La battaglia - vegani contro tutti

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2021.

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Sondaggio concluso il 20/06/2021, 1:00

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Athosg
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La battaglia - vegani contro tutti

Messaggio da leggere da Athosg »

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In una giornata piovosa Giobbe era fermo al semaforo in attesa del verde. Mentre il pensiero inseguiva il sole nascosto dietro le nuvole, all'improvviso un colpo secco, rimbombante in tutto l'abitacolo, lo riportò alla realtà cupa della giornata.
Vide una mano strisciare sul parabrezza, come a disegnare strani ghirigori. Emise un sospiro di rassegnazione e si piegò verso il portaoggetti. Da lì prese un salame e lo picchiò con forza contro il vetro. La mano subito si bloccò, i polpastrelli grattarono come un polpo il vetro per poi richiudersi in un pugno. Un ultimo colpo e via.
Una donna sulla quarantina si allontanava saltellante, urlando parolacce. Una biondina dai capelli stopposi, pallido ricordo di una bellezza fiorita avvelenatasi ai pozzi delle ideologie. L'occhiata strabica lanciata di sghimbescio rivelava uno stato d'animo esaltato.
La conosceva di vista, era una vegana che da qualche tempo sostava vicino all'incrocio per attaccare i conducenti delle auto, rei di non spegnere il motore al semaforo rosso. Da qualche mese un folto gruppo vegano aveva iniziato una guerriglia verso buona parte della popolazione di Pisellonia, una ricca e benestante cittadina della pianura di Padania.
Le voci circolanti dicevano che a capo di questo gruppo ci fosse un'amazzone bionda di nome Aria. La loro filosofia era un mix d'ideali ambientalisti e credenze popolari, una decina di dogmi che propugnavano la lotta per l'inquinamento e il consumo di carne animale, prendendo a prestito le più disparate teorie negazioniste. Nelle ultime settimane l'ideale di purezza aveva raggiunto livelli parossistici, e la recrudescenza del pensiero portava gli adepti a isolarsi dalla vita sociale, per poi attaccare le varie zone della città che reputavano malate.
Appena rientrato a casa, trovò Giuseppina in reggiseno che stava scegliendo una camicetta dall'armadio. Era tutta rossa in viso, e appena lo vide sbottò.
"Non ne posso più di questi vegani. Ero al Caffè Lozza e bevevo un bicchiere di latte. È arrivato uno di loro, mi si è parato davanti e si è alzato la maglietta. È rimasto a petto nudo e sopra ci aveva tatuato LOTTA SEMPRE! Uno schifo!"
"Ccccc… " imprecò Giobbe "anch'io oggi ne ho incontrata una. Ho tirato fuori il salame e la spavalda se n'è fuggita ululando."
"Ti è andata bene, con me questo ha cominciato a dire che bevevo latte animale, che era un sacrilegio perché le mucche erano sfruttate. Mi veniva quasi da ridere, ma ho cercato di metterla sul piano del dialogo, conoscendo le problematiche relative allo sfruttamento di questi animali. A un certo punto il tipo si è trovato senza argomenti e ha fatto per andarsene, ma proprio sulla porta si è fermato, si è girato e mi ha tirato un uovo, qui, proprio sulle tette."
Giobbe rise nervoso. "E per forza, è da lì che esce il latte!"
"Fanculo, vorrei vedere te. Il salame non mi stava nella borsetta e allora l'ho lasciato a casa. Oggi mi compro una borsa grande, ci metto non uno ma due salami. Ho visto in Corso Como un banchetto che vendeva salami da passeggio. Mi proteggerò con quelli."

