Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2021.

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Marcello Rizza
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Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Gildo non avvertiva più lo scandire del tempo. Il presente e il passato si armonizzavano in Kairos, nella cristallizzazione dell'attimo infinito, e per questo non aveva età. Il ritmo del pensiero lo faceva battere dal cuore metronomo, e se l'estetica della ragione va ad attingere da quell'organo, è lì che prende forma e vita l'anima.

Seduto su quella panchina, arredo del giardino tagliato di fresco, nell'agostana quiete, con i sensi sperimentava la natura e con la mente libera codificava e amplificava quell'esperienza sensoriale. Seguì il viaggio di un calabrone ronzante tra i boccioli e a ogni fiore a cui giungeva l'insetto dava il nome: Barbara, Jlenia, Alessandro, Vanda, Raffaella, Giovanna, Noemi, Claudia, Andrea, Itala. Erano nomi di persone care, che meritavano la dedica di un fiore, anche se non ricordava quando e perché quelle persone fossero state belle, quale tipo di percorso avessero condiviso quando lui aveva vissuto il tempo. Colse lo zampettìo di un inarcante millepiedi, certo che calzasse tutte scarpe da tip tap, e ne seguì il sincopato ritmo. Vide gli alberi lontani, ne udì scorrere la linfa e stillare la profumata resina sulle cortecce, ne colse la dilatazione vitale nella formazione dei nuovi anelli. Inquieti pettirossi cinguettavano e volavano incrociandosi su traiettorie brevi e precise.

Il vento lo soccorse, raccolse ronzii e calpestii, cinguettii e scricchiolii, e nel refolo li organizzò come strumenti musicali per concertare un flamenco, un sussulto a ballare. Per altri sarebbe stato impossibile ricavare una melodia da quei brusii. Gli altri fanno la limonata col limone, ma a lui piaceva prepararla con le fragole, la cioccolata e, era il suo ingrediente segreto, la pasta dentifricia.
Qualcuno lo vide pesantemente alzarsi dalla panchina, dimentico del bastone da appoggio, e avrebbero giurato che di lì a poco, con quei movimenti strani e quel passeggio involuto, sarebbe cascato a terra. Gildo si sentiva leggerissimo e forte mentre, come un Hidalgo di Cervantes, distratto dal fronteggiare greggi di pecore e assorto dalla bramata Dulcinea, stringendo a sé una nuvola, volteggiava al ritmo del suono andaluso. Come a Don Chisciotte, gli pareva di udire voci dispettose e malvagie che però destrutturava per togliergli potere, per addomesticarle e assimilarle agli altri suoni che orchestravano l'iberico canto. Nulla e nessuno l'avrebbe distolto da quella danza elegante e maschia, perché la nuvola gli sussurrava di continuare a stringerla nel ballo, che per lui si sarebbe fatta amante, e anche se non capiva più cosa volesse dire "amante", tutto ciò lo eccitava.

Si avvicinò una donna magra, asciugata da una vita dedicata al servizio, sui cinquant'anni, vestita con un camice bianco odoroso di lavanda. I capelli corvini erano raccolti a crocchia, quel mattino come ogni mattina dopo aver preso i voti, prima della liturgia della terza ora, prima che spuntasse l'alba. Impertinenti ciocche, che nelle ore trascorse a faccende si erano liberate, facevano capolino da sotto una candida cuffia. Con una piccola borsa di tela bianca, dove teneva i segreti rimedi ereditati dalle consorelle anziane, si muoveva in sicurezza, graziosa nei comportamenti e autorevole nel contesto in cui si trovava.

Raccolse il bastone da appoggio dell'uomo e porgendoglielo gli si rivolse:

- Gildo… Gildo… la stavamo cercando. Non si affanni che fa caldo. È l'ora dell'iniezione.

Ma lui continuò a ballare con la sua creatura di cielo, con la sua Dulcinea dall'incarnato lattiginoso, incurante del richiamo. Nulla e nessuno l'avrebbe distolto da quella danza elegante e maschia.

