Recitando i miei versi a uno sconosciuto
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Recitando i miei versi a uno sconosciuto
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Re: Recitando i miei versi a uno sconosciuto
A una cinquantina di metri dalla mia camera da letto cresce rigogliosa una enorme macchia di lentisco sulla quale si infrangono i miei tentativi di metter ordine.
- Laura Traverso
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per i miei gusti è troppo lunga e pare più prosa che poesia.
ci sono immagini magnifiche, questo sì, ma non bastano per farla volare come vorrebbe.
rimane il fatto che sei davvero bravo a far vedere le scene, questo sì.
http://scrittoripersempre.forumfree.it/
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Commento a Recitando i miei versi a uno sconosciuto
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Re: Recitando i miei versi a uno sconosciuto
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Re: Commento
Ho scoperto in questi giorni di essere l'autore preferito di qualcuno qui sul sito, e mi fa piacere.Lucia De Falco ha scritto: ↑06/01/2022, 9:51 Devo dire che anche a me risulta difficile commentare questa poesia, perché sei uno dei miei autori preferiti del sito di braviautori. A livello stilistico, metrico, niente da dire, le immagini sono belle, ben curate (magari sapessi io scrivere così) ma forse è proprio questa grande cura formale che sembra dare un senso di freddezza, sembra non far arrivare forti emozioni a chi legge.
Di solito questo inciso serve a introdurre un'avversativa, ma o però.
Ho ammesso di avere costruito questi versi in un altro post: atto che viene forse contrapposto alla capacità di produrre emozioni. La costruzione artificiale l'emozione autentica pare l'assioma. Mi chiedo perché, dato che le nostre vite intere sono costruite, strutturate, pensate. Non sono autentiche per questo, non procurano emozioni?
Un caro saluto
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Re: Recitando i miei versi a uno sconosciuto
Grazie per le riflessioni, Fausto; e a Eleonora: non sono un poeta, né potrei mai esserlo. Ho provato a selezionare immagini in traballanti versi, più prosa sostiene Fausto, ecco tutto. Non so se artefatta, con un segno negativo, ma costruita sì, col tentativo di dispiegare una riflessione intima su ciò che siamo e abbiamo davanti facendo i conti con la mia finitudine e la mia insensatezza nel finale. Che mi è servito d'aggancio al titolo.
non mi sono spiegata bene io. Tu sei bravo, nella prosa come nella poesia. Avrei dovuto usare il termine costruita. Alla prossima!
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Re: Commento
Grazie per il passaggio. Sulla struttura metrica ne ho da imparare. Volevo farla tutta con endecasillabo, ma non ci sono riuscito. E quindi ho ripiegato su di una struttura mista. Quanto a quel verso ho pensato a quando ero piccolino e guardavo (aspiravo) le stelle con una sorta di nostalgia.Messedaglia ha scritto: ↑09/01/2022, 9:05 Una delle poesie più belle, almeno a mio parere, tra quelle iscritte a questa gara. Le immagini sono profonde e coinvolgenti, e rendono molto bene le sensazioni tormentate che si dibattono nell’animo dell’autore. Qual è il significato della seguente strofa: “Il focolare domestico nutre l’uccellino che vorrebbe moversi insieme agli astri”? Non sono sicuro di averne colto il senso. Colgo una struttura di fondo del componimento, mi piacerebbe, se possibile, anche avere una breve spiegazione della metrica applicata. Giusto per unire l'utile al dilettevole. Voto 5.
Un caro saluto
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Mi sembra di cogliere un senso di incomunicabilità, soprattutto in quella risposta che non arriva e nella chiosa finale, rivolta a quello sconosciuto che forse - sbaglio? - è l'autore stesso.
Livello molto alto, Namio.
P.s. - ora so che quell'arbusto con le bacche rosse si chiama lentisco.
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
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Re: Commento
Ciao, Roberto, grazie per le riflessioni, sempre appropriate. E non sbagli, lo straniero è il me stesso un po' sperduto e solitario impossibilitato a capire e a trovare pace.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑21/01/2022, 21:17 Trovo molto belle le immagini e il contrappunto, anche ritmico, delle parole chiave che hai isolato nelle strofe sciolte.
Mi sembra di cogliere un senso di incomunicabilità, soprattutto in quella risposta che non arriva e nella chiosa finale, rivolta a quello sconosciuto che forse - sbaglio? - è l'autore stesso.
