Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Certo! Può votare anche chi non partecipa come scrittore.Ida Dainese ha scritto: ↑28/04/2017, 22:30 Non dimenticate che posso votare anch'io (vero, capo Max?)
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Anche fratelli, sorelle, nipoti, zii, nonni, genitori, cugini, amici e colleghi?Massimo Baglione ha scritto: ↑30/04/2017, 8:07 Certo! Può votare anche chi non partecipa come scrittore.
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Tsk! Ecco da dove arrivano i trentatrè trentini di un precedente messaggio!Giorgio Leone ha scritto: ↑30/04/2017, 11:25 Anche fratelli, sorelle, nipoti, zii, nonni, genitori, cugini, amici e colleghi?
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Ho una serie di minacce crudeli in programma per te...
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Mirtalastrega - Alla prossima scendo
Bello! Difficile trattare una tematica del genere senza cadere nei soliti cliché del "lolitismo" o roba del genere. Interessante il punto di vista di una ragazza non più giovanissima che si approccia a un giovanissimo non ancora uomo. Sono rapporti che, nella vita reale, ancora vengono visti come eccentrici, quando invece, beh... i sentimenti si nascondono sotto varie forme e tutte rispettabili.
Voto: 4,5
Angela Catalini - L'ultimo treno per Tola
Molto evocativo e ben scritto. Esempio di fedeltà, di cieca obbedienza, il protagonista ci mostra e ci ricorda anche di come le ferrovie, un tempo, fossero il mezzo più avanzato per spostarsi e persino per decidere gli eventi bellici...
Voto: 4
Giorgio Leone - The Midnight Special
"... in qualcosa devi credere, altrimenti non uscirai vivo di qui."
Altro bel racconto, descrive benissimo la disperata, polverosa e alienante situazione dei detenuti costretti ai lavori forzati. Non sapremo se il treno di mezzanotte salverà il protagonista, di certo ci lascia con la speranza che in qualche modo se la possa cavare!
Voto: 4,5
Patrizia Chini - Rimpatriata
Capisco la protagonista, le rimpatriate - soprattutto se abitudinarie - non mi piacciono molto, a maggior ragione se alimentano vecchi confronti. Come interpretare la caduta dell'altra? Che dopo una vita irreprensibile, come si evince dalle prime righe, alla fine è incappata pure lei in un "ruzzolone"? In ogni caso, racconto più che carino.
Voto: 3,5
Manuel Crispo - Un amore a distanza
Per anni i vagoni - inclusi quelli della metro - sono stati il mio pane quotidiano e in effetti, nel microcosmo dei treni, si parte facile con le fantasie sulle "compagne di viaggio".
Voto: 3,5
Massimo Tivoli - Oltre il tunnel
Bello, non immaginavo che i protagonisti fossero giocattoli. Ma il racconto assurge anche a metafora di come spesso sia l'illusione a tenerci vivi, facendo apparire la luce oltre il tunnel come una promessa di nuova vita...
Voto: 4,5
Daniele Missiroli - Aspettando Giovanni
Commovente, senz'altro, e ben scritto, lascia trapelare tutta la malinconia della situazione... non mi viene altro da aggiungere.
Voto: 4
Fabrizio Bonati - Il treno del destino
Geniale, una rivisitazione dell'Oltretomba in chiave "trenica"... magari fosse questo il destino dei qualunquisti, che ciarlano di tutto e tutti illudendosi di non trovarsi mai faccia a faccia con le conseguenze delle proprie azioni.
Voto: 4,5
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Mi rimane ancora un modo per tenervi sulle spine, facendovi sapere cioè solo all'ultimo momento i miei commenti e voti, anche quello per il miglior commentatore.
In un raro momento di serietà vorrei anche ringraziarvi per i bei racconti che avete scritto, onorando in tal modo il tema che ho scelto.
Ci risentiamo domenica.
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Vi metto qui i miei commenti e i voti per i vostri ottimi racconti.
Ci risentiamo poi di nuovo per la proclamazione del vincitore.
