Soltanto fantasia
Inviato: 27/03/2020, 18:13
Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.
Alle nostre spalle il cielo ormai indaco.
Davanti, il mare dalle sfumature ramate.
Poche nuvole dagli orli dorati incorniciano il sole.
Lei è sempre al mio fianco.
I suoi occhi rifletto il tramonto incandescente.
Ha un’aria leggermente distaccata.
Assente. Ma serena.
Starà immaginando qualcosa?
Starà fantasticando?
Suscita stupore e perplessità questa sua caratteristica.
Infantile.
Inspiro profondamente.
Assaporo l'aria.
È insolita, sì, ma perché biasimarla?
Vuole solo trovare serenità… in un mondo che spesso la nega.
È qualcosa di suo, le appartiene.
La ammiro.
Io non ho mai fatto nulla per cercare la felicità.
Ho sempre sperato che questa bussasse alla mia porta.
Non l’ho mai rincorsa.
Ma mi son sempre lamentato di non trovarla.
Difficile da ottenere.
Forse perché l’ho sempre vista come irraggiungibile, inafferrabile.
Qualcosa di complicato, alla quale io non potevo ambire.
Eppure lei riesce a trovarla.
Tutte le volte che vuole.
In un modo così semplice ed innocente.
La felicità non è il successo, non è avere soldi, o l’amore.
La felicità può essere [i]anche [/i]quello; [i]quell’anche[/i] è importante; perché sottolinea che si può star bene con le cose grandi, certo, ma ne esistono altre, più piccole, come la fantasia.
Usata dai bambini, ma dimenticata dagli adulti.
Bisogna essere concreti.
Seri.
Maturi.
Dediti al lavoro.
È così che la società ci vuole.
E poi, stranamente, la depressione afferra i cuori.
Affondo il mio viso nei capelli di Elena.
Mi inebrio del suo profumo.
Le lascio un bacio.
"A cosa stai pensando? "
Il suo sguardo fisso sul tramonto.
"Sembra un incendio"
Annuisco.
Aggiunge: "Immagina…"
Pausa.
Come se stesse cercando le giuste parole.
O forse ha solo paura di essere giudicata.
Mi lancia una breve occhiata incerta.
Teme di essere derisa.
Le sorrido dolcemente.
Allora prende coraggio, e va avanti.
"Immagina che quelle terre lontane dipinte di rosso siano magiche… le Terre del Fuoco".
Una seconda occhiata.
Come una bambina scruta la mia espressione.
Sinceramente interessato.
"È lì dove nascono i draghi… "
Sorrido.
Quanto vorrei possedere un’immaginazione come la sua.
Lei, però, scorge il mio sorriso.
Sento la sua mano stringere forte la mia.
Si sta aprendo a me.
È fragile.
Teme il giudizio.
La voce si fa fioca.
"Se aguzzi la vista, potrai scorgere tra quelle nuvole oro e vermiglio il passaggio di uno di loro…"
I miei occhi restano fissi su quelle nuvole ardenti come bracieri.
"…grande ed imponente… basta solo crederci…"
Inspira profondamente.
Espira rilasciando un timido sibilo.
"Puoi vederlo, basta solo volerlo"
E così i miei occhi decidono di concedermi l’inverosimile.
Tra quelle fiamme fa capolino un drago.
Gigantesco.
Possente.
Etereo.
Come disegnato dal vento.
Maestoso sguazza in quel mare di fuoco.
Pietrificato.
Incredulo.
Sconcertato.
Non è possibile.
Lo vedo!
Lo vedo?
Impossibile!
Alcuna parola riesce ad uscire dalla mia bocca.
Forse perché inaridita.
Occhi incollati su quella creatura mitologica.
La sua magnificenza fa ardere il petto.
Estasi e sgomento si impossessano del cuore.
Panico nella mente.
Quell’essere si dirige veloce verso le montagne per poi svanire tra esse.
Silenzio.
Il tramonto è ormai alla fine.
Le ombre diventano lunghe.
Pallido, riesco solo a sbiascicare qualche parola.
"Che… che cos’era?"
Elena porta il suo sguardo su di me.
Sorride.
"La tua fantasia…"