Capìtoo!

Bell'esempio Giancarlo, ma io non ho mai detto di smettere di farsi domande, sono il primo che continua ad indagare su se stesso per aver sempre più coscienza e conoscenza di quello che sono e di quello che vivo. Ma questo lo posso fare solo, come ho scritto nel commento al mio "Sei tu poeta?" su quello che so di poter provare sulla mia pelle (sentimenti, ed emozioni varie vissuti solo dentro di me) o su quello che per poterlo poi descrivere ho necessariamente bisogno di doverlo anche riflettere sull'altro per potergli così dare "corpo e forma" (un momento di felicità, l'amore per un'altra persona). Su quello che riguarda le domande esistenziali però, avendo intuito che la mia essenza sebbene faccia si parte di me (ma non di quello che posso comprendere) e di quello che di rilesso in minima parte posso forse esprimere nel mio essere e nelle mie azioni, non fa però assolutamente su nessun piano comprensivo al mio essere, parte della mia natura, non fa parte cioè di quello che posso concretamente descrivere ne su me stesso, ne di riflesso, perché è semplicemente "Altro" da me. Non sono io che mi rifletto in essa è la mia essenza che si riflette in me, in quello che faccio e in quello che sono. Quindi è l'essenza stessa che può descrivere chi io sono e perché sono su un piano esistenziale, non io. Quello di cui tu parli nel testo sono tutte senzazioni, emozioni e sentimenti che portano ad arrivare alle intuizioni. Intuizioni di cui noi possiamo ancora sapere (o arrivare) ad esserne quindi coscienti, ma non del tutto o anche per niente comprendere (a capire) e a cui possiamo dare in futuro un eventuale risposta a noi stessi, solo se esse fanno e sono ancora parte della nostra natura o piano comprensivo del nostro essere (natura e comprensione stessa che per molti è già un miraggio lontano). Ma un concetto come la nostra Essenza non può essere indagato e quindi non può essere compreso, può solo essere intuito, ma senza risposta data.