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Re: Commento

Inviato: 09/11/2020, 9:16
da Ford Perfect
Liliana Tuozzo ha scritto: 05/11/2020, 10:07 Inizialmente sembrava un trattato di ingegneria, poi si è manifestato con tutte le sue sfaccettature di racconto di fantascienza. Il racconto è condotto in maniera eccellente e ne sono rimasta affascinata, un ascensore che inizia a coltivare sentimenti è un'idea molto interessante, che voglia anche aiutare l'uomo lo è ancora di più. La saggezza dovuta sia all'intelligenza artificiale che alla umanità del protagonista ne fa un personaggio unico. Il finale è come una premessa per una nuova storia, ne potresti trarre un romanzo.
Grazie mille.

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Inviato: 16/11/2020, 11:19
da MattyManf
Innegabile l'ispirazione tratta dai lavori del buon vecchio Dug (che non nascondi nemmeno nel nick). Qualcuno potrebbe dire che sa di già visto...
Io non sono d'accordo.

Questo racconto è stupendo! Mi piace come è scritto, mi piacciono i dialoghi: non sono solo scritti bene, ma sono interessanti! Non parlano con frasi semplici ma sono pensieri veri , che mi fanno sembrare quest'assurda vicenda molto più credibile di tante altre molto più terrene.
Quà e là ci sono giochi di parole e strizzatine d'occhio che fanno sorridere. MA non solo: il tuo racconto ha del contenuto. Fa riflettere senza farsi scervellare su questa macchina costretta a ricevere dall'umo quel difetto (la paura) che lo porta fuori dagli schemi e lo fa allontanare dalle minaccie.

Ed il tutto è reso alla perfezione. La macchina è logica, il professore anche. La soluzione impossibile.
L'imprevisto ci regala un finale agrodolce, con quell'humor, quasi inglese, che ci fa sorridere delle sventure che capitano dall'assurdo e dal nonsense.

Credo che il tuo racconto meriti molto, ome si evincerà dal mio voto.
Complimenti!

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Inviato: 25/11/2020, 11:45
da Namio Intile
Ciao, Ford Perfect, e benvenuto.
Qualche nota.
"Gli mancava l'aria e non si sentiva un granché bene, sempre che si potesse parlare in questi termini di un ascensore." Secondo me questa proposizione non funziona. Va da sé che a un ascensore non possa mancare l'aria, perché non respira in quanto non vive. Dunque è una sensazione non vera di un ascensore che sembra pensare. Dunque nella prima parte, fino alla virgola, riporti la sensazione dell'ascensore, nella seconda una impressione dell'autore messa in bocca alla voce narrante.
Dovresti, a mio avviso, separare le due parti con un segno di interpunzione più pesante perché insieme non funzionano.
Inizia poi una lunga descrizione in verità alquanto didascalica delle proprietà tecniche della macchina in questione. Abbastanza ben scritta, tanto da far pensare che tu abbia qualcosa a che fare con questo campo di ricerca magari solo a livello di pura passione, e senza errori da rilevare.
Solo questa locuzione: "apprendimento profondo" mi chiedo che significato abbia. Esiste un apprendimento di superficie?
"In breve la rete si sarebbe trovata invasa" qui non capisco il condizionale. La voce narrante sta parlando di cose già avvenute non che potrebbero avvenire, quindi l'indicativo.
Qui un refuso: "sottoforma " va staccato.
Per il resto nulla da segnalare, il racconto è ben strutturato.

Quanto alla sostanza, la narrazione mi è sembrata volutamente surreale, soprattutto nel dialogo con lo psicologo, e ho avuto l'impressione che l'autore abbia voluto proporre una qualche sua tesi sulla questione della tecnica e delle macchine, ma non sono riuscito a capire quale dovrebbe essere questa sua posizione.
Il finale resta a mio avviso criptico, non si capisce appunto dove si voglia andare a parare, fattore che sega le gambe all'intero racconto.

