I doni
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Re: I doni
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Re: I doni
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Re: I doni
Ciao Marcello,Marcello Rizza ha scritto: ↑22/01/2021, 17:02 Ciao Selene. Entro a piè pari nel discorso sulla libertà di scrivere come ci piace e pare. Nello scrivere (è il mio e consueto difetto), siamo narcisisti. ci piace presentarci e fanculo gli altri, se ci capiscono ci capiscono. Filosoficamente sono d'accordo con te. Al nostro modo di esprimerci diamo una valenza, chiediamo una sofferenza per leggerci, pretendiamo una dedizione all'Io che ha bisogno del nutrimento esclusivo, dimenticando che siamo tanto preziosi quanto inutili. Nel mio percorso con una stronza (le voglio bene) di editor mi rendo conto che il non pretendere che chi ci legge debba indagarci per quanto siamo sottili sia importante. È vero che scriviamo per noi stessi ma poi ci proponiamo. E in quel contesto va trovata la quadra. Il mio voto al tuo racconto è stato 5 ma so che è un 5 dovuto alla affinità, alla "malinconia" di scrivere in un certo modo, ma è anche vero che i miei ultimi racconti "disciplinati" alla fine mi convincono e mi piacciono più di quelli "interiori". Credo sia importante la quadra: originalità e metodo, se si vuole comunicare. Se ci si vuole solamente esibire, trovare "l'anima gemella ", allora dobbiamo essere consapevoli che ci leggerà l'anima gemella e nessun altro perché siamo divulgatori di noia. Ok. Mi piace come scrivi, colgo tanto di quello che vuoi trasmettere. Ti sono gemello. Sono "uno". Alla fine raccogliamo, a livello di piacimento, il piacere unico di essere letti dal mondo. Come ti risponde il mondo? È una domanda che porgo a te perché me la porgo io come scribacchino.
trovo un pò complicato rispondere al tuo commento, perché ci sono davvero tanti aspetti che entrano in gioco e non vorrei neanche "esondare". Proverò a esprimere il mio pensiero, magari più chiaramente di come ho fatto in quello precedente con StefyP. Come ho detto a lei non me ne frego di ciò che gli altri pensano, leggo sempre tutti i commenti e cerco di ponderarli, anche in funzione di quanto "frequenti" siano. Sotto questo aspetto la media dà una buona indicazione di come un racconto viene accolto. Il fatto che tanti, quasi tutti, abbiano detto che il racconto è troppo pregno di domande non risposte, o aspetti misteriosi o non chiari, di certo non mi lascia indifferente. È un aspetto ricorrente, come ben ha espresso ad esempio Roberto Bonfanti nel suo commento, il fatto che "pretendo" molto da chi mi legge. Devo ammettere che io non me ne rendo affatto conto, forse perché scrivo troppo di getto, forse perché non aspetto un tempo sufficiente prima di proporlo qui nelle gare, forse, molto probabilmente, non ho gli strumenti (ora come ora) per poter fare altrimenti. Quando dico che non posso scrivere ciò che non mi piace va un pò al di là dell'aspetto filosofico-idealista; non posso perché non mi "viene", come non mi riesce naturale comportarmi, nella realtà, diversamente da ciò che sono, cosa che nella vita mi ha spesso portato a sbattere il muso diverse volte e a soffrire, forse anche inutilmente. Diciamo che il "come scrivo" e "come sono" corrono come due binari paralleli ed entrambi hanno bisogno di ancora tanto, moltissimo concime per maturare.
Quindi, non piaccio, o piaccio così così, ... ok, sicuramente non mi fa piacere e, come penso altri, quando ricevo un giudizio negativo mi ci vuole del tempo per digerirlo (e capire se sono d'accordo o meno), ma lo accetto e cerco di costruirci sopra. Dai primi racconti che ho pubblicato (e che sono anche bene o male i primi che ho scritto) ad ora ho sicuramente dato, inizialmente, molta più importanza alle critiche riguardo gli aspetti formali. Vedo che ultimamente ricevo molti meno consigli in tal senso e penso sia sintomo di una certa evoluzione.
Ritornando invece al fatto che "I doni" abbia troppe cose non spiegate, non so bene come comportarmi; se fosse ciò che è scritto che non è chiaro, potrei lavorarci sopra con molta più facilità. Potrei spiegare meglio dei passaggi o, svilupparne altri. Ma, se ho capito bene, non è questo il punto. In altri racconti, che ho pubblicato e riletto in seguito, vedo tante lacune che a mente calda erano per me invisibili. Ad esempio "La montagna di Odeena" è un gran casino e, se mai troverò la voglia (sono molto pigra e poco persistente), dovrò riscriverlo tutto (e ora i commenti ricevuti a quei tempi mi risultano molto più comprensibili).
Forse anche con questo racconto succederà la stessa cosa; il problema è che a me non sembra così criptico né incompleto, per lo meno al momento. Certo, si sa poco sia del protagonista, sia del popolo, sia del demone; a voler ridurre poi la faccenda all'osso succede anche relativamente poco e neanche niente di troppo originale. È che mi piace davvero poco dare tutte le spiegazioni del caso, credo che se provassi a modificarlo "spiegandolo" perderebbe il suo senso, che forse è più vicino a uno schizzo, a qualcosa di "visivo". Non nascondo che leggere le varie interpretazioni mi ha dato una grande soddisfazione e una sorta di "divertimento".