La donna, sorridendo su chissà quale fantasia stesse vivendo il buon Gildo, pescò dalla borsa una caramella incartata di giallo. Gliela porse dolcemente, lo sguardo affettuoso e intrigante, sicura nella persuasione del suo gesto. La nuvola amante di colpo sparì, i piedi si quietarono, il corpo si protese verso la donna, con la mano aperta. Raccolse il dono di quell'angelo, scartò la caramella e la mise in bocca succhiandola. Distratto, con calma e a braccetto, mentre la donna gli chiedeva di quella danza e di quella fantasia, si fece accompagnare verso la struttura in stile coloniale che l'ospitava. Gildo non l'ascoltava e assaporava felice la caramella al limone che sapeva di fragole, cioccolata e pasta dentifricia.
Ultima modifica di Marcello Rizza il 28/09/2021, 9:05, modificato 1 volta in totale.
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Alberto Marcolli
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commento : Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Alcune benevole precisazioni da uomo di campagna:
I calabroni sono pericolosi. Perché non li fai diventare delle api?
I pettirossi sono uccellini solitari. Se ne entra un altro nel loro territorio, si azzuffano. Certo non s’incrociano come se niente fosse.

Come il solito mi metti in difficoltà, dovendo dividermi tra la soddisfazione di una scrittura impeccabile e Gildo, il protagonista, che si muove su binari a me inconsueti, ma che comunque dovrò anch’io considerare prima o poi.
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Commento a Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Testo impeccabile. Il tuo primo racconto in prosa, con le modifiche che l'esperienza ti ha suggerito. Farai contenta la tua insegnante. Il testo, come del resto, secondo il mio parere, anche Nocturnalia estremamente diverso, mi è piaciuto assai. Per l'argomento e per la forma. Un piccolo refuso a parte, l'ho trovato, davvero, molto curato. Hai belle e vivaci idee. Ti dilunghi e ti viene naturale scrivere a fiumi? Fa parte del tuo talento e della tua natura. Scrivi per piacere a molti o lo fai perché ne senti l'esigenza? Non voglio fare la maestrina dalla penna rossa ma hai il tuo stile, invidiabile. Sulla poesia, poi, faremo un discorso a parte. Questo sito mi stupisce per la bravura degli iscritti! Complimenti.
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Ishramit
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Magistrale. Sta tutto in perfetta armonia (salvo forse qualche metafora un po' temeraria ma non abbastanza da disturbare davvero), la musicalità del testo rispecchia molto bene la scena, la fanza, anche la rivelazione finale si inserisce senza alcuna nota d'arresto, proprio come l'esperienza di Gildo non subisce disturbo. Davvero molto bello.
Marcello Rizza
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Re: commento : Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Alberto Marcolli ha scritto: 25/09/2021, 14:06 Alcune benevole precisazioni da uomo di campagna:
I calabroni sono pericolosi. Perché non li fai diventare delle api?
I pettirossi sono uccellini solitari. Se ne entra un altro nel loro territorio, si azzuffano. Certo non s’incrociano come se niente fosse.

