AyersRockOne

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2019.

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Sondaggio concluso il 20/06/2019, 1:00

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PietroV
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AyersRockOne

Messaggio da leggere da PietroV »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Ero a casa dei miei a Nicastro, l'immagine di me sdraiato sul divano, avvolto da una grossa coperta di apatia per scaldarmi dal freddo dei miei ricordi, descrive il mio stato d'animo più di mille parole. Passavo giornate intere incollato sul quel maledetto divano a osservare uno schermo per non pensare a niente, non lavoravo più già da qualche mese, la Janis abbandonata a Pisa segna la fine di un'epoca, mi sentivo un po' come regredito o comunque tornato adolescente, numorese erano le scorribande notturne de “Gli Intoccabili”. Quel giorno ero sul divano che facevo un compendio sulla mia vita quando mi sento chiamare, è mia madre ed è in compagnia di Paolo Perri, cognato del medico di famiglia. Paolo è un imprenditore a cui serve un geometra da assumere, il cuore di una mamma fa i miracoli come a San Gennaro!, anche se non avevo mai fatto il geometra prima, accetto l'offerta di lavoro (quando si dice” il lavoro non ti viene a cercare a casa”). Paolo fin da subito ha mostrato affetto nei miei confronti quasi come un fratello maggiore, è grazie a lui mi si apre un nuovo mondo fatto di cantieri edili dove imparare a guardare gli operai lavorare e notti folli passate tra i locali e i loro cichetti alla ricerca di una donna che potesse darmi pace mentale, coccole, baci e carezze. Per quanto fosse chiaro nella mia mente quello di cui avevo bisogno, vivevo bellissime avventure dominate inizialmente da un corteggiamento quasi liceale, fatto di notti intere a coccolare la mal capitata dopo qualche minuto di passione, dico mal capitata perchè ho sempre risposto in rima al canto delle altre sirene e quindi sistematicamente venivo lasciato per alto tradimento, per poi ricominciare una nuova avventura. A volte mi capitava di avere avventure parallele. Ma questo mio nuovo mondo viene improvvisamente tamponato da dietro, da un destino che guida in stato di notevole ebrezza, in modo violento e letale tale da dover sparire dalla Calabria notte tempo. Ricordo con affetto Cristina, ultima a mandarmi a fanculo, felice per aver passato una notte come due innamorati per poi rimanere delusa il giorno dopo dalla mia partenza improvvisa senza neanche salutarla e senza poterle dire il vero motivo. Quella sera all'Ayers sono in compagnia di Dario che si trovava alla guida della mia punto e di tre amiche sedute dietro, una più carina dell'altra, siamo di ritorno da una serata ormai stanchi e assonnati, quando da dietro ci arriva addosso Valerio Tonello con la sua Bentley. Illesi tutti. Scendo dall'auto e iniziamo una discussione, come al solito il mio sesto senso era totalmente assente, non avendo capito un cazzo veniamo alle mani, Dario mi salva dalla carica degli associati di Valerio mi mette in macchina, discute animatamente con Valerio e andiamo via. Riaccompagnamo le ragazze a casa e molto scosso Dario mi dice” Giusè devi fare una cosa, devi venire con me a parlare con Valerio”, “perchè?”, “Valerio è il figlio di un Boss e tu gli hai dato uno schiaffo davanti a tutti, mo chillu t'ammazza!”, rimango ghiacciato dal vedere Dario così preoccupato, Dario è una montagna di muscoli nato e cresciuto negli ambienti che contano per farsi rispettare e non avere paura di niente e di nessuno, Dario era l'unico che poteva cercare di salvarmi dalla vendettta di un figlio di papà testa di cazzo. Arriviamo al bar dove ci sono loro ad aspettarci, Dario prima di arrivare chiamò una persona al cellulare “vidi ca c'è Valerio u muntagnaru ca sa misu a cacammi u cazzu cu mia, mo staiu iandu allu bar cu illu ca m'ha di parrari”, al mio comparire Valerio è furioso, appena mi vede cerca di saltarmi addosso ma stranamente sono i suoi associati a tenerlo fermo, io Ecce Homo già gonfio di botte, Valerio si avvicina a me” tanto non finisce qua”, li ho compreso che la sua rabbia montava all'ennesima potenza per via di una chiamata ricevuta” Valè pi sta sira lassa stari e ricoggniti alla casa.” Al ritorno in macchina, illuso cerco di scherzarci sù per esorcizzare quando Dario mi dà un'altra mazzata “Giusè, non hai capito un cazzo!, tu sta sera stessa te ne devi andare, devi sparire dalla Calabria, quelli domani mattina ti vengono a cercare e io non potrò fare niente”. Impietrito e nel panico dico a Dario “Dario chiamo Paolo, il mio principale”, nel cuore della notte anzi no ormai era l'alba, Dario fa intendere l'emergenza a Paolo, io in tutto questo ero molto provato fisicamente e mentalmente, mi ricordo che Dario mi accompagnò direttamente senza passare da casa al finco dell'ingresso in autostrada, dove un Daily Rosso tutto scassato con destinazione “cantiere al nord” era li ad aspettarmi, la divina provvidenza mi fece trovare una squadra di operai in partenza proprio quella mattina lì. Così col vestito da gran serata notturna tutto strappato, mal di testa, gonfio di botte e sfatto dall'acool parto alla volta di Arezzo, ricordo che mi svegliai la sera nel letto in albergo. Per settimane Valerio diede mandato ai suoi associati di trovarmi, ma ero sparito. Tornarono da Dario e Dario disse a Valerio “ l'ho sistemato io, se hai qualcosa da ridire parla con me”. Dario era riuscito a salvarmi la vita dalla furia omicida di vendetta con buona pace del rampollo di 'ndragheta.
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Massimo Baglione
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Re: AyersRockOne

