Re: Gara 64 - Bando e racconti
Inviato: 11/05/2017, 17:46
Giovani e bellissimi
Mi stringo nel cappotto come se volessi sparire, ricaccio indietro le lacrime. Lui, il Grande Amore della mia vita è lì, steso in un letto d'ospedale, porta ancora i capelli lunghi, ora sono grigi però... è una di quelle cose che ti fa venire voglia di sorridere fra le lacrime abusive, perché è una cosa tipicamente sua, un po' come quella di essere una testa di cazzo. Uno di quei difetti, o peculiarità, che ti portano ad amare le persone perché le rendono speciali.
È ancora bellissimo, per me. Come se avesse ancora trent'anni. Non è cambiato molto. Immagino sia ancora anche un po' testa di cazzo, proprio come me.
Il sentimento che ho provato molto tempo fa per lui è ancora così vivo dentro di me da darmi un capogiro, forse l'ho amato per tutta la mia vita. Il suo ricordo è sempre stato con me. Una canzone, un film, una frase... l'odore dei suoi capelli dopo la doccia, il sapore della sua pelle. A volte ho immaginato che sia stato così anche per lui, come se fossimo rimasti per sempre uniti da un filo sottile che ci legava a quei giorni in cui ci siamo amati. Che abbia pensato spesso a me, in molti modi differenti. Un tempo fummo anche amici, amici prima di tutto.
Sta dormendo, i medici hanno detto che non gli rimarrà molto da vivere. All'idea sento una morsa stringermi il cuore. Saranno trent'anni che non lo vedo e quando è successo è stato solo perché ci siamo incontrati per caso. Ne sono passati almeno cinquanta da quando abbiamo avuto una storia. Quando ci innamorammo eravamo giovani e bellissimi. Giovani, bellissimi, scapestrati, incoscienti, spietati e talmente innamorati da non badare a nessuna di queste cose. Io ero fidanzata, lui sposato. Sposato con la mia migliore amica. Fidanzata con il suo migliore amico. Ecco perché fummo spietati, incoscienti... ecco perché ci lasciammo.
Forse non eravamo così spietati da voler fare del male alle altre persone che amavamo, che ci amavano. Preferimmo farne a noi stessi e fui io a prendere quella decisione, per tutti e due. All'idea sento nuove lacrime pungermi gli occhi.
Ora siamo vecchi. Io non mi ricordo di essere mai più stata tanto scapestrata, spietata o innamorata. O giovane.
Abbiamo avuto delle vite felici, la mia lo è stata in fondo, fra alti e bassi. Da ciò che so lo è stata anche la sua. Ha avuto dei figli, sono bellissimi. Io non ne ho avuti. Forse con lui avrei fatto anche quella pazzia. Forse sarebbero miei quei figli giovani e bellissimi che se ne stanno accanto al letto con gli occhi umidi.
Davanti a me c'è sua moglie, quella che un tempo fu la mia migliore amica. Io credo che non abbia mai saputo della nostra storia. Però immagino che abbia avuto dei sospetti, le donne lo sentono. Dopo che io e lui troncammo per il bene di tutti quanti io e lei ci allontanammo piano piano, ci allontanammo tutti piano piano. A lui faceva troppo male vedermi fingere di essere felice, a me faceva troppo male vederlo e anche un po' sentirmi stronza.
Tutti i dettagli del nostro amore mi tornano alla mente vividi come non sono mai stati. La notte nel parcheggio, l'odore della pioggia, la voglia di stare insieme, di sentirmi dire anche solo una parola che confermasse che non ero la sola a essere pazza d'amore. Il rischio di essere beccati, la follia, il sesso, la passione sfrenata, le risate, il suo tocco sulla mia pelle, le mie mani che stringevano le sue come per non lasciarlo andare mai. Quella me stessa forse è sparita quando tutto è finito con lui, cinquant'anni fa. Eppure ho pensato a lui ogni volta che mi sono sentita sola, sminuita... triste. Avevo avuto quei sei mesi di amore folle... forse è più di quanto abbiano avuto molti altri.
Deglutisco per non piangere. Sollevo lo sguardo e incontro quello di lei, annuisce piano... piano piano. Il confine fra il rimpianto e il rimorso si assottiglia; riconosco quello sguardo, è quello di una donna che sta perdendo l'amore della sua vita. Deve essere così anche il mio. Mi dispiace di averle fatto, in qualche modo, del male. Mi dispiace tantissimo. Mi dispiace anche di averla persa. Il suono delle nostre risate da amiche adesso sembra un'eco lontana, troppo. Un coltello nel cuore. Sono stata egoista, giovane e bellissima.
Una lacrima clandestina evade dai miei occhi traditori e cade sul lenzuolo bianco. Vorrei urlare: come sempre in presenza di questo Amore Grande ho perso quasi il controllo, anche se ora sono una vecchia, e si presume dovrei essere più saggia. Ovviamente anche lei è invecchiata e lo ha fatto meglio di me. Ne sono contenta, a lui in fondo è andata meglio così. Lei era fatta apposta per lui, io fui solo una follia.
L'amica che ho tradito nel modo più infido sorride, gli occhi arrossati, annuisce piano, mi fissa e io so che ha capito tutto. Forse lo ha fatto adesso, dopo più di cinquant'anni. Magari lo ha sempre saputo. Fatto sta che ora nel suo sguardo leggo il perdono e so che quel perdono esiste perché fra poco lo perderemo entrambe. Lei starà peggio di me perché non lo ha mai perso prima d'ora. Saremo sole, senza di lui e senza di noi. Il senso di colpa mi afferra per poi lasciarmi andare. Non posso sentirmi in colpa per un motivo preciso: rifarei tutto quanto. Forse non cambierei niente, non sceglierei neppure di lottare per restare con lui, facendo del male alle altre persone, deludendo tutti. Lo lascerei di nuovo andare.
Credo sia per quello che è stato un Amore Grande, perché non si è scontrato con la vecchiaia, con i malanni, con la sopportazione della quotidianità.
Sì, è stato un Amore Grande, l'amore di una vita che abbiamo vissuto lontani. Love of a Lifetime. Lui adesso ci lascerà entrambe e il mondo sarà meno colorato, ma il suo ricordo mi accompagnerà per sempre. In una parte del mio cuore resterà sempre con me, giovane e bellissimo.
Mi chino e gli deposito un bacio sulle labbra, infischiandomene di tutti i mormorii che sento. Per un attimo sono di nuovo giovane e bellissima anche io, stronza e scapestrata, follemente innamorata. Poi le lacrime mi fanno sentire di nuovo una vecchia con troppi ricordi e altrettanti rimpianti.
Borbotto un saluto ed esco dalla stanza. Non voglio che lui si svegli e mi veda. Il viaggio nei ricordi è troppo doloroso, non voglio che lui viva il mio stesso imbarazzo o provi la mia stessa nostalgia. Voglio proteggerlo. O forse, semplicemente, voglio che il ricordo di me che porterà dall'Altra Parte, sia quello di una donna giovane e bellissima. Ora non mi servono più conferme, mi bastano i ricordi... tengono a bada i rimorsi.