L'autocertificazione per i non responsabili

Dato che il COVID19 ci costringe a stare a casa, perché non condividere l'esperienza? Apri un topic qui e raccontaci la tua Coviditudine quotidiana.
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Massimo Baglione
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L'autocertificazione per i non responsabili

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OK, se ti beccano in giro per strada occorre compilare un'autocertificazione.
Allora, a parte il fatto che vorrei proprio vedere come fanno a controllarle tutte o, al limite, come le userebbero, ma poi mi viene da pensare che smanacciare carte e penne che altri possibili infetti possono aver a loro volta smanacciato e infettato mi fa un po' sorridere.
No?
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Namio Intile
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Non tutti gli italiani vivono a nord del Po. In provincia di Trapani zero contagi. In Sicilia 17 ricoverati, nessuno in terapia intensiva. Le misure draconiane stabilite dal Brennero a Lampedusa non tengono conto della geografia italiana. Trapani dista da Bergamo 1600 chilometri. Bergamo da Monaco di Baviera 500. Nessuna zona di protezione a Monaco, ma c'è a Pantelleria, a quasi duemila chilometri da quei luoghi. Qui certe misure possono essere solo precauzionali, non c'è altro motivo, con tutto quel che ne consegue. Mi chiedo poi, se il contagio passerà poi in Sicilia e magari sarà terminato in Lombardia, il governo manterrà tutto paese in zona protetta, come succede adesso a parti invertite? O qualcuno ne uscirà prima di altri, dimostrando che non siamo tutti uguali?
E ancora, se il contagio tra qualche settimana colpirà Austria, Francia o Svizzera, che faranno? Considerato che nel nord Italia il peggio sarà già passato. Chiuderanno le frontiere per evitare un contagio di ritorno? E siamo punto e a capo?
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Massimo Baglione
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Io infatti sarei stato più per il lasciar liberi tutti e dedicare gli sforzi economici a curare i malati man mano che si ammalassero.
Doveva bastarci la lezione della Cina: costruire in fretta padiglioni prefabbricati di terapia intensiva solo per i positivi gravi e lasciare che la popolazione si ammalasse in santa pace, sicura però di avere le spalle coperte da una Sanità pronta ed efficace.
Ormai non ha senso bloccare tutto, anche se in realtà siamo tutti ancora liberi di muoverci.
Vabè, ormai è inutile pensare a cosa era meglio fare. Speriamo solo che questa esperienza serva in futuro, perché certamente capiterà ancora.
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Selene Barblan
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Namio Intile ha scritto: 11/03/2020, 12:20 Non tutti gli italiani vivono a nord del Po. In provincia di Trapani zero contagi. In Sicilia 17 ricoverati, nessuno in terapia intensiva. Le misure draconiane stabilite dal Brennero a Lampedusa non tengono conto della geografia italiana. Trapani dista da Bergamo 1600 chilometri. Bergamo da Monaco di Baviera 500. Nessuna zona di protezione a Monaco, ma c'è a Pantelleria, a quasi duemila chilometri da quei luoghi. Qui certe misure possono essere solo precauzionali, non c'è altro motivo, con tutto quel che ne consegue. Mi chiedo poi, se il contagio passerà poi in Sicilia e magari sarà terminato in Lombardia, il governo manterrà tutto paese in zona protetta, come succede adesso a parti invertite? O qualcuno ne uscirà prima di altri, dimostrando che non siamo tutti uguali?
E ancora, se il contagio tra qualche settimana colpirà Austria, Francia o Svizzera, che faranno? Considerato che nel nord Italia il peggio sarà già passato. Chiuderanno le frontiere per evitare un contagio di ritorno? E siamo punto e a capo?
Già colpiti e mezzo affossati (nel senso che navighiamo nella melma) in Svizzera per lo meno...
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Il problema è che se si allarga la zona rossa a tutta l'Italia, si... annulla la zona rossa. La logica, in questi casi, è di contenere l'infezione: la Cina ha chiuso un'area sufficientemente larga, interrompendo TUTTE le attività che possono portare al contagio (incluse le attività economiche, come le fabbriche), garantendo salario e posti di lavoro, e salvaguardando solo i servizi essenziali. Si dirà che là c'è la dittatura, mangiano topi vivi, ecc., ecc.
Però se si fa come qui, ossia si cerca di contemperare le esigenze sanitarie con quelle produttive (ma senza garantire alcunché ai lavoratori), il virus continuerà a circolare impunemente.
Rimane un dubbio: non è che in Cina la salute dei lavoratori (e dei cittadini in generale) viene tutelata maggiormente che nella civilissima UE?
Namio Intile
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Ciao, Andr. Hai pienamente ragione. Secondo me hanno fatto un errore tragico. Qui in Sicilia non c'era nulla, e anche ora pochissimo, e hanno bloccato quel poco che funzionava equiparando l'assenza alla presenza. Dovevano isolare il contagio laddove viaggiava maggiormente, non rendere l'intero paese una quasi prigione. In più, tra un annuncio e l'altro sono rientrati ventimila siciliani dalla Lombardia nell'ultima settimana. Anche questo un non senso. Vuoi evitare il contagio e permetti ai possibili contagiati di partire? Bah.
