Entropia dello sguardo riflesso

Accade, talvolta, che ci si può sentire osservati dagli altrui sguardi, i quali, appaiono penetranti all'anima, sino a ferire quell'invisibile parte del proprio intimo essere, come descritto dall'autore, nella pubblicazione, mentre prosegue il viaggio. Cosicché, la percezione di quanti lo osservano, modificano l'essenza interiore del poeta, la quale, a ogni rintocco di musica, avverte il cambiamento, nonché il sentire la consapevolezza di quanto gli sta accadendo, dentro. Avviene un'entropia, che gli provoca un disorientamento emotivo, sino all'insorgere di concitati sentimenti, aumentandogli, nell'io, la scarsa capacità di raccogliere oggettive informazioni, allo scopo di comprendere i motivi di un sì tale disagio, sgorgato dall'incrociarsi di multipli sguardi. Il narratore, così conclude: "Uomo quale sono, illogico nel mio confronto con la quotidianità, mi infrango contro i muri di percezione e soccombo". Emblematico, e rivelatore del pathos suo, è il messaggio delle sopracitate parole. Interessanti considerazioni, che andrebbero ripubblicate con una migliore visibilità dell'impaginazione. Con cordialità saluto Lorenzo.

Ogni frase di questa riflessione in versi è sicuramente il sunto di un lungo scavare nel proprio intimo. Questo è un testo che con poche parole descrive un mondo interiore vivacissimo, curioso, ribelle e disperato nella ricerca del Sé e del senso della vita. La mia sentita condivisione.