Mirtalastrega Alla prossima scendo
Il racconto miscela bene la storia di un viaggio in treno con quello che è il viaggio della vita. Ogni stazione diventa un punto in cui fermarsi a riflettere, la protagonista ha portato con sé tutti i suoi timori, le indecisioni, la difficoltà delle scelte e anche le emozioni. Voto 4
Angela Catalini L’ultimo treno per Tola
Un bel racconto che si compone di due parti, essenziali l’una all’altra per poter comprenderlo, ma anche così distanti tra loro nello spazio e perfino nel tempo. La prima parte è quasi grottesca, una scoperta fatta per caso, un errore che si vuole insabbiare. La seconda è poetica per quell’attaccamento-quasi affetto, e malinconica per la solitudine di quell’ultimo addio. Una riga per cancellare un uomo e una riga per ricordarlo. Voto 4
Giorgio Leone The Midnight Special
Bel racconto che guarda in modo lucido e spietato a una giornata da detenuti. Luogo, clima e situazione sono tra i più difficili e pesanti, prigionieri e guardie sono tormentati da giorni tutti uguali, costretti a tirare fuori il peggio di loro stessi. Anche nelle situazioni più estreme gli uomini cercano sempre una speranza, qui la speranza viaggia a bordo di quel treno notturno col suo faro, con la sua promessa (mai esaudita) di libertà. Voto 4,5
Patrizia Chini Rimpatriata
Racconto di come una giornata normale e banale possa diventare, in questo caso purtroppo, molto speciale. Dopo aver seguito la protagonista nella sua folle corsa, nell’ansia per non ritardare, nella sopportazione dei disagi classici di un trasporto pubblico, siamo pronti a tirare un sospiro di sollievo, ma invece veniamo di nuovo trascinati lungo il percorso di ritorno fino al punto di partenza. Verrebbe da dire: “se l’avessi saputo non mi sarei mossa”, si potrebbe replicare: “se non ti fossi mossa non sarebbe successo”. Questo è un modo per ricordarci di vivere senza affanno, ci sono cose che non potremo evitare nonostante tutta la prudenza usata, e giorni fortunati in cui anche scapicollandoci tra gli abissi, ritorneremo sani e salvi. Voto 3,5
Manuel Crispo Un amore a distanza
Uno scorcio malinconico e rassegnato su una mattina da pendolari. Situazioni al limite della sopportazione, di cui si vorrebbe accusare mille colpevoli ma non ci si può rivalere con nessuno. E a volte, anche in una fredda mattina, pressato nel grigio, ecco apparire un raggio di sole a cui aggrapparsi. Non si può afferrare, né trattenere, ma anche dopo che viene portato via da una stazione che non è la propria, rimane con noi un po’ della sua luce, abbastanza per vedere al di là del grigio della realtà, abbastanza per far fiorire pensieri e immagini speciali, che ci faranno compagnia nei giorni che verranno. Belle espressioni poetiche. Voto 3,5
Massimo Tivoli Oltre il tunnel
In questa storia anche i giocattoli hanno un’anima e un eroe capace di risvegliarla. Non sono così diversi dagli umani, con la loro voglia di lottare, con la loro rassegnazione, con la loro delusione. La conoscenza ha sempre un prezzo, che a volte non si vorrebbe aver pagato. Ben scritto, con ampie descrizioni intervallate da dialoghi, con un protagonista che è simpatico al lettore fin quasi a identificarsi con lui. E infatti il lettore accusa allo stesso modo il colpo della sorprendente delusione quando il mondo all’improvviso si restringe in un paio di metri quadrati. Voto 5
Daniele Missiroli Aspettando Giovanni
Una storia molto triste, di una perdita a cui non ci si rassegna. La memoria gioca scherzi crudeli a questo povero anziano che prova ogni volta speranza vana e disperazione, mitigate dalla buona presenza della nipote. Narrazione delicata che lascia capire un po’ alla volta la tragedia avvenuta (dell’uomo morto per salvare il bambino) e la tragedia in corso (l’andirivieni della memoria). Voto 4,5
Gabriele Ludovici Dettaglio su scarpe di pelle con alone
Racconto dello squallido tentativo, riuscito, per viaggiare a sbafo. Il protagonista è del tutto inaspettato, dimostrazione di quanto sia valida l’apparenza, il vestito che si porta. Ottima descrizione anche dell’antagonista, l’autorità impersonata dal controllore. Tutta la storia è narrata con un tono a metà tra l’ironico e la tragedia greca che prende il lettore, gli strappa qualche risatina, e gli lascia un po’ d’amaro. Voto 5
Fabrizio Bonati Il treno del destino
In questo racconto il treno è davvero un incubo, anzi lo è due volte: prima come luogo del crimine e poi come mezzo per l’aldilà. Più che un vagone sembra una bolgia di dannati, con personaggi già pronti per il loro destino. Lo stile un po’ grottesco e un po’ ironico è sopraffatto dalla storia stessa, nera, senza speranza e senza pietà, dall’inizio alla fine. Voto 4
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Me l’avete detto che il tema vi è piaciuto, ma me l’avete anche dimostrato con tanti racconti belli e di buon livello, con punteggi altissimi. Mi è difficile valutare persino i commenti perché anch’essi sono appassionati e curati, in particolare quelli di Patrizia, Mirta e Angela, mentre quelli di Giorgio sono i più ironici e divertenti. Perciò assegno mezzo voto a Patrizia e mezzo a Giorgio.