Era venerdì pomeriggio e i due ragazzi tornarono al lavoro per l'ultima fatica prima del fine settimana. Il tempo volgeva al bello e nel weekend avevano progettato di andare al mare.
La sera Giobbe ricevette la telefonata di Francesco, un amico di lunga data. Era un ragazzone di trentacinque anni che aveva abiurato la dieta vegana. Un omone di più di 80 kg, 20 dei quali accumulati negli ultimi quattro anni, da quando aveva cominciato ad avere un'alimentazione completa.
Era stato un passaggio chiave della sua vita e, come spesso accade, avvenne per amore. Aveva conosciuto Eva, una dolce ragazza figlia del macellaio del paese. Passava ore e ore a casa della fidanzata nei momenti liberi, e vai oggi e vai domani, le sue granitiche certezze cominciarono a traballare davanti ai manicaretti che gli preparava la suocera. Intingoli al brasato, ossi buchi con piselli e tanti altri piatti della cucina locale finivano sulla tavola imbandita.
In poco più di tre mesi il ragazzo passò dalle tristi pietanze vegane, alle enormi bistecche sanguinolente della signora Marisa, facendo a fine pasto la scarpetta sul sangue rappreso nel piatto. Gli amici del gruppo lo vedevano come un anticristo, non riuscendo a capire il senso di questa conversione. Lo scopo di quella telefonata era per informarlo della sagra gastronomica che si sarebbe tenuta la settimana successiva. Era il quinto anno che la rassegna aveva luogo, e ogni edizione era sempre più affollata di gente.
"La stiamo preparando ben bene. Abbiamo già alzato le palizzate intorno all'arena ristorante, crediamo di raggiungere una capienza di 300 posti. Ho preso contatto con le migliori aziende, arriverà il prosciutto da Langhirano, la coppa da Piacenza, il lardo da Colonnata e dal Trentino uno speck che fa rabbrividire tanto è buono. Come carne alla griglia ci saranno braciole e fiorentine. Contorni patate e verdura, chissà mai che arrivino dei vegetariani" lo informò Francesco.
"Magari i tuoi ex accoliti!" gli fece eco Giobbe. "Sembra tutto buono e tu sei un grande organizzatore, su questo sono tranquillo. Lo sono un po' meno sul resto, non vorrei assistere a qualcosa di spiacevole, tipo assalti di protesta di qualche esaltato" continuò sempre più dubbioso.
"Stiamo preparando tutto per bene. Sulle palizzate abbiamo messo 142 salami, mi sembra un buon deterrente, e due guardie gireranno intorno al campo a controllare i movimenti delle persone. Inoltre sono in contatto con il servizio segreto anti-vegano e al momento non ho segnalazioni particolari" lo rassicurò Francesco.
"Sì, però recentemente si è saputo che tanti uomini del servizio facevano il doppio gioco. Ormai si parla apertamente di servizi segreti deviati, pericolosi come quelli degli anni settanta. E qui non ci sono solo soldi o potere, c'è in ballo l'Idea, questo mix esaltato di pulizia, rispetto e amore. Anche la famiglia è ormai rappresentata in una forma autarchica e i giovani sono sempre più attratti da queste forme di chiusura. Francesco, te lo dico sinceramente, sono un po' preoccupato per te. Oggi a Giuseppina un tizio ha fatto delle storie perché stava bevendo un bicchiere di latte, e alla fine le ha tirato un uovo, capisci?" insistette Giobbe.
"Comunque un tavolo per te sarà sempre pronto, chiamami il giorno prima se decidi di venire. Ok? Ciao miscredente" lo salutò Francesco
"Ok, ti chiamo settimana prossima."
Giuseppina al termine della telefonata lo guardò di sottecchi. Lui la zittì con un gesto della mano, ci avrebbe pensato più avanti.

Il giorno dopo andarono al mare per un tranquillo week end. Evitarono sagre e altre manifestazioni all'aperto, perché volevano stare tranquilli e non avere intralci alla loro libertà.
La domenica sera fecero ritorno a Pisellonia. Stanchi e coloriti in viso trovarono una sgradita sorpresa vicino a casa. Sul muro di una fabbrica una mano infelice aveva scritto a vernice rossa: VEGAN FREE e MORIRETE CON GLI ANIMALI UCCISI.
Sgomento, Giobbe fermò la macchina e scese a guardare. La vernice colava sul muro, come un vero e proprio marchio che lascia dietro di se il senso delle sue missive. Il disegno di una carota e una sigla, FIGA, che interpretò essere l'acronimo di Fronte Intercontinentale Genesi Animale, completava l'opera.
Giobbe e Giuseppina si guardarono e cominciarono a ridere.
"Ma come si fa a mettere una sigla così! Lo conoscono l'italiano?" Giobbe arretrava continuando a ridere, mentre Giuseppina era piegata su se stessa. I due ragazzi guardarono al cielo, alzando le mani esclamando all'unisono "Oh Signur, oh Signur".
Furono comportamenti che non passarono inosservati. Nell'oscurità quattro figure li stavano esaminando. Erano quattro vegani, tre smilzi e una ragazza molto imponente dall'aria battagliera.
"Che c'è da ridere, idioti?" parlò per prima la cicciona.
"Ridevamo per l'acronimo, sembra fatto apposta. Mi sembra, oltre che comico, un po' volgare" gli rispose Giobbe cercando di mantenere il sangue freddo.
"Guardate, non voglio fare polemiche, non sono un gran consumatore di carne, rispetto la natura, più passa il tempo e più ne ho bisogno, ma fossi in voi terrei un atteggiamento più permissivo, rispettando le altre persone" continuò avvicinandosi alla portiera dell'auto.
"Sì, dite così e poi non rispettate nulla, né la natura né gli animali. Bastardi" inveì la ragazza. Indossava una gonna larga gialla e una maglietta strettissima che non riusciva a celare i capezzoli aguzzi come i chiodi di verdoniana memoria.
"Senti amica, non siamo nemici. Siamo persone tranquille" intervenne Giuseppina.
Il clima si era fatto pesante, quasi irreale. Giobbe capì che doveva agire in fretta. Fulmineamente entrò in macchina, da sotto il sedile prese un salame e lo presentò in faccia ai quattro. Sorpresi e nauseati, lo guardarono in cagnesco, e se ne andarono a gambe levate.
"Giobbe hai visto cosa aveva in fronte la ragazza? Sembrava un capezzolo."
"Era proprio un capezzolo. Proprio oggi ho letto un articolo che spiegava che la nuova moda consiste nel farsi impiantare in fronte un capezzolo di vitellina. Ormai i tatuaggi li fanno solo i sessantenni."
"Dio mio. E dove lo trovano questo capezzolo? Dal macellaio?"
"Sinceramente non lo so. È una buona domanda" rispose Giobbe con un sorriso pensieroso.
"Prevedo una settimana movimentata. Non so se avvisare Francesco" disse mentre riponeva il salame.
"No, lascia stare, è un ragazzo avveduto, i servizi e le guardie dovrebbero circoscrivere il problema."
"Ok, torniamo a casa che è già tardi" disse Giobbe non prima di essersi fatto un'altra risata guardando la firma del movimento.