Come il solito mi metti in difficoltà, dovendo dividermi tra la soddisfazione di una scrittura impeccabile e Gildo, il protagonista, che si muove su binari a me inconsueti, ma che comunque dovrò anch’io considerare prima o poi.
Voto 4
Ciao Alberto. Da racconto a racconto ci conosciamo meglio. Felice, veramente, di metterti in difficoltà. Soprattutto con questo brano, il primo che scrissi sei o sette anni fa quando cominciai un corso di scrittura creativa. È un brano in cui non credevo molto, e infatti non lo rileggevo da molto tempo. Quando, mi sembra ieri, per caso l'ho riletto ho pensato che forse non era così male. Lo trovo un poco ingenuo, ma forse è carino proprio perché ingenuo. Infine, è probabile che le mie tematiche non siano propriamente nelle tue corde, ma alla fine mi premi con buoni voti, che forse non merito. Dimostrazione di apertura mentale e onestà intellettuale, scevra da competizione. Grazie.
Marcello Rizza
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Re: Commento a Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Eleonora2 ha scritto: 25/09/2021, 18:42 Testo impeccabile. Il tuo primo racconto in prosa, con le modifiche che l'esperienza ti ha suggerito. Farai contenta la tua insegnante. Il testo, come del resto, secondo il mio parere, anche Nocturnalia estremamente diverso, mi è piaciuto assai. Per l'argomento e per la forma. Un piccolo refuso a parte, l'ho trovato, davvero, molto curato. Hai belle e vivaci idee. Ti dilunghi e ti viene naturale scrivere a fiumi? Fa parte del tuo talento e della tua natura. Scrivi per piacere a molti o lo fai perché ne senti l'esigenza? Non voglio fare la maestrina dalla penna rossa ma hai il tuo stile, invidiabile. Sulla poesia, poi, faremo un discorso a parte. Questo sito mi stupisce per la bravura degli iscritti! Complimenti.
Ciao Eleonora. Prendo atto, con sincera ammirazione, che nel valutare un racconto, in questo caso il mio, fai "ricerca". Il tuo commento nasce dalle note che ho aggiunto nella sezione "racconti" di questo sito, ciò significa che non ti sei accontentata di leggere qui il racconto ma che hai voluto approfondirne la conoscenza. Sarò sincero, non avevo mai pensato a questa opportunità, ma mi hai appena insegnato qualcosa di nuovo e certamente farò così anche io, quando mi imbatterò in lavori validi e che meritano l'approfondimento. Per quanto mi chiedi, ti risponderò volentieri in MP per non far poi sembrare questo spazio in una chat. Ma le tue domande meritano comunque una risposta. Lascia stare, ti prego, la poesia. Quelle "cose" che ho pubblicato erano esperimenti giovanili, di circa 30 - 35 anni fa, e mi chiedo ancora perché le abbia pubblicate. Ti ringrazio per le parole generose che fanno da corollario al tuo commento sul mio racconto. Concludo confermando la validità di alcuni scrittori in erba che frequentano questo sito e che hanno potenzialità letterarie notevoli. A presto, a leggere i tuoi racconti.
Stefano M.
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Re: Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Linguaggio decisamente aulico, davvero degno di una grande poesia. Appunto, una poesia. Inserirlo in una narrazione la trovo una scelta un po’ azzardata perché personalmente, dal basso della mia ignoranza, ho faticato non poco a interpretarlo, andando quindi a perdere un po’ il filo della narrazione che poi, rileggendo, è davvero interessante e originale. Vista la competenza e le grandi capacità di scrittura, però, non posso scendere sotto il 4!
RobertoBecattini
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Re: Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

Messaggio da leggere da RobertoBecattini »

beh per un attimo ho pensato che Gildo fosse Terry Gilliam fra qualche anno, e il fatto che lo richiami è cosa bella. È una tenera descrizione di una mente che non funziona più come la società vuole, è libera dal tempo. Inevitabile il paragone col Don Chisciotte, il più famoso dei visionari, forse non importava. Non è il zampettio ma lo zampettìo. A parte questo fa venire quasi voglia di assaggiare fragole e cioccolato con la pasta dentifricia )
RobediKarta
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Re: Commento

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Ishramit ha scritto: 26/09/2021, 11:53 Magistrale. Sta tutto in perfetta armonia (salvo forse qualche metafora un po' temeraria ma non abbastanza da disturbare davvero), la musicalità del testo rispecchia molto bene la scena, la fanza, anche la rivelazione finale si inserisce senza alcuna nota d'arresto, proprio come l'esperienza di Gildo non subisce disturbo. Davvero molto bello.
Wow! Che bel commento! E ti conosco sincero, per come ti ho letto nella precedente gara. Commenti come questo tuo incoraggiano la scrittura. Poi, è anche probabile, visto il tuo lavoro nel precedente concorso che dimostra una spiccata sensibilità pedagogica, che l'argomento sia nelle tue corde. A altri lettori, questo racconto, probabilmente non darà le stesse e favorevoli sensazioni. E ci sta. Grazie! Spero di leggerti presto qui in concorso, visto che il precedente l'hai vinto senza problemi. Solo una precisazione, cosa è la "fanza"?
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Ishramit
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Re: Commento