Ho fatto i conteggi dei voti e sono tranquilla perché nel caso mi sia sbagliata posso contare sull’eventuale supporto di Patrizia, Daniele e Massimo T, per non parlare di capo Max.
Quindi proclamo vincitore: Massimo Tivoli
Primo posto per Massimo Tivoli con 42,5 punti
Secondo posto per Gabriele Ludovici con 40,5 punti
Terzo posto per Giorgio Leone con 39,5 punti
Ubriacatevi e festeggiate.
Per la preparazione dell’e-book, nei prossimi giorni potete riproporre qui la versione corretta dei vostri racconti o dire che vi va bene così.
Passo il testimone a Massimo T
Grazie e complimenti a tutti!
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Complimenti ai tre finalisti, che non fanno altro che confermare la loro bravura!
Massimo T., sai già cosa fare, no?
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
PS= Domanda di tipo tecnico. Dove trovo la stringa da mettere nella firma per gli ebook delle gare? Intanto potrei inserire la N. 62 e poi aggiornarla con questa.
PS2= Ho appena corretto un paio di sviste. Il mio racconto è posto.
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Chiedo scusa per aver proclamato erroneamente Gabriele quale vincitore e ribadisco "Mi piace la matematica ma sbaglio i calcoli!" Presto invierò il racconto con le correzioni.
Buona giornata a tutti
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Nel tuo profilo di autore: https://www.braviautori.it/angela-catalini.htmAngela Catalini ha scritto: ↑08/05/2017, 9:26 PS= Domanda di tipo tecnico. Dove trovo la stringa da mettere nella firma per gli ebook delle gare?
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Vediamo cosa estrae dal cappello Massimo per la prossima gara.
A presto e grazie a tutti per i commenti e le valutazioni.
Dan
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Per la preparazione dell’e-book, nei prossimi giorni potete riproporre qui la versione corretta dei vostri racconti o dire che vi va bene così.
Tenedo conto dei commenti e dei suggerimenti ricevuti, ho corretto il mio racconto che incollo di seguito:
Rimpatriata
Ero in ritardo come al solito. Scendevo velocemente le scale di accesso alla metro B di Roma nonostante temessi di cadere scivolando sugli scalini resi viscidi dalla pioggia abbondante della notte.
Scendevo tra decine di utenti insonnoliti, che avanzavano come automi nei due sensi di marcia della scala, lunga tanto da essere divisa da un pianerottolo a metà altezza e ripida tanto quanto basta a mettere in difficoltà chi, come me, soffre di vertigini.
Solo in fondo alla scala mi resi conto della mia bravata… ma il gioco era fatto e ne era testimone quel battito accelerato del mio cuore, effetto più della fatica che dell’ansia di arrivare in ritardo o della paura di cadere.
Mentre mi affannavo nella ricerca di un biglietto non usato, tra i meandri scomposti della mia borsa in piena, cercavo una scusa plausibile da scodellare a Luciana, l’amica che mi aspettava e con la quale speravo di trascorrere qualche ora spensierata. L’amica che, preoccupandosi per la mia salute, mi ripeteva di non trasformare un piccolo problema in un problema più grande… aforisma che lei condensava nel consiglio affettuoso di non correre perchè “se si fa tardi non muore nessuno!”
