è che questo racconto sia stato pubblicato con un po' troppa fretta. Andava sviluppato un po' meglio, probabilmente ragionato con più calma; anche la conclusione appare piatta e scontata.

La cosa che mi è piaciuta di più è stata l'ambientazione priva di connotazione temporale, all'inizio, spezzata solo alla fine dall'uso di poche parole dei giorni nostri che riconnotano nel presente uno scenario altrimenti antico. Un espediente narrativo molto carino, ma non salva il racconto così com'è adesso.

Ho trovato il racconto senz'altro gradevole! Non è mai facile, cercare di descrivere le ragioni di un differente "sentire" dell'anima di ciascun individuo, come per la protagonista, che prega, affinché non sia vana, la sofferenza sopportata. A mio modesto parere, in questo caso, il tutto è stato fatto bene. La lettura è scorrevole, con uno spiccato gusto fantasioso e meditativo, che non appesantisce il contenuto, ma, anzi, conferisce valore all'opera. Infine, l'originalità delle doti umane e sentimentali della madre, sono state evidenziate chiaramente, per sottolineare la sua capacità di essere in grado di incontrare il volere della Nonna Luna, nonostante i due diversi livelli, nel percepire ed elaborare la realtà circostante. Molto positiva è la conclusione, con un lieto fine che incorona la storia. Brava, Maddalena!