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Marcello Rizza ha scritto: 28/09/2021, 9:19 Wow! Che bel commento! E ti conosco sincero, per come ti ho letto nella precedente gara. Commenti come questo tuo incoraggiano la scrittura. Poi, è anche probabile, visto il tuo lavoro nel precedente concorso che dimostra una spiccata sensibilità pedagogica, che l'argomento sia nelle tue corde. A altri lettori, questo racconto, probabilmente non darà le stesse e favorevoli sensazioni. E ci sta. Grazie! Spero di leggerti presto qui in concorso, visto che il precedente l'hai vinto senza problemi. Solo una precisazione, cosa è la "fanza"?
Beh sì credo che risponda bene alla mia sensibilità, magari con chi viene da altri vissuti non avrà lo stesso effetto, però ciò non toglie che sia comunque un racconto di qualità 🙂 Fanza è refuso di danza 😅
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Ciao Marcello, avevo già commentato questo tuo bel racconto una volta che avevo "fatto passare in rassegna" le tue opere. La mia opinione non cambia, lo trovo davvero molto bello e poetico, ha un'alta carica sensoriale, mi ha trasportato in un ballo sognante. A me che non piace particolarmente ballare, tranne che in determinate condizioni.
Come, mi sembra, ti avevo detto trovo bello immaginare che non sempre il perdere il filo con la realtà porta a vissuti spiacevoli.

Due cose:

"Nulla e nessuno l'avrebbe distolto da quella danza elegante e maschia", mi viene il dubbio: non dovrebbe essere nulla e nessuno l'avrebbero? Adesso sono in confusione, più ci penso e meno capisco come vada scritto.

Seconda cosa: usi due volte l'aggettivo "maschio", essendo un termine così particolare mi sembra troppo ripeterlo.

Sarà scontato ma per me è un 5.
Roberto
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Re: Fragole, cioccolata e pasta dentifricia

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Ciao, testo sintatticamente perfetto (a mio modesto avviso). Rimango un po' perplesso per quel che riguarda la vicenda, che mi sembra poco originale e che non è riuscita a coinvolgermi. Se mi devo esprimere darei un ottimo giudizio al testo, ma uno non molto buono sulla trama.
Un cordiale saluto
Roberto.
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Roberto ha scritto: 28/09/2021, 19:40 Ciao, testo sintatticamente perfetto (a mio modesto avviso). Rimango un po' perplesso per quel che riguarda la vicenda, che mi sembra poco originale e che non è riuscita a coinvolgermi. Se mi devo esprimere darei un ottimo giudizio al testo, ma uno non molto buono sulla trama.
Un cordiale saluto
Roberto.
Buonasera Roberto. Probabilmente non è uso alle regole del concorso. Le consiglio di specificare nel titolo del suo commento "Commento" altrimenti non viene preso in considerazione per l'ammissione al concorso. Nel merito della sua gradita recensione risponderò nell'ordine dei commenti già ricevuti. Sono già, purtroppo, in ritardo a rispondere alle cortesi persone che mi hanno letto e commentato.
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Roberto Bonfanti
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Gildo è ormai un folletto, in sintonia con la natura, ghiotto di accostamenti sensoriali arditi e di reminiscenze cavalleresche.
Testo poetico, malinconico nei sottintesi, scrittura evocativa che esorcizza la malattia della senilità.
Poche cose che cambierei e che ti hanno già detto.
Leggo che è il primo racconto che hai scritto, complimenti!
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Lucia De Falco
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Messaggio da leggere da Lucia De Falco »

Sicuramente il testo è apprezzabile, perché affronta una tematica importante con delicatezza e in modo poetico, grazie all' accostamento del protagonista al mondo della natura, alla sua danza e soprattutto grazie al linguaggio, poetico, solo un po' oscuro, soprattutto all'inizio. Ottimo lavoro.
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Un linguaggio molto aulico per denotare i voli pindarici del protagonista, perso tra ricordi, suggestioni naturalistiche e letterarie. Peccato che un'infermiera lo richiami alla realtà, anche se sotto forma di caramella. C'è solo da augurarsi che la RSA in cui si trova non sia in Lombardia, altrimenti il soggiorno del povero Gildo sarà piuttosto breve.
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Marcello Rizza
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Messaggio da leggere da Marcello Rizza »

