L'ultimo passaggio
Inviato: 26/10/2019, 9:16
Adines, per il mondo Ines, come tutti i giorni stava percorrendo con la sua nuova Jeep, regalata dal fratello Aristide, l'argine del Po.
Dopo qualche anno di assenza era tornata e, nonostante l'età vintage, era riuscita, grazie anche all'aiuto del fratello minore Athos, a comprarsi un negozio in centro. Sotto i portici. Tra il panettiere Agide e il tabaccaio Tito.
Finalmente il sogno si era avverato. Vendere articoli per party. A Ines piaceva portare allegria e attimi di serenità. Da giovane la invitavano sempre alle feste, proprio per la sua vitalità, e spensieratezza.
Nonostante la novità dell'auto, si stava annoiando. Infatti, sul viso era apparso un impegnativo e noioso sbadiglio. Vede un cartello. Strizza gli occhi per leggerlo meglio: "UN PASSAGGIO PER LUZZARA." Ines, ha subito pensato a qualche ragazzotto della zona che, con il motorino era rimasto a secco.
Dopo la curva, scorge una persona vestita di verde militare con zaino e baseball cap; ferma a lato dell'argine con un cartoncino che riportava la stessa scritta. Dalla postura e dall'immobilità capisce che quel tizio non è di primo pelo. A quel punto ricordò la sua gioventù, dove l'autostop era la quotidianità. Tutti si fermavano e senza scrupoli la caricavano. Certo, erano altri tempi!
Comunque, Ines rallenta fino a fermarsi, fa scendere il finestrino e grida allo sconosciuto: "Vado anch'io da quelle parti. Sali." Lui lentamente alza la testa, e tra i capelli argentati lasciati crescere incolti sulle spalle, scorge un paio d'occhi smeraldo. Il personaggio annuisce con il capo. Ines si presenta.
L'uomo, lentamente, mette una mano in tasca. Un brivido intenso le percorre la schiena provocandole un forte disagio. Una goccia di sudore le imperla la fronte, e le mani stringono forte il volante, quasi a stritolarlo. Pensò che forse non era più tempo di dare passaggi a persone sconosciute, e che questa volta, sarebbe stata l'ultima. A quel punto, prepotente, riaffiora un ricordo. Di quel giorno, quando la sua morosa di allora, Orieide, salita in auto, una Diane rossa, estrae un coltello e la colpisce più volte, ma Ines, grazie al suo fisico atletico e robusto, giocava nella squadra femminile di rudby, reagisce, scagliandosi addosso fino quasi ad ucciderla. Per quella reazione, stabilita dal giudice troppo violenta, e aggiungendo altri piccoli precedenti, si era fatta qualche anno di galera. Tutto era accaduto perché qualcuno aveva riferito a Orieide, che Ines se la faceva con la fidanzata di Agide, il figlio del fornaio. Non era vero, Ines amava solo lei. Come se la ricordava bene Orieide! Giunonica con un davanzale fantastico, le labbra sempre pittate di rosso fuoco, dove a fianco penzolava immancabilmente una lunga Muratti. Solo Zia Nelly, conosceva il loro rapporto, infatti aveva donato loro la villetta dopo l'argine. Per dichiararsi amore eterno un giorno si erano fatte tatuare sul ventre le loro iniziali, contornate da un cuore rosso. Oggi poteva raccontare a tutti che Orieide era stato l'amore della sua vita. L'aveva cercata fino alla nausea, ma nulla, sparita.
Nel frattempo l'uomo aveva estratto un innocuo pennarello. Quindi alza la testa, allunga il braccio per mostrargli il cartello. "CIAO SONO ALDA GRAZIE."
Ines, ha un sussulto. Non aveva intuito che fosse una donna, e poi ha pensato che il destino la stava prendendo per il naso. Lei, che aveva voglia di parlare con qualcuno; con Alda poteva risultare complicato, quindi ha lasciato cadere la speranza della chiacchiera e sorridendo le ha risposto: "Piacere di conoscerti." Siccome non era capace di trattenersi, ha tenuto un monologo, dove alla fine, vista l'ora di pranzo, le ha proposto di fermarsi a mangiare in trattoria.
Si fermano da Nelly, la sua zia preferita.
"Ciao zia."
"Ciao Ines."
La proprietaria, una rotonda ottantenna, si avvicina a lei e le dice:
"Quello non lo voglio mica, qui dentro."
"Fa la brava zia, prima di tutto è una donna, mangiamo e ce ne andiamo subito."
"Vabbe, dai. Però andate dietro, sotto il bersò. Qui non ce la voglio."