Concludendo non so se arriverò mai a grandi consensi, credo che mi manchino parecchi elementi fondamentali, innanzitutto una buona dose di cultura e conoscenze tecniche. Se la motivazione resterà alta forse riuscirò a svilupparle un pò... nel frattempo grazie per il tuo spunto di riflessione.
(Ho esondato, sorry)
I doni
Aggiungo che i commenti che ricevo sono tutti preziosi, soprattutto i più critici. Perché, se è vero come è vero che io non riuscirei a cambiare il mio modo di scrivere perché è quello che più mi è congeniale, è altrettanto vero che la voglia di evolvere e di far arrivare qualcosa a chi legge è umana.
Quando sono entrata qui mi sono subito resa conto che il livello di parecchi racconti e autori era molto alto, molto più alto rispetto al mio. Non avendo altri momenti di confronto ho colto quindi al volo l'occasione di mettermi in gioco e migliorarmi. Ma voglio continuare a farlo a modo mio, per come sono e per come scrivo.
Per fare un esempio: in un occasione un commentatore mi ha scritto che la vita è già faticosa di suo e doverci fare i conti anche in un racconto non era a lui congeniale, preferiva altro. Ma io non posso fare a meno di scrivere di questo anche se risultasse noioso alla gran parte dei lettori.
Per fortuna poi ci sono anche i commenti positivi
Scusatemi la divagazione,,,
Buona giornata
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Re: I doni
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Re: I doni
Re: I doni
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Re: I doni
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Re: I doni
Ciao ombretta, ti ringrazio! Frettolosa la parte distruttiva o quella proprio conclusiva? Contenta ti sia piaciuto
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Mi ha colpito il finale, tutto ciò in cui credeva non ha più valore, ed è un argomento di riflessione quante volte capitano nella vita situazioni del genere e ci si rende conto che si può fare affidamento solo sulle proprie forze. un ottimo racconto.
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Re: I doni
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Questo racconto narra anche di un cambiamento tragico, di uno stravolgimento, di un uomo che pur spogliato di tutto quello che aveva, la pace, la fede, i suoi simili, perfino il suo nome, si avvia a trovare una nuova strada.
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Re: I doni
La Gara 48 - Stelle
A cura di Marina Paolucci (con la supervisione di Lodovico Ferrari).
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La Gara 42 - Elogio della follia
A cura di Lodovico.
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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?
A cura di Alberto Tivoli.
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Human Takeaway
(english version)
What if we were cattles grazing for someone who needs a lot of of food? How would we feel if it had been us to be raised for the whole time waiting for the moment to be slaughtered? This is the spark that gives the authors a chance to talk about the human spirit, which can show at the same time great love and indiscriminate, ruthless selfishness. In this original parody of an alien invasion, we follow the short story of a couple bound by deep love, and of the tragic decision taken by the heads of state to face the invasion. Two apparently unconnected stories that will join in the end for the good of the human race. So, this is a story to be read in one gulp, with many ironic and paradoxical facets, a pinch of sadness and an ending that costed dearly to the two authors. (review by Cosimo Vitiello)
Authors: Massimo Baglione and Alessandro Napolitano.
Cover artist: Roberta Guardascione.
Translation from Italian: Carmelo Massimo Tidona.
Vedi ANTEPRIMA (494,48 KB scaricato 222 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
BReVI AUTORI - volume 3
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, SmilingRedSkeleton, Francesco Gallina, Laura Traverso, Umberto Pasqui, Patrizia Benetti, Luca Valmont, Alessandra Leonardi, Mirta D, Pasquale Aversano, Gabriella Pison, Alessio Del Debbio, Alberto Tivoli, Angela Catalini, Marco Vecchi, Roberta Eman, Michele Botton, Francesca Paolucci, Enrico Teodorani, Marco Bertoli, Fausto Scatoli, Massimo Tivoli, Laura Usai, Valentina Sfriso, Athos Ceppi, Francesca Santucci, Angela Di Salvo, Antonio Mattera, Daniela Zampolli, Annamaria Vernuccio, Giuseppe Patti, Dario Sbroggiò, Angelo Bindi, Giovanni Teresi, Marika Addolorata Carolla, Sonia Barsanti, Francesco Foddis, Debora Aprile, Alessandro Faustini, Martina Del Negro, Anita Veln, Alessandro Beriachetto, Vittorio Del Ponte.
Vedi ANTEPRIMA (215,03 KB scaricato 127 volte).
Intellinfinito
Questo libro è il seguito di "Un passo indietro". Come il primo, è autoconclusivo.
"Esistevano davvero, gli dèi. Ma non erano dèi. Non lo erano stati per un'oscura volontà divina, ma lo erano semplicemente diventati mediante un'accanita volontà terrena di sopravvivenza".
L'Evoluzione umana (e non) come non l'avete mai immaginata.
Un romanzo postumano e transumano che vi mostrerà un futuro che forse non tarderà a divenire.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.