Un'afosa giornata d'agosto
Un'afosa giornata d'agosto
Giovanna, come ogni mattina, si è alzata presto, ci sono mille cose da fare, in questo caldo mese d'agosto. L'estate è sempre stata la sua stagione preferita, ma da quando, questa maledetta malattia è entrata nella sua vita, il caldo la sfianca.
Esce seguita dal fedele Pongo, i campi intorno sono coperti da un sottile velo di nebbia, chi vive nella pianura Padana, sa, che ciò, sta ad indicare che la giornata sarà calda e afosa.
Claudio, da alcuni anni, suo compagno di vita, dorme ancora, mentre lei, si sente stanca, la notte non riposa, e come se non bastasse, oggi deve fare il turno del pomeriggio, ciò vuol dire, uscire di casa alle 13,30.
Per Giovanna, il lavoro, ha sempre avuto una parte importante nella sua vita, motivo di gratificazione e indipendenza economica. Ha sempre lavorato con piacere anche nei momenti difficili.
Le cose sono cambiate, da quando un medico ha pronunciato la parola 'parkinson'. Tutto è diventato più difficile, più faticoso, non solo per la malattia, ma anche per la cattiveria delle persone, questa è la cosa che più la ferisce.
In più di un'occasione è tornata dal lavoro avvilita, con gl'occhi rossi, le agevolazioni, di cui gode, vengono scambiate per privilegi, da qui piccoli dispetti, angherie.
Come quella volta che ha sorpreso, un collega scimmiottare il suo modo di camminare, non avrebbe mai pensato che ci fossero persone così crudeli.
Vorrebbe, in quei momenti, dire loro, quello che si meritano, il suo carattere mite e riservato, non glielo consente, la consola il fatto che mancano pochi mesi all'agognata pensione.
Claudio le prepara il pranzo, lei fa una doccia veloce, è bello avere una persona con cui condividere il quotidiano, anche se la convivenza non è sempre facile.
Dopo la separazione, Giovanna, ha vissuto per diversi anni sola, a dire il vero, proprio non ne voleva sapere di mettersi un uomo in casa, poi la solitudine, con i trascorrere degli anni, ha iniziato a pesare.
Dopo aver pranzato, dà un bacio a Claudio ed esce di malavoglia, oggi è una giornata no.
Il caldo è veramente insopportabile, non si vede anima viva, si sente solo il frinire delle cicale.
Si accorge di aver dimenticato l'auto al sole, vorrebbe imprecare, per questa sua dimenticanza, sale non riesce nemmeno a mettere le mai sul volante, ma non può aspettare, rischierebbe di arrivare in ritardo.
La strada, che la porta al lavoro, si snoda tra i campi, stretta e piena di curve, nemmeno in montagna ci sono tante curve.
Nonostante l'asfalto, sia stato fatto e rifatto, è pieno di buche, si deve guidare con attenzione. Oggi, però, la strada è deserta, per cui si può andare a zig zag, per evitare le pezze che rattoppano l'asfalto.
Un'auto la raggiunge veloce, le si mette ad un metro di distanza, vuole superarla, Giovanna non sopporta quando le stanno così vicino, d'istinto vorrebbe sfiorare il pedale del freno, quel tanto che basta per far accendere gli stop, come ha già fatto in passato.
Lascia perdere, accosta un po', l'auto sfreccia via veloce.
Guida con calma, e pensa, questa sarà una settimana pesante, tra il caldo e il responsabile del reparto, che le ha chiesto di fare un turno in più.
Sa benissimo che Giovanna ha problemi di salute, che per lei ore in più sono un problema, ma non perde occasione per metterla in difficoltà.
Non le perdona il fatto di averlo visto in effusioni con una collega, ed è convinto, a torto, che lei abbia riportato la cosa ai piani superiori.
Giovanna potrebbe rifiutarsi, ma vuole dimostrare a sè ed agli altri, che nonostante tutto, lei è in grado di fare il proprio lavoro.
