L'albero di Natale più bello del mondo

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Domenico De Ferraro
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L'albero di Natale più bello del mondo

Messaggio da leggere da Domenico De Ferraro »

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(Fiaba di vita e di morte e di altre questioni esistenziali umoristiche)

Giorni freddi di dicembre con l’avvicinarsi delle feste natalizie come in ogni anno il signor Alberto Natale incominciò a girare negozi e mercatini per trovar gli oggetti più adatti o curiosi da mettere sull’albero che lui sognava di fare. Un albero magnifico, splendido, altissimo, luccicante nell’oscurità che si sarebbe dovuto vedere fino ai confini del mondo. Comprò in breve tempo ninnoli e palline mancanti per addobbare il suo maestoso albero natalizio. Albero che avrebbe dovuto far morire d’ invidia tutti il vicinato. Un albero cosi grande come non sé ne era mai visto da molto tempo era la sua intenzione di fare. Una cosa da fare rimanere a bocca aperta ogni passante o chiunque avrebbe messo piede nella sua umile casa.
Un albero bellissimo, dai rami lunghissimi tesi verso l’esterno, capaci di uscire fuori dalle finestre, ricolmi di palline e stelline, ninnoli e campanelli. Avrebbe fatto un grande albero, ma non avrebbe fatto mai e poi mai il presepe.

Vi sembrerà strano questo suo comportamento, che non ha logica poiché l’albero affonda le sue radici nella terra, in un mondo a volte crudele a volte assai dolce. Ogni albero nasce e cresce in noi con tutto quello che egli rappresenta, come il seme della vita. Con lo scorrere del tempo, ogni cosa si appresenta a finire o rinascere. L’immagine di un albero è l’immagine della nostra realtà fenomenologica, incentrata sull’immaginare una possibilità di rinascita, una ricerca di felicita. Ma dato questo inspiegabile comportamento di Alberto, faceva presumere una possibilità di non essere felici nell’instancabile ricerca di una rinascita interiore.
La storia che vi sto per raccontare incomincia cosi.
“Il presepe non lo voglio fare non m’interessa. Anzi dirò di più io odio il presepe, si odio il suo rappresentare per sommi capi una realtà sociale iniqua e a delinquere. Rappresentazione che fa comodo solo alle classi dirigente, schiaccia i sconosciuti, castra i cantanti, uccide la fantasia. Non esiste una possibilità di essere o desumere dall’incerto dire, un immagine che non è immagine, ma un dato di fatto. La storia sacra, cosi presentata s’unisce al più puro paganesimo. E questa realtà pastorale mi fa paura, la storia di erode mi mette i brividi addosso. Voglio fare, solo l’albero, andava ripetendo Alberto a chiunque incontrasse per strada o si trovasse a parlare nell’approssimarsi dei giorni dell’avvento. Lo ripeteva giù al bar degli amici, dove andava a giocare a briscola. Lo ripeteva a se stesso.
“Voglio comprare un albero enorme addobbarlo come non mai. Fare un albero meraviglioso pieno di luci, voglio fare l’albero più bello di questo mondo. Tutti dovranno dire, quando lo vedranno e meraviglioso, bellissimo, “ Lo riempirò di tante luci.
Così lo potranno vederlo rilucere da ogni luogo del globo.
Dal polo nord, al polo sud, dall’equatore fino alla camera dei deputati. Di presepi in vita mia ne ho fatti tanti. Ma quest’anno faccio solo l’albero, alto cosi alto che dovrà toccare il cielo. Così potrò arrampicarci sopra, scendere, salire portare doni a chi lo desidera. Il mio albero unirà il cielo alla terra. Sarà simile ad un ponte congiungerà ogni aldilà. Così magari si potrà andare di là a vedere come sé la passano, salutare qualche amico defunto, una persona cara. Lo farò pieno di luci intermittenti, con tanti giochi di luci, dai svariati colori.
Spero sia una buona idea.
Buoni si nasce ed io sono nato, sotto un albero,
dentro un pacco con il fiocco.
La sotto, ho sorriso la prima volta alla vita.
Ho sorriso ai nonni alla mamma ed al papà.
L’albero è un abuso.
Tu strappi un albero dalla sua terra per addobbarlo con tante luci.
Poi s’appassirà e lo butterei in una discarica.
Io amo il mio albero, sono come lui, una vita per una vita.
Un albero rappresenta, questo faticoso vivere.
Un albero di natale, non può essere una evasione fiscale.
Perché mai.
Io credo alla magia del natale.
Bada si nasce dentro una mangiatoia in un qualsiasi presepe.
Si muore dentro un presepe.
La vita è storia, realtà ed il presepe è storia.
Oh quanti problemi. Basta io faccio l’albero tutto il resto non conta.