La settimana iniziò senza particolari scossoni, e gli abitanti di Pisellonia cominciavano a frequentare la festa. Il mercoledì Giobbe chiamò Francesco per informarsi su come stesse andando l'evento. Non fece cenno dello strano incontro con i membri del FIGA, per non creare un inutile nervosismo. Tutto però stava andando bene e il ragazzo era molto contento. Gli prenotò un tavolo per il venerdì successivo.

Quella sera arrivarono alle otto spaccate. L'accampamento si stava preparando alla cena, l'aria era mite e si prospettava una serata piacevole.
Parcheggiarono la macchina lontano dalla festa, poiché già molta gente affollava gli stand. Una grande palizzata circondava l'area; una guardia era d'avamposto all'entrata, mentre l'altra girava intorno al perimetro. I salami, infilzati in ordine millimetrico, fungevano da deterrente a eventuali attacchi.
Entrarono e subito videro Francesco che correva loro incontro con il sorriso più bello che potesse esibire. Nel suo grembiule bianco con strisce azzurre sembrava più giovane della sua età. Alto e atletico faceva una gran figura.
Li accompagnò al tavolo apparecchiato con il menu in bella evidenza. Sapevano già cosa avrebbero ordinato: antipasto misto e poi una braciola ai ferri con patate arrosto. Vino rosso a volontà.
Ogni tanto Giobbe guardava verso l'entrata e tutto sembrava tranquillo nonostante gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Fu servito l'antipasto, composto di affettati freschi e nostrani, cipolline, carciofi e il famoso speck del Trentino che si scioglieva in bocca. Giuseppina mangiava con molto appetito e il vino scorreva nella gola che era un'autentica goduria. Entrambi mostrarono il pollice alzato a Francesco, che sorrise a sua volta.