L'ultima notizia è che il comandante provinciale dell'Arma a Palermo e tutto lo stato maggiore risultano infetti. Hanno chiuso due grandi caserme e messo in quarantena i Carabinieri. Su come sia partito il contagio in questo caso viene da ridere, o piangere.
In più qui ho l'impressione che gli scaffali si stiano svuotando un po' ovunque. Non ho pensiero per gli stomaci, ma spero che le teste reggano, la rivolta delle carceri è un campanello d'allarme.
Ciao, Selene. Fai scorte e stai a casa, finché il putiferio non termina. Spero che gli italiani di svizzera siano più avveduti degli italiani delle tante regioni.
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Andr60
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Ciao, Namio. Mah, sarò prevenuto, sarò fissato con i romanzi distopici, ma la mia impressione è che, più che i virologi, siano impegnati a tempo pieno in questa storia gli ingegneri sociali. Come si dice, lo scopriremo solo vivendo...
Posso solo notare amaramente che gli stessi che ora gridano al SSN in ginocchio sono gli stessi che ce lo hanno messo, in vent'anni di tagli del personale e delle risorse economiche. Inoltre la "cernita" tra chi deve morire e chi no lo fanno da un pezzo, e parlo per esperienza personale che voglio citare solo perché è paradigmatica.
Mia madre, anziana (86 aa,) e con varie patologie intercorrenti: sballottata da un ospedale all'altro in seguito ad una caduta, infine approda al P.S. di Chivasso (prov. di TO). Rimane per quattro giorni in terapia intensiva poiché nel frattempo le è venuta la polmonite, viene rianimata dopo un grave episodio di insufficienza respiratoria. Mi comunicano che, al prossimo episodio, non verrà più rianimata. Rimane lì ancora due giorni, poi è trasferita in un reparto di medicina, privo di letti per la respirazione assistita. Risultato: deceduta dopo due giorni di degenza in quel reparto. E tutto questo è avvenuto un mese prima dello scoppio dell'epidemia di coronavirus...
Saluti a tutti e in bocca al lupo
Namio Intile
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Mi spiace per tua madre, le mie condoglianze. Le tue non sono solo impressioni putroppo, hanno smantellato la sanità pubblica togliendo anno dopo anno un pezzo. Conosco un po' gli ospedali di Torino, perché mio fratello abita da quelle parti, e ti assicuro che sono paradiso rispetto ai nostri standard. Mio padre, che è del '34, ha una patologia cronica che a determinati intervalli di tempo si acutizza e necessita di cure cliniche importanti, l'ultima caduta a fine dell'anno scorso. Lo porto da mio cugino, che è medico in un ospedale cittadino a Palermo, e per fortuna il reparto giusto è nello stesso piano del suo, e non lo molla un attimo. Ci passa quindici venti giorni e l'ultima volta l'abbiamo fatto dimettere e portato via con l'ambulanza, che manco si regge in piedi. Lui cerca sempre di farmi capire che la convalescenza mio padre è meglio che la faccia a casa, che in ospedale non si sa mai che può succedere. Non so se capisci… meno ci sta e meglio è.
E se vuoi la sanità è il settore più finanziato e meglio messo di quel che rimane della pubblica amministrazione. Nel settore giustizia, per esempio, sono venticinque anni che non fanno concorsi amministrativi. Col risultato di dover esternalizzare a cooperative fondamentali funzioni amministrative per tentare di andare avanti. E se la giustizia criminale sopravvive, quella civile è collassata da tempo: ci vogliono minimo dieci anni per una sentenza di primo grado, con tempi di attesa anche di cinque anni dalla fine del dibattimento per la pubblicazione della sentenza. Perché i pochi giudici, facendo civile e penale assieme, devono per forza di cose dare la precedenza al penale, così che il lavoro di scrittura delle motivazioni viene rimandato alle calende greche.
Ti garantisco che con l'abolizione della prescrizione le cose andranno peggio di prima; perché invece di assumere personale per fare i processi hanno deciso di allungare all'infinito i tempi del processo.
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Re: L'autocertificazione per i non responsabili

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Ti ringrazio, Namio. Vero è che il SSN è (era) meglio al Nord, ma ci stiamo "adeguando" in fretta ai bassi standard del Sud, purtroppo per tutti i cittadini italiani. Lo smantellamento del settore pubblico (Sanità, Istruzione e Giustizia) è la diretta e ovvia conseguenza del famigerato pareggio di Bilancio inserito nella nostra, un tempo bellissima (ancorché inapplicata, in larga parte), Costituzione. E ciò in ossequio all'ideologia ordo-liberista della UE, che persegue la lotta di classe all'incontrario.
Sono comunque curioso di vedere quanti spiccioli (naturalmente a strozzo) ci concederanno per quest'emergenza, ma mi sto accorgendo di essere andato fuori tema, e mi scuso.
Grazie della interessante discussione, e alla prossima.
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Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.

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