Stefano M. ha scritto: 27/09/2021, 11:08 Linguaggio decisamente aulico, davvero degno di una grande poesia. Appunto, una poesia. Inserirlo in una narrazione la trovo una scelta un po’ azzardata perché personalmente, dal basso della mia ignoranza, ho faticato non poco a interpretarlo, andando quindi a perdere un po’ il filo della narrazione che poi, rileggendo, è davvero interessante e originale. Vista la competenza e le grandi capacità di scrittura, però, non posso scendere sotto il 4!
Un caro amico, che ci legge e tace, mi rimprovera sempre di indugiare nella scrittura con un piglio troppo alto. Mi chiede di "downgroundare" i miei testi. Ci provo, credimi, ma la realtà è che non sono capace di scrivere diversamente, e quindi non sono capace di scrivere bene. Quando si fatica a giungere al lettore, li hai perso e perderò spesso. Però sono camaleontico. In un testo posso esprimere il lato poetico, in un altro quello cinico (il mio preferito), in un altro ancora l'aspetto filosofico, o quello umano (anche quello mi piace assai). So di affaticare il lettore, ciò nonostante hai premiato generosamente il mio racconto. Ti ringrazio e...a leggerci.
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RobertoBecattini ha scritto: 27/09/2021, 14:01 beh per un attimo ho pensato che Gildo fosse Terry Gilliam fra qualche anno, e il fatto che lo richiami è cosa bella. È una tenera descrizione di una mente che non funziona più come la società vuole, è libera dal tempo. Inevitabile il paragone col Don Chisciotte, il più famoso dei visionari, forse non importava. Non è il zampettio ma lo zampettìo. A parte questo fa venire quasi voglia di assaggiare fragole e cioccolato con la pasta dentifricia )
Quando capiterà di incontrarci ti farò volentieri assaggiare fragole e cioccolata con la pasta dentifricia. Ho accolto il tuo consiglio e ho modificato il testo. Vado in internet a scoprire chi sia Terry Gilliam. Grazie per avermi letto e commentato.
Marcello Rizza
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Selene Barblan ha scritto: 28/09/2021, 19:06 Ciao Marcello, avevo già commentato questo tuo bel racconto una volta che avevo "fatto passare in rassegna" le tue opere. La mia opinione non cambia, lo trovo davvero molto bello e poetico, ha un'alta carica sensoriale, mi ha trasportato in un ballo sognante. A me che non piace particolarmente ballare, tranne che in determinate condizioni.
Come, mi sembra, ti avevo detto trovo bello immaginare che non sempre il perdere il filo con la realtà porta a vissuti spiacevoli.

Due cose:

"Nulla e nessuno l'avrebbe distolto da quella danza elegante e maschia", mi viene il dubbio: non dovrebbe essere nulla e nessuno l'avrebbero? Adesso sono in confusione, più ci penso e meno capisco come vada scritto.

Seconda cosa: usi due volte l'aggettivo "maschio", essendo un termine così particolare mi sembra troppo ripeterlo.

Sarà scontato ma per me è un 5.
Ciao Selene. Come sempre, sei generosa. Penso ci accomuni un certo genere di scrittura che giunge al lettore col contagocce. Con la tua prima domanda sei riuscita a a farmi andare in confusione anche te, e te ne ringrazio. Con la seconda, in realtà la ripetizione è voluta. Ma va considerata nell'interezza della frase, tutta ripetuta. Il mio intento è quello di forzare, di mostrare come nella mente ormai persa di una persona, una convinzione così forte possa facilmente essere smontata da...una caramella. Grazie per esserci sempre a farmi compagnia.
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