Una canzone del Liga faceva da sottofondo al cicaleccio di mille parole, quando al tavolo vicino ai ragazzi improvvisamente piombò un uovo. L'attenzione fu destata prima dal rumore secco del guscio che si spezzava e poi più morbido, prolungato, del liquido che si spargeva sul tavolo. I commensali si guardarono stupiti. Qualcuno abbozzò un commento neanche tanto articolato al cospetto di un fatto così singolare.
Giobbe capì subito che c'era qualche problema.
Passarono pochi secondi e l'allegria si tramutò in un cieco trambusto. Una quarantina di vegani varcò la porta, cominciando a girare per i tavoli gridando "miscredenti" e "hasta la verdura". Rompevano direttamente le uova sulla testa della gente. Il sipario era tolto e un piccolo girone infernale si presentava sotto gli occhi di tutti. I commensali, superata la prima sorpresa, cominciarono a scappare inseguiti dall'orda di pazzi urlanti, mentre qualcuno cominciava ad accennare una reazione, imbastendo dei corpo a corpo.
I bambini, vedendo i grandi in un atteggiamento mai visto, ridevano come se si trovassero nel migliore dei luna park.
La battaglia infuriava e con essa la sporcizia che si spandeva su tutto il prato. Vino, birra, avanzi di carne amalgamati da un impasto di uova, erano diventati un tappeto reale. Tavoli e sedie erano rovesciati da persone che lanciavano al cielo urla belluine, inseguendosi senza freni inibitori.
Giuseppina era stata colpita da due uova, uno in faccia e l'altro dietro il collo, e non sapeva più se ridere o piangere. Giobbe era fuori di sé, cercava con gli occhi Francesco, ma non lo trovava. Continuava a osservare il campo di battaglia, dove i vegani stavano perdendo l'iniziale vantaggio del primo attacco. Ora i cosiddetti carnivori si stavano ribellando, coalizzandosi l'un l'altro andavano quattro alla volta a prendere ogni vegano. Ed erano botte su botte fino a farli strisciare nell'orrida melma che copriva il terreno. Questo però era un vantaggio parziale, perché a loro volta le reazioni dei vegani erano imprevedibili e fior di teste cotonate di signore eleganti erano violate e impiastrate da tutto lo schifo possibile.
A un certo punto un urlo sovrumano si stese sul campo di battaglia. La cicciona! Giobbe la guardò esterrefatto mentre l'amazzone richiamava dall'esterno un battaglione composto di una trentina di ragazze equipaggiate con fucili sparauova. Erano di produzione vietnamita su licenza cinese e potevano spararne una dozzina in venti secondi.
Come marines, le amazzoni si gettavano a terra per evitare la contraerea dei carnivori, e sparavano ad alzo zero. Terminate le munizioni si combatteva a mani nude. Anche i ragazzini cominciarono a partecipare con azioni di disturbo, in soccorso delle madri in difficoltà, urlanti, isteriche e sfatte.
Finalmente Giobbe vide Francesco davanti alla cucina insieme alla cicciona. Come due generali sembravano stessero trattando un armistizio. O qualche tipo di resa. Giobbe scattò correndo verso di loro con la camicia e i pantaloni sporchi e i capelli unti.
Non poteva sopportare l'incursione dei movimentisti del FIGA, si sentiva in dovere di risolvere la questione.
"Ma siete impazziti? Checcazzzo volete fare, massa d'imbecilli?" apostrofò malamente la generalessa.
Il suo amico fu felice di vederlo arrivare in suo soccorso, mentre la ragazza lo guardò con sguardo arrogante.
"Voi non rispettate le regole, siete dei primitivi e dovete smetterla di mangiare la carne. Solo la verdura ti può elevare al livello superiore, dobbiamo essere come le piume, trasportate dal vento" filosofeggiò la femmina alfa.
"Una piuma? Ma che dici? Tu, trasportata dal vento? Ci vuole un TIR per te, un trasporto eccezionale." Le urlò, tirando fuori il salame per piazzarglielo davanti agli occhi. La cicciona cominciò schifata a indietreggiare, ma Giobbe la fermò e le chiese:
"Qual è il tuo nome?"
"Aria."
"Bene Aria, ferma i tuoi soldati che devo farti una proposta" la incalzò.
"Non mi fido di te" replicò Aria.
"Fidati!", replicò a suo volta Giobbe, urlando.
In quel momento un'amazzone magrissima si avvicinò alla cucina. Teneva un uovo in mano e con tutta forza lo tirò verso Giobbe. Lui la riconobbe subito come la donna del semaforo. L'uovo, lanciato con precisione, colpì Giobbe sulla fronte con un colpo secco ma non si ruppe. Un destino complice fece sì che l'impatto avvenne nell'unico punto infrangibile, una specie di tallone d'Achille al contrario. Salì un paio di metri e ridiscese giù, nella provvida mano di Giobbe che lo raccolse.
Aria rimase esterrefatta nel vedere la scena, un arcano sortilegio fece riaffiorare le credenze secolari di pipponi mitologici.
Anche buona parte dell'esercito vegano vide la scena e improvvisamente si fermò. Il Messia si era materializzato davanti a tutti.
Ieratico come un eremita, Giobbe fece un cenno all'amazzone Aria.
"ooohhhhhhhaaa" urlò la generalessa, e come d'incanto tutti si fermarono. Tutta l'area era un campo di battaglia, bottiglie rotte, piatti rovesciati, uova esplose a migliaia. Le persone si guardarono stupite mentre si ripulivano i vestiti con le mani unte. Solo i bambini continuarono a sguazzare nella loro zona giochi, diventata ormai un putrido laghetto di liquami.
I movimentisti erano sparsi per tutta l'area, silenziosi e guardinghi.

