False lune

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2020.

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Ilario Iradei
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False lune

Messaggio da leggere da Ilario Iradei »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Luna torbida come una moneta falsa. Non sono stato io a coniarla. Falsa Luna quando già da piccolo la osservavo, chiuso nella mia stanza. O al mare, o quando correvo sul lungomare in Vespa con una ragazza dai capelli profumati al vento. Falsa Luna quando trascorrevo le estati a corteggiare, stanco e inebetito. Falsi amori, e poi il diploma e la laurea. False lune da professionista, da marito, da padre, da Gourmet alla ricerca di nuovi ristoranti e vini ricercati. False lune da turista alle Maldive o ai Caraibi, o da spacciatore di originali convinzioni filosofiche, sociologiche, politiche, psicologiche. Distributore di interessanti opinioni su tempo o sul vino, sul whisky o sull'ultima Audi.
Chi sono io? Che ho fatto, pensato, e mai creduto veramente? Un simulacro di vita o la vita stessa?
È questa l'ultima verità? La cifra che ho tanto cercato è lo zero.
Ma non solo io. Voi tutti, prigionieri di questo repertorio dozzinale che chiamate esistenza, dove ciò che è accaduto è presto indistinguibile da ciò che abbiamo immaginato o desiderato.
Falsa Luna, mezza luce, siamo tremule comparse, impacciate controfigure, dei semivivi che si nascondono dietro la tua ombra.
Luna torbida, sono stato io a farti sembrare sempre più così.
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

uhm... interessante riflessione sulla vita trascorsa, forse focalizzata troppo sul lato negativo della stessa (parere mio).
se alla fine il protagonista si autoaccusa, probabilmente sa di aver commesso errori o di non aver saputo cogliere occasioni migliori.
non so, non riesco a concordare con quanto scritto, pur comprendendo lo sfogo.
forse perché dell'esistenza non mi ritengo prigioniero bensì un usufruttuario.
e la ringrazio.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Si tratta di una riflessione sull'esistenza in cui la luna è assunta come metafora del modo in cui conduciamo la nostra vita. Secondo l'autore la nostra vita è falsa, come la luna, ovvero noi viviamo scimmiottando un copione che non sentiamo realmente nostro: diploma, laurea, matrimonio, scelta di ristoranti, viaggi, convinzioni politiche o religiose. Forse la scelta della luna dipende dal fatto che brilla di luce riflessa. Il tono è molto amaro.
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Umberto Pasqui
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Messaggio da leggere da Umberto Pasqui »

Flusso di coscienza amaro, troppo cosmico nel suo pessimismo tuttavia languido e poetico. Curioso (e secondo me eccessivo) il fatto che l'autore si dia la colpa di qualcosa, quasi peccato originale, coinvolga tutti. L'effetto, però, è quello di un aperitivo: stuzzica lo stomaco. Lo sfogo non basta, potrebbe essere l'inizio o l'avvio di un intenso racconto in prima persona.
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Andrepoz
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Messaggio da leggere da Andrepoz »

Sfogo esistenziale che tocca temi molto profondi, limitandosi però a sfiorarli appena in superficie, senza apportare elementi davvero originali o personali, al di là di una riflessione generica sulla vanità dell'esistenza che sa molto di già sentito. Se dal punto di vista del contenuto mi ha lasciato un po' freddino, devo invece riconoscere una notevole abilità nell'utilizzo del linguaggio. Mi piacerebbe vedere l'autore mettere in campo i suoi talenti in un altro tipo di narrazione.
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Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Una via di mezzo tra poesia, testamento, confessione, sicuramente non un racconto. È ben scritto, ammiro la scelta delle parole e la costruzione delle frasi. Io preferisco però quando viene usata la narrazione per descrivere stati d'animo e riflessioni. Ovviamente è una scelta personale dell'autore.
Selene Barblan
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Messaggio da leggere da Selene Barblan »

Leggendo questo testo mi sono immaginata un attore di teatro, una maschera bianca che appare luminosa su uno sfondo nero, che attacca con un monologo, sentito, carico. Sentimenti magari negativi, ma che riflettono come la luna: introspezione, vissuti, delusione. A me è piaciuto, forse riformulerei “O al mare,... sul lungomare... “ ma sono gusti personali.
Simone_Non_é
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Messaggio da leggere da Simone_Non_é »

Ciao Ilario! Ho trovato alcuni spunti interessanti avrei però approfondito un attimo il tutto, sembra che il protagonista del racconto preso da una negativa, cinica lucidità metti in rassegna momenti della sua vita laddove solo una falsa luna ne era la costante. Nel complesso ho comunque apprezzato
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Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio

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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?

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La Gara 41 - Tutti a scuola!

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(ottobre 2013, 49 pagine, 1,59 MB)

Autori partecipanti: nwEliseo Palumbo, nwLodovico, nwPolly Russell, nwDesiree Ferrarese, nwRovignon, nwNunzio Campanelli, nwAlessandro D., nwLorella15, nwEddie1969, nwMichele, nwKaipirissima,
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)

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Riduzione di complessità - il libro Downpunk

è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.

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La spina infinita

"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.

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