E' questo il secondo racconto che leggo nella "Gara d'autunno". Devo dire di trovarvi delle analogie con il precedente che ho letto: entrambi sono molto belli e poetici. La storia narrata su Gildo è, immagino, comune ai più che vivono in attesa della fine in strutture per anziani. Sei stato capace di descrivere al meglio le sensazioni e i ricordi del protagonista, interrotte dall'arrivo dell'infermiera gentile. Una sola cosa avrei cambiato, l'ingrediente finale della sua "limonata". Non ho ben capito, infatti, se era la sua memoria, ormai compromessa, a fargli aggiungere la pasta dentifricia o se davvero quella fosse stata la sua reale ricetta nel passato. Perché devo dire che proprio no, la pasta dentifricia no, non la posso davvero immaginare aggiunta al gradevole sciroppo. A parte il dettaglio, minimo, la mia è una valutazione alta per il tuo buon lavoro.
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Un racconto su cui è per me difficile emettere una sentenza. Parto dall'incipit, che in modo impeccabile hai staccato dal resto del testo, perché si tratta di una riflessione dell'autore. Una riflessione che introduce e, in qualche modo, fa in modo che il testo successivo venga inquadrato in un certo modo. Meravigliosa lingua il greco, ricca e precisa, cosicché il termine kairos è intraducible in italiano se non ricorrendo a lunghe perifrasi precedute da altrettanto lunghe spiegazioni. Non sono proprio sicuro che quella cristallizzazione dell'attimo infinito renda il termine. A ogni modo, per l'autore Gildo, a causa dell'età, viveva il kairos e non il kronos. Avrei scritto: il ritmo del pensiero assecondava le pulsazioni del cuore metronomo o il ritmo del pensiero si sviluppava (succedeva) secondo le...
Particolare e sentito dunque l'incipit, che dà un verso a tutto il resto. Che è ben scritto, forse già visto il tema, coinvolgente e termina con quella magnifica chiusa che dà vita al titolo.
Un racconto breve da maestro.
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Messaggio da leggere da Giovangal »

Testo dalla prosa poetica, molto accattivante, il tema è di indubbia e ricorrente attualità, la trama semplice, uno spaccato di vita in una residenza protetta, discretamente delineati con delicatezza i due protagonisti, la scena raccontata appare molto vivida.
Giovanni p
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Messaggio da leggere da Giovanni p »

Secondo me c'è tanta umanità e tanta tenerezza in un racconto come questo dove Gildo si riesce ad immaginarlo benissimo. Il testo è scritto bene, forse un po' troppo breve visto che la storia è interessante e si legge bene. Sulla lunghezza non è una critica, mi sarebbe piaciuto leggere di più visto che è scritto bene.
Egidio
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Messaggio da leggere da Egidio »

Si tratta della descrizione di un momento della giornata di Gildo, un ospite di una struttura per anziani. La resa poetica c'è, anche se lo stile aulico toglie qualcosa. Anch'io, spesso, scrivo in prosa poetica, ma uso toni bassi. Comunque, devo riconoscere che, per quel che ti riguarda, i risultati ci sono lo stesso.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Molto triste nel senso, il brano è capace di trasformare la scena illustrata in dolcezza e consolare.
Ben scritto, accidenti, e pieno di vita, eppure inquietante al limite dell'amletico.
Su tutto, la lista delle persone importanti al principio del brano ci ricorda che la cosa più importante nella nostra vita sono le persone che abbiamo amato, e finite quelle...
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

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Messaggio da leggere da Stefyp »