I giorni passarono. Alberto di notte nei suoi sogni incominciò ad avere strane visioni, ora vedeva apparire nel suo vagare per mondi fantastici, un pastore con una pecora sulle spalle.
Venire a bussare alla sua porta di casa.
E nel dormiveglia gli diceva “ la prego signor Alberto fai il presepe come faranno le mie pecorelle a vivere.
Poverine non potranno più brucare la tenera erbetta, sopra i monti di marzapane, mangiare il dolce trifoglio dal sapore di biscotto. Se non fai il presepe come potrò mungerle e portare il latte alla mangiatoia, dove m’attende Maria.
Come farò a guarire la mia pecorella zoppa.
Non fare il cattivo, Alberto ascolta il tuo cuore.
Rammenta se lo fai, verrai con me in paradiso.
Ti porterò nell’ideale presepe, sopra la mia capretta di nome Claretta. Ti faro correre nel vento che mite lambisce le fronde dei pini selvatici. Vedrai sarà bello, saremo felice, poiché la felicita mio caro, vive nell’atto puro in quella comprensione di sensi e impressioni.

Alberto nell’udire quei lamenti, si svegliava di colpo, correva a farsi una camomilla e continuava a ripetersi: Andate via non voglio ascoltare, non farò mai e poi mai il presepe. Quest’anno farò solo l’albero, ho deciso e ritornava a dormire. Ma una notte dopo che lui aveva passato, tutto il giorno a decorare l’albero di mini luci. Di notte nel bel mezzo del suo dolce riposo venne un fornaio e disse: orsù fai il bravo Alberto. Perché non fai anche questo anno il presepe. La gente ha fame, i pellegrini, debbo mangiare, sono stanchi del viaggio. Sé non fai la grotta del panettiere dove io cuocio il pane, cosa mangeranno i pellegrini ed i viandanti. Di li a poco sbucò anche la vecchina delle caldarroste e disse: Io ho raccolto questo sacco di castagne, con le mie mani sopra un monte aspro, per la gioia dei passanti, li ho cotte sopra la legna del pino, dolci caldarroste vendo per chiunque voglia assaporare lo scorrere del tempo dentro se stesso. In poco tempo vennero, tanti personaggi minori o maggiori ed anche vari venditori ambulanti si lamentarono nel dormire d’ Alberto.
Ci togli il pane dalla bocca a nostri figli sé non fai il presepe come vivremo noi. Questa è una ingiustizia. Il presepe ci rappresenta.
Non fate chiasso abbiamo capito il presepe è importante
ma io devo dormire.
Tu non puoi dormire, poiché questa è una protesta
Protestate pure, tanto io il presepe non lo faccio.
Guardate che stronzo.
Hai detto stronzo
Ho detto sogno o son desto
No hai detto stronzo.
Perché mi tormentate.
Perché il presepe è vita.
La ci sono tanti pastori, tutti felici di essere se stessi.
La pecorella fa Beeeh Beeeeh
La mucca fa Muuuu Muuuuuh
Ed il cane fa Bau bau, Bau
Ed io dico no, no, no. Andate via. Se no chiamo le guardie.