All'improvviso, il suono insistente di un clacson, la distoglie dai suoi pensieri, guarda dallo specchietto, ha un attimo di smarrimento, non comprende da dove sia sbucata quell'auto, due minuti prima la strada era deserta.
Quell'auto è talmente vicina, da non riuscire a capire modello e marca.
Al volante un uomo sulla cinquantina, nel sedile a fianco, un altro più giovane, entrambi con cappellino, occhiali scuri e mascherina chirurgica sul volto. Suonano il clacson e gesticolano, come per chiederle di accostare.
Giovanna non accenna a fermarsi, loro, suonano e gesticolano con maggiore foga, lei si agita, non le sembra di aver urtato nulla, forse ha un problema all'auto, di cui non si è accorta, o sono loro ad essere in difficoltà.
Vista l'insistenza dei due, decide di fermarsi, ma non si sente tranquilla, c'è qualche cosa di inquietante in quei due.
Accosta, nel mentre, controlla che i finestrini siano chiusi e blocca dall'interno le portiere.
Non scende dall'auto, resta ferma, seduta, abbassa solo un po' il finestrino, quel tanto che basta, per eventualmente parlare con loro.
Giovanna guarda nello specchietto esterno vede l'uomo più giovane avvicinarsi e chiederle <Signora, mi scusi, non siamo del posto, potrebbe indicarmi la strada per Vittoria?>.
Quella richiesta le appare strana, se loro si trovano in quel punto e in quella direzione, debbono, per forza, essere passati da Vittoria, non c'è altra strada.
Lei inizia ad avere paura, guarda, d'istinto, lo specchietto interno, vede l'altro dietro la sua auto, gesticola al suo compare, come per dirgli vieni via. A quel punto lei ingrana la marcia, schiaccia l'acceleratore e sgommando scappa. Sempre dallo specchietto, vede che i due sono saliti, rapidamente, in auto fatto inversione e se ne sono andati.
In quel momento realizza ciò che, probabilmente, è accaduto, mentre uno la distraeva l'altro cercava di aprire l'auto, per rubarle la borsa.
Giovanna inizia a tremare, il cuore le batte a mille, le manca il respiro, il tutto viene amplificato dalla sua malattia. Un chilometro più avanti c'è una piccola frazione, si ferma, scende, le tremano troppo le gambe. Si appoggia all'auto e inizia a respirare profondamente, piano, piano la paura passa, e riprende il controllo di sè.
Risale in auto, veloce, non vuole arrivare in ritardo al lavoro, sul volto spunta un sorriso mentre pensa, nonostante tutto, Giovanna sei sveglia, li hai fregati!!!
Marinella Canepari
Ultima modifica di Canepari il 11/01/2021, 13:58, modificato 1 volta in totale.
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Ciao, Marinella, benvenuta.
Dal punto di vista formale il racconto presenta alcuni inconvenienti e altri punti di forza.
Ho notato una buona decisione nel gestire la voce narrante, qui un io narrante, che riesci a non confondere nei pensieri della protagonista o dell'autore. E poi sei riuscita a gestire i tempi verbali mantenendo il presente in tutto il testo.
Non va la punteggiatura e vi sono numerosi refusi, per cominciare dal titolo, perché non mettere un apostrofo a una?
"preferita ma" il ma, quando è una congiunzione avversativa come in questo caso, pretende una virgola prima.
" Claudio, suo compagno di vita da alcuni anni, dorme ancora
-beato lui!!-"
Perché non farlo dire all'io narrante beato lui? Altrimenti l'io narrante si troverebbe a dialogare con la protagonista. Se invece ritieni che sia un pensiero della protagonista dovresti cercare dei segni d'interpunzione diversi per delimitare il discorso diretto e i pensieri. Questo è un errore ricorrente.
