Danza, demone, danza

La descrizione del racconto mi aveva interessato, trattando di una perdita di identità. Ma la storia va oltre, proponendo un furto spietato e sistematico di identità senza possibilità di salvezza. Ho trovato il racconto ben congegnato ed efficace sin dalle prime fasi, in cui si fa conoscenza con la protagonista, fino alla sua conclusione.
Segnalo a Selina giusto un paio di refusi per un'eventuale revisione.

Perbacco, che storia inquietante. Mi piace quando la paura si nasconde nella vita normale, mimetizzandosi anche negli angoli più sicuri. Hai reso bene tutto il nervosismo, l'inquietudine e, alla fine, il terrore della protagonista narrando, in fondo, di una stanza in un albergo. Questa volta il male non è il buio sotto al letto, bensì una delicata ballerina, anche se il ghigno la tradisce. Ci si può vedere anche la perdita di noi stessi non così fisica come nel racconto, per questo penso che tu abbia scelto il termine "demone", perché a volte il mostro non si trasforma in noi ma ci entra dentro, probabilmente perché scopre l'angolo che gli abbiamo riservato.

Fantastico!!!
Una autrice creativa e fantasiosa che nonostante la giovane età si è già fatta conoscere dagli intenditori con la sua prima opera "La custode di Hall".
I lettori attendono con trepidazione il seguito della trilogia.
Da non perdere!!!!

Condivido e confermo quanto detto da "visitatore".
Il primo libro di Salina Pasquino è disponibile su "ilmiolibro.kataweb.it" con il nuovo titolo LA CUSTODE DELL'ALBA.
Non perdetelo!!!
Ma soprattutto... forza giovane autrice, aspettiamo gli altri due episodi.

Racconto molto ben congeniato. Bella l'idea alla base, sebbene la bambolina danzante al suono del carillon è un'icona classica del genere horror. Ma pensarla per inscenare una sostituzione d'identità è un'idea efficace. È efficace la situazione in cui si trova la protagonista che, unita alla sequenza degli eventi, dapprima normali e poi man mano sempre più inspiegabili, contribuiscono a trasmettere al lettore tutta l'ansia e l'impotenza sul finale.

Il racconto è fantasiosamente ben creato e impostato, nel suo genere letterario. Il titolo colpisce l'attenzione del lettore, nonostante non sia completamente confacente al contenuto narrato. La curiosa storia, però, va oltre, proponendo un furto spietato e sistematico di identità, senza possibilità alcuna di salvezza. Nulla da dire sull'impostazione, efficace sin dalle prime fasi, in cui, si fa conoscenza con la protagonista, fino alla conclusione, intenzionalmente voluta dalla scrittrice. La dinamica degli eventi, crea suspense, sino a donare i brividi "giusti", giacché le descrizioni rivelano che, la paura, si nasconde nella quotidianità di una vita normale, persino mimetizzandosi negli angoli più sicuri, per poi crescere, a causa dell'inspiegabilità di alcune cose che accadono, via via, proseguendo l'evolversi della vicenda. Sinceramente, prediligo altri generi, ma debbo convenire nel lasciare un meritato buon voto, all'autrice. Complimenti a S. Pasquino. Un cordiale saluto!