Due pensionati ottuagenari
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Due pensionati ottuagenari
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commento Due pensionati ottuagenari
Manca comunque una decisa azione di ripulitura, possibile dopo aver lasciato "riposare" la scrittura. Non posso sapere se questa sia già stata fatta o meno, ma se lo fosse allora urge una seconda “passata”.
Sistemare la “d” eufonica.
L’uso del “che” è eccessivo e appesantisce.
Troppe lunghe descrizioni non aiutano la scorrevolezza del testo.
Una punteggiatura più puntuale fornirebbe quelle pause che aiutano la lettura.
Manca un finale. Serve anche un piccolo “botto” iniziale che ancori alla pagina. Facile a dirsi, meno a farsi, ma tant’è. Scrivere non è una passeggiata.
Buon lavoro.
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Re: commento Due pensionati ottuagenari
Grazie per il commento.Alberto Marcolli ha scritto: ↑22/01/2023, 11:23 Buone le intenzioni, meno il risultato per me difficile da valutare. Il testo si dilunga su vari argomenti, diciamo in libertà, senza seguire un filo logico. È pure lunghetto e, alla fine, ho faticato ad arrivare in fondo.
Manca comunque una decisa azione di ripulitura, possibile dopo aver lasciato "riposare" la scrittura. Non posso sapere se questa sia già stata fatta o meno, ma se lo fosse allora urge una seconda "passata".
Sistemare la "d" eufonica.
L'uso del "che" è eccessivo e appesantisce.
Troppe lunghe descrizioni non aiutano la scorrevolezza del testo.
Una punteggiatura più puntuale fornirebbe quelle pause che aiutano la lettura.
Manca un finale. Serve anche un piccolo "botto" iniziale che ancori alla pagina. Facile a dirsi, meno a farsi, ma tant'è. Scrivere non è una passeggiata.
Buon lavoro.
Il racconto è basato su un dialogo tra due amici che si ritrovano davanti ad un palco ad assistere ai loro futuri amministratori locali, e tra una cosa e l'altra dialogano anche di altro.
A parte un po' di scenografia, iniziale e finale, la storia è tutta sui dialoghi tra i due amici.
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mi fa piacere constatare che cominci a mettere a fuoco.
Farei tesoro di quanto hanno osservato gli altri commentatori e non ripeterò le loro osservazioni.
Come ti vedo ora? Hai momenti di profonda lucidità durante i quali riesci a descrivere tutta una stanza (che tu veda ciò che descrivi non posso saperlo), ma restano momenti, sprazzi. Ora devi riuscire a legare il tutto tenendolo insieme con qualcosa di uniformemente robusto: un racconto è come una corda e non importa se un suo metro può reggere una tonnellata, perché le corde si spezzano nel loro punto più debole.
Prenderò ad esempio l'incipit del racconto:
"Su di UN promontorio di un'isola italiana, c'è UN bel luogo dove sono previste le elezioni amministrative comunali. Questo comune è formato da MOLTE frazioni, ALCUNE più popolose di ALTRE. Essendo UNA meta turistica, con UN'offerta NON SOLO di posti ameni e di tanto mare, MA ANCHE di prodotti locali come OLIO e VINO, NUMEROSI sono gli stranieri residenti. TRA i residenti ci sono: il gruppo italiano, rappresentato più da persone anziane che da giovani; il gruppo degli stranieri divisi tra VARIE etnie, tra cui tedeschi benestanti ed extracomunitari dal reddito medio-basso."
Tutto il virgolettato, dove ho evidenziato articoli IN-determinativi e sostantivi comunissimi (ovvero, stai presentando un luogo perfettamente anonimo), è stilisticamente agli antipodi di
"All'ora stabilita Giuseppe trova Antonio in una saletta interna del locale, sempre elegante con un completo blu scuro, camicia bianca e cravatta rosso scuro, che se ne sta seduto a godersi l'ambiente ameno. Comodamente adagiato allo schienale di un divano in pelle nera, guarda i colori creati dalla luce della stanza sul dorso screziato di prismi di un bel bicchiere nella sua mano destra, mentre la mano sinistra, leggermente tremolante, la tiene appoggiata al bracciolo del divano. La stanza è arredata con un grande tappeto persiano al centro della saletta su cui si trovano due divani, con mobili, sedie e mensole in legno di ciliegio, dal caratteristico colore rosso scuro. È addobbata come se si dovesse fare una festa, con sui tavoli tessuti di colore rosso sgargiante, con un piccolo abete di plastica con decorazioni e luci e sulle mensole piante di photos che debordando dai vasi creano un effetto cascata di foglie e rami verdi. La luce nella stanza è assicurata da quattro faretti nei quattro angoli della stanza, dove in ogni angolo si rinviene un vaso lungo e sottile pieno d'acqua dove prosperano piante di Dracaena sanderiana (o bambù della fortuna)."
