Incipit: Carlo Schawarz viveva in noiosa cittadina friulana. Era scapolo. Gli era rimasto un padre Henry Schawarz vedovo, di 86 anni, nato ad Andernach in Germania, che viveva anch'esso in un comune periferico. Carlo aveva acquisito il cognome tedesco dal padre che verso la fine della seconda guerra mondiale ritirandosi con le truppe tedesche aveva conosciuto la madre e deciso di stabilirsi in Italia, dapprima in Carnia avendo trovato lavoro come contabile in una nota segheria della zona per poi trasferi…
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Credo che il danneggiamento del titolo riguardi più il protagonista che la sua vettura. Il torto che subisce è grave, d'accordo, oltretutto è ripetuto, ma da qui a pagare con la vita non si tratta più di giustizia ma di crimine ancora peggiore. Eppure Carlo/Karl si comporta con una ferocia quasi naturale, senza chiedere almeno il perché di tale gesto, senza trovare il modo di farsi ripagare. Sembra quasi covare da tempo un rancore interno contro tutto e tutti, da sfogare compiendo un delitto sognato, in attesa solo di un alibi che lo giustificasse. Che cos'è cambiato? Il danno alle ruote è ancora evidente, l'indolenza della giustizia e l'assenza dello Stato continuano, lui invece ha ucciso un uomo, a sangue freddo, senza rimorso. Non potrà cambiarsi l'anima come farà con le ruote dell'auto. Un racconto che fa riflettere e che descrive bene sia il protagonista che i fatti, sorprendendo nel finale. Posso segnalarti alcuni piccoli errori? "fargli un dispetto", "mentre prendeva", "ce l'ho", "che se ne faranno", ecc.
Karl infatti non è un personaggio moralmente ed eticamente positivo. Non crede nella giustizia e nelle forze dell'ordine, ma vuole ardentemente vendicarsi del grave danno subito. La sua morale (certamente personale) lo porta a compiere la sua vendette che lo appaga pienamente. Questo e riprovevole e condannabile per l'oppinione pubblica comune. Ma ciò spero faccia riflettere sulla condizione di chi subisce danni peggiori o addirittura atroci e dalla giustizia non viene risarcito ne preso in considerazione. Comunque si tratta di un testo di pura fantasia ispirato dalla cronaca... Ti ringrazio per i suggerimenti e la critica. Ciao Alessandro
Grazie a te per la risposta. La mia analisi non voleva essere una critica, sai, ma mi rendo conto che sembra un "giudizio" su Karl. Sono d'accordo con quanto dici, e infatti il tuo racconto fa riflettere: sui danni peggiori, sulle grandi ingiustizie, sulle richieste inascoltate e su come sia difficile mettersi nei panni degli altri e non giudicare. Ciao
Ho letto a fondo il racconto, peraltro ben scritto, e devo dire che concordo pienamente con la risposta dell'autore. Karl ha certamente una sua morale, del tutto personale, ma, anche se il suo gesto è da considerarsi umanamente riprovevole, ciò lo è agli occhi dell'opinione pubblica. La riflessione è quella comune a tutti: se chi subisce atrocità non riesce a ottenere giustizia, e i fatti di cronaca, purtroppo fanno testo, in tal senso, a volte, è tentato nel volersi fare giustizia da solo. In uno Stato, dove, stupratori e assassini circolano liberamente, impuniti o dopo aver scontato pene irrisorie, la Giustizia deve garantire le "cose giuste" per tutti, soprattutto con delle tempistiche accettabili. Questo, soprattutto per rispetto verso chi ha subito il danno o, peggio ancora, ha avuto anche delle perdite, e non solo quelle economiche, ma anche umane. (1. Segue)
Karl ha compiuto un'azione esecrabile, non con una ferocia quasi naturale o senza chiedersi il perché di tale gesto: lo ha fatto, e ciò lo ha appagato, perché voleva vendicarsi del "danneggiamento" occorso a suo danno. La "legge del taglione" è peraltro ancora in voga in molti paesi: nel codice di Hammurabi, tale legge si poneva al di sopra della prevaricazione del più forte verso il più debole e, nel testo biblico del Levitico (il terzo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana), si cita, testualmente, "quando uno avrà fatto una lesione al suo prossimo, gli sarà fatto come egli ha fatto; frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all'altro". Nessuno deve sostituirsi alla giustizia umana, ma, quest'ultima, deve veramente prendersi carico di fare "il giusto", senza guardare in faccia nessuno. Sinceri complimenti, Alessandro, per questa lettura, che, almeno per quanto mi riguarda, è veramente ricca di spunti di riflessione. Un cordiale saluto.
Ti ringrazio per le recensioni positive che riassumono perfettamente i miei due racconti e ciò che volevo esprimere. Devo dire inoltre che scrivi davvero molto bene, e sei un ottimo recensore. Scrivere recensioni non è facile. Grazie Alessandro
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