La nostra amicizia era nata sui banchi di scuola alle superiori e si era cementata nel corso degli anni. Ognuna di noi conosceva le problematiche e le virtù dell’altra, dove le problematiche erano più mie che sue… e naturalmente le virtù quasi tutte sue.
Luciana era per me una camomilla calda che, per gli effetti benefici di cui era dispensatrice, desideravo gustare lentamente e spesso.
Quel giorno mi aveva invitato per una “rimpatriata”, come era solita chiamare le giornate trascorse insieme, libere da impegni familiari e dedicate al divertimento non pianificato che, da quando eravamo pensionate entrambe, ci regalavamo “una tantum”.
Mete preferite erano i giri per i negozi, con o senza shopping, raramente entravamo nelle sale da tè, più spesso assaporavamo una pizza a taglio sedute su uno sgabello di un locale a caso … al momento del “bisogno” inteso come “bisogno di mangiare” o semplicemente come “bisogno”.
Accadeva anche di rintanarsi a casa di una delle due, a condizione che non ci fossero figure parentali gironzolanti intorno, per poter chiacchierare senza essere disturbate o per ascoltare la musica che gradivamo di più senza subire gli sfottò di quelli che non condividevano i nostri gusti musicali. Sapevo di poter contare sulla sua comprensione e nonostante ciò, dopo aver finalmente trovato e timbrato il biglietto, ripresi a correre per l’ultima scala che mi divideva dalla banchina del treno di cui sentivo il borbottio sordo del motore.
Temevo che il fischio che precede la chiusura delle porte mi raggiungesse prima di essere a “bordo”, perciò superavo, sgomitando, i ragazzi diretti a scuola che se la prendevano comoda.
“Tanto… che ci vado a fare, alla prima ora c’ho lo stron..” Chissà chi era la persona a cui avevano riservato quell’epiteto inflazionato per indicare una persona poco gradita…. e chissà se il professore in questione lo meritasse o meno? Non lo posso sapere ma più cresco (o meglio invecchio) più mi schiero con i giovani.
Nello scompartimento, già pieno di varia umanità e di motivazioni diverse a muoversi con quel tempo, non avevo bisogno di cercare appigli a cui sorreggermi perché ero stata l’ultima a salire ed ero completamente schiacciata contro la porta. Rimasi poco in quella posizione scomoda visto che dovevo scendere alla prima fermata.
Un’altra corsa per le scale mobili mentre pensavo ai rimbrotti benevoli della mia amica che mi avrebbe visto arrivare accaldata e senza fiato… sempre che riuscissi nell’impresa di arrivare indenne.
Arrivai indenne ma Luciana, così puntuale e così precisa, non c’era!
Cercai il cellulare, forse aveva cercato di avvertirmi. Controllai ma non c’erano chiamate perse.
Dopo mezz’ora, senza aver avuto risposte alle telefonate che ripetevo in modo nevrotico al cellulare e al fisso di Luciana, ripresi la metro in senso contrario e me ne tornai a casa.
Già dalla cabina dell’ascensore, che mi portava all’ultimo piano dello stabile dove abito, mi sembrava di sentire lo squillo insistente del mio telefono. L’ascensore si fermò al piano e io mi precipitai fuori con la chiave di casa nella mia mano destra che non voleva smettere di tremare.
Quando finalmente riuscii a far entrare la chiave nella serratura e aprire la porta, il volume alto di quel trillo divenne per me un frastuono insopportabile che feci tacere immediatamente alzando la cornetta e soffiandoci dentro il mio “Pronto” afono.
All’altro capo del telefono, naturalmente, c’era la mia amica.
“Luciana!...”
Luciana non mi fece dire altro:
“Sono al pronto soccorso, non ricordavo il numero del tuo cellulare… il mio si è rotto nella caduta!”
“Quale caduta?”
“Sono caduta per le scale della fermata della metro. Quaranta scalini a volo d’angelo e mi è andata bene: mi sono rotta solo una gamba!”
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Ne sto studiando, per un concorso, una versione dove il "vaffanculista" diventa invece un eroe...
Ho effettuato al racconto le correzioni suggerite, e lo posto qui di seguito.
