Gara 64 - Commenti e votazioni
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Re: Gara 64 - Commenti e votazioni
Complimenti a Massimo per il tema e per la gestione di questa gara.
Ah!, Massimo e Ida, se poi lasciate qualche speranza anche agli altri, non sarebbe male...
Oh, si scherza...
Ciao a tutti!!!
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Re: Gara 64 - Commenti e votazioni
PS: hai ragione, mi è sfuggita
Grazie a tutti delle minirecensioni, di cui farò tesoro.
Alla prossima
Dan
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Re: Gara 64 - Commenti e votazioni
Speriamo che non ti succeda nulla. Ci dispiacerebbe molto per la moto.Mastronxo ha scritto: Attendo il prossimo tema, se mi succede qualcosa partecipo di nuovo.
GraziePatrizia Chini ha scritto:Super Ida!
Grazie dei complimenti e della fiducia.Fabrizio Bonati ha scritto:Ah!, Massimo e Ida, se poi lasciate qualche speranza anche agli altri, non sarebbe male...
Ho un'idea: se mi mandate una tonnellata di cioccolatini non posto racconti e dò voto 1 a quelli di Massimo T, così, a prescindere.
Grazie, DanieleDaniele Missiroli ha scritto:Brava Ida,
Insegnerò alle tue figlie il gioco "Seppelliamo il papà nella sabbia lasciando fuori solo la testa", e ogni volta che vorrai un bicchier d'acqua dovrai recitare le tabelline o la sequela dei numeri primi.Massimo Tivoli ha scritto:È tutta colpa di Ida
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Re: Gara 64 - Commenti e votazioni
Una piccola annotazione, mi scuso per non averlo fatto prima, ma mi era sfuggito.
Il finale, che ho notato essere piaciuto/avere sconvolto: Si, la tipa non ci sta tanto con la cabeza, si innamora dell' ubriacone e decide di liberarsi del fidanzato-maiale. Si è innamorata dell'ubriacone perché questo è talmente sensibile e altruista da essersi rovinato la vita e ne soffre, e siccome, secondo la sua psiche malata, non possono vivere il loro amore (avendo unilaterlamente deciso che anche Fausto la ama), esce di cotenna del tutto e decide per un finale alla Romeo e Giulietta, risparmiando almeno il povero Jigen. Nella mia mente ho pensato che l'abbia risparmiato in un breve momento di lucidità.
Lascio a voi la scelta se non ci sta con la testa per natura o se i giochini erotici del fidanzato (su cui non ho volutamente approfondito) le abbiano fatto varcare l'ipotetico Rubicone.
Ciao!
AMORE MALATO
Un tramestio fuori dalla porta mi sveglia, guardo l’ora, sono le quattro e mezza.
Mi precipito alla porta e guardo dallo spioncino. Un essere sporco e barcollante sta tentando di aprire la porta di casa con le chiavi della macchina.
Avevo ragione, è lui.
Adesso si è arreso e si corica sullo zerbino. Dall’ interno si sente Jigen, il suo gatto, che gratta la porta e miagola, forse sperando che il suo padrone si riprenda dalla sbornia colossale che si è concesso, anche oggi, una volta di più.
Fausto è mio vicino di casa da due anni, è arrivato nel palazzo in silenzio. Si sono capite subito le sue intenzioni: usare l’alloggio come un semplice magazzino per se stesso e il gatto. Non dà fastidio a nessuno, lo si sente pochissimo. Il gatto è una specie di fantasma, si aggira ovunque ma nessuno tranne me lo vede. Io lo vedo perché spesso, quando in casa non trova più cibo, viene a grattare alla mia finestra.
Fausto sarebbe un investigatore privato, ma in realtà lavora molto saltuariamente come buttafuori in un night club della zona, e per il resto passa le sue serate a ubriacarsi, quasi sempre a scrocco di un amico, che probabilmente gli deve dei favori.
Diciotto mesi fa è rientrato a casa quasi sobrio per i suoi standard, ma lo stesso, complice la serratura difettosa, non riusciva ad aprire la porta di casa. Ero ancora sveglia a studiare, sono uscita e l’ho aiutato, sia ad aprire la porta che a entrare in casa, e lui mi ha offerto un caffè. È stata la prima volta che abbiamo scambiato più di un “buongiorno”. Mi incuriosiva quell' uomo taciturno, ma non mi osavo ad attaccare bottone.
Il caffè in realtà l’ho preparato io perché lui ha dovuto battere precipitosamente in ritirata verso il bagno. Dopo, mi ha raccontato un po’ della sua vita, o almeno la parte che lo ha condotto a questa vita fatta di sbornie e poco altro.
È stato allora che mi sono innamorata. Fausto è un essere sensibilissimo, si è praticamente rovinato per aiutare il prossimo, e l’unica cosa che ne ha ottenuto sono stati due divorzi, nessun lavoro stabile, e un gatto che lui non voleva, ma al quale è ormai affezionato più che a se stesso.
È anche un bell’ uomo, nonostante non si curi affatto. Soffre tantissimo, sempre, e anche se cerca di nasconderlo, io lo capisco dagli occhi. Non comprendo come non una ma bensì due donne possano averlo sposato e poi rifiutato.