Alberto a queste lamentele nel suo dormiveglia si svegliava di colpo e correva in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Vogliono costringermi a fare il presepe. Ma io non lo farò mai e poi mai Quest’anno faccio solo l’albero. Fermo nella sua decisione. Capo tosta. Durante un pomeriggio freddo, mentre seduto sulla sua poltrona di stoffa marrone, leggeva un libro nel suo salotto sentì bussare alla porta. S’alzo ed andò ad aprire. Tutto ad un tratto con sua somma meraviglia vide davanti a sé i tre magi senza cammelli
Buongiorno gli dissero i tre magi.
Buongiorno rispose Alberto, cosa posso far per loro disse.
Lei è Alberto Natale
Si lo sono
Piacere Baldassarre, Gaspare e Melchiorre. Siamo i re Magi.
Si io sono la fata turchina
Ci somiglia molto. Piacere siamo i tre Magi
Va bene, cosa cercate qui, non ci sono sedie da aggiustare
Veramente noi siamo tre Magi in cerca di Alberto
Io sono Alberto
Ci fa entrare
Patente è libretto
Veramente siamo senza documenti
Questo è una casa onesta
Non siamo cattolici
Io un tantino protestante
Non mi dire, sei divenuto musulmano
Avevo pensato di esserlo, ma dato che quest’anno faccio solo l’albero, quindi sono un alberista.
Ecco, volevamo parlare proprio di questa questione
Si ma voi chi siete?
I tre Magi
Che mi venga un colpo.
Io mi chiamo Baldassarre, possiamo entrare, vorremmo parlare con te d’una annosa questione.
Va bene entrate. Un caffè?
Si, grazie risponde Melchiorre con due cucchiaini di zucchero.
A me piace molto dolce.
Facciamo presto, poiché di tempo ne è rimasto poco
Chi ha rubato il tempo
Non ho tempo per capire chi e stato. Andiamo avanti.
Si ma capire è importate
Tu parti?
Dove vado?
Noi veniamo dalla Turchia
Io sono stato giù allo scantinato a prendere una stella filante.
Che simpatico.
Ti darei un cazzotto in testa.
Tanto zucchero anche per me.
Baldassarre riprendendo il discorso interrotto.
Come sai, noi siamo degli ambasciatori, veniamo da tanto lontano vorremmo dirti a nome di tutti i re Magi riuniti di fare come ha sempre fatto il presepe per il bene di tutti. Lo sappiamo, non ha più fiducia nell’umanità. Vorresti fare solo l’albero ma ci pensi alle conseguenze del tuo atto scellerato, quante persone ne soffriranno, per non parlare della sacralità del fatto di per se intrinseco nella rappresentazione. Hai il coraggio di rifiutare una realtà che ha cambiato il corso della storia.
Dico questa è da denuncia penale.
Io, sono un libero cittadino
Tu sei prima di tutto un figlio di Dio.
Io sono un uomo libero
Non voglio allungarmi, oltre quello che penso sarebbe scellerato.
Ecco mi scivoli, sulla buccia di banana
Io cado, però ti trascino insieme a me
Ci vedremo in ospedale
Meglio in tribunale
Tu mi ferisci
Io t’ammonisco
Che scemenza
E una scemenza ritornare ad essere bambino, come lui.
Sentirsi innocenti più buoni non credi.
Alberto non è questo un buon messaggio?
Non so che dirti, mi prendi di contropiede, non pensavo
di far tanto male, non facendo il presepe.
Poi guarda, quanta strada ancora ci tocca fare.
Abbiamo dovuto deviare, allungare la marcia di tre giorni per venire a casa tua, dopo aver saputo del tuo rifiuto. Abbiamo con noi i regali a chi mai li daremo questo nostri umili doni.
Ma dai quest’anno fai a noi il più bel regalo mai fatto a noi.
Fai il presepe.
Si, ma se lo sa il governatore.
Il governatore è impegnato a governare.
Farai felice tanta gente, prepara il presepe
Ascolta il tuo animo vedrà ne rimarrai contento e quando giungerà l’epifania ci potremo rivedere, salutare, scambiarci qualche regalino non trova?
Non so, vedremo, non sono molto convinto, vedrò cosa posso fare adesso non prometto nulla, dovrò pensarci su.
Gaspare si fa avanti, l’abbraccia Alberto dice:
Il presepe è lo specchio della vita, caro amico.
Pensaci gli sussurra nell’orecchio prima d’andarsene.
Arrivederci caro, pensaci, non fare passare molto tempo
che Natale e assai vicino, grida Baldassarre. Andando via.
Non passò molto tempo, che sente di nuovo bussare alla sua porta. S’alza ed apre. Sull’uscio di casa vede un signore dalla lunga barba bianca con un grosso cappello in testa, buongiorno gli dice il vecchio.
Cercate qualcuno in particolare, risponde Alberto confuso.
Si disse il vecchio, cerco il signor Alberto Natale.
Sono io come posso esserti d’aiuto?
Prego, entra non rimanere sull’uscio una tazza di the?
No, grazie preferisco un buon caffè, un espresso napoletano.
Dunque caro Alberto vengo subito al sodo. Sono qui per capire perchè quest’anno ti ostini a non voler fare il presepe, qualcuno ti ha fatto un torto, ti ha mancato di rispetto?
Dimmi in quanto autorità natalizia posso provvedere a risolvere ogni cosa.
Mi sento confuso, perseguitato, da poco sono andati via
I tre magi. Ho provato a spiegare le mie personali ragioni.
Vedi non che io non voglio fare il presepe perché ho subito
un torto. Sento il bisogno di cambiare, vorrei sentire queste feste in modo diverso.
Solo l’albero cresce, germoglia dà alla fine i suoi frutti.
Come si suole dire l’albero è l’origine della vita
vederlo ornato di palline colorate di regalini appesi
m’intenerisce assai, io solo questo vorrei fare, nient’altro.
Comprendo, ma questo tua ostinazione, purtroppo ha causato un sacco di problemi nelle paese dei balocchi ed io ho dovuto scendere fin laggiù, scendere dalle cime dei monti innevati, mettermi il cappotto pesante e venir a parlar con te di questa storia a quattrocchi. Dopo che sono venuti a lamentarsi tutti i pastori, il vinaio, i soldati perfino erode che è un superbo di natura quando ha saputo che tu non volevi fare il presepe, pensa se messo a gridare. Per non parlare poi di Giuseppe che mi ha tanto commosso assai. Ha detto che era colpa sua. Che non ispirava più affetto, ed aveva il dubbio di non rappresentare più l’esempio del buon padre di famiglia.
Alberto per favore non arrechiamo, dispiacere a nessuno.
Fai il presepe t’aiuto io se hai pochi soldi,
domani te li mando tramite Gabriele, d’accordo?
Va beh come posso rifiutare una simile offerta.
Ma dimmi, chi sei?
Alberto mio, non mi hai riconosciuto io sono Babbo Natale.
Perdonami sé non ti ho riconosciuto, ti ricordavo più grasso.
Ho dovuto fare un po’ di dieta, invecchio anch’io, cosa vuoi fare me la consigliato il mio medico, causa la pressione. Sai le preoccupazioni etiche e politiche, lo stress dei preparativi, un po’ anche a dire il vero, debbo riguardarmi la salute.
Mi devi scusare sé per qualche ragione ti ho mancato di rispetto.
No, ci mancherebbe, cosa dici, ti perdono non aver paura
in questi giorni dobbiamo essere tutti più buoni.
Allora, caro Alberto mi raccomando, facciamo l’albero ed il presepe.
Uniamoli in unica rappresentazione. Fantastica.
Una rappresentazione irreale come il sogno che stiamo facendo.
Come il natale che è giunto con tanti contagi.
Non è il dolore ha cambiare la vita che noi speriamo…
Ma la volontà di essere migliori.
Sei certo di tanto amore.
Non posso essere babbo natale e la befana al qual tempo.
Cerco a modo mio di fare sorridere grandi e piccini.
E questo un buon passo.
Desiderare un domani migliore, libero da ogni male ed ogni contagio.
Certo attendiamo la nascita, seguendo la natura del nostro essere. Poi diritti verso sera ai piedi, sotto un cielo piena di stelle Attendiamo con animo sereno, questo evento che ci ricorda come in una misera grotta sia venuto alla luce l’innocenza, simbolo di vita nella presunta morte, immagine di ciò che noi tutti chiamiamo o definiamo nient’altro che amore.
Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Questo testo, durante la lettura, mi ha suscitato sentimenti opposti. Interessante è l'inizio, con la ricerca dell'albero, quasi da bambino, da parte del protagonista. Poi, c'è una successione di dialoghi coi Re Magi e con Babbo Natale. L'idea è carina, anche se guastano la lettura gli errori di battitura, come la mancanza o la presenza inopportuna degli accenti, la mancanza delle virgole e delle virgolette. Ciò che mi ha veramente toccato il cuore è il finale, che richiama ai veri valori del Natale e dell'umanità in genere, in un momento così particolare che stiamo vivendo. Quindi, con una revisione formale, questo può essere un buon racconto, profondo e attuale.
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MattyManf
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Messaggio da leggere da MattyManf »

