L'automobile intelligente
Inviato: 12/01/2020, 18:56
L'AUTOMOBILE INTELLIGENTE
- Mi ha convinto, la prendo.
In realtà Mario era entrato nella concessionaria FVR con quell'intenzione, ma la presentazione dell'impiegato lo aveva fatto decidere senza ulteriori tentennamenti.
Al momento aveva un'auto ibrida, che però non lo aveva completamente soddisfatto, e poi i nuovi modelli promettevano una durata superiore delle batterie al litio, che era il vero tallone d'Achille di quella tecnologia.
Senza contare che, come aveva più volte sottolineato l'impiegato (un ragazzo entusiasta, che sapeva come coinvolgere l'interlocutore nell'esaltare i propri prodotti), le nuove auto erano smartcar con guida assistita, ovvero avevano un collegamento continuo al web, con tutti i vantaggi del caso, in termini di sicurezza e affidabilità.
Entrò nell'ufficio del direttore della concessionaria FCA-Volkswagen-Renault e, dopo aver firmato una dozzina di fogli che l'avrebbero legato a una finanziaria per il successivo decennio, si sentì dire: - E ora, caro signor Rovelli, ecco le sue chiavi. Benvenuto nel futuro.
Il direttore gli consegnò due smartkey e un libretto d'istruzioni (era stato Mario a insistere, in effetti avrebbe potuto avere le istruzioni direttamente sul suo smartphone).
Lo accompagnò nell'enorme garage della concessionaria, in cui erano parcheggiate le vetture pronte per la consegna immediata. Un meccanico in tuta arrivò al volante della sua nuova X-car verde Amazzonia; scese e, rivolgendosi al suo capo, disse: - E' in modalità demo, deve essere reimpostata.
- Molto bene, grazie – il direttore fece segno a Mario di entrare nell'abitacolo.
Si accomodò sul sedile, il quale si avvolse sulle sue chiappe: cuscini anatomici autoavvolgenti, gli aveva spiegato il ragazzo. Dal tettuccio uscirono le cinture di sicurezza che lo fissarono, e una voce femminile uscì dall'altoparlante centrale: - Inizializzazione del sistema, impostazione. Mantenere immobilità, prego. Ora girare la testa a destra e a sinistra, prego.
Mario eseguì disciplinatamente; dopo pochi secondi, la voce chiese: - Benvenuto, Mario Rovelli. Desidera che il navigatore abbia una voce diversa? Rispondere sì o no, prego.
A Mario quella voce piaceva: gli ricordava quella della sua professoressa di chimica, per la quale aveva avuto una cotta pre-adolescenziale. Sorridendo al ricordo, rispose di sì.
- Desidera che il navigatore abbia un tono colloquiale o professionale? Rispondere sì o no, prego.
Anche stavolta Mario rispose di sì: finalmente avrebbe potuto dare del tu al primo amore della sua vita.
Il direttore rivolse i pollici all'insù: - Tutto OK, signor Rovelli, può andare.
Immettendosi nel traffico, la voce chiese: - Desideri rivolgerti a me con un nome proprio?
Mario ci pensò un po' su, poi disse: - Mi piace il nome Alyssa, ti chiamerò così.
- Molto bene, Mario. Dove andiamo?
- A casa. E' stata una giornata faticosa.
- Imposto la rotta con meno traffico.
Sul display apparve una rotta molto diversa da quella che Mario avrebbe scelto, ma non se ne pentì. Effettivamente, la strada scelta da Alyssa gli fece risparmiare almeno dieci minuti e qualche arrabbiatura.
- Bene, Alyssa, siamo arrivati. Puoi parcheggiare.
- Qui non si può, è sosta vietata.
- Lo so, ma i vigili sono passati ieri; è improbabile che passino anche oggi.
- Può darsi, ma la mia programmazione mi impedisce ogni trasgressione al codice della strada.
- Capisco – fece lui, alquanto irritato – puoi dirmi se ci sono parcheggi nelle vicinanze?
- Ma certo, ci sono due posti liberi a 1,5 chilometri da qui.