Alcune riflessioni personali sull'argomento che esulano dalla tua gradevole narrazione.
Da sempre l'uomo costruisce utensili, da quando nemmeno era un uomo. E anche altri animali su questa Terra lo fanno.
Le macchine non sono altro che utensili molto sofisticati, ma restano comunque quello: una estensione del nostro corpo, amplificano le nostre possibilità di intervenire e modificare la realtà che ci circonda per assecondare i nostri bisogni.
Un ascensore non ha corpo e l'intervento dello psicologo mi fa capire che il dualismo platonico tra anima e corpo, e quello cartesiano tra res cogitans e res extensa sono ben lungi dall'esser stati superati, che entrambi si trovano dentro il nostro modo di pensare e di decifrare il mondo che ci circonda.
E quindi anche il discorso sulle macchine rispecchia questa immagine del mondo: possono avere sentimenti, emozioni, ma non è necessario che abbiano corpi, perché il corpo in fondo è una cosa, un ostacolo. Ne prendo atto, ma bisognerebbe anche porsi la domanda se ciò sia vero, se l'intelligenza possa esistere senza un corpo.
E oltre, i sentimenti preesistono alla ragione. Dal punto di vista neurologico solo collocati nel cervello rettiliano, quello primitivo di cui sono dotati tutti i vertebrati. Anche un pappagallo ha dei sentimenti, anche un serpente. Figuriamoci qualsiasi altro mammifero più evoluto.
Dall'incontro scontro tra il cervello primitivo e quello moderno situato nella corteccia frontale, nascono, molti sostengono, i disturbi della personalità, dell'essere.
A esempio, il corto circuito tra istinto di fuga determinato dalla paura e la necessità di rimanere causato da un calcolo razionale può portare una infinita gamma di disturbi, sino alla follia.
Ma sia l'uomo che i nostri fratelli viventi possediamo un corpo, che rappresenta l'apertura originaria al mondo attraverso cui il corpo dialoga e interagisce con il mondo.
Il corpo di una macchina qual è? L'involucro che lo contiene? La sua apertura al mondo qual è? Il cloud?
La mia impressione è che l'intelligenza artificiale, i computer quantistici, non facciano altro che portare all'ennesima potenza la capacità di calcolo. E si tratta sempre di quantità, in modo non diverso da un pallottoliere, non di qualità.
Il mio gatto sarà sempre più intelligente di qualsiasi macchina.
A meno che le macchine non diventino corpi...

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Inviato: 25/11/2020, 12:55
da Marcello Rizza
Pur non condividendo alcuni aspetti della incredibile e eccezionale analisi di Namio, in ogni caso...ora a rispondergli sono (omissis) tuoi. 😁😁😁

Re: Commento

Inviato: 03/12/2020, 11:39
da Ford Perfect
Marcello Rizza ha scritto: 25/11/2020, 12:55 Pur non condividendo alcuni aspetti della incredibile e eccezionale analisi di Namio, in ogni caso...ora a rispondergli sono (omissis) tuoi. 😁😁😁

Lo farò a breve.
Intanto lo ringrazio per gli spunti di riflessione tecnica che mi ha offerto con il suo puntuale e graditissimo commento.

commento

Inviato: 06/12/2020, 19:11
da Stefyp
Dopo la parte iniziale un pochino pesante, il testo scorre via fluido e mi ha tenuto incatenata al monitor per seguire le sorti del povero ascensore. E questo non è cosa da poco per un racconto. Mi è piaciuta l'idea generale, un pochino meno il momento del dialogo con lo psicologo. Ho trovato un po' poco originale la soluzione: "ho visto cose belle e cose meno belle succedere dentro di me.
Anch'io vorrei sapere perchè l'equipaggio non ritorna.
Non conosco Asimov e non leggo libri di letteratura fantascientifica, ma frequentando i vari racconti di queste gare mi è venuta voglia di farlo.

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Inviato: 15/12/2020, 4:11
da Simone_Non_é
Un bel racconto mi ha intrattenuto dall'inizio alla fine, ciò che più mi ha stupito è come tutto sia giustificato e credibile sotto ogni forma. In questo scritto un ascensore con le vertigini è credibile quanto uno psicologo di i.a. e se lo è anche per me che con la fantascienza non ho mai avuto molto a che fare, beh dev'essere un buon lavoro. Buona scrittura

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Inviato: 16/12/2020, 18:42
da Ibbor OB
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. Devo dire che si tratta del genere che preferisco e che leggo più volentieri. Essendo un po' neofita della scrittura probabilmente non sono in grado di dare dei gran pareri da un punto di vista prettamente tecnico, per cui mi limito ad esprimere il mio apprezzamento generale per il testo.