Pagina 1 di 1

54\Wu Ming

Inviato: 12/02/2020, 10:08
da Roberto Ballardini
Negli anni confesso di essere diventato sempre di più un lettore difficile, nel senso che la mia disponibilità a farmi annoiare da un libro concedendogli il beneficio del dubbio è scesa gradualmente sino ad arrivare a zero. Ricordo sudate maratone passate per completare stoicamente letture lunghissime che credo non abbiano poi influito per nulla sulla mia scrittura. Non voglio fare arrabbiare nessuno, però sinceramente mi sono fatto due palle così per finire "Don Chisciotte" e altrettante per "Il signore degli anelli", e col senno di poi non lo rifarei (ma ci sarà poi un perché se ho riletto due volte "I demoni" di Dostoevskij). Il problema semmai è buttare soldi per libri che poi accantono dopo 30\50 pagine.
"54", da questo punto di vista, è stata una sorpresa. Ha rischiato grosso intorno a pag 300 (la metà), perché ancora stentavo a capire l'ordito generale, ma poi i capitoli brevi e la qualità dello scritto mi hanno indotto comunque a riaprirlo e di lì ho cominciato a innamorarmene.
Intendiamoci, ritengo ancora che alcuni accostamenti siano molto azzardati e che nessun editor sano di mente li consiglierebbe, ma alla fine ho amato credo proprio la struttura anarchica del soggetto che spazia dal bar bolognese filocomunista (che spasso) alla Jugoslavia post guerra, dalla storia romantica al ritratto politico, dalla mafia italo-americana a figure di killer granitici e improbabili (Steve Cemento) che sembrano usciti da un fumetto o da un film di Tarantino, dai servizi segreti inglesi a Cary Grant.
"54" è un fiume in piena che scorre dentro argini ben poco lineari, tanto che mi viene da dire che l'organicità dell'opera, il suo tenersi insieme intorno a un centro gravitazionale, dipenda proprio dalla qualità dello scritto e dalla grande verve degli autori (credo che il carattere apparentemente dispersivo poi derivi proprio da lì, dalla natura collettiva della costruzione).
Insomma, "54" è un romanzo che pare quasi una raccolta di racconti, e immagino che avrà i suoi bravi ammiratori (mi ci annovero, se non si è capito) e detrattori. Ma è anche l'opera alla quale riconosco di più un'influenza consapevole su ciò che scrivo, intendo dal punto di vista tecnico (i capitoletti brevi sono il massimo, per me). Lo straconsiglio, con l'avvertenza che non è di sicuro un libro per tutti (nel senso che a molti potrà legittimamente non piacere).
Mitica la battuta di Pierre quando incontra il famoso attore su una sperduta isoletta jugolava.
"Soccia, cary Grant!"
Non so quante volte me la sono ripetuta, e ancora rido.

Re: 54\Wu Ming

Inviato: 15/02/2020, 11:43
da Andr60
Anch'io ho scoperto i Wuming con "54", che ho trovato molto godibile. La lettura di "Q" invece è stata più impegnativa, anche per la sua mole. Visto che sei interessato ai nativi americani, se non l'hai ancora letto ti consiglio "Manituana", che ritengo essere un capolavoro.
Confesso di essere stato influenzato dalla loro scrittura e anche dalla struttura dei loro racconti, per quanto riguarda i miei romanzi brevi.
Un saluto

Re: 54\Wu Ming

Inviato: 15/02/2020, 21:58
da Roberto Ballardini
Ciao Andr. Io li ho scoperti con "L'armata dei sonnambuli", dopodichè ho letto subito "Manituana", e mi sono piaciuti moltissimo entrambi. Ora sto su "Altai" e credo proprio che il successivo sarà "Q".