The square
Inviato: 23/02/2020, 22:50
Film del 2017 di Ruben Östlund, con Claes Bang, Elisabeth Moss, Dominic West, Terry Notary, Christopher Læssø, Annica Liljeblad ed Elijandro Edouard
Stoccolma, in un’intervista a Christian, curatore del museo d’arte contemporanea “X – Royal”, viene chiesto di spiegare un “post” del sito web da lui scritto:
“30-31 maggio, esposizione/non esposizione, una conversazione serale che esplora le dinamiche dell’esponibile e le costruzioni della sfera pubblica nello spirito del sight/non sight di Robert Smithson. Dal non-sight al sight, dalla non esposizione all’esposizione, qual è il topos dell’esposizione/non esposizione nel momento della mega esposizione?”
Ed è solo la prima e la più facile delle domande che vengono a galla, alcune poste in modo esplicito (“Vuoi salvare una vita umana?”, “Ce l’hai una moneta?”), altre sorgono spontaneamente e tutte inducono a pensare, in un mood leggero (anche se portano in sé messaggi anche molto pesanti), ironico, al contempo “scomodo”.
Di questo film ho apprezzato sia questa spinta alla riflessione, sull’arte, sulla società, sugli ideali, spesso lontani da ciò che effettivamente riusciamo a raggiungere, sia l’estetica “nordica”.
Stoccolma, in un’intervista a Christian, curatore del museo d’arte contemporanea “X – Royal”, viene chiesto di spiegare un “post” del sito web da lui scritto:
“30-31 maggio, esposizione/non esposizione, una conversazione serale che esplora le dinamiche dell’esponibile e le costruzioni della sfera pubblica nello spirito del sight/non sight di Robert Smithson. Dal non-sight al sight, dalla non esposizione all’esposizione, qual è il topos dell’esposizione/non esposizione nel momento della mega esposizione?”
Ed è solo la prima e la più facile delle domande che vengono a galla, alcune poste in modo esplicito (“Vuoi salvare una vita umana?”, “Ce l’hai una moneta?”), altre sorgono spontaneamente e tutte inducono a pensare, in un mood leggero (anche se portano in sé messaggi anche molto pesanti), ironico, al contempo “scomodo”.
Di questo film ho apprezzato sia questa spinta alla riflessione, sull’arte, sulla società, sugli ideali, spesso lontani da ciò che effettivamente riusciamo a raggiungere, sia l’estetica “nordica”.