Giobbe prese la parola. La sua voce era profonda e il suo sguardo trapassava i corpi.
"Basta, credo sia venuto il momento di dire basta! Stop a queste inutili contrapposizioni, o tra qualche tempo ci scanneremo non con le uova ma con le mannaie. Non mangeremo più animali non per una libera scelta ma perché la lotta si sarà estesa tra gli esseri umani."
Non volava una mosca.
"Popolo vegano, io non sono con voi e non sono contro di voi. Io sono sopra tutte le cose. Dobbiamo cercare un dialogo, una via d'uscita giusta ed equilibrata. La vita civile deve riprendere il suo corso a Pisellonia. Prendo l'impegno che lunedì ci incontreremo per discutere e trovare un'intesa. Ho già in mente qualche idea che spero possa piacere a tutti. Sarà un decalogo sull'alimentazione, dove cercheremo di trovare i giusti compromessi.
Ora però, ripeto basta! I bambini e gli anziani ci stanno guardando, e noi dobbiamo essere di esempio per i primi e di aiuto e sostegno per i secondi."
Il mormorio iniziale, dapprima sommesso, salì d'intensità sino ad arrivare a un'autentica ovazione.
Francesco lo guardava stupito mentre Aria già sembrava un'adepta. Anche il capezzolo in fronte vibrava d'energia positiva.
Giobbe riprese la parola.
"Le notizie di quanto successo stanno girando per tutta la nazione. Pare che il noto giornalista Bruno Moto abbia già inviato una troupe. Diamo il buon esempio. Propongo come facevano gli indiani di fumare il calumet della pace. Siccome però ci sono tanti bambini e anziani che non fumano, propongo… "
Ormai la folla era eccitata. La battaglia di pochi minuti prima era già dimenticata.
"EH EH ALÈ EH EH ALE EH EH ALÈ" urlavano tutti i guerrieri.
Francesco passò a Giobbe un biglietto, dov'era scritta la lista degli ingredienti di una ricetta.
Giobbe lesse il biglietto e gli rispose di rimando con un occhiolino, riponendo il foglio in tasca.
"Propongo l'antica formula di tarallucci e vino, naturalmente per i bambini coca cola."
"SIIIIIII SIIIIIII SIIIIIII" esplose la distesa di teste imbrattate con una sola voce. Anche i movimentisti si erano uniti ai cori e Aria sembrava più bella mentre faceva amicizia con Giuseppina.

Francesco si era attivato in modo superbo, prendendo contatto con tutti i ristoratori pugliesi della città. Un enorme piatto, contenente trenta chili di tarallucci, fu sistemato vicino all'area dei bambini. Furono portate le sedie per gli anziani, e la gente cominciò a mangiare e bere con gusto. La comunità, pur con i vestiti sporchi e strappati, si stava conoscendo con il cuore senza paura, scambiandosi opinioni sulle differenze di credo in fatto di alimentazione.

Giobbe avvicinò l'amico e con un sorriso gli sussurrò: "La verità deve sempre mimetizzarsi per ottenere il suo scopo."
"Grazie di tutto Giobbe, questi tarallucci allo speck e formaggio sono il nostro calumet della pace" gli rispose Francesco mentre lo stringeva in un fraterno abbraccio.
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Ishramit
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Messaggio da leggere da Ishramit »

Non lo sanno i vegani che se si spegne la macchina al semaforo poi per farla ripartire si consuma di più? :D
Ottimo comunque, molto divertente, anche se talvolta il ricorso così spinto al grottesco sembra innecessario. Mi ha ricordato i racconti di Philip Dick con il suo gusto del surreale e del paradossale accostato a problemi politici contingenti, che si portano alle estreme conseguenze per evidenziarne elementi che altrimenti potrebbero essere trascurati.
Il modo di sciogliersi della situazione problematica tuttavia non è affatto americano e tutto italiano, cosa che ho apprezzato perché potenzia l'aspetto paradossale di tutta la vicenda.
Un limite è - soprattutto all'inizio - la poca naturalità dei dialoghi: si percepisce che i personaggi dicono quelle cose e parlano in quel modo per dare informazioni al lettore, si potrebbe sfumare un po' di più questo aspetto.
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Messaggio da leggere da Fausto Scatoli »