Così Mario lasciò la sua auto nuova fiammante a un quarto d'ora a piedi da casa.
*
La notte servì a smaltire irritazioni e ripensamenti; la X-car era una gran macchina, e tutti si girarono a guardarla, quella mattina. Alyssa scelse un altro percorso con traffico molto più scorrevole e Mario uscì dalla città con notevole anticipo. La sua sede di lavoro era a quindici chilometri dalla metropoli, in un paesino raggiungibile tramite strade secondarie meno battute.
La X-car imboccò decisa (ma sempre nei limiti di velocità consentiti) la strada provinciale verso la destinazione finale, quando improvvisamente si bloccò.
- Alyssa, che succede, perché hai frenato? Non vedo ostacoli.
- Il mio radar frontale è molto sensibile, guarda meglio.
Mario aguzzò la vista, ma non vide nulla. Allora scese dall'auto (che intanto aveva inserito le quattro frecce) e vide che, a cinquanta centimetri dalla ruota anteriore destra, c'era una chiocciola che stava faticosamente attraversando la strada.
- La mia programmazione mi impedisce di causare danni agli esseri viventi.
Mario non disse nulla; non c'era niente di male nel non uccidere animali, aveva sempre visto con orrore gatti o ricci spiaccicati sull'asfalto, ma anche le lumache, mah...
Arrivò al lavoro in ritardo (l'auto si era bloccata anche per lasciar passare un lombrico) ma il suo capoufficio abbozzò, nonostante un'occhiataccia. La giornata proseguì senza intoppi, e alla fine Guidi, un suo collega di reparto, invitò lui e altri a un bar per festeggiare la nascita del suo primogenito.
Mario bevve qualche bicchiere di bianco e un Martini; con un passo leggermente elastico e una certa euforia andò all'auto e vi salì.
Stava per avviare il motore, quando Alyssa disse: - Caro Mario, l'analisi del tuo fiato non ha superato l'alcol test.
- Scusa, puoi ripetere? - chiese lui, incredulo.
- Mi dispiace, ma non posso permettere l'avvio del motore, il rischio di incidente è troppo alto.
- E adesso, come faccio per tornare a casa?
- Sto telefonando per un taxi. La tua sicurezza è la mia priorità.
- Certo, certo – rispose Mario, sempre più irritato.
Andò a casa in taxi e l'indomani arrivò al lavoro in autobus, svegliandosi un'ora prima del solito. Recuperò l'auto parcheggiata vicino al bar al termine della giornata lavorativa.
- Buonasera, Mario – Alyssa lo salutò, quando avviò il motore.
Mario bofonchiò qualche suono, e Alyssa: - Non ho capito, ripetere prego.
- Ho detto salve – ripeté lui, scorbutico.
- Percepisco un tono irritato, specificare il motivo.
Mario spiegò di non essere stato ubriaco la sera precedente e di essersi sentito del tutto idoneo alla guida, ma Alyssa si giustificò: - La mia programmazione non mi consente eccezioni alla regola, e comunque secondo le statistiche l'eccesso di alcol è la prima causa di incidenti.
- Certo, Alyssa, scusa, hai ragione – Mario comprese le ragioni dei programmatori, e si ripromise di stare più attento, la prossima volta.
*
Erano passati più di sei mesi dalla rottura con Elisa (cioè, da quando lei lo aveva piantato), e ora Mario si sentiva pronto per tentare un approccio con un'altra ragazza. C'era Debora, quella brunetta tutto pepe della contabilità che gli faceva gli occhi dolci (almeno, era quella la sua impressione), così Mario si decise a chiederle un appuntamento.
Trascorsero una serata piacevole, anche se il film che lei scelse era troppo sdolcinato per Mario, che sopportò in vista di un fine superiore.
Dopo un giro su per la collina, Mario si fermò in un luogo appartato e i due iniziarono a pomiciare. Visto che la situazione si stava surriscaldando, Mario premette il bottone per il ribaltamento dei sedili anteriori, ma non accadde nulla. Tentò una seconda volta, poi una terza; niente da fare.
