La metamorfosi del ragno
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La metamorfosi del ragno
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Re: La metamorfosi del ragno
Spero che vi sia piaciuto leggerlo, come a me è piaciuto scriverlo...
- Marino Maiorino
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Ho apprezzato il linguaggio colloquiale del principio, pensavo si sarebbe mantenuto per tutto il brano, poi cambia quando comincia la vera narrazione, e lì mi piace di più. Forse dovresti uniformare le due parti dal punto di vista del registro linguistico, perché la prima parte sembra davvero un "fattariello" raccontato oralmente, ed è un peccato.
Apprezzo la fantasia, un po' meno l'ansia di voler chiudere sempre con un "e vissero tutti felici e contenti" le storie. Le cronache dei nostri giorni sono piene di episodi come quello della morte di Andrea, e farla vendicare da ragni tanto amati non insegna molto.
Quello che mi stona è che, a fronte di una storia resa bene nella sua crudezza, hai cercato il finale consolatorio senza dare una morale da applicare praticamente. No: "alla fine in qualche modo si viene vendicati" o "si fa giustizia" sono concessioni al buonismo più inutile, soprattutto dopo la morte dei genitori di Andrea, degli insabbiamenti giudiziari e compagnia bella. L'esagerazione poi di far catturare dai ragni tutti tutti è davvero di troppo! Che il padre di Anna capisse i propri sbagli sarebbe stata una via più interessante ma, di nuovo, questo è il mio personale gusto e non intacca la tua narrazione o l'apprezzamento per essa.
Alcune cose che ho notato:
"Inutile dire che i compagni e i (pochi) amici di Andrea furono ascoltati", credo manchi un "non" dopo "Andrea".
"ciotola con il latte caldo": una "ciotola" è più adatta a un animale da compagnia che a una bambina. "Scodella", "bowl", o come si chiama quella stoviglia cinese che piace tanto a mia figlia, li vedo meglio.
Ho trovato un "insegnati" senza "n".
Spero di leggerti ancora, complimenti!
Racconti alla Luce della Luna
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Re: La metamorfosi del ragno
In effetti è un racconto un po' vecchiotto, che avevo creato per una mia antologia di racconti horror, ancora in fase di realizzazione. Il fatto dei ragno è nato da un sogno, anzi, un incubo, fatto prima di scrivere questa storia...
P.s. io il latte caldo di solito lo prendo in una ciotola, però in effetti, così sembra quella del cane. Credo che rimedierò a breve...
Alla fine è una fiaba dell'orrore, e come tale inscena due elementi precisi: l'horror e un "lieto" fine. Non sempre il principe azzurro è azzurro, no?
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Detto questo, il racconto l'ho trovato un po' pasticciato. Quel c'era una volta fa presagire una fiaba, ma presto ci si rende conto che si è dentro qualcos'altro: un racconto didascalico moraleggiante, poi un nero, quindi una specie di noir, alla fine un horror un po' splatter con un tocco di fantasy. La commistione dei generi ci sta, ma bisogna saperla dominare; però quando i generi diventano una quantità il risultato non può che essere velleitario a prescindere dall'essere o meno un buona penna. Dal che desumo che tu sia giovane pure se forse non giovanissimo data comunque l'abilità nel sorreggere la struttura fondamentale della narrazione.
Nel finale poi mi sono un po' perso con quella riapparizione di Andrea che mi ha lasciato interdetto. Se si resuscita non so in quale genere ci muoviamo (a meno che non sia una specie di fantasma alla Ghost) e se invece la ragazza non fosse realmente morta era una presa in giro tutto il precedente.
Dal punto di vista formale ho notato la fantasiosità della punteggiatura oltre che degli errori come nel caso di quelle virgole che sempre seguono i punti esclamativi.
Quanto al racconto in sé, non mi è proprio piaciuto. Ho trovato, perdonami, banale la dicotomia tra buoni e diversi e cattivi e normali. Dove la diversità è data dall'inclinazione sessuale o anche dal colore della pelle. Avevo un collega tempo fa che era dichiaratamente omosessuale, ed era pure africano pensa un po', ma era una delle persone più stronze, viscide, infide che abbia mai conosciuto. E se qualcuno gli faceva notare i suoi comportamenti poco corretti, se non truffaldini, si parava dietro la sua bidiversità accusando il malcapitato di discriminazione, razzismo e amenità del genere. Per dirti che le persone sono come sono a prescindere dall'inclinazione sessuale, dal credo religioso, o dal colore della pelle. Che poi accada, e mi riferisco ai genitori di Andrea, che il cattolico non si suicidi perché tale, mentre l'ateo sì in quanto non credente, e la chiudiamo qua con le spiegazioni, non lo definirei neanche una banalità o un luogo comune, ahimé, ma un qualcosa di più di una leggerezza o di un accostamento superficiale.
- Fausto Scatoli
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come prima cosa mi permetto di suggerire una belle revisione generale; la punteggiatura è completamente da rivedere.
darei attenzione anche ad alcuni tempi verbali.
poi ci sono alcune cose che non mi spiego.
per esempio, perc che motivo Matteo si suicida per il fatto che è ateo? mica si suicidano solo gli atei, scusa.
apprezzo le intenzioni antirazziste del testo, sono lodevoli, ma sarebbe opportuno davvero rivederlo.
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Commento : La metamorfosi del ragno
Ciò premesso, visto che si partecipa a una gara, sia pure amatoriale, sarebbe logico, per quanto possibile, presentare un testo rivisto a dovere per refusi, punteggiatura e tempi verbali, migliorandone anche la scorrevolezza, già complicata di suo, con le molte divagazioni presenti nella narrazione.
Mi sbilancio a un commento a pelle sul contenuto del racconto. Dopo le migliaia di storie pubblicate e non, più o meno intrise delle stesse vicende, non penso nemmeno che la storia sia tanto originale, ma per onestà, non essendo un lettore di questo genere, lascio agli appassionati il piacere di valutarla con cognizione di causa. Sempre per onestà, mi astengo dal voto.
Mi farebbe piacere, comunque, rileggere il racconto post sistemazione, se non altro per apprezzare le qualità dell'autore, sicuramente migliori di come qui appaiono.
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Non so se è l'horror il tuo pallino, ma secondo me se ci lavori potrebbe uscirne qualcosa di buono. A rileggerti.
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Pur essendo una storia horror, quindi senza pretese di verosimiglianza, trovo forzato il finale, con la "resurrezione" di Andrea e l'ibridazione di ragni e umani, messa così, senza una vera e propria spiegazione.
Anche la caratterizzazione dei personaggi con intenti moraleggianti e inclusivi è un po' stereotipata.
Ho trovato, invece, una buona capacità narrativa e uno stile efficace, con il giusto equilibrio fra dialoghi e descrizioni. Ci sono degli spunti interessanti ma anche del lavoro da fare.
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A modo mio
antologia AA.VV. di opere ispirate a storie famose, ma rimaneggiate dai nostri autori
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Susanna Boccalari, Remo Badoer, Franco Giori, Ida Daneri, Enrico Teodorani, Il Babbano, Florindo Di Monaco, Xarabass, Andrea Perina, Stefania Paganelli, Mike Vignali, Mario Malgieri, Nicolandrea Riccio, Francesco Cau, Eliana Farotto.
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Rosso permissivo
Una bambina e alcune persone subiscono una crudele e folle violenza. Cosa potrebbe fare una donna per vendicarsi e scongiurare la possibilità che anche sua figlia cada vittima dei carnefici? Lo scopriremo in questo racconto, dato che il rosso ce lo permette.
Copertina di Roberta Guardascione
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
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