Un testo molto bello, poetico e delicato. Alcuni passaggi mi sono piaciuti particolarmente. Posso permettermi di segnalarti due dettagli?
"come un Hidalgo di Cervantes" togli di Cervantes, se il lettore non sa chi è Hidalgo se lo andrà a cercare.
"Si avvicinò una donna magra, asciugata da una vita dedicata al servizio, sui cinquant'anni," io toglierei sui cinquant'anni, spezza il ritmo. Il lettore sa che non è né una ragazza né una vecchia perché l'hai definita "donna".
Sono inezie, ma il racconto è impeccabile e allora mi permetto di trovare l'ago nel pagliaio.
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Ciao Marcello, come promesso eccomi qua a commentarti.
Racconto scritto molto bene, senza ombra di dubbio. Unico rilievo, forse il linguaggio è appunto talmente aulico da portare il lettore a concentrarsi più sulle parole che sul contenuto del racconto. Mi è piaciuto moltissimo il dettaglio indicato nel titolo e inserito alla fine della storia: quella caramella al gusto, tra le altre cose, di dentifricio, di colpo riporta il protagonista (e il lettore) alla realtà, dopo il volo pindarico alla Don Chisciotte. Ma è un atterraggio morbido e delicato, senza contraccolpi, dove predomina in chi legge un sentimento di tenerezza nei confronti dell’anziano signore. Credo che, nell’ambito delle storie brevi, sia già di per sé un ottimo risultato quando si riesce a condensare l’essenza del racconto in un piccolo, e apparentemente insignificante, particolare. Apro una piccola parentesi: a proposito di Don Chisciotte, se già non la conosci, ti suggerisco di ascoltarti il testo dell’omonima canzone di Guccini, in cui il dialogo fra il cavaliere errante e il suo scudiero è a dir poco magistrale, in un crescendo fino all’esternazione finale dei due protagonisti. Scusa, ho un po’ divagato. Voto 5.
Marcello Rizza
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Laura Traverso ha scritto: 03/10/2021, 16:46 E' questo il secondo racconto che leggo nella "Gara d'autunno". Devo dire di trovarvi delle analogie con il precedente che ho letto: entrambi sono molto belli e poetici. La storia narrata su Gildo è, immagino, comune ai più che vivono in attesa della fine in strutture per anziani. Sei stato capace di descrivere al meglio le sensazioni e i ricordi del protagonista, interrotte dall'arrivo dell'infermiera gentile. Una sola cosa avrei cambiato, l'ingrediente finale della sua "limonata". Non ho ben capito, infatti, se era la sua memoria, ormai compromessa, a fargli aggiungere la pasta dentifricia o se davvero quella fosse stata la sua reale ricetta nel passato. Perché devo dire che proprio no, la pasta dentifricia no, non la posso davvero immaginare aggiunta al gradevole sciroppo. A parte il dettaglio, minimo, la mia è una valutazione alta per il tuo buon lavoro.
Ciao Laura. Grazie per essere passata sul mio racconto. Si, effettivamente la limonata si può fare solamente con il limone. E ovviamente quella "ricetta", che ha le stesse caratteristiche della nuvola amante, con quella pasta dentifrici che magari saprà di lavanda e gli scatena sensazioni solo sue, esiste solamente nella mente persa di Gildo. A prescindere, grazie comunque del giudizio generoso.
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Namio Intile ha scritto: 04/10/2021, 11:30 Un racconto su cui è per me difficile emettere una sentenza. Parto dall'incipit, che in modo impeccabile hai staccato dal resto del testo, perché si tratta di una riflessione dell'autore. Una riflessione che introduce e, in qualche modo, fa in modo che il testo successivo venga inquadrato in un certo modo. Meravigliosa lingua il greco, ricca e precisa, cosicché il termine kairos è intraducible in italiano se non ricorrendo a lunghe perifrasi precedute da altrettanto lunghe spiegazioni. Non sono proprio sicuro che quella cristallizzazione dell'attimo infinito renda il termine. A ogni modo, per l'autore Gildo, a causa dell'età, viveva il kairos e non il kronos. Avrei scritto: il ritmo del pensiero assecondava le pulsazioni del cuore metronomo o il ritmo del pensiero si sviluppava (succedeva) secondo le...
Particolare e sentito dunque l'incipit, che dà un verso a tutto il resto. Che è ben scritto, forse già visto il tema, coinvolgente e termina con quella magnifica chiusa che dà vita al titolo.
Un racconto breve da maestro.
Caro amico di Penna, Namio. Aspetto sempre i tuoi preziosi commenti e consigli. Il concetto di Kairos è effettivamente molto più complesso, richiederebbe uno spaccato a sé, ma in un racconto posso giusto far emergere un succo "succhissimo" del concetto del tempo perfetto, che non scorre, dove non sono le lancette ma l'armonia del stare, dicendolo modernamente, "qui e ora". Torna sempre a trovarmi, sei benvenuto. Come tutti, peraltro.
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Giovangal ha scritto: 05/10/2021, 20:08 Testo dalla prosa poetica, molto accattivante, il tema è di indubbia e ricorrente attualità, la trama semplice, uno spaccato di vita in una residenza protetta, discretamente delineati con delicatezza i due protagonisti, la scena raccontata appare molto vivida.
Ciao Giovangal. Si, questo è uno degli ambiti, la poesia nascosta in prosa, dove ho più indugiato quando ho cominciato a scrivere. Infetti questo è stato il mio primo racconto scritto. Oggi affronto più volentieri altri argomenti, ma ogni tanto ci ritorno. Grazie, il tuo commento è generoso.
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