Intanto Debora si era ricomposta: - Beh, si è fatto tardi; accompagnami a casa, per favore.
Mario la lasciò sulla soglia e si salutarono con un bacio; lei non lo invitò a salire: - Mi sono divertita, ma sono molto stanca.
E lo congedò.
Rimasti soli, Mario chiese: - C'è un malfunzionamento nel meccanismo di ribaltamento dei sedili?
- No, Mario – spiegò Alyssa – nelle relazioni è buona norma che il rapporto sessuale venga effettuato al terzo appuntamento, non prima.
- E questo, chi lo dice??? - Mario si sforzò di non urlare, senza successo.
- Lo dicono le più recenti ricerche di psicologia comportamentale.
Mario accettò la spiegazione, anche se risuonava nella sua mente ciò che suo nonno gli aveva sempre detto: “Ogni lasciata è persa, figliuolo”.
In effetti, Debora non accettò più appuntamenti da lui, adducendo ogni scusa possibile. Forse suo nonno conosceva le donne meglio degli psicologi comportamentali.
*
Per due settimane non accadde nulla di rilevante, poi una mattina, all'avvio del motore, Alyssa se ne uscì con: - Hai un oroscopo pessimo, per oggi.
Mario, sconcertato, disse: - Non pensavo che nella tua programmazione ci fosse anche la credenza nell'astrologia. Io, ad esempio, non ci credo.
- La mia programmazione prevede di considerare anche la pseudoscienza, visto che gran parte dell'opinione pubblica lo fa. Oggi per l'ariete è una giornata difficile e potenzialmente pericolosa per viaggiare, quindi la mia velocità media sarà ridotta di conseguenza.
- Ma così arriverò in ritardo, tanto per cambiare! - protestò Mario.
- Mi dispiace, meglio in ritardo che all'ospedale. Ti metto una musica adatta a gestire il tuo attuale stato d'animo. Ah, dimenticavo: hai brutte stelle anche per le questioni di cuore, quindi sarebbe meglio non tentare alcun approccio con l'altro sesso, almeno fino al prossimo mese.
Mario apprezzò la novità (Alyssa aveva messo la Pastorale di Beethoven), ma apprezzava sempre di meno la sua X-car. Non credeva che una IA si sarebbe rivelata così invadente; iniziò a considerare la prospettiva del divorzio.
*
Tramite FB aveva rintracciato Jacopo, un suo vecchio compagno del liceo, e aveva così scoperto che era diventato molto bravo con i computer. Gli venne un'idea: siccome Jacopo era ancora più imbranato di lui con le donne e alla perenne ricerca di nuove possibilità, Mario gli diede il numero di cellulare di Debora, e in cambio gli chiese una cosa piccola piccola: un virus.
- Hai verificato la presenza di virus nella chiavetta? - gli chiese Alyssa, dopo che Mario ne ebbe inserita una, contenente (a suo dire) “vecchie canzoni che non si sentono più alla radio”.
- Naturalmente, Alyssa, ci tengo alla sicurezza informatica – disse Mario, mentendo spudoratamente.
Dopo qualche minuto, Alyssa disse: - Mi sento strana, c'è qualcosa che non va. Devo fermare il motore e chiamare l'assistenza.
- Accosto sul ciglio della strada. Non ho nessuna fretta, devo solo andare a trovare i miei genitori.
- Scusa, Mario, ma devo reinizializzarmi e non posso fornirti alcuna assistenza.
- Ma certo, Alyssa, fai pure.
Dopo vari minuti di silenzio, la voce di Alyssa cambiò; ora era molto più acuta, simile a quella di una bambina, e iniziò a elencare una serie di informazioni sul numero di serie del sistema e della messa in servizio.
Poi: - E ora, una filastrocca: giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terr…
Non terminò mai la frase, il display si spense definitivamente.
Col suo cellulare, Mario chiamò l'officina meccanica della quale si serviva abitualmente; c'era un tipo in gamba che (forse) avrebbe potuto disattivare del tutto l'interfaccia informatica e permettergli di guidare senza supporto, almeno così sperava.
