Descrizione: Racconto che ho inviato al primo concorso a cui ho partecipato.
Incipit: Aveva sempre odiato la pioggia. Tutta quell'acqua che cadeva lo rendeva estremamente nervoso. Il dover tenere in mano l'ombrello era un'inutile spreco di energie mentre andava a lavorare. Aprì il portone dando un'ostile occhiata alle gocce che cadevano sull'asfalto del marciapiede. Uscì e rimase un attimo a osservare la via coperta di pozze mentre il portone si chiudeva dietro di lui.
Pia
Poi, l'imprevisto, ed ecco la possibilità di vedersi "dal di fuori".
Questo Scrooge, a differenza di quello di Dickens, ha un'anima già bella, ma nascosta sotto una corazza. E più che cambiare, si butta finalmente a capofitto nella vita, che non faceva altro che aspettarlo.
Che la paura di essere feriti ci impedisca di vivere, a volte, è una paralizzante verità . Vedersi da fuori, poter avere le risposte che ci assillano - qualcuno, mi ama? qualcuno, sentirà la mia mancanza? - potrebbe essere una soluzione... evitando di farsi fulminare, magari.
Bello il ritratto della ragazzina "folletto" e dei suoi capelli, che una volta furono viola.
Prima parte perfetta, con l'intercalare ossessivo di Guido e la sua introspezione curata, i dialoghi con il personaggio della ragazzina.
Seconda parte meno, si scade nel già visto e nello stucchevole con la donna che era già predisposta verso di lui, lo leggeva come un libro aperto. Forse ha prevalso il desiderio dell'autore di scrivere un bel finale con il messaggio positivo che risiede nella comunicazione libera tra le persone che attiva il miracolo. Anche questa seconda parte è bene scritta ma avrei preferito un altro finale, non necessariamente triste ma più originale.
Devo dire che quando l'ho scritto avevo un limite in battute e ammetto di aver dovuto tagliare di molto la seconda parte. In effetti ciò che dici è vero, penso che questo sia il racconto più stucchevole che abbia mai scritto, di solito lo sono molto meno.
Il racconto è fluido, mai scontato, sembra adatto alla scenografia di una novel televisiva per tempi, ritmi e profondità scenica, ed i personaggi hanno quel giusto grado di introspezione che va al nocciolo senza appesantire il racconto, possibilità fin troppo imponente per i temi toccati.
Ed è così che le persone imparano ad apprezzare ciò che hanno quando stanno per perdere tutto. Complimenti a Sphinx per essere riuscito a rendere così vividamente sentimenti ed emozioni in un racconto così breve: una piccola chicca!
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