La donna aveva capito del disagio, stava per andarsene, ma Ines con un gesto repentino la prende per la camicia fino a sbottonagliela. Nel girarsi, Alda, mostra alle due donne un lembo dell'addome con una grossa cicatrice. La donna subito imbarazzata si ricompone, sfoderando un amaro sorriso.
Dopo le presentazioni, la zia apparecchia. Due bicchieri di vetro spesso, un quarto di lambrusco sfuso, e una brocca d'acqua. Poi, aggiunge i piatti le postate e due scodelle, quelle per la colazione. Per finire due tovaglioli. La vecchia vite, faceva come sempre ombra, in una afosa giornata di fine giugno
Al termine del pranzo, la cuoca torna con una terrina.
"Ecco i nostri cappelletti"
L'ospite, aveva già il viso più sereno, poi, vedendo quella zuppiera, si appoggia alla spalliera della sedia allarga le braccia e sorride. Aspetta che Nelly ne versi una generosa dose nella tazza, poi, afferra ciò che rimane del vino e lo versa sopra i cappelletti, attende qualche secondo per far amalgamare il liquido con la pasta, poi sorbe, rumorosamente, il brodo ed infine, con voracità mangia il resto.
Le donne la guardano attonite.
Alda, non ha terminato il viaggio con Ines, perché l'aveva riconosciuta, e non voleva farsi scoprire. Era solo passata da quelle parti per dare l'ultimo saluto alla madre malata.
Ines, procede verso casa, e affrontando le ultime curve, arresta l'auto d'improvviso, decide di tornare a cercarla in trattoria, sta per fare inversione di marcia. Aveva capito che Alda era Orieide, il suo amore perso. Ha pensato alla cicatrice sul ventre, al sorriso, all'avidità nel mangiare i cappelletti con il vino, agli occhi smeraldo, e sperava che la perdita della voce non fosse stata a causa sua. Il cuore le batteva come il batacchio suona sulle campane a festa. Ines persa nei suoi pensieri ingrana la marcia, il finestrino è aperto un ciuffo di capelli argentati, per un attimo, le copre gli occhi, il pensiero di aver ritrovato il suo passato l'aveva galvanizzata. Nel frattempo un grosso trattore carico di fieno prende la jeep di fianco, ribaltandola, e facendola ruzzolare giù dall'argine, incendiandosi subito dopo. Intanto sull'altra carreggiata arriva una panda con a bordo un uomo e una donna vestita di verde, purtroppo anche questa vettura viene travolta dal trattore, senza controllo. In un attimo l'inferno sulla provinciale che costeggia l'argine del Po.
Dopo qualche anno di assenza era tornata e, nonostante l'età vintage, era riuscita, grazie anche all'aiuto del fratello minore Athos, a comprarsi un negozio in centro. Sotto i portici. Tra il panettiere Agide e il tabaccaio Tito.
Finalmente il sogno si era avverato. Vendere articoli per party. A Ines piaceva portare allegria e attimi di serenità. Da giovane la invitavano sempre alle feste, proprio per la sua vitalità, e spensieratezza.
Nonostante la novità dell'auto, si stava annoiando. Infatti, sul viso era apparso un impegnativo e noioso sbadiglio. Vede un cartello. Strizza gli occhi per leggerlo meglio: "UN PASSAGGIO PER LUZZARA." Ines, ha subito pensato a qualche ragazzotto della zona che, con il motorino era rimasto a secco.
Dopo la curva, scorge una persona vestita di verde militare con zaino e baseball cap; ferma a lato dell'argine con un cartoncino che riportava la stessa scritta. Dalla postura e dall'immobilità capisce che quel tizio non è di primo pelo. A quel punto ricordò la sua gioventù, dove l'autostop era la quotidianità. Tutti si fermavano e senza scrupoli la caricavano. Certo, erano altri tempi!
Comunque, Ines rallenta fino a fermarsi, fa scendere il finestrino e grida allo sconosciuto: "Vado anch'io da quelle parti. Sali." Lui lentamente alza la testa, e tra i capelli argentati lasciati crescere incolti sulle spalle, scorge un paio d'occhi smeraldo. Il personaggio annuisce con il capo. Ines si presenta.