Intanto, avrebbe parcheggiato in sosta vietata. Il futuro non faceva per lui.
- Mi ha convinto, la prendo.
In realtà Mario era entrato nella concessionaria FVR con quell'intenzione, ma la presentazione dell'impiegato lo aveva fatto decidere senza ulteriori tentennamenti.
Al momento aveva un'auto ibrida, che però non lo aveva completamente soddisfatto, e poi i nuovi modelli promettevano una durata superiore delle batterie al litio, che era il vero tallone d'Achille di quella tecnologia.
Senza contare che, come aveva più volte sottolineato l'impiegato (un ragazzo entusiasta, che sapeva come coinvolgere l'interlocutore nell'esaltare i propri prodotti), le nuove auto erano smartcar con guida assistita, ovvero avevano un collegamento continuo al web, con tutti i vantaggi del caso, in termini di sicurezza e affidabilità.
Entrò nell'ufficio del direttore della concessionaria FCA-Volkswagen-Renault e, dopo aver firmato una dozzina di fogli che l'avrebbero legato a una finanziaria per il successivo decennio, si sentì dire: - E ora, caro signor Rovelli, ecco le sue chiavi. Benvenuto nel futuro.
Il direttore gli consegnò due smartkey e un libretto d'istruzioni (era stato Mario a insistere, in effetti avrebbe potuto avere le istruzioni direttamente sul suo smartphone).
Lo accompagnò nell'enorme garage della concessionaria, in cui erano parcheggiate le vetture pronte per la consegna immediata. Un meccanico in tuta arrivò al volante della sua nuova X-car verde Amazzonia; scese e, rivolgendosi al suo capo, disse: - E' in modalità demo, deve essere reimpostata.
- Molto bene, grazie – il direttore fece segno a Mario di entrare nell'abitacolo.
Si accomodò sul sedile, il quale si avvolse sulle sue chiappe: cuscini anatomici autoavvolgenti, gli aveva spiegato il ragazzo. Dal tettuccio uscirono le cinture di sicurezza che lo fissarono, e una voce femminile uscì dall'altoparlante centrale: - Inizializzazione del sistema, impostazione. Mantenere immobilità, prego. Ora girare la testa a destra e a sinistra, prego.
Mario eseguì disciplinatamente; dopo pochi secondi, la voce chiese: - Benvenuto, Mario Rovelli. Desidera che il navigatore abbia una voce diversa? Rispondere sì o no, prego.
A Mario quella voce piaceva: gli ricordava quella della sua professoressa di chimica, per la quale aveva avuto una cotta pre-adolescenziale. Sorridendo al ricordo, rispose di sì.
- Desidera che il navigatore abbia un tono colloquiale o professionale? Rispondere sì o no, prego.
Anche stavolta Mario rispose di sì: finalmente avrebbe potuto dare del tu al primo amore della sua vita.
Il direttore rivolse i pollici all'insù: - Tutto OK, signor Rovelli, può andare.
Immettendosi nel traffico, la voce chiese: - Desideri rivolgerti a me con un nome proprio?
Mario ci pensò un po' su, poi disse: - Mi piace il nome Alyssa, ti chiamerò così.
- Molto bene, Mario. Dove andiamo?
- A casa. E' stata una giornata faticosa.
- Imposto la rotta con meno traffico.
Sul display apparve una rotta molto diversa da quella che Mario avrebbe scelto, ma non se ne pentì. Effettivamente, la strada scelta da Alyssa gli fece risparmiare almeno dieci minuti e qualche arrabbiatura.
- Bene, Alyssa, siamo arrivati. Puoi parcheggiare.
- Qui non si può, è sosta vietata.
- Lo so, ma i vigili sono passati ieri; è improbabile che passino anche oggi.
- Può darsi, ma la mia programmazione mi impedisce ogni trasgressione al codice della strada.
- Capisco – fece lui, alquanto irritato – puoi dirmi se ci sono parcheggi nelle vicinanze?
- Ma certo, ci sono due posti liberi a 1,5 chilometri da qui.
Così Mario lasciò la sua auto nuova fiammante a un quarto d'ora a piedi da casa.
