Un giorno per sempre

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'inverno 2022/2023.

Sondaggio

Sondaggio concluso il 23/03/2023, 0:00

1 - non mi piace affatto
0
Nessun voto
2 - mi piace pochino
0
Nessun voto
3 - si lascia leggere
4
44%
4 - mi piace
1
11%
5 - mi piace tantissimo
4
44%
 
Voti totali: 9

Nuovoautore
rank (info):
Apprendista
Messaggi: 141
Iscritto il: 23/11/2021, 17:56

Author's data

Un giorno per sempre

Messaggio da leggere da Nuovoautore »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Un Natale con così tanta neve non lo si ricordava da tempo.
Sembrava una di quelle cartoline d’auguri che, in un tempo forse più povero ma sicuramente più ricco di sentimento di quello che ci è concesso attraversare, scrivevamo sui banchi di scuola per i nostri genitori, poco prima delle agognate vacanze natalizie. Sì, questa è l’immagine esatta che trasmetteva quel pezzo di campagna a ridosso della prima collina.
Il bianco intonso si stendeva come un tappeto dal declivio al piano; un filo grigio di fumo che usciva da un alto camino posto sopra un tetto occultato da un metro di neve, pareva messo lì di proposito per legare il candore della terra all’azzurro intenso del cielo sgombro da nubi.
Saliva dritto, il fumo, senza esitare, sospinto e alimentato dai ciocchi di robinia