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Acqua...

Inviato: 16/08/2018, 14:28
da SmilingRedSkeleton
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Finalmente le meritate vacanze erano giunte e la famiglia al completo si era precipitata nella più vicina zona di villeggiatura assieme ad altre centinaia di persone. Dopo lunghissime code sull’autostrada rovente erano giunti in vista del mare blu ed ora potevano godersi la spiaggia in tutta tranquillità. La figlia maggiore se ne stava appostata al chiosco con il suo costume all’ultima moda, attendendo l’arrivo di qualche giovane interessante, mentre il figlio minore veniva lasciato giocare solo sul bagnasciuga. Aveva 6 anni ormai, era grande. Il padre, arenato su una sdraio all’ombra, era concentrato sui suoi cruciverba mentre la moglie, poco più in là al sole, chiacchierava con un’altra anziana villeggiante.

“I ragazzi?”
“Li ho lasciati liberi, così posso averli un po’ fuori dalle scatole e rilassarmi”
“Mamma a tempo pieno è? Ricordo ancora com’era…ma ora i miei figli sono tutti cresciuti”
“No no, io lavoro. Mia figlia sta a casa da sola o da amici e il bambino lo lascio ai nonni. E’ una vera scocciatura quando loro non possono tenerlo, devo sempre stare a cercare qualcun altro!”
“E suo marito?”
“Lavora ovviamente. Queste ferie ci volevano proprio…” sospirando, la donna strizzò gli occhi per guardare l’orizzonte “oh no! Saranno nuvole da pioggia quelle?! Spero di no, non piove da mesi e non si deve azzardare a farlo proprio ora!”
“Un po’ di pioggia forse farebbe bene al boschetto che c’è qui vicino” disse per scherzare l’anziana
“Il boschetto può aspettare, la mia vacanza no”

Il pomeriggio trascorse pigro fino a che una piccola ombra si stagliò sopra alla stressata madre. Aprendo gli occhi, vide suo figlio con un’espressione annoiata.
“Mamma! Qui mi annoio, andiamo nel bosco” indicò con il piccolo dito la macchia di alberelli
“No tesoro, la mamma riposa”
“dai! Un po’! Papà ha detto di chiedere a te! Dai dai dai!”
In quel momento giunse scocciata anche la figlia, a braccia conserte
“Mà, Pà mi ha chiamata perché facciamo una passeggiata di famiglia…devo proprio?”
La donna sospirò. Il bambino non avrebbe più smesso di insistere, lo sapeva, quindi il suo relax era in ogni caso compromesso. Almeno avrebbe rovinato la giornata anche alla ragazza.
“Si devi proprio. Ora mettetevi qualcosa e andiamo”

Poco dopo, la famiglia arrivò all’entrata del triste boschetto. L’unico con un minimo di entusiasmo era ovviamente il piccolo ma non passò molto perché cominciasse di nuovo ad annoiarsi
“Mamma! Perché il bosco è così brutto? Le foglie sono tutte gialle!”
“Non lo so tesoro, magari sono fatti così”
“Penso sia la siccità” disse il padre
“E ora cosa sei? Anche l’esperto di alberi?”
“Beh…tanti sono secchi, come dovrebbe essere fatto un albero normale ancora lo so, sai?”
“Dovete sempre discutere e rompere così?” sbuffò la ragazza senza staccare gli occhi dal cellulare “Qui prende pure male…e poi perché non siamo andati in una zona migliore? Guardate! Marica ha postato la foto di Ibiza e dice che è bellissima! Perché noi non siamo a Ibiza?”
Le lamentele della giovane vennero ignorate e lei tornò a scorrere le immagini di vacanze sempre più belle delle sue. Il bambino intanto, con un ramo in mano, abbatteva le foglie afflosciate e colpiva i tronchi secchi, sperando di spaventare qualche animaletto per poi inseguirlo.
Giunti in cima ad una collinetta, tutti si fermarono di colpo. Davanti a loro si estendevano ettari di bosco bruciato. La terra, senza ormai protezione dal sole, era secca e spaccata, mentre gli scheletri anneriti degli alberi si stagliavano nel cielo azzurro come le croci di un cimitero. Nell’aria non si udiva nessun uccello cantare.
“Perché è così?” chiese il bambino, tentando di avanzare ma prontamente fermato dal padre
“E’ bruciato…un incendio” nell’aria sembrava aleggiare ancora l’odore di fumo
“Fico” la ragazza si scattò prontamente un selfie con il desolato paesaggio alle spalle “ora torniamo in spiaggia?”
“Meglio” sentenziò la madre “tanto qui fa schifo. Uno spreco di tempo”
“Beh, così potrò finire il mio cruciverba prima di sera”