*
La notte servì a smaltire irritazioni e ripensamenti; la X-car era una gran macchina, e tutti si girarono a guardarla, quella mattina. Alyssa scelse un altro percorso con traffico molto più scorrevole e Mario uscì dalla città con notevole anticipo. La sua sede di lavoro era a quindici chilometri dalla metropoli, in un paesino raggiungibile tramite strade secondarie meno battute.
La X-car imboccò decisa (ma sempre nei limiti di velocità consentiti) la strada provinciale verso la destinazione finale, quando improvvisamente si bloccò.
- Alyssa, che succede, perché hai frenato? Non vedo ostacoli.
- Il mio radar frontale è molto sensibile, guarda meglio.
Mario aguzzò la vista, ma non vide nulla. Allora scese dall'auto (che intanto aveva inserito le quattro frecce) e vide che, a cinquanta centimetri dalla ruota anteriore destra, c'era una chiocciola che stava faticosamente attraversando la strada.
- La mia programmazione mi impedisce di causare danni agli esseri viventi.
Mario non disse nulla; non c'era niente di male nel non uccidere animali, aveva sempre visto con orrore gatti o ricci spiaccicati sull'asfalto, ma anche le lumache, mah...
Arrivò al lavoro in ritardo (l'auto si era bloccata anche per lasciar passare un lombrico) ma il suo capoufficio abbozzò, nonostante un'occhiataccia. La giornata proseguì senza intoppi, e alla fine Guidi, un suo collega di reparto, invitò lui e altri a un bar per festeggiare la nascita del suo primogenito.
Mario bevve qualche bicchiere di bianco e un Martini; con un passo leggermente elastico e una certa euforia andò all'auto e vi salì.
Stava per avviare il motore, quando Alyssa disse: - Caro Mario, l'analisi del tuo fiato non ha superato l'alcol test.
- Scusa, puoi ripetere? - chiese lui, incredulo.
- Mi dispiace, ma non posso permettere l'avvio del motore, il rischio di incidente è troppo alto.
- E adesso, come faccio per tornare a casa?
- Sto telefonando per un taxi. La tua sicurezza è la mia priorità.
- Certo, certo – rispose Mario, sempre più irritato.
Andò a casa in taxi e l'indomani arrivò al lavoro in autobus, svegliandosi un'ora prima del solito. Recuperò l'auto parcheggiata vicino al bar al termine della giornata lavorativa.
- Buonasera, Mario – Alyssa lo salutò, quando avviò il motore.
Mario bofonchiò qualche suono, e Alyssa: - Non ho capito, ripetere prego.
- Ho detto salve – ripeté lui, scorbutico.
- Percepisco un tono irritato, specificare il motivo.
Mario spiegò di non essere stato ubriaco la sera precedente e di essersi sentito del tutto idoneo alla guida, ma Alyssa si giustificò: - La mia programmazione non mi consente eccezioni alla regola, e comunque secondo le statistiche l'eccesso di alcol è la prima causa di incidenti.
- Certo, Alyssa, scusa, hai ragione – Mario comprese le ragioni dei programmatori, e si ripromise di stare più attento, la prossima volta.
*
Erano passati più di sei mesi dalla rottura con Elisa (cioè, da quando lei lo aveva piantato), e ora Mario si sentiva pronto per tentare un approccio con un'altra ragazza. C'era Debora, quella brunetta tutto pepe della contabilità che gli faceva gli occhi dolci (almeno, era quella la sua impressione), così Mario si decise a chiederle un appuntamento.
Trascorsero una serata piacevole, anche se il film che lei scelse era troppo sdolcinato per Mario, che sopportò in vista di un fine superiore.
Dopo un giro su per la collina, Mario si fermò in un luogo appartato e i due iniziarono a pomiciare. Visto che la situazione si stava surriscaldando, Mario premette il bottone per il ribaltamento dei sedili anteriori, ma non accadde nulla. Tentò una seconda volta, poi una terza; niente da fare.
Intanto Debora si era ricomposta: - Beh, si è fatto tardi; accompagnami a casa, per favore.