Difficile scrivere questo commento.
Il racconto ha un sacco di idee valide e divertenti, come non apprezzare la citazione al film "Così parlò Bellavista" di DeCrescenzo?
Peccato per i moltissimi errori e refusi: questo testo MERITA una revisione attenta. Anche il modo in cui gestisci i dialoghi non mi convince molto, spesso non capisco quando parla il personaggio e quando
il narratore.

Mi dispiace che tu non possa rivedere il testo in questafase, perchè il tuo umorismo è davvero promettente. Ho molto apprezzato anche alcune frasi più articolate, ma riuscite.
Spero di rileggerti presto!
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

E' assai elaborato il tuo racconto, racchiude molti ragionamenti anche condivisi in quanto spazia tra molti personaggi e significati natalizi. La "morale" che contiene è certamente degna di nota. Ciò per dire che l'idea e certamente valida ma purtroppo ci sono non pochi errori e, forse, inutili dilungazioni. Se riesci a rivederlo un poco certamente migliorerà. A rileggerti
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Fausto Scatoli
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

non posso fare altro che conferare i precedenti commenti.
le idee ci sono e sono anche buone, ma la stesura del testo è completamente da rivedere.
ci sono parecchi errori e refusi, la punteggiatura va rivista, i dialoghi rivisitati.
insomma, l'idea di base è buona, ma viene espressa maluccio, ecco.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

Fausto Scatoli ha scritto: 15/12/2020, 20:53 non posso fare altro che confermare i precedenti commenti.
le idee ci sono e sono anche buone, ma la stesura del testo è completamente da rivedere.
ci sono parecchi errori e refusi, la punteggiatura va rivista, i dialoghi rivisitati.
insomma, l'idea di base è buona, ma viene espressa maluccio, ecco.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Messaggio da leggere da Simone_Non_é »

Un racconto che ho apprezzato maggiormente nel finale, ci sono diversi errorini di battitura ed i dialoghi secondo me non sono esposti nel modo migliore, spesso ho faticato a capire chi dicesse cosa. A fronte di ciò sono comunque riuscito ad apprezzare l'idea di base, buona scrittura
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