scritto davvero bene, senza refusi o errori, scivola tranquillo nonostante la lunghezza.
ora, personalmente non ho nulla contro i vegetariani, anzi, li rispetto.
non sopporto i vegani perché i pochi (per fortuna) che conosco sono davvero cattivi e violenti, senza rispetto per il pensiero altrui. integralisti, per capirci.
la storia è simpatica e divertente e tutto sommato la realtà non è lontanissima, le descrizioni visive sono ottime.
indipendentemente dall'idea di ognuno, il racconto merita un buon voto.
l'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
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Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Racconto divertente e paradossale solo in apparenza: i talebani sono ovunque, basta girare l'angolo (o abbassare la mascherina). Comunque, per la prossima sagra del taralluccio finto vegano, appuntamento nel ridente paesino confinante con Pisellonia: Sclerate sul Serio.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Mi spiace ma proprio il tuo "divertente" racconto non mi è piaciuto per nulla. Intanto fai una grande confusione sui vegani, mescoli tutto (pertanto ti consiglio di documentarti...). Non c'entrano niente i vegani con gli ambientalisti fermi ai semafori a fare i cretini. Già, perché il comportamento da te descritto, nei confronti di chi ha deciso di cibarsi senza che nel piatto ci sia una "sanguinolenta" bistecca, è da schiocchi, a dir poco; quindi con la tua "spassosa" descrizione sui vegani sei proprio fuori strada. Personalmente, la violenza che addebiti alla categoria l'ho sempre riscontrata nei mangiatori di cadaveri. Già infischiarsene della sofferenza degli animali sacrificati nei macelli per soddisfare il proprio palato a me pare una violenza e un'arroganza. Però, capisco anche bene il tuo punto di vista, che è quello dei più. E poi capisco anche che avrai voluto fare lo spiritoso su di una categoria lontana dalle tue corde. Si avvicina Pasqua, già... Agnello di Dio (agnellini di pochi mesi...) Orrore!
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Laura Traverso ha scritto: 22/03/2021, 18:55 Mi spiace ma proprio il tuo "divertente" racconto non mi è piaciuto per nulla. Intanto fai una grande confusione sui vegani, mescoli tutto (pertanto ti consiglio di documentarti… ). Non c'entrano niente i vegani con gli ambientalisti fermi ai semafori a fare i cretini. Già, perché il comportamento da te descritto, nei confronti di chi ha deciso di cibarsi senza che nel piatto ci sia una "sanguinolenta" bistecca, è da schiocchi, a dir poco; quindi con la tua "spassosa" descrizione sui vegani sei proprio fuori strada. Personalmente, la violenza che addebiti alla categoria l'ho sempre riscontrata nei mangiatori di cadaveri. Già infischiarsene della sofferenza degli animali sacrificati nei macelli per soddisfare il proprio palato a me pare una violenza e un'arroganza. Però, capisco anche bene il tuo punto di vista, che è quello dei più. E poi capisco anche che avrai voluto fare lo spiritoso su di una categoria lontana dalle tue corde. Si avvicina Pasqua, già… Agnello di Dio (agnellini di pochi mesi… ) Orrore!
Laura..no no..ti prego..non agitarti. Il mio racconto è forse leggermente sopra le righe nel tentativo di descrivere quel bisogno di appartenenza che sfocia nel fanatismo. Vivaddio riuscissi a scrivere un racconto veramente disturbante! Mi sono tornate alla mente le polemiche di qualche anno fa e ci ho lavorato sopra. Non è un trattato sulle abitudini alimentari.

P.S. è rimasto ancora qualche taralluccio. Lo mangeremo virtualmente ;-)
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Re: La battaglia - vegani contro tutti

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Laura Traverso. Non sto commentando ancora i racconti perché voglio capire quale sia lo spessore complessivo della rassegna, per non assegnare gratuitamente voti alti o bassi fino a quando non avrò dei parametri. A me questo racconto ha un pò divertito e un po' infastidito. Come altri racconti in altre rassegne, anche fuori da qui. La mia scelta, che non d Ve essere la tua, è di "uscire*" dall'ideologia e di cogliere il valore di una opera per come viene condotta. Leggo il Mein Kampf e lo scambio epistolare tra Marx e Engels con lo stesso distacco scientifico. E di un valore alle opere senza pregiudizi. Poi scelgo, ma questo ben prima di leggerli. Questo è un racconto che vuol fare divertire. Tutto qui. Va preso, e valutato, per quello che è. Quando avrò letto molti altri racconti, e avrò una media del valore di tutti i racconti, per onestà intellettuale, li commenterò e voterò. Ma non mi farò condizionare dal mio "credo". Questa è una rassegna letteraria, e non politica o sociale o ideologica. 🤗
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Athosg ha scritto: 22/03/2021, 21:17 Laura..no no..ti prego..non agitarti. Il mio racconto è forse leggermente sopra le righe nel tentativo di descrivere quel bisogno di appartenenza che sfocia nel fanatismo. Vivaddio riuscissi a scrivere un racconto veramente disturbante! Mi sono tornate alla mente le polemiche di qualche anno fa e ci ho lavorato sopra. Non è un trattato sulle abitudini alimentari.