"Giovanna si sente stanca, la notte dorme poco, oggi deve fare il turno del pomeriggio che vuol dire
uscire di casa alle 13,30" virgola dopo pomeriggio, il che vuol dire, punto dopo 13,30.
" -Pazienza- dice tra se -sono gli ultimi mesi di lavoro.-" il se vuole l'accento, sé. Ma se lo dice tra sé è un pensiero.
E via discorrendo, la punteggiatura lascia un po' a desiderare fino alla fine e vi sono parecchi refusi.
Oltre la forma, la sostanza. Il testo è semplice, non hai provato a complicarti la vita, narra un episodio di vita comune come sarà capitato a tanti di noi, soprattutto donne. Ma non vai oltre alla pura descrizione dei fatti, non scrivi di emozioni, sensazioni, sembri una cronista con uno sguardo distante, da spettatore, solo sul finale ti lasci andare a un leggero sollievo.
A rileggerti
Dal punto di vista formale il racconto presenta alcuni inconvenienti e altri punti di forza.
Ho notato una buona decisione nel gestire la voce narrante, qui un io narrante, che riesci a non confondere nei pensieri della protagonista o dell'autore. E poi sei riuscita a gestire i tempi verbali mantenendo il presente in tutto il testo.
Non va la punteggiatura e vi sono numerosi refusi, per cominciare dal titolo, perché non mettere un apostrofo a una?
"preferita ma" il ma, quando è una congiunzione avversativa come in questo caso, pretende una virgola prima.
" Claudio, suo compagno di vita da alcuni anni, dorme ancora
-beato lui!!-"
Perché non farlo dire all'io narrante beato lui? Altrimenti l'io narrante si troverebbe a dialogare con la protagonista. Se invece ritieni che sia un pensiero della protagonista dovresti cercare dei segni d'interpunzione diversi per delimitare il discorso diretto e i pensieri. Questo è un errore ricorrente.
"Giovanna si sente stanca, la notte dorme poco, oggi deve fare il turno del pomeriggio che vuol dire
uscire di casa alle 13,30" virgola dopo pomeriggio, il che vuol dire, punto dopo 13,30.
" -Pazienza- dice tra se -sono gli ultimi mesi di lavoro.-" il se vuole l'accento, sé. Ma se lo dice tra sé è un pensiero.
E via discorrendo, la punteggiatura lascia un po' a desiderare fino alla fine e vi sono parecchi refusi.
Oltre la forma, la sostanza. Il testo è semplice, non hai provato a complicarti la vita, narra un episodio di vita comune come sarà capitato a tanti di noi, soprattutto donne. Ma non vai oltre alla pura descrizione dei fatti, non scrivi di emozioni, sensazioni, sembri una cronista con uno sguardo distante, da spettatore, solo sul finale ti lasci andare a un leggero sollievo.
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Re: UNA AFOSA GIORNATA D'AGOSTO
grazie per i consigli, a dire il vero sono i primi racconti, cercherò di migliorare
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Un racconto semplice, sia come trama che come stile, scritto in forma tutto sommato corretta, ma con molti refusi e imprecisioni, come ti hanno già fatto notare.
Poi, se mi permetti, hai fatto più di un accenno alla malattia di Giovanna, al fatto che presto lascerà il lavoro; sembra un’informazione importante per l’economia del racconto, fa presagire che servirà a spiegare azioni e comportamenti della protagonista, invece non la ritroviamo nel resto della narrazione. Certo, va bene lasciare del lavoro alla fantasia del lettore, ma in questo caso, secondo me, avresti potuto sviluppare meglio questo aspetto.
A rileggerti.
Poi, se mi permetti, hai fatto più di un accenno alla malattia di Giovanna, al fatto che presto lascerà il lavoro; sembra un’informazione importante per l’economia del racconto, fa presagire che servirà a spiegare azioni e comportamenti della protagonista, invece non la ritroviamo nel resto della narrazione. Certo, va bene lasciare del lavoro alla fantasia del lettore, ma in questo caso, secondo me, avresti potuto sviluppare meglio questo aspetto.