Sulla via del ritorno, il bambino udì un flebile lamento. Si allontanò indisturbato dalla famiglia, per poi cominciare a chiamarla a gran voce
“MAMMA! PAPA’! Qui c’è un signore che sta male!”
“Non ti avvicinare a lui! Arriviamo!”
I genitori che si erano improvvisamente ricordati dell’esistenza del loro figlioletto, si precipitarono apprensivi nella direzione della voce. La sorella si precipitò molto meno interessata.
Arrivati in una piccola radura, videro il giovane uomo sdraiato a terra, semi ricoperto di foglie secche e rametti, all’apparenza sofferente.
“Tesoro fermo! Non lo punzecchiare con il bastone!” la madre lo afferrò ed allontanò
“Signore…sta bene?” provò il padre
L’uomo si accorse della loro presenza e si mosse leggermente. Indossava solo un indumento che poteva essere un costume da bagno.
“E’ ferito? Viene dalla spiaggia?”
Nel frattempo la figlia documentava la scena con il suo cellulare. L’uomo sussurrò debolmente qualcosa.
“Non sento nulla…” sbuffò il capo famiglia “provo ad avvicinarmi…”
Avanzò un po’ e si accucciò, non prima di aver preso il bastone del figlio “mi sente?”
“Acqua…” la voce era roca. L’uomo rotolò faticosamente su un fianco per rivolgersi ai suoi soccorritori che in tutta risposta saltarono all’indietro gridando. Metà del suo corpo era ustionata.
“Mio dio! Una vittima dell’incendio! Dobbiamo chiamare qualcuno!”
“Avete notato…che i rami…sembrano attaccati alla sua testa? Non è che sono infilzati?” osservò la figlia schifata
“Non dire queste cose!” la rimproverò la madre
“Ma è vero mamma! Guarda guarda!” il bambino cominciò ad indicare e saltellare
“Oddio…” il padre tornò ad avvicinarsi per capire la situazione. I rami secchi non erano infilzati nel cranio…crescevano da esso, come le corna di un cervo. Non era ricoperto semplicemente dal sottobosco, ma foglie e rametti spuntavano dalla sua pelle. Al posto dei capelli, aveva quella che pareva erba secca e sulle spalle c’era del muschio bruciato, come anche sulle gambe nude.
“Acqua…” sussurrò di nuovo “Ho bisogno di acqua…pioggia…ho bisogno di pioggia…” disperata, la creatura cominciò a strisciare verso l’uomo, gli occhi verde spento supplichevoli. Quest’ultimo si affrettò a scappare a distanza di sicurezza.
“Ma che scherzo è questo?!”
“Sono bruciato…mi seccherò…brucerò ancora…morirò…” continuò a strisciare “aiuto…” dalle sue corna-ramo caddero quasi tutte le foglie.
“Che effetti speciali!” la ragazza continuava a filmare
“Andiamo via!” urlò la donna
“Sì…sì…” il padre afferrò la mano della figlia “via…” cominciò a trascinarla e tutta la famiglia fuggì.

Tornarono di corsa alla spiaggia, la sera stava ormai calando. Confusi, andarono a recuperare le loro cose. L’anziana le aveva tenute d’occhio per loro.
“Bella la passeggiata?”
La madre rispose distratta “preferisco la spiaggia…”
“Ha visto? Il temporale si è allontanato. Non pioverà”
“Meglio…”
Andarono all’auto e poi all’hotel. La ragazza controllò agitata il suo cellulare
“Ma! Dov’è il video?! Mamma! E’ sparito!” ma venne ignorata.

