Passeggiata in campagna
Inviato: 23/03/2019, 12:45
Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.
Adoro scorrazzare per la campagna. È un buon modo per rilassarsi, e soprattutto per trovare ispirazione per qualche bel verso.
Non c’è un momento preciso della giornata che mi piaccia, o per meglio dire, mi piacciono tutti. Anche perché la natura non dorme mai, nella natura c’è sempre vita, ci sono sempre cinguetti, il frusciare delle foglie, l’ondeggiare degli arbusti o dei rami degli alberi.
Quest’oggi ho deciso di fare la mia passeggiata praticamente all’alba, quando il disco solare lentamente si alza dall’orizzonte e il crepuscolo cede gradualmente il passo al nuovo giorno. La luce arancio inonda l’aere, come colore sulla tavolozza del pittore. Spira anche un piacevole venticello, che scorre sulla pelle come una carezza e scuote i rami dei lecci.
Non c’è nessun altro, a parte me, il che vuol dire niente voci umani, fortunatamente, solo il rumore del vento, dei miei passi e i versi degli uccelli. Posso distinguere il canto dell’allodola da quello del fringuello, il richiamo dello storno da quello dell’averla, e ovviamente l’inconfondibile “cuccù” del cuculo.
Ma guardandomi attorno, con attenzione, noto ulteriori tracce di vita. Un’upupa si avventura sul terreno alla ricerca di qualche succulento vermetto, sfoggiando la sua superba cresta di piume.
Un rospo saltella alla ricerca di un sicuro riparo, finché non trova un sasso sotto cui rintanarsi per evitare le ore più calde della giornata.
Su un’altra roccia se ne sta una lucertola, godendosi i primi raggi del sole, gli stessi da cui l’anfibio di prima voleva sfuggire. È un animale stupendo, piccolo ma con una splendida colorazione grigio-bruna con riflessi verdognoli e una banda rossiccia che corre lungo i fianchi. Provo ad avvicinarmi per ammirarla meglio, ma la creaturina interpreta la mia presenza come una minaccia e scappa subito. Peccato.
In lontananza, sulla sommità di un palo della corrente, si intravede il nido di una coppia di cicogne. Già, le cicogne. Quelle splendide creature alate, tanto maestose in cielo quanto goffe sulla terrafer… ah no, quello è l’albatros! Chiedo perdono, sommo Baudelaire! Ma anche le cicogne hanno la loro dose di solennità, pur essendo molto meno maestose di un albatros reale. E poi le trovo molto poetiche: se ne stanno lassù, sugli alberi e sui tralicci, incuranti delle miserie e dei disagi del nostro mondo. Non devono pensare al mutuo, alla dichiarazione dei redditi, alle tasse, ai contributi… non devono fare la coda alla posta, alla banca, alla cassa del supermercato…
Forse quella che ammiro è una vecchia coppia, di quelle che restano insieme per tutta la vita e in cui il maschio invecchia fianco a fianco con la femmina. Chissà quanti viaggi migratori hanno compiuti insieme, quante miglia hanno percorso l’uno accanto all’altra! O forse sono una giovane coppia appena formata, che è alla sua prima nidiata, due novelli sposi che hanno appena iniziato il loro percorso insieme. In ogni caso, mi piace pensare che persino gli uccelli in qualche modo si amino.
Ah, mie care cicogne… vorrei proprio essere come voi, senza preoccupazioni, senza problemi. Vorrei tanto starmene lassù, guardare gli uomini che si affannano inutilmente, proprio come voi. E vorrei…
Splash!
Fortuna che la campagna a quest’ora è deserta. Chissà come avrebbero reagito eventuali presenti, sentendomi imprecare in maniera tutt’altro che composta.
Abbasso lo sguardo e noto cosa ho appena calpestato. Ma vedi un po’ come va il mondo! Ti concede per un attimo un’epifania, sei lì lì per comporre qualche verso o dar vita a qualche riflessione profonda, e subito ti richiama alla triste realtà tramite il colossale e maleodorante ricordino di una vacca!
Promemoria per la passeggiata di domani: [i][b][u]guarda dove metti i piedi.[/u][/b][/i]