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Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Re: Una afosa giornata d'agosto
penso di provare a riscriverlo, ripeto, non ho mai scritto, grazie farò tesoro dei vostri consigli
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Il racconto ha un linguaggio semplice e chiaro e il testo è scorrevole. Ci sono sicuramente degli errori di forma da correggere, come suggeriva Namio. A questo racconto manca un quid che lo faccia decollare. Nel finale, la protagonista dice a stessa di essere soddisfatta di essere "tosta" , quindi si potrebbe partire proprio da qui per sviluppare il rapporto in tal senso. Potresti approfondire l'aspetto della sua malattia, per dimostrare la forza della donna nelle varie situazioni, nonostante la sua malattia, perché altrimenti resta un episodio fine a se stesso.
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Ciao. Un racconto raccontato in prima persona. Come ti hanno fatto già notare ci sono delle imperfezioni che sono però facilmente risolvibili. Potresti ad ed mettere il pensiero della protagonista tra virgolette. Se intendi sfoltire taglia le parti non funzionali al racconto ( tipo la malattia di Giovanna) e prova ad inserire elementi che coinvolgano il lettore tipo: la paura della donna,il sudore che sente rigarle il viso ecc. A rileggerti.
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la storia in sé mi piace, è carina e ben strutturata.
lo sviluppo e la stesura no, sono da rivedere del tutto.
così come la punteggiatura, completamente da sistemare.
ci sono poi altri refusi come spazi mancanti o in surplus, minuscole al posto di maiuscole...
se lo sistemi come ti hanno suggerito ne esce una storiella davvero carina.
lo sviluppo e la stesura no, sono da rivedere del tutto.
così come la punteggiatura, completamente da sistemare.
ci sono poi altri refusi come spazi mancanti o in surplus, minuscole al posto di maiuscole...
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Il titolo è sempre il primo biglietto da visita e leggendolo provo a immaginare il resto del racconto. Non so perché ma mi aspettavo un racconto giallo e forse un pochino lo è. Tutto sommato è una storia carina e mi è piaciuta leggerla. Non posso darti suggerimenti perché sono esattamente nelle tue stesse condizioni: un neofita scrittore, ma un "brava" ci sta tutto.
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Re: Una afosa giornata d'agosto
Canepari, ho sostituito il testo originale qui da dove l'avevi pubblicato.
Re: Una afosa giornata d'agosto
Grazie, ci sarebbe anche il titolo da correggere
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Re: Una afosa giornata d'agosto
Se non erro, puoi farlo anche da te. Dovresti vedere un'iconcina a forma di matita, sulla destra del titolo in blu.Massimo Baglione ha scritto: ↑11/01/2021, 6:05 Canepari, ho sostituito il testo originale qui da dove l'avevi pubblicato.
Se non la vedi, dimmi quale dev'essere il titolo nuovo.
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Non so se sia voluto o meno, ma la punteggiatura "sbagliata" mi sembra ricalchi uno dei disturbi dati dal morbo di Parkinson, vale a dire i continui momenti di "blocco", il freezing. È vero, la trama è piuttosto semplice ma a me globalmente non è dispiaciuta, anche se coglierei l'occasione di seguire le indicazioni date da chi ha commentato prima di me. Simpatizzo con la protagonista quando dice di odiare i "tampinatori" in auto, anche io non li sopporto. Poi il finale è un pò una rivincita nei confronti dei malfattori, ma anche della malattia (nonostante i suoi problemi è riuscita a cavarsela con le proprie forze).
Re: Un'afosa giornata d'agosto
La punteggiatura sbagliata non è dovuta al parkinson, vedi Giovanna in realtà, sono io, da poco in pensione e cerco di riempire il tempo libero. Mi rendo conto che non ho le basi per scrivere, ci provo,
mi diverto
Grazie
Marinella
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Re: Un'afosa giornata d'agosto
Ok, come non detto...