P.S. è rimasto ancora qualche taralluccio. Lo mangeremo virtualmente ;-)
Carissimo Taraluccino, ma no che non mi agito, ci vuol altro...In merito al racconto ho già detto, e aggiungo, per darti risposta, che se volevi parlare di fanatismo di esempi ce ne erano a iosa, senza fare un minestrone tra vegani strani e ambientalisti tarati. Ma poi su, non è disturbante il tuo racconto, come avrai visto sono tutte ottime votazioni quelle che hai ricevuto (a parte la mia). Ma è logico, non c'è da meravigliarsi, fai parte dei più... Ciaooooooooo
Marcello Rizza
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Ho visto quel "1". Un uno di intolleranza. Un uno da fanatici al semaforo. Un 1 di chiusura mentale. Un 1 punitivo. Un uno fascista. Un commento violento, dalla finta moderazione che non è giunta. Propongo, quando dovessero rilevarsi posizioni ideologiche anziché artistiche, di cancellare la votazione.
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A mio modo di vedere il commento ci sta e anche il voto.
Poi ognuno giudica l'opera e il commento relativo. Se andiamo ad sviscerare la motivazione di ogni voto troveremmo mille appigli per criticare un giudizio.
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Massimo Baglione
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Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Marcello Rizza ha scritto: 24/03/2021, 20:03 Ho visto quel "1". Un uno di intolleranza. Un uno da fanatici al semaforo. Un 1 di chiusura mentale. Un 1 punitivo. Un uno fascista. Un commento violento, dalla finta moderazione che non è giunta.
Stai esagerando.
Al di là del succo della contestazione, non ti puoi permettere di parlare così di qualcuno che ha esposto la propria opinione e il proprio giudizio apertamente e senza maschere per commentare un tuo testo.
Propongo, quando dovessero rilevarsi posizioni ideologiche anziché artistiche, di cancellare la votazione.
...e con questa censura, stando alle tua parole sopra, diventeremmo anche noi parte del problema.
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Marcello Rizza
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Massimo Baglione ha scritto: 25/03/2021, 5:54 Stai esagerando.
Al di là del succo della contestazione, non ti puoi permettere di parlare così di qualcuno che ha esposto la propria opinione e il proprio giudizio apertamente e senza maschere per commentare un tuo testo.


...e con questa censura, stando alle tua parole sopra, diventeremmo anche noi parte del problema.
Prendo atto e chiedo scusa anche a chi ha punito un racconto a mio parere con presupposti sbagliati in un contesto letterario. Peraltro, da un punto di vista puramente ideologico, sono sensibile all'argomento. Ricordo bene di aver dato 5 a un racconto sulla vivisezione nel precedente concorso. Dico solo che questo è un contesto dove non può essere punito un racconto con pochi errori, con una corretta esposizione e con una propria originalità perché da fastidio l'argomento. Piuttosto ci si dovrebbe astenere dal voto e chiarire, con meno aggressività, perché non ci si sente sereni a votare un racconto. Forse avrei dovuto scrivere solo questo. Mi ha infastidito l'aria di superiorità morale contro chiunque intesa come massa. Ma so di essere andato oltre le righe e sarò più attento.
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Re: La battaglia - vegani contro tutti

Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Però, Massimo, questo non è un mio testo. È il principio, è "la punizione" su presupposti errati in un contesto letterario che ho voluto rimarcare, anche se il racconto non è mio. Questo contesto mi ha intristito e penso di saltare la rassegna primaverile perché deluso. Ma credo che per rispetto all'autore, perché ci si concentri sul suo lavoro che gli avrà comportato impegno, debba interrompere la querelle. Tornerò qui, eventualmente, per parlare solamente del racconto. Ancora chiedo scusa. Per me finisce qui questo argomento.
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Massimo Baglione
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Re: La battaglia - vegani contro tutti

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Roberto Virdo' ha scritto: 25/03/2021, 10:03... pretendo la promozione a WebMaster in seconda.
Sei ancora un pischello. Devi farne di strada, ragazzino... :smt030
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Messaggio da leggere da M.perrella »

Già il nome del paese, Pisellonia, introduce nell'atmosfera del racconto, dando l'idea di una storia dall'impronta satirica, rafforzata man mano che si va avanti nella lettura dove le situazioni vengono portate all'estremo. Le tensioni aumentano in un crescendo fino all'esplosione e allo scioglimento finale.
C'è una Premessa implicita, un nucleo intorno al quale ruota la trama e una coerenza interna.
Equilibrio fra descrizione e creazione di scene con dialoghi.
Personaggi ben caratterizzati.
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Messaggio da leggere da Roberto »

