Amici per sempre
Inviato: 10/10/2019, 20:39
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Giacomo si alza dal letto e inizia faticosamente a girare per casa in pigiama. La luce del giorno filtra attraverso le persiane lasciate socchiuse perché, anche se è mattina presto, fa già caldo. In bagno si lava la faccia, in cucina annaffia qualche piantina, mette dei croccantini in una scodella per terra e cambia l’acqua della ciotola.
«Balù, vieni, la pappa è pronta.»
Il cane, però, non si vede.
Il campanello squilla e va ad aprire la porta. C’è un’altra persona anziana, con una valigia in mano, che gli sorride. Si stringono con affetto dandosi vigorose pacche sulle spalle.
«Eccomi qua, Giacomo, come ti avevo promesso.» dice il nuovo venuto. «Appena arrivato mi sono precipitato da te, prima ancora di andare a casa.»
«Hai fatto bene, Vanni, tanto lì non c’è nessuno. Mi hai fatto aspettare, ma alla fine eccoti qua. Entra, sarai stanco per il viaggio.»
«Lo sono, ma non vedevo l’ora di abbracciarti. Sono passati sei mesi dall'ultima volta che ci siamo visti.»
Si siedono al tavolo della cucina.
«Ti trovo così così, l'ultimo periodo non deve essere stato facile per te. Sei pallido come un morto!» dice il padrone di casa.
«Tu invece sei uguale all’ultima volta che ti ho visto, e pure tu non eri esattamente il ritratto della salute.»
Ridono di gusto e Vanni si accende una sigaretta.
«Adesso basta con i complimenti. Dai, beviamoci un bicchiere.»
«Ma non è un po’ troppo presto?»
«E chi se ne frega, ormai possiamo fare quello che vogliamo. Inoltre oggi dobbiamo festeggiare.»
Ridono ancora e brindano, restando poi qualche tempo in silenzio, presi dai ricordi. Riprende a parlare Vanni.
«E di te che mi dici, sempre solo soletto?»
«Lo sai bene che c’è sempre il mio cane a farmi compagnia. Tra noi c’è un’amicizia più unica che rara. Balù, vieni a mangiare, non hai fame oggi?»
Fischia, ma il cane non compare.
«Già, il tuo cane. Ma sei proprio sicuro che possa ancora venire da te?»
«Ma certo che può! Balù, dove ti sei cacciato?»
Vanni scuote la testa tristemente.
«Lo vedi che non viene? Te lo dico da amico, ormai non può più farlo.»
«Ti sbagli di grosso! Viene tutti i giorni almeno un paio di volte, si fa fuori i croccantini in un attimo, poi si accuccia ai miei piedi.»
«Sicuro di non immaginartelo? Non pensi che ormai sia solo nei tuoi ricordi?»
«Ma perché dici così?»
Vanni esita un attimo, poi si fa coraggio. Questa cosa non la voleva dire, ma non sa che altro fare.
«Perché la morte alza barriere invalicabili.»
«Ma l'amicizia che c’è tra me e lui è più forte di qualunque barriera! Chiamalo pure miracolo, se vuoi, ne sono stupito io per primo.»
Vanni sta per ribattere qualcosa, ma in quel momento entra il cane che abbaia felice al padrone e divora la pappa. Poi si allunga sul pavimento scodinzolando.
«È proprio Balù, lo riconosco.» dice Vanni sbalordito e frastornato «Ma com’è possibile?»
«Quindi lo vedi anche tu! Che dici, siamo in due a immaginarcelo?»
«Ti chiedo scusa, avevo torto.»
«Non ti preoccupare, facciamoci un altro calice alla salute di tutti e tre.»
Versa da bere.
«Alla nostra!»
«A noi! Evviva Balù!»
Al cimitero un cane è accucciato davanti a una tomba. Un uomo e una donna, che mettono fiori su quella accanto, lo guardano inteneriti.
«Che cane straordinario! Da quando il suo padrone è morto sei mesi fa, non si da pace e tutti i giorni, bello o cattivo tempo che sia, viene a trovarlo e se ne sta buono buono ai piedi della lapide.»
«Una storia incredibile e commovente, Balù è un cane unico. Spesso si addormenta e, ogni tanto, se ne va chissà dove. E pensare che tutti nel quartiere fanno a gara a offrirgli del cibo, ma lui rifiuta sempre.»
«Dio solo sa dove va a mangiare. Giacomo era solo al mondo e aveva come compagnia solo i suoi cani, Balù è stato l’ultimo. Ah no, mi sto sbagliando, aveva anche un amico, un compagno di scuola, un altro solitario. Si è occupato lui del funerale e di questa tomba. Ma tu pensa, l’hanno seppellito proprio ieri.»