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Re: Un'afosa giornata d'agosto
Ho visto che hai rimesso mano al racconto, ora funziona meglio, soprattutto dal punto di vista narrativo.
Rimane la punteggiatura da rivedere, basta sistemare meglio le virgole, ti faccio l’esempio delle prime righe: “Giovanna, come ogni mattina, si è alzata presto, ci sono mille cose da fare in questo caldo mese d'agosto. L'estate è sempre stata la sua stagione preferita ma, da quando questa maledetta malattia è entrata nella sua vita, il caldo la sfianca.
Esce seguita dal fedele Pongo, i campi intorno sono coperti da un sottile velo di nebbia, chi vive nella pianura Padana sa che ciò sta ad indicare che la giornata sarà calda e afosa.
Claudio, da alcuni anni suo compagno di vita, dorme ancora, mentre lei si sente stanca, la notte non riposa e, come se non bastasse, oggi deve fare il turno del pomeriggio, ciò vuol dire uscire di casa alle 13:30.”
Prova a rileggere e vedrai che suonano meglio.
Attenzione anche alle d eufoniche, nell’uso contemporaneo si mettono solo se seguite da una parola che inizia con la stessa vocale: “ed esce”, “e agli altri”.
Ultima cosa, sé si scrive con l’accento acuto.
Continua a divertirti Marinella, con un po’ d’esercizio la punteggiatura migliorerà, ti faccio i miei complimenti perché sei stata brava a revisionare il racconto rendendolo più scorrevole e interessante.
Rimane la punteggiatura da rivedere, basta sistemare meglio le virgole, ti faccio l’esempio delle prime righe: “Giovanna, come ogni mattina, si è alzata presto, ci sono mille cose da fare in questo caldo mese d'agosto. L'estate è sempre stata la sua stagione preferita ma, da quando questa maledetta malattia è entrata nella sua vita, il caldo la sfianca.
Esce seguita dal fedele Pongo, i campi intorno sono coperti da un sottile velo di nebbia, chi vive nella pianura Padana sa che ciò sta ad indicare che la giornata sarà calda e afosa.
Claudio, da alcuni anni suo compagno di vita, dorme ancora, mentre lei si sente stanca, la notte non riposa e, come se non bastasse, oggi deve fare il turno del pomeriggio, ciò vuol dire uscire di casa alle 13:30.”
Prova a rileggere e vedrai che suonano meglio.
Attenzione anche alle d eufoniche, nell’uso contemporaneo si mettono solo se seguite da una parola che inizia con la stessa vocale: “ed esce”, “e agli altri”.
Ultima cosa, sé si scrive con l’accento acuto.
Continua a divertirti Marinella, con un po’ d’esercizio la punteggiatura migliorerà, ti faccio i miei complimenti perché sei stata brava a revisionare il racconto rendendolo più scorrevole e interessante.
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Re: Un'afosa giornata d'agosto
Grazie, consigli sempre graditi
Vedi nella mia malattia oltre alle medicine, è importate tenere allenati i muscoli e il cervello.
Voglio rivedere anche le cose che avevo già scritto
Marinella
Vedi nella mia malattia oltre alle medicine, è importate tenere allenati i muscoli e il cervello.
Voglio rivedere anche le cose che avevo già scritto
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La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
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Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
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Kriminal.e - racconti gialli evoluti
Kriminal.e è una raccolta di testi gialli "evoluti", che contengono cioè elementi tecnologici legati all'elettronica moderna.
Copertina di Diego Capani.
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Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.
Copertina di Diego Capani.
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Contiene opere di: Tullio Aragona, Nunzio Campanelli, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Emanuele Finardi, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Francesca Paolucci, Umberto Pasqui, Antonella Pighin, Alessandro Renna, Enrico Teodorani.