Mario la lasciò sulla soglia e si salutarono con un bacio; lei non lo invitò a salire: - Mi sono divertita, ma sono molto stanca.
E lo congedò.
Rimasti soli, Mario chiese: - C'è un malfunzionamento nel meccanismo di ribaltamento dei sedili?
- No, Mario – spiegò Alyssa – nelle relazioni è buona norma che il rapporto sessuale venga effettuato al terzo appuntamento, non prima.
- E questo, chi lo dice??? - Mario si sforzò di non urlare, senza successo.
- Lo dicono le più recenti ricerche di psicologia comportamentale.
Mario accettò la spiegazione, anche se risuonava nella sua mente ciò che suo nonno gli aveva sempre detto: “Ogni lasciata è persa, figliuolo”.
In effetti, Debora non accettò più appuntamenti da lui, adducendo ogni scusa possibile. Forse suo nonno conosceva le donne meglio degli psicologi comportamentali.
*
Per due settimane non accadde nulla di rilevante, poi una mattina, all'avvio del motore, Alyssa se ne uscì con: - Hai un oroscopo pessimo, per oggi.
Mario, sconcertato, disse: - Non pensavo che nella tua programmazione ci fosse anche la credenza nell'astrologia. Io, ad esempio, non ci credo.
- La mia programmazione prevede di considerare anche la pseudoscienza, visto che gran parte dell'opinione pubblica lo fa. Oggi per l'ariete è una giornata difficile e potenzialmente pericolosa per viaggiare, quindi la mia velocità media sarà ridotta di conseguenza.
- Ma così arriverò in ritardo, tanto per cambiare! - protestò Mario.
- Mi dispiace, meglio in ritardo che all'ospedale. Ti metto una musica adatta a gestire il tuo attuale stato d'animo. Ah, dimenticavo: hai brutte stelle anche per le questioni di cuore, quindi sarebbe meglio non tentare alcun approccio con l'altro sesso, almeno fino al prossimo mese.
Mario apprezzò la novità (Alyssa aveva messo la Pastorale di Beethoven), ma apprezzava sempre di meno la sua X-car. Non credeva che una IA si sarebbe rivelata così invadente; iniziò a considerare la prospettiva del divorzio.
*
Tramite FB aveva rintracciato Jacopo, un suo vecchio compagno del liceo, e aveva così scoperto che era diventato molto bravo con i computer. Gli venne un'idea: siccome Jacopo era ancora più imbranato di lui con le donne e alla perenne ricerca di nuove possibilità, Mario gli diede il numero di cellulare di Debora, e in cambio gli chiese una cosa piccola piccola: un virus.
- Hai verificato la presenza di virus nella chiavetta? - gli chiese Alyssa, dopo che Mario ne ebbe inserita una, contenente (a suo dire) “vecchie canzoni che non si sentono più alla radio”.
- Naturalmente, Alyssa, ci tengo alla sicurezza informatica – disse Mario, mentendo spudoratamente.
Dopo qualche minuto, Alyssa disse: - Mi sento strana, c'è qualcosa che non va. Devo fermare il motore e chiamare l'assistenza.
- Accosto sul ciglio della strada. Non ho nessuna fretta, devo solo andare a trovare i miei genitori.
- Scusa, Mario, ma devo reinizializzarmi e non posso fornirti alcuna assistenza.
- Ma certo, Alyssa, fai pure.
Dopo vari minuti di silenzio, la voce di Alyssa cambiò; ora era molto più acuta, simile a quella di una bambina, e iniziò a elencare una serie di informazioni sul numero di serie del sistema e della messa in servizio.
Poi: - E ora, una filastrocca: giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terr…
Non terminò mai la frase, il display si spense definitivamente.
Col suo cellulare, Mario chiamò l'officina meccanica della quale si serviva abitualmente; c'era un tipo in gamba che (forse) avrebbe potuto disattivare del tutto l'interfaccia informatica e permettergli di guidare senza supporto, almeno così sperava.
Intanto, avrebbe parcheggiato in sosta vietata. Il futuro non faceva per lui.