Da quella sera ho perso il conto delle volte in cui l’ho raccolto dallo zerbino, sporco e maleodorante, e l’ho aiutato a entrare in casa. L’ho anche aiutato a svestirsi e mettersi a letto.
Ha capito fin da quella prima volta che sono cotta di lui, e non perde occasione di rimproverarmi, soprattutto se mi spingo troppo oltre nell’ aiutarlo, quando stento a frenare i miei impulsi bassamente carnali. Mi dice di non sprecare tempo con un rifiuto come lui, di curare il mio fidanzato ricco e andarmene da questa topaia, ma non c’è verso, lo amo nonostante tutto.
È tutto sbagliato, compreso il fatto che è di venti anni più vecchio di me, ma da diciotto mesi a questa parte io sto tergiversando con la laurea, nella speranza senza senso che lui cambi idea. Ho dubitato di me stessa, dei miei sentimenti, e anche di lui a volte. Poi ho deciso, e questa è la notte giusta. Antonio, il mio fidanzato, è di là, in camera. Ha un sacchetto della spesa legato sulla testa, e il rigor mortis ormai è iniziato. L’ho invitato a pranzo, e dopo pranzo, facendogli credere a un gioco erotico, l’ho legato alla sedia e soffocato. Non sapevo se ne avrei avuto la forza, ma ce l’ho fatta. In fondo mi vedeva solo come una bambola gonfiabile.
Mi metto addosso una vestaglia, esco sul pianerottolo e raggiungo Fausto, cerco le chiavi, che tanto tiene sempre nella stessa tasca dei jeans, apro la porta. Jigen corre fuori emettendo un basso miagolio prolungato, poi si struscia addosso al suo padrone il quale, pur ubriaco, lo saluta con un ciao masticato. Prendo Fausto per le braccia e lo trascino in casa fino al “letto”, cioè una rete con le gambe rotte e un materasso. Faccio rotolare il corpo sul materasso, e comincio a svestirlo. Quando resta in mutande, comincio a spogliarmi. Lui protesta, ma questa volta non mi lascerò fuorviare. Lo bacio a lungo ovunque, quanto ho desiderato questo momento. Sento solo il profumo della sua pelle, non il puzzo di alcol. Lo stimolo quanto basta per ottenere una reazione decente, ha smesso di protestare, forse ha deciso che in fondo non può essere così sbagliato, forse è troppo ubriaco e funziona al contrario di tanti uomini, chi lo sa.
Finalmente. Finalmente sei mio, anche se solo per una volta. Piano, piano, lui si ridesta quanto basta per partecipare attivamente, ed entrambi raggiungiamo il traguardo in fretta.
Fausto mi sussurra qualcosa che immagino sia un ringraziamento, anche se non lo capisco molto, poi sviene in un sonno profondo.
È ora di portare a termine il mio piano.
Chiudo Jigen fuori dalla porta, con due bustine di carne aperte in una ciotola. Non voglio che resti chiuso in casa per chissà quanto tempo, e non voglio nemmeno lasciare la porta aperta. Rientro in casa del mio amore, prendo il coltello più grosso che c’è in cucina, e mi avvicino al letto. Adesso non dovrai più soffrire, amore mio, nessuno più si approfitterà di te. Chi lo ha fatto spero si pentirà, e sennò che si fottano.
Mi spoglio di nuovo, salgo a cavalcioni su di lui, brandisco il coltello e lo pianto in pieno nel cuore del mio uomo, del mio amore. Sono spaventata dalla mia stessa lucidità, non una lacrima esce dai miei occhi fino a quando non ho compiuto il malsano gesto.
Fausto spalanca gli occhi per qualche secondo, poi la morte rilassa i lineamenti, e lo vedo in tutta la sua bellezza, il volto è sereno, finalmente.
Mi sdraio di fianco a lui, entrambi siamo nudi, accarezzo il suo corpo, lo bacio in bocca, e poi senza più riflettere mi pratico due tagli, uno per ogni avambraccio, che va dal polso fino all’ incavo del gomito, facendo poi una sorta di scaletta con tanti tagli trasversali a quello principale.
Fuori dalla porta Jigen miagola disperato, con il suo intuito felino probabilmente ha capito tutto. Tranquillo, qualcuno si occuperà di te, non resterai solo, sei un gatto magnifico.
Mentre la vita defluisce dal mio corpo, abbraccio Fausto, mischio il nostro sangue e gli dico quello che non gli ho mai detto in vita.
«TI AMO.»
Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Angelo Ciola, Aurora Gallo, Ida Dainese, Carlo Celenza, Carol Bi, Daniele Missiroli, Draper, Edoardo Prati, Fabrizio Bonati, Fausto Scatoli, Gabriele Ludovici, L.Grisolia, Laura Traverso, Liliana Tuozzo, Lodovico, Marco Daniele, Namio Intile, N.B. Panigale, Nunzio Campanelli, Pierluigi, Roberto Bonfanti, Seira Katsuto, Selene Barblan, SmilingRedSkeleton, Stefano Giraldi Ceneda, Teseo Tesei, Tiziano Legati, Tiziana Emanuele.
Vedi ANTEPRIMA (950,08 KB scaricato 67 volte).
Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
A cura di Alessandro Napolitano.
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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?
A cura di Alberto Tivoli.
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La Gara 41 - Tutti a scuola!
A cura di Antonella Pighin.
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