Il banchetto

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2020.

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Paolo Tacconi
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Il banchetto

Messaggio da leggere da Paolo Tacconi »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Che grottesco spettacolo. Un tavolone alleggerito da un telo fantasia a fiori, guarnito con chiazze di olio, miste a briciole di formaggio e condimenti vari. Alcuni, combinavano sapori ottenendo cocktail di dubbio godimento, mentre altri custodivano con i gomiti larghi le vie di accesso agli stuzzichini. Rimasi a distanza di sicurezza e credetemi, se qui scrivo che non fu cosa facile. Un gorgoglio mi assalì e provai fame. Impossibile. Non possedevo la rapidità di mano che occorreva in quelle circostanze, e da tempo avevo preso l'abitudine di mangiare prima, di recarmi a un rinfresco. Un crampo all’addome e le gambe vacillarono. La salivazione divenne tale, che a difficoltà trattenni uno sputo. Gli occhi inquadrarono una portata tra quelle a disposizione. Non si trovava al centro del desco o in un altro punto d'interesse, piuttosto era seminascosta da alcuni bicchieri. Nell’avvicinarmi, pestai qualcosa. Fu in quell’attimo che distolsi l'attenzione dal tavolo, che li vidi per quello che erano. Non so quanti o quante, ma abbastanza da gremire la sala. Si passavano attraverso come spettri. Masse informi di occhi, nasi, orecchie e lingue bavose che strisciavano su piatti e posate, come lumache senza guscio. Gli balzai davanti e usando le braccia come ramazze, rovesciai tutto ciò che mi fu possibile. Alcuni si misero a leccare il pavimento per aspirare boccate di cibo, altri a succhiare pozze di vino, tra cocci di ceramica e frammenti di vetro. I più si avventarono per ingozzarsi di quel poco che era rimasto integro. In preda al disgusto, afferrai il telo e tirai. Gli immondi smisero di fare quello che stavano facendo. Mi fissarono per un po’. Poi attaccarono. Il cuore mi balzò in gola quando mi lanciai contro i primi. Gli altri, a sorpresa, non si mossero, anzi si fecero da parte per farmi passare. Raggiunsi la porta, poi le scale infine senza fiato mi trovai in strada. A distanza di anni e con quello che mi danno, quel ricordo va via via sbiadendo, ma le emozioni lasciano turbamenti. Quelli non si cancellano. Non sono pazzo, ve lo giuro. Quel giorno vidi uomini e donne senza le loro maschere di belletto e se anche a voi, che state leggendo di quel banchetto, aveste visto quello che ho visto io, non mi giudichereste tale.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

l'idea è simpatica e il racconto sarebbe anche apprezzabile se non fosse per una serie di problemi.
intanto è da rivedere la punteggiatura, soprattutto nella prima parte. nella seconda migliora, ma nella prima è completamente errata, pare messa a caso.
poi ci sono alcuni refusi; segnalo un errore: quando scrivi "Gli balzai davanti " parli al singolare, ma in realtà sono tante persone, quindi è da rivedere.
infine, sarebbe opportuno qualche a capo in più, per rompere il muro di parole.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Il tuo racconto, pur con delle esagerazioni, descrive assai bene quello che caratterizza certe situazioni. Eh sì, la gente mediamente pur di rimpinzarsi al meglio non ha freni, e vedi gente, dall'apparenza "tutta in tiro" che diventa penosa dinnanzi all'abbuffo... Vero è che ci sono alcune parti da rivedere nel tuo narrato, tipo punteggiatura o altre cosucce. Se riesci a rivederle e a correggerle certamente il tuo racconto risulterà migliore, ma ripeto, l'idea è buona. ciao
Speranza
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Messaggio da leggere da Speranza »

Concordo anch'io per quanto riguarda il discorso della punteggiatura e qualche cosuccia da sistemare. Per il resto mi pare un buon racconto, scritto bene, con un buon ritmo e una trama ben sviluppata. Penso poi che il contenuto dica molto di più di quello che all'apparenza può sembrare. Piaciuto!
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Roberto Bonfanti
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Messaggio da leggere da Roberto Bonfanti »

L’allucinazione di una mente malata (…quello che mi danno… non sono pazzo…) o un lucido sguardo su quello che gli altri non colgono?
L’idea del racconto è interessante e ben sviluppata, anche se, come già segnalato, c’è qualcosa da rivedere nella punteggiatura.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Déjà vu - il rivissuto mancato

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antologia poetica di AA.VV.

Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.

Contiene opere di: Alberto Barina, nwAngela Catalini, Enrico Arlandini, nwEnrico Teodorani, nwFausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, nwFrancesca Paolucci, nwGabriella Pison, nwGianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, nwIda Dainese, nwLaura Usai, nwMassimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, nwPatrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, nwSilvia Ovis, nwUmberto Pasqui, nwFrancesco Zanni Bertelli.

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Le radici del Terrore

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Antologia di opere ispirate agli scritti e all'universo lovecraftiano

Questa antologia nasce dalla sinergia tra le associazioni culturali BraviAutori ed Electric Sheep Comics con lo scopo di rendere omaggio alle opere e all'universo immaginifico di Howard Phillips Lovecraft. Le ventitrì opere selezionate hanno come riferimento la narrativa "lovecraftiana" incentrata sui racconti del ciclo di Cthulhu, già fonte di ispirazione non solo per scrittori affermati come Stephen King, ma anche in produzioni cinematografiche, musicali e fumettistiche. Il motivo di tanto successo è da ricercare in quell'universo incredibile e "indicibile", fatto di personaggi e creature che trascendono il Tempo e sono una rappresentazione dell'Essere umano e delle paure che lo circondano: l'ignoto e l'infinito, entrambi letti come metafore dell'inconscio.
A cura di Massimo Baglione e Roberto Napolitano.
Copertina di Gino Andrea Carosini.

Contiene opere di: Silvano Calligari, nwEnrico Teodorani, nwRona, Lellinux, Marcello Colombo, nwSonja Radaelli, Pasquale Aversano, Adrio the boss, Benedetta Melandri, Roberta Lilliu, nwUmberto Pasqui, nwEliseo Palumbo, Carmine Cantile, nwAndrea Casella, Elena Giannottu, nwAndrea Teodorani, Sandra Ludovici, Eva Bassa, nwAngela Catalini, Francesca Di Silvio, nwAnna Rita Foschini, Antonella Cavallo, Arianna Restelli.
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Il sonetto "Aspettativa" di H. P. Lovecraft è stato il faro che ha guidato decine di autori nella composizioni delle loro poesie fantascientifiche pubblicate in questo libro. Scoprirete che quel faro ha condotto i nostri poeti in molteplici luoghi; ognuno degli autori ha infatti accettato e interpretato quel punto fermo tracciando la propria rotta verso confini inimmaginabili.
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Autori partecipanti: nwSer Stefano, Massimo Tivoli, nwDaniele Missiroli, nwAngela Catalini, nwNunzio Campanelli, nwEnrico Gallerati, nwAngelo Manarola,
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La Gara 48 - Stelle

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(settembre/ottobre 2014, 34 pagine, 799,91 KB)

Autori partecipanti: nwMaddalena Cafaro, nwNunzio Campanelli, nwStella_decadente, nwMarina Paolucci, nwUmberto Pasqui, nwPatrizia Chini, nwAnnamaria Vernuccio, nwPaolo Ninzatti, nwLodovico,
A cura di Marina Paolucci (con la supervisione di Lodovico Ferrari).
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