Re: Acqua...

Inviato: 16/08/2018, 18:08
da Massimo Baglione
Bravo Skeleton, buona Gara! :-)

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Inviato: 19/08/2018, 1:43
da Ida Dainese
Diciamo che mi hai fatto venire sete! Questo racconto mi è piaciuto per diversi motivi, perché mi ha sorpresa con uno dei personaggi (mi sono tornati in mente i tuoi disegni di demoni danzanti), perché racconta di una realtà normale dove all'improvviso ci metti un pizzico di mistero irrisolto, perché rappresenta bene l'indifferenza apatica di adulti e di giovani nei confronti di se stessi e del prossimo.
Le figure dei genitori e quelle dei figli qui si meritano a vicenda, così egoiste e aride come il boschetto bruciato.
L'apparizione della creatura fa pensare a un tentativo, purtroppo vano, della Natura che cerca di insegnare pietà ed empatia.
Ci sono alcune sviste (maiuscole, punteggiatura), lo stile di narrazione è brusco e penso si adatti bene a questa storia, dandole un'altra nota di secchezza e mettendola in contrasto col titolo.

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Inviato: 29/08/2018, 10:22
da Fausto Scatoli
beh, fa riflettere non poco. sia per arrivare a comprendere il significato della storia, sia per il messaggio che manda.
mi è piaciuto il modo in cui è scritto, dialoghi compresi. un po' meno la scrittura in sé, piena di refusi: mancano alcune maiuscole, ce ne sono altre che non servono, la punteggiatura è da rivedere.
esagerato l'uso degli esclamativi, a mio parere. tra l'altro, quando usi l'interrogativo, l'esclamativo non ci va, e viceversa.
a rileggerti

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Inviato: 31/08/2018, 12:00
da carlocelenza
Incubo premonitore? Non male, andrebbero precisati meglio i dialoghi( non si capisce immediatamente chi parla ) ma l'idea è carina. Non è il mio genere ma l'ho letto volentieri.

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Inviato: 09/09/2018, 14:45
da Daniele Missiroli
7028 caratteri secchi. In tutti i sensi.
Bello il contrasto fra il titolo e la sorpresa a metà racconto.
L'incendio sorprende nel racconto come nella realtà.
Strana la continuazione: per un attimo ho pensato a un uomo veramente vittima dell'incendio.
La cosa più terribile, però, è l'indifferenza delle persone.
Mi ha colpito e questo significa che li hai resi "veri". "Credibili".
Ti consiglio di non usare mai "?!" oppure "!?"
Nel finale avrei inserito di nuovo l'uomo-pianta.

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Inviato: 16/09/2018, 15:05
da Roberto Bonfanti
Un po’ spiazza, in un contesto di ordinaria quotidianità introduce un elemento surreale come l’uomo pianta, una specie di personificazione della natura ferita dall’uomo e dagli elementi. Bizzarro ma funziona, per me è ok. Il finale è una vera mazzata per chiunque abbia un minimo di coscienza ecologista. Qualche imprecisione nella stesura, ma sono già state sottolineate a sufficienza.

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Inviato: 21/09/2018, 15:35
da Draper
Il racconto è molto bello, anche se avrebbe necessità di una revisione generale - parlo di editing, in particolare dell'utilizzo di particolari segni grafici come "!?" (come accennato da Daniele) e di un po' più di attenzione nella gestione dei dialoghi (come accennato invece da Carlo). A proposito di dialoghi, per quel che concerne le battute vere e proprie, li ho trovati ottimi. In quanto a spirito, la surrealtà di cui è pregno il racconto mi ha fatto riflettere, e avendo passato la vita fra Puglia e Sardegna (notoriamente vittime di roghi e spesso anche di siccità) anche commuovere un pochino. E' giusto accostare, poi, l'orrore all'indifferenza, soprattutto perché al giorno d'oggi vanno di pari passo. Non è solo la questione ecologica, purtroppo, a non destare più sdegno nella maggior parte delle persone. Al prossimo racconto :)