Un giorno diverso in tribunale
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Re: Un giorno diverso in tribunale
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Commento
una bella satira verso il mondo attuale, così compesso e, a tratti, anche incomprensibile.
avrei delle osservazioni da fare sui dialoghi, ossia il fatto che dopo la frase riparti sempre col maiuscolo.
secondo me non serve, ma è una scelta personale.
non male davvero, nel complesso
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Mi sembra, Vostro Onore, che non ci sia altro da dire!
Solo un'osservazione sulla questione (generale) del linguaggio inclusivo che è saltata fuori. A me hanno insegnato, 50 anni fa a scuola, che il linguaggio è divisivo di per sé, e deve esserlo, altrimenti finiremo per chiamare 'forchetta' il 'cucchiaio' perché a qualcuno va bene così e saremo costretti a tentare, inutilmente, di sorbire il brodo con un aggeggio con le rebbie e di infilzare un trancio di pizza margherita con un 'coso' concavo. Ma per la pizza possiamo ovviare usando le mani…
Re: Commento
Cara Selene, hai ragione, mi sono fatto prendere dalla fogǝ...Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
Tenendo conto di tutto questo per me è un buon lavoro, non mi "entusiasma" magari come altri, quindi assegno un 4.
Segnalo solo che qui:
- Oddio, di nuovo, non ci posso credere... - Noemi erǝ decisamente scandalizzatǝ.
La giudice lǝ congedò, e si ritirò, avendo il quadro completo della situazione.
Quel'"erǝ" non dovrebbe rimanere era? Dato che non si deve declinare al femminile/maschile?
Grazie del commento
Re: Commento
Cara Selene, hai perfettamente ragione ma mi sono fatto prendere dalla fogǝ...Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
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Grazie del commento.
Re: Commento
Cara Selene, hai perfettamente ragione. E' che mi sono fatto prendere eccessivamente dalla fogǝ...Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
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Re: Commento
Cara Selene, hai pienamente ragione: forse mi sono fatto prendere troppo dalla fogǝ...Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
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Grazie del commento, a rileggerti
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Re: Commento
Cara Selene, hai ragione, quell'erǝ era decisamente di troppo: si vede che mi sono fatto trascinare dalla fogǝ...Selene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
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Grazie del commento
Re: Commento
Mi scuso per il ritardo nella risposta, l'ho vista solo ora. Ovviamente hai ragione, quel "erǝ" è di troppo, ma mi sono fatto prendere la mǝnoSelene Barblan ha scritto: ↑14/11/2021, 15:29 Ciao, avevo già letto tempo fa questo racconto, poi ho lasciato sedimentare (lo ammetto, anche per una certa pigrizia che mi ha preso nell'ultimo periodo), e oggi lo riprendo in mano. E me lo ricordavo, anche molto bene. Già questo è sintomo, secondo me, di buona riuscita di un opera. Poi, cercando di "studiarlo", coi miei mezzi chiaramente, mi sembra che abbia tutte le caratteristiche per essere considerato una buona opera. È molto scorrevole, l'ironia è ben riuscita, né forzata né banale, i dialoghi sono genuini e inseriti bene nel contesto. Anche i personaggi sono ben caratterizzati. Fa pensare, e questo si vede anche dai commenti che mi precedono. Per quel che riguarda i contenuti non mi esprimo, non è, mi sembra, il contesto giusto. Credo che comunque l'autore abbia voluto in primis "stuzzicare" piuttosto che voler far passare un proprio pensiero (e questo mi avrebbe dato fastidio), ma forse mi sbaglio.
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Saluti
256K
256 racconti da 1024 Karatteri
Raccolta delle migliori opere che hanno partecipato alla selezione per l'antologia 256K. Ci sono 256 racconti da non più di 1024 battute. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro della fantascienza italiana Valerio Evangelisti. Ogni pagina, è corredata da una cronologia dei vecchi computer dagli anni '50 agli '80. A ogni autore è stato inoltre assegnato un QR Code. Da non perdere!
A cura di Massimo Baglione e Massimo Fabrizi
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