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La danza dei feticci

Inviato: 12/07/2019, 11:41
da GiacomoJack
leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Corpi avvinghiati, membra gigantesche intrecciate, un tempo si potevano sentire grida, ora solo rantoli e sospiri. Non si può discernere l'offensore dal difensore, ogni attacco sembra una difesa, un vano tentativo di spingere l'avversario a desistere per evitare il prossimo colpo, il prossimo morso. Nessuna delle due creature sembra possedere in quel corpo tanto possente quanto fragile la volontà di persistere, eppure la strenua lotta continua; evidentemente spossati i due Colossi continuano a danzare questo brutale ballo di San Vito. Una danza eterna, nessuno dei due sa quando tutto è cominciato ne tanto meno perché, allora per quale motivo proseguono questo scontro pregno di sofferenza e disperazione?

L'umanità è sempre stata una abile creatrice di feticci, e si è servita di essi per i più vari scopi. Il giorno che furono creati i Colossi il mondo intero gioiva, una sensazione di leggerezza invadeva gli spiriti, come quando l'anima viene liberata da un peso enorme e soffocante che si era appollaiato su di essa per molto tempo. In effetti gli uomini si erano tolti un peso, uno dei più primordiali, uno dei più radicati nel loro animo. Quei due giganti erano pronti a sobbarcarsi il destino dell'umanità, erano pronti a combattere e sacrificarsi per i loro creatori in una umida grotta per sempre, lasciando l'uomo libero dalla violenza.

Il sollievo iniziale si tramutò presto in sconforto. Capita spesso di rendersi conto troppo tardi che a volte il peso che grava sul nostro cuore è quello che ci da equilibrio, che ci impedisce di volare ma ci salva dal cadere. I primi uomini che cominciarono a volare vennero chiamati angeli, ma più il tempo scorreva più il numero degli angeli che spiccava il volo aumentava, affollando il cielo, oscurandolo. Il malessere di coloro ancora ancorati al terreno come vermi, incapaci di trovare in loro lo stimolo per elevarsi, rese la Terra un luogo infimo e melmoso. La situazione degenerò ulteriormente quando gli angeli iniziarono a cadere, luminosi come stelle cadenti che non offrono nessun desiderio precipitavano rovinosamente sul suolo fangoso. E gli angeli caduti portarono caos e distruzione, una distruzione che andava oltre il mero istinto di violenza, ma che affondava le sue radici nella pura e semplice malvagità.

Con il Mondo che stava navigando in acque putride diretto verso il baratro, l'ultimo disperato tentativo degli uomini fu quello di un ritorno alle origini. Era necessario riprendersi ciò che avevano scaricato sulla schiena curva dei Colossi, volevano indietro la loro parte animale, la loro ferocia; se non fosse stato troppo tardi forse tutto sarebbe tornato come prima. Ma una volta arrivati nella grotta scoprirono con sgomento che le due creature non erano più li, che la loro animalesca lotta li aveva spinti sempre più giù, verso le profondità della Terra, ormai irraggiungibili da occhi mortali. Così mentre i due feticci si straziano nelle profondità come due enormi cervi, la superficie è ormai diventata un crogiolo di malignità, dove angeli con ali spezzate passeggiano su tappeti di vermi e ridono, cercando un nuovo modo per volare ancora.

L'uomo è in parte animale e in parte dio. Entrambe le parti sono indispensabili per l'animo umano; senza la divinità siamo bestie, senza l'animale siamo demoni.

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Commento

Inviato: 13/07/2019, 15:55
da Roberto Bonfanti
Ho sempre un po’ di difficoltà nel valutare questo tipo di racconto a tema metafisico bene/male, luce/tenebra, angeli/demoni, almeno per quanto riguarda la valenza filosofica.
Dal punto di vista narrativo è ben scritto e contiene delle immagini molto efficaci, ho solo un dubbio riguardo all’uso del termine feticci riferito ai colossi in lotta fra loro.
Ti segnalo un “né” e un “dà” senza accento.

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Inviato: 16/07/2019, 8:55
da Isabella Galeotti
La scrittura è potente, vivave, fluida. Nonostante tutto ciò, questi racconti non sono "nelle mie corde".
Mi piacerebbe leggere altro, per gustarne meglio la tua scrittura. Un abile- Un'abile creatrice.

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Inviato: 16/07/2019, 12:43
da Selene Barblan
Il racconto mi è piaciuto, pur essendo complesso e intrecciato come la lotta dei due giganti. La lettura infatti non è immediata ma mi ha catturata. Anche l’immagine suscita emozioni e trovo che in questo caso sia stato un bene metterla alla fine per lasciare la possibilità al lettore di crearsi una propria immagine.

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Inviato: 16/07/2019, 17:05
da Namio Intile
Ma il racconto dov'è? Dove la storia, dove i personaggi?
Ho trovato soltanto una voce narrante, al tempo passato, e l'autore, al tempo presente.
Il finale "L'uomo è in parte animale e in parte dio. Entrambe le parti sono indispensabili per l'animo umano; senza la divinità siamo bestie, senza l'animale siamo demoni", è, a mio modo di vedere, quasi umoristico.
Sottolineo il quasi. Siamo uomini, animali, divinità, demoni o bestie?