Ciao, trovo il racconto grottesco al punto giusto, sebbene forse un po' stiracchiato. Surreale, ma ammissibile l'accostamento dei vegani ai vampiri che fuggono alla vista del crocifisso (del salame, in questo caso). Interessante, ma forse un po'... troppo.
Un caro saluto,
Roberto.
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Un racconto ironico che in modo scherzoso mostra le esagerazioni di alcuni vegani nel sostenere l'ideologia in cui credono. quello che fa riflettere in questo racconto è che ogni cosa portata all'eccesso può risultare fastidiosa sia che venga dai vegani, sia anche dai loro avversari, mangiatori di carni. Forse il giusto sta in equilibrio tra le due parti in fondo siano onnivori.
Racconto interessante.
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Cavolo! Tutto si potrà dire di questa storia, tra il grottesco e il surreale, tranne che non abbia il manifesto potere di suscitare interesse e conseguenti discussioni. Riguardo alla posizione ideologica vegano-carnivoro, non capisco davvero come si voglia rinunciare ad essere sanamente onnivori, in nome di una effettivamente crudele macellazione seriale di agnellini, quando occorrerebbe piuttosto, per una società più umana, difendere, prima, i diritti di altre categorie (non solo di animali, ma , soprattutto, di esseri umani). Detto questo, a me il racconto è piaciuto molto. L'ho già votato, col punteggio più alto.
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Il racconto è divertente e mi ha fatto sorridere. L'ho letto tutto d'un fiato. Ritengo che un po' di sano senso dell'umorismo aiuti a stemperare alcune convinzioni alle volte troppo radicate e radicali. Detto questo è innegabile che il consumo di carne abbia un impatto ambientale notevole (soprattutto considerando che ci avviamo alla soglia degli 8 miliardi di abitanti di cui una buona parte costituita da nuovi ricchi che fino a ieri di carne ne mangiavano davvero poca). Unica cosa che non mi torna molto nel racconto è il fatto che proprio i vegani utilizzino le uova come munizioni, mi sarei aspettato che tirassero delle carote o delle rape...
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Stefyp
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Messaggio da leggere da Stefyp »

Bel racconto, che ha messo in risalto quanto spesso i vegani siano i peggiori promotori di sé stessi. Tutti presi a farci intendere quanto sia doveroso rispettare i diritti degli animali si dimenticano (non tutti, ovviamente) di rispettare le idee e le convinzioni degli esseri umani che non la pensano come loro. Io sono onnivora (anche se di carne non ne mangio molta e quella che consumo la vado a cercare in fattorie certificate), ma seguo con interesse parecchi canali e siti di cucina vegana che trovo originali, innovativi e creativi. Ho scoperto che si può godere e molto anche, mangiando verdura e quant'altro sapientemente accostati. Questo è un modo sano di convincere chi come me non è, e forse non sarà mai, vegana.
Tornando al racconto: mi è piaciuto e ho trovato ben calibrato il grottesco e il surreale che hai usato. Voto alto
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Frank Malick, attempato sergente della polizia di Chicago, posto finalmente di fronte alle conseguenze d'una sua mancanza commessa molti anni prima, intraprende un viaggio fino in Nuovo Messico alla ricerca di qualcosa a metà tra il perdono delle persone che aveva fatto soffrire e la speranza di un'improbabile redenzione.
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Contiene opere di: Concita Imperatrice, M. C, Gianni Veggi, 1 s3mpl1c3 nud1sta, Paolo De Andreis, nwMario Stallone, Leonardo Rosso, Iconat, Sergio Bartolacelli, Donatella Ariotti, nwFranca Riso, Lodovico Ferrari, Goldchair60, nwEmanuele Cinelli, nwVittoria Tomasi, Simone Pasini, nwAnna Rita Foschini, Matteone, Galiano Rossi, Franca Mercadante, Massimo Lanari, Francesco Paolo Catanzaro, Francesco Guagliardo, Giacobsi, nwBayron, nwMarina Paolucci, Guglielmo A. Ferrando, Stefano Bozzato, Marco Murara, Francesca Miori, Lorenzo Moimare, Vincenzo Barone, Rupert Mantovani, nwDomenico Ciccarelli, Siman, Roberto Gianolio, nwFrancesco Marcone, utente anonimo, nwJole Gallo, Giovanni Altieri, nwDaniela Zampolli, Robi Nood, Mauro Sighicelli, Lucica Talianu, nwGiovanni Minutello, Naturizia, Serena Carnemolla, Carla Bessi.

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