Ci sono quattro casi estremi per vincolare un incipit e un racconto:
Incipit che ti immerge nella narrazione e racconto dettagliato - è pesante da sostenere per lo scrittore e il lettore, ma ottiene da subito la sospensione dell'incredulità. Se ci riesci, il gioco è solo dosarsi per non sfiancare il lettore.
Incipit immersivo e narrazione blanda - una delusione, perché dov'è il racconto del quale hai fatto venire l'acquolina in bocca?
Incipit blando e narrazione blanda - nessuna sorpresa, nessuna delusione, racconto da cestinare, riprova un'altra volta.
Incipit blando e narrazione immersiva - quello che hai fatto tu (a tratti). Il lettore percepisce un miglioramento della narrazione ma resta con dell'amaro (l'ottimo Marcolli ha già osservato cose giustissime).
E poi ci sono tutte le possibili combinazioni dovute alle sfumature. Tu devi trovare il tuo metro e sostenere quel metro.
Altro esempio di stranimento che può provocare la tua narrazione:
"Il programma degli incontri prevede interventi giornalieri spalmati su tre giornate, con inizio nel primo pomeriggio..."
"– Antonio, io rincaso. Mia moglie stasera vuole uscire un po'. Con il bel tempo e questo fresco che abbiamo la sera, ha voglia di fare quattro passi. Poi andremo a trovare mio figlio che ha un problema con mia nipote."
"Antonio, vedendo l'espressione dell'amico non proprio felice, e volendo approfondire l'argomento per aiutarlo, gli dà appuntamento, ad un'ora più tardi, in un locale della frazione più popolosa del comune, quella che sta in riva al mare."
"Per stasera abbiamo finito. Rincaso pure io. Mia moglie ha preparato una cena rinforzante con un primo piatto di riso al sugo nero di seppia."
Il venerdì i due amici s'incontrano nel primo pomeriggio, seguono tutta la tribuna elettorale (sebbene duri poco), la moglie di Peppino vuole uscire la sera per poi andare a trovare il figlio, eppure i due hanno tutto il tempo per darsi appuntamento in un locale di un'altra frazione prima di cena?
Bene così, a presto!
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Re: Due pensionati ottuagenari
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Ho avuto l’impressione che le loro “voci” fossero poco distinguibili, che non emergesse quello scarto culturale e di lessico che ci si aspetterebbe date le loro differenti formazioni e professioni passate.
Inoltre il racconto non ha un vero e proprio sviluppo: dopo un’introduzione dove fornisci alcune coordinate geografiche e sociali, si basa tutto su un dialogo fatto a blocchi di argomenti che, per ipotesi, potrebbe andare avanti all’infinito, intervallato appena da qualche neutra descrizione ambientale.
Detto questo è gradevole e, ripeto, scritto con bello stile.
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Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Re: Commento
Grazie per il commento e la valutazione.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑18/02/2023, 8:55 Il racconto è ben scritto e contiene alcune considerazioni interessanti, fra le tante divagazioni fatte dai due pensionati nelle loro discussioni; anche il finale conferma l'idea che quella di conversare su un po' di tutto sia la chiave della loro amicizia.
Ho avuto l'impressione che le loro "voci" fossero poco distinguibili, che non emergesse quello scarto culturale e di lessico che ci si aspetterebbe date le loro differenti formazioni e professioni passate.
Inoltre il racconto non ha un vero e proprio sviluppo: dopo un'introduzione dove fornisci alcune coordinate geografiche e sociali, si basa tutto su un dialogo fatto a blocchi di argomenti che, per ipotesi, potrebbe andare avanti all'infinito, intervallato appena da qualche neutra descrizione ambientale.
Detto questo è gradevole e, ripeto, scritto con bello stile.
Per quanto riguarda le "voci" poco distinguibili dei due amici, hai ragione.
Nel prossimo racconto, … in divenire in questi giorni, terrò conto di questo aspetto, più altri suggeriti in altri commenti.
- Domenico Gigante
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Re: Commento
Grazie per il commento.Domenico Gigante ha scritto: ↑05/03/2023, 15:14 Caro Roberto! Perdonami, ma ho fatto molta fatica a finire il tuo racconto. Non è questione di scrittura, perché è scritto bene, ma manca di un climax, un momento di rottura. I due protagonisti vanno avanti a convenevoli e pacche sulle spalle. Ci sono due o tre passaggi (la storia della nipote, il malore di Antonio) che lasciano presagire un altro svolgimento, ma tutto si ferma ancor prima di iniziare. Insomma, mi sembra che manchi la storia. C'è tanta carne al fuoco, ma nessun evento in senso narrativo. Mi spiace. Un abbraccio!
Per le prossime storie terrò conto di questo giudizio.
Saluti.
Rosso permissivo
Una bambina e alcune persone subiscono una crudele e folle violenza. Cosa potrebbe fare una donna per vendicarsi e scongiurare la possibilità che anche sua figlia cada vittima dei carnefici? Lo scopriremo in questo racconto, dato che il rosso ce lo permette.
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