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Inviato: 17/07/2019, 14:58
da Laura Traverso
Ho trovato il racconto scritto bene ma un po' tortuoso per i miei gusti. L'argomento è complesso e non si capisce bene, almeno io non ho capito bene perché volessero, gli uomini, riprendersi la loro parte animale, la loro ferocia... Mah! Trovo che il mondo, così come è, sia già zeppo di ferocia, purtroppo, senza doverne aggiungere ancora.

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Inviato: 12/08/2019, 0:30
da Angelo Ciola
Sicuramente il testo è scritto bene, con immagini efficaci e ben descritte ma non mi ha coinvolto molto. Non esiste una trama a sostenerlo e le argomentazioni para-filosofiche non sono sufficienti a rendere il racconto più coinvolgente.

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Inviato: 08/09/2019, 20:04
da Lorenzo Scattini
La mancanza di una trama si fa sentire, a mio avviso finisce per mettere troppo al centro un messaggio che per quanto interessante risulta "pesante" in quella forma. Nulla da dire sulla forma e la grammatica, invece.

Re: La danza dei feticci

Inviato: 08/09/2019, 20:05
da Massimo Baglione
Ricordatevi di specificare "Commento" come titolo del messaggio usato per commentare le opere in Gara, altrimenti non verranno conteggiati dal sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.

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Inviato: 10/09/2019, 19:43
da Marco Daniele
Se dovessi giudicare solo la trama, beh, non troverei nulla da giudicare. Ma mi piacciono lo stile e le immagini utilizzate, di un lirismo oscuro e cupo. Però mi lascia perplesso la chiusa: in che modo la nostra parte animale (che poi cosa si intende? la componente animalesca nel senso di bestiale o semplicemente il lato più primitivo?) dovrebbe impedirci di diventare demoni?

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Inviato: 11/09/2019, 0:27
da Teseo Tesei
A dire il vero l’eterna lotta tra Bene e male è indispensabile all’evoluzione del genere umano.
E’ questo un combattimento da condurre sempre in modo leale e per intero, scorciatoie non sono consentite né ammesse.
I feticci sono sempre inganni, al pari degli spaventapasseri.
Addossare il nostro combattimento a degli spaventapasseri è sciocco, pericoloso e stolto, specie quando in tal modo pensiamo di ingannare, oltre naturalmente noi stessi, lo stesso male.
Verissimo, senza Dio siamo bestie.
L’essere umano senza Amore, Verità e Giustizia diventa simile ad una bestia.
Quanto all’animale che vive in noi val forse la pena ricordare la nota leggenda del lupo bianco e del lupo nero che in noi convivono più o meno bellicosamente.
Entrambi utili.
Il lupo bianco: buono, gentile e innocuo. Vive in armonia con ciò che lo circonda e non arreca offesa quando non lo si offende. Il lupo buono, ben ancorato e forte nella comprensione di chi è e di cosa è capace, combatte solo quando è necessario, e quando deve proteggere sé stesso e la sua famiglia. Anche in questo caso lo fa nel modo giusto. Sta molto attento a tutti gli altri lupi del suo branco e non devia mai dalla propria natura.

Il lupo nero: rumoroso, arrabbiato, scontento, geloso e pauroso. Le più piccole cose gli provocano eccessi di rabbia. Litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Non riesce a pensare con chiarezza poiché avidità, rabbia e odio in lui sono troppo grandi. Ma la sua è rabbia impotente, poiché non riesce a cambiare niente. Quel lupo cerca guai ovunque vada, e li trova facilmente. Non si fida di nessuno, quindi non ha veri amici.

Vivere con questi due lupi dentro di sé non è semplice perché entrambi lottano strenuamente per dominare l'anima. L’essere umano più saggio riconosce la presenza di queste due diverse forze animali riuscendo a mantenerle in equilibrio.

Entrambe sono necessarie in questo mondo.
Per capirci cominciando dal lupo che meglio conosco: Il lupo nero ha molte importanti qualità di cui possiamo aver bisogno in certe circostanze. E' temerario, determinato e non cede mai. E' intelligente, astuto e capace di pensieri e strategie tortuose. Sono caratteristiche importanti in tempo di guerra. Ha sensi molto acuti e affinati che soltanto chi guarda con gli occhi delle tenebre può valorizzare. Nel caso di un attacco, può essere il nostro miglior alleato.
In pratica per combattere il male è spesso necessario servirci del lupo nero.
Il lupo bianco va bene in tutti gli altri casi oltre che per tenere sempre d’occhio il lupo nero.

Si potrà pensare che anche questi sono feticci.
In realtà sono semplici allegorie, figure retoriche che esplicitano meglio la nostra stessa natura terrena suggerendo che l’equilibrio della nostra componente animale è necessaria così come in questo mondo a volte è necessario anche il servigio della bestia che è in noi per tenere a bada il caos.

Oltre a questa leggenda attribuita ai nativi d’America, a tal riguardo è bene dare un’occhiata anche al mito della caverna di Platone.

Comunque non è corretto sostenere che senza l’animale siamo demoni.
Ma è pur vero che senza l’aiuto degli animali (lupo bianco e nero), dei quali il buon Dio ha dotato il nostro equipaggiamento prima di paracadutarci su questa terra, il male avrebbe davvero gioco facile.

Non dimentichiamo che davanti ad un’Anima forte, il diavolo trema.
Ed un Anima senza Dio non potrà mai essere forte, al di là di tutto, feticci compresi.