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Ciao Pietro, benvenuto nel sito!
Avevi postato più racconti nella Gara, ma da regolamento è possibile partecipare solo con uno.
Ho visto che hai già pubblicato qualcosa anche nel sito principale, quindi sai già cosa fare per far leggere altre tue cose :-) (puoi aprire nuove schede per nuove opere invece di mettere più opere in un'unica cartella)
Buon lavoro!
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

Credo che il racconto necessiti di una bella revisione: accanto a iperbole e metafore anche di rilievo (avvolto da una grossa coperta di apatia per scaldarmi dal freddo dei miei ricordi, ad es.) ci sono diversi refusi, qualche tempo verbale mal raccordato e imprecisioni nella punteggiatura.
Per il resto la storia è abbastanza lineare: un incontro sbagliato porta il malcapitato protagonista a un forzato esilio dalla sua terra.
Le frasi in dialetto le ho comprese più a senso che alla lettera.
Vedo che sei appena arrivato, ti auguro una buona permanenza qui, su Bravi Autori.
A rileggerti.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Stefano Giraldi Ceneda
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Messaggio da leggere da Stefano Giraldi Ceneda »

Concordo con Roberto riguardo alla necessità di una revisione, che abbracci tanto la punteggiatura quanto la sintassi. Come già denunciato in commenti ad altre opere in gara, per formazione non sono attratto dalla commistione di lingua italiana e dialetto locale che, se non sapientemente dosata, può finire per rovinare entrambi (e, indirettamente, il timbro generale della composizione). La storia non è male, benché sia appesantita a livello di costruzione formale da perifrasi retoriche: originali, sì, ma barocche.
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Angelo Ciola
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Messaggio da leggere da Angelo Ciola »

Non sono un grande esperto ma, sembra anche a me, che qualcosa del racconto vada modificato e sistemato. Per il resto una trama interessante è comunque presente ma poteva essere sviluppata in maniera più coinvolgente.
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Ciao,
penso che la storia potrebbe essere interessante e a tratti ho trovato il tuo racconto coinvolgente; è però secondo me troppo confuso ed impreciso nella forma e per questo, a mio avviso, poco godibile.
Aurora Gallo
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Messaggio da leggere da Aurora Gallo »

Ho fatto un po' di fatica a finire il racconto, mi spiace, è che ci sono refusi e in generale la mancanza di accapo e l'uso di una sintassi un po' da rivedere. Avrei messo anche qualche sento di punteggiatura in piu per spezzare alcuni periodi davvero lunghi che appesantiscono lanlettura. Mi spiace dover esprimere un giudizio negativo ma è così.
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Marco Daniele
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Messaggio da leggere da Marco Daniele »

Come spesso accade, mi trovo di fronte a un racconto che ha la sostanza, ha la tematica importante, ma non ha la forma, e quindi mi dispiace dare una mezza stroncatura.
Il primo vistoso problema che balza all'occhio è l'impaginazione del testo: quel wall of text continuo poteva andare bene nei manoscritti medievali dove bisognava risparmiare spazio perché la pergamena costava, ma appesantisce tremendamente una lettura di per sé già impegnativa (in senso buono) per la tematica trattata e per la scelta (questa molto apprezzata) degli inserti dialettali.
Poi ci sono anche refusi e incertezze sparse, ma ne hanno già parlato gli utenti che mi hanno preceduto.
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A cura di Massimo Baglione.
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Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.

Contiene opere di: Alberto Barina, nwAngela Catalini, Enrico Arlandini, nwEnrico Teodorani, nwFausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, nwFrancesca Paolucci, nwGabriella Pison, nwGianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, nwIda Dainese, nwLaura Usai, nwMassimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, nwPatrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, nwSilvia Ovis, nwUmberto Pasqui, nwFrancesco Zanni Bertelli.

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L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.

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