Livello molto alto, Namio.
P.s. - ora so che quell'arbusto con le bacche rosse si chiama lentisco.
Vorrei essere come quel pettirosso o quello stelo di lillà o persino quel lentisco, da queste parti a crescita spontanea, parte della macchia mediterranea, con palme nane mirto selvatico e ampelodesmeti. Più fai loro del male e più crescono rigogliosi.
Un caro saluto
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Ma forse è un mio limite.
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Unico rimpianto quei pochi versi :
"Lo porto dentro di me e mi fa male vivere.
Aspetto una risposta,
che non arriva."
Risultano, a mio modestissimo giudizio, fuori luogo e poco curati.
Complimenti!
- Massimo Baglione
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Re: Recitando i miei versi a uno sconosciuto
Il voto finale, per Gare e GrandPrix, è frutto di una "media ponderata", la quale prende in considerazione la frequenza con cui sono stati dai i voti.Blue090 ha scritto: ↑07/03/2022, 13:17 Questo componimento, per quanto notevole (colgo qui l’occasione per complimentarmi con l’autore), in cima alla classifica - oggi in data 7 marzo 2022 - scavalca il mio avendo 3 voti in meno e il 4% in meno di chi ha votato 5. Alla luce di questi numeri, non perché io ci vada troppo dietro… ma poiché trattandosi di una gara è comunque in ballo il primo posto, qualcuno mi può spiegare quest’incongruenza di media, non essendo la matematica un’opinione? Grazie.
Per ogni testo c'è il resoconto delle formule matematiche con le quali il voto finale viene ricavato. Non so altro, la matematica non è esattamente il mio forte
So solo che siamo arrivati a usare queste formule per ovviare ai limiti della media aritmetica, che non piaceva perché non forniva risultati soddisfacenti.
Riassumendo i due esempi di testi da te citati:
racconto 1 - voti: 5 5 5 5 5 5 4 4 3 3 3 2
media aritmetica (49 / 12 = 4,08)
Media ponedata:
peso del voto "5" (w5): 6 * 50% = 300
peso del voto "4" (w4): 2 * 16.67% = 33.34
peso del voto "3" (w3): 3 * 25% = 75
peso del voto "2" (w2): 1 * 8.33% = 8.33
media ponderata dei voti: [(5*w5)+(4*w4)+(3*w3)+(2*w2)] / (w5+w4+w3+w2) = 4,50.
racconto 2 - 5 5 5 5 4 4 4 4 4 3 3 3 2
media aritmetica (51 / 13 = 3,92)
media ponderata:
peso del voto "5" (w5): 4 * 30.77% = 123.08
peso del voto "4" (w4): 5 * 38.46% = 192.3
peso del voto "3" (w3): 3 * 23.08% = 69.24
peso del voto "2" (w2): 1 * 7.69% = 7.69
media ponderata dei voti: [(5*w5)+(4*w4)+(3*w3)+(2*w2)] / (w5+w4+w3+w2) = 4,10.
GrandPrix d'autunno 2022 - Endecasillabo di un impostore - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 51 - 50 sfumature
A cura di ser Stefano.
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GrandPrix d'estate 2022 - La qualità della vita - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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La Paura fa 90
90 racconti da 666 parole
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.
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B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
A Quattro mani
antologia di opere scritte a più mani
Una collaborazione, di qualunque natura essa sia, diventa uno stimolo, la fusione di peculiarità ben definite, la concretizzazione di un'intesa, la meraviglia di scoprire quel qualcosa che individualmente non si sarebbe mai potuta fare. È una prova, una necessità di miglioramento, il superamento dei propri limiti stilistici o di quei blocchi creativi che sovente ci pongono di fronte a un disarmante "foglio bianco". Gli autori di questa antologia ci hanno voluto provare.
A cura di Massimo Baglione.
Copertina di Antonio Abbruzzese.
Contiene opere di: Chiara Masiero, Mauro Cancian, Stefania Fiorin, Anna Rita Foschini, Ida Dainese, Alberto Tivoli, Marina Paolucci, Maria Rosaria Spirito, Marina Den Lille Havfrue, Cristina Giuntini, David Bergamaschi, Giuseppe Gallato, Maria Elena Lorefice.
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