L'uomo, lentamente, mette una mano in tasca. Un brivido intenso le percorre la schiena provocandole un forte disagio. Una goccia di sudore le imperla la fronte, e le mani stringono forte il volante, quasi a stritolarlo. Pensò che forse non era più tempo di dare passaggi a persone sconosciute, e che questa volta, sarebbe stata l'ultima. A quel punto, prepotente, riaffiora un ricordo. Di quel giorno, quando la sua morosa di allora, Orieide, salita in auto, una Diane rossa, estrae un coltello e la colpisce più volte, ma Ines, grazie al suo fisico atletico e robusto, giocava nella squadra femminile di rudby, reagisce, scagliandosi addosso fino quasi ad ucciderla. Per quella reazione, stabilita dal giudice troppo violenta, e aggiungendo altri piccoli precedenti, si era fatta qualche anno di galera. Tutto era accaduto perché qualcuno aveva riferito a Orieide, che Ines se la faceva con la fidanzata di Agide, il figlio del fornaio. Non era vero, Ines amava solo lei. Come se la ricordava bene Orieide! Giunonica con un davanzale fantastico, le labbra sempre pittate di rosso fuoco, dove a fianco penzolava immancabilmente una lunga Muratti. Solo Zia Nelly, conosceva il loro rapporto, infatti aveva donato loro la villetta dopo l'argine. Per dichiararsi amore eterno un giorno si erano fatte tatuare sul ventre le loro iniziali, contornate da un cuore rosso. Oggi poteva raccontare a tutti che Orieide era stato l'amore della sua vita. L'aveva cercata fino alla nausea, ma nulla, sparita.
Nel frattempo l'uomo aveva estratto un innocuo pennarello. Quindi alza la testa, allunga il braccio per mostrargli il cartello. "CIAO SONO ALDA GRAZIE."
Ines, ha un sussulto. Non aveva intuito che fosse una donna, e poi ha pensato che il destino la stava prendendo per il naso. Lei, che aveva voglia di parlare con qualcuno; con Alda poteva risultare complicato, quindi ha lasciato cadere la speranza della chiacchiera e sorridendo le ha risposto: "Piacere di conoscerti." Siccome non era capace di trattenersi, ha tenuto un monologo, dove alla fine, vista l'ora di pranzo, le ha proposto di fermarsi a mangiare in trattoria.
Si fermano da Nelly, la sua zia preferita.
"Ciao zia."
"Ciao Ines."
La proprietaria, una rotonda ottantenna, si avvicina a lei e le dice:
"Quello non lo voglio mica, qui dentro."
"Fa la brava zia, prima di tutto è una donna, mangiamo e ce ne andiamo subito."
"Vabbe, dai. Però andate dietro, sotto il bersò. Qui non ce la voglio."
La donna aveva capito del disagio, stava per andarsene, ma Ines con un gesto repentino la prende per la camicia fino a sbottonagliela. Nel girarsi, Alda, mostra alle due donne un lembo dell'addome con una grossa cicatrice. La donna subito imbarazzata si ricompone, sfoderando un amaro sorriso.
Dopo le presentazioni, la zia apparecchia. Due bicchieri di vetro spesso, un quarto di lambrusco sfuso, e una brocca d'acqua. Poi, aggiunge i piatti le postate e due scodelle, quelle per la colazione. Per finire due tovaglioli. La vecchia vite, faceva come sempre ombra, in una afosa giornata di fine giugno
Al termine del pranzo, la cuoca torna con una terrina.
"Ecco i nostri cappelletti"
L'ospite, aveva già il viso più sereno, poi, vedendo quella zuppiera, si appoggia alla spalliera della sedia allarga le braccia e sorride. Aspetta che Nelly ne versi una generosa dose nella tazza, poi, afferra ciò che rimane del vino e lo versa sopra i cappelletti, attende qualche secondo per far amalgamare il liquido con la pasta, poi sorbe, rumorosamente, il brodo ed infine, con voracità mangia il resto.
Le donne la guardano attonite.
Alda, non ha terminato il viaggio con Ines, perché l'aveva riconosciuta, e non voleva farsi scoprire. Era solo passata da quelle parti per dare l'ultimo saluto alla madre malata.
Ines, procede verso casa, e affrontando le ultime curve, arresta l'auto d'improvviso, decide di tornare a cercarla in trattoria, sta per fare inversione di marcia. Aveva capito che Alda era Orieide, il suo amore perso. Ha pensato alla cicatrice sul ventre, al sorriso, all'avidità nel mangiare i cappelletti con il vino, agli occhi smeraldo, e sperava che la perdita della voce non fosse stata a causa sua. Il cuore le batteva come il batacchio suona sulle campane a festa. Ines persa nei suoi pensieri ingrana la marcia, il finestrino è aperto un ciuffo di capelli argentati, per un attimo, le copre gli occhi, il pensiero di aver ritrovato il suo passato l'aveva galvanizzata. Nel frattempo un grosso trattore carico di fieno prende la jeep di fianco, ribaltandola, e facendola ruzzolare giù dall'argine, incendiandosi subito dopo. Intanto sull'altra carreggiata arriva una panda con a bordo un uomo e una donna vestita di verde, purtroppo anche questa vettura viene travolta dal trattore, senza controllo. In un attimo l'inferno sulla provinciale che costeggia l'argine del Po.