Complimenti ancora a Ida per l'idea e a tutti, specialmente al vincitore.
Alla prossima.
Fabrizio.
Il treno del destino
Rumore ritmico.
Caldo asfissiante.
Puzzo di piedi.
Puzzo di ascella.
Ho la gola secca. Mi fa male il collo. Dove sono?
Il rumore provocato dallo spostamento d’aria all’incrocio con un altro treno mi sveglia del tutto.
Sollevo il capo di scatto. Sono su un treno e mi sono addormentato con la testa penzoloni e il mento appoggiato al petto. Fa un caldo che ci si scioglie. Il Punkabbestia seduto di fronte, scuote la cresta multicolore e mi guarda con aria compassionevole, sotto al cerone che lo fa sembrare un incrocio tra Joker e il Robert Smith dei tempi d’oro.
- Ti sei svegliato, bell’addormentato? Mi apostrofa con un sorriso di scherno il mascherone.
- È un problema tuo? Rispondo brusco. Mi sento già infastidito da tutte le sensazioni negative che sto provando, soprattutto olfattive. Sono in un bagno di sudore, dalla testa ai piedi, e il timore di stare partecipando attivamente al mantenimento dei miasmi, mi atterrisce.
- Non lo sarebbe, caro mio, se non russassi come un maiale e tenessi i piedi a posto. Invece continui a scalciare, e ti si sente russare dall’altro scompartimento! Risponde il mascherone, indicandomi le persone in fondo alla carrozza che mi guardano, ridendo.
- Fatti i fatti tuoi! Rispondo ancora più bruscamente, a corto di parole. – E voialtri pensate a lavarvi, che qui dentro non si respira! Dico rivolto agli sghignazzatori. Poi mi chiudo a riccio in un silenzio offeso, guardando fuori dal finestrino.
Se ci fosse qualcosa da vedere.
Fuori è buio, e mi rendo conto che lo era già prima di addormentarmi. Anzi, non è buio, stiamo percorrendo un tunnel.
Il collo mi fa un male atroce. Ma quanto ho dormito?.
Guardo l’orologio al polso. Non c’è. Vero, abbiamo lasciato tutti gli oggetti metallici alla stazione di partenza. Il metallaro seduto qualche posto più in là, ha fatto perdere un sacco di tempo per staccare dal chiodo ogni singola borchia, pur di non separarsene, gli venisse un accidente.
Ah, è vero. Gli è già venuto…
Anche a me, in realtà.
Poco alla volta la memoria si schiarisce.
Ero sulla metropolitana, come tutti i santi giorni, da venti anni. La stazione dove avrei dovuto scendere per recarmi al lavoro si avvicinava. Come sempre, dopo quaranta minuti di metropolitana, ero imbufalito con tutta la gentaglia che mi circondava. Avevo maltrattato l’importuno elemosinatore : - Vaffanculo! Trovati un lavoro!
Avevo dissertato con il vicino occasionale, che sfogliava il giornale gratuito distribuito nelle stazioni della metro, sul fatto che per risolvere la questione mediorientale ci sarebbe voluta solo una bella bomba.
-Vaffanculo, la risolvo io sta storia che va avanti da un’eternità!
Ero già in rampa di lancio davanti alla porta per scendere quando, al momento dell’apertura delle porte era scoppiata, vedi tu la nemesi, una bomba, allacciata addosso a un pakistano naturalizzato francese seduto a pochi passi da me che ovviamente avevo insultato per il fatto che grondava sudore e puzzava peggio di un caprone.
– Vaffanculo lavati!.
Insomma, avevo un vaffanculo per tutti.
L’esplosione aveva provocato decine di morti e feriti, ed era stata rivendicata dall’Isis. Molto clamore aveva destato, perché era il primo attentato del genere in Italia.
Senza soluzione di continuità, mi ero ritrovato in una stazione quasi identica a quella dell’attentato, dove delle guardie ci avevano indirizzato verso un corridoio dove eravamo stati forniti di un giornale gratuito.
Sul giornale avevo appreso tutte le notizie sull’attentato, sulla rivendicazione e sulle immancabili polemiche sorte per la mancata sicurezza.
Terminato il corridoio, ci eravamo ritrovati su una banchina, e “cordialmente” invitati, a suon di manganellate e previo spoglio degli oggetti metallici e delle scarpe, a salire su di un altro treno.
Appena partiti, diversamente dal solito, mi ero addormentato.
Mi guardo intorno, e riconosco molte persone che erano con me sul treno della metropolitana. Il punk di fronte, il metallaro, la segretaria, persino il signore con cui avevo sbrigativamente risolto il problema mediorientale. Hanno tutti lo sguardo un po’ perso, quasi in trance, persino il Robert Smith dei poveri. Presumo di non essere da meno, ma nonostante le luci accese nella carrozza e il buio fuori, non riesco a specchiarmi, i finestrini sono lastre che ti permettono di vedere fuori ma che non riflettono.
Improvvisamente si materializza un losco figuro, che immagino essere il capotreno, molto somigliante a Sandokan, ma più grosso. Tutti si rivolgono a lui con mille domande, accavallando le voci e creando una confusione indicibile.
Sandokan si schiarisce la voce, ed è come se un tuono avesse squassato l’aria.
Zitti tutti.
- Buonasera. Siete qui, su questo treno, perché come avrete appreso dal giornale gentilmente donatovi, siete rimasti vittime di un attentato. Quindi, se non lo avete ancora capito, siete morti.
Brusio, qualcuno geme, qualcuno piange, qualcuno bestemmia.
- Vaffanculo… Mormoro io.
Sandokan prosegue. – Siete stati suddivisi per carrozze in funzione della stazione di arrivo a voi destinata.
- Destinata da chi? Lo interrompe Metallaro con tono di sfida.
Sandokan gli si avvicina e gli molla uno sganassone, facendolo crollare sul sedile da cui si è pocanzi alzato. Qui parlo io e voi ascoltate. Chiaro?
Metallaro non è in condizioni di rispondere, e tutti gli altri fanno SI con la testa.
- Siete stati destinati in base alle vostre attitudini e abitudini durante la vita terrena. Nella stazione di arrivo sarete assegnati a una condanna perenne. È inutile specificarvi che non sarà piacevole, altrimenti sareste su un treno molto più figo e soprattutto che non puzza come una discarica. Tra poco arriveremo alla stazione, siete pregati di non tentare di scappare, non servirebbe a nulla. Grazie dell’attenzione, arrivederci. Detto ciò, così come era apparso, scompare.
In effetti, di lì a poco, il treno rallenta e si ferma. All’apertura delle porte, siamo presi in consegna da guardie che devono essere i fratelli brutti del capotreno.
Alzo gli occhi, leggo il nome della stazione.
VAFFANCULO, c’è scritto sul cartello.
Scuoto la testa e rido amaramente.
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Re: Gara 63 - Commenti e votazioni
Tra poco sarà pronto l'e-book.
E ora tutti a Gara 64, con Massimo T!
Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
- Metropolis
- Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
- Antologia visual-letteraria (Volume tre)
- Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
- L'Altro
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- A Quattro mani
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- Fungo più, fungo meno...
- Déjà vu - il rivissuto mancato
- Il Bene o il Male
- BReVI AUTORI - volume 2
- BReVI AUTORI - volume 1
- Un lavoro Fantastico
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Ero sposata da poco e già mi stavo annoiando
(soprattutto a letto)
Marika è una giovane ragazza. Non ha avuto alcuna esperienza sessuale e sta per sposarsi. Essendo molto intelligente, si accorge presto di essere una bella donna e sente di non poter rinchiudersi per tutta la vita in un contesto matrimoniale forzato e prematuro. Conosce un uomo, il quale la porta per gradi a conoscere tutto ciò che c'è da sapere sul sesso. è un uomo speciale, totalmente diverso dal suo fidanzato e ne nasce una relazione molto particolare. Molto di quello che Marika impara può non corrispondere a quello che le donne desiderano, ma sono certa che, segretamente, prima o poi ci avranno pensato. è un racconto erotico, scritto però senza parole scurrili od offensive.
Copertina di Roberta Guardascione
di Mary J. Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Gara d'estate 2023 - La passe - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2013 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Calendario BraviAutori.it "Writer Factor" 2015 - (in bianco e nero)
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