Cara Anna

Difficile commentare questo testo. Scritto molto bene, bello, scorrevole. Uno stile appropriatissimo, che rivela la dose di confidenza giusta senza staccarsi da una correttezza formale necessaria a fornirci il metro di misura "culturale" delle due interlocutrici a distanza: in sostanza, capace di dare il giusto "tono" alla lettera. Mi colpisce l'apparente leggerezza, nella quale invece scorgo in profondità pericolose ombre, forse alligatori pronti a sferrare un attacco letale.
Dov'è la difficoltà allora, direte voi. Sta tutta nei Nirvana. Quella benedetta, anzi maledetta maglietta. Ciò che siamo e come invece ci vogliono. Quante fasi ha questa vita, che per i più fortunati somiglia a un cerchio, partire, vivere, viaggiare e infine tornare per ritrovarci tanti anni dopo, sorprendentemente, nella nostra stessa pelle, ma infine felici di esserci. L'universo intero ci regala cerchi e sfere, magari dovremmo solo imparare a osservare con più attenzione e comprendere.
E se ho detto cose insensate, non è poi così grave, in fondo fra qualche giorno è l'Epifania e, se avremo fatto i bravi, mangeremo dolci e caramelle.
Volevo confidare alla brava autrice (brava come complimento, al di là del sito) che le sue parole mi hanno riportato alla mente una canzone non proprio recentissima - come sapete ovunque io scriva zampilla fuori un po' di musica -. Non saprei dire poi perché un passaggio specifico in particolare, magari è il riflesso di emozioni provate, forse le abbiamo provate tutti prima o poi. Ma sono convinto che solo la musica riuscirà a velare in modo indolore quella domanda quasi sussurrata, eppure fondamentale, che sembra essere scivolata come una piuma tra le righe della lettera, un quesito in realtà agghiacciante che riguarda la Speranza.
Il verso è il seguente: Io so che sei una donna / Onesta, non lo so / Soprattutto con sé stessa / Con sé stessa, forse no (V. Rossi, 1987).
Molto molto bello, a rileggerti presto.

Notevole questa lettera a un'amica, che diventa l'occasione per parlare con se stesse e di se stesse e per esaminare la propria vita, per tirare le somme. Forse il finale arriva troppo in fretta e chiude l'analisi proprio quando stavamo, insieme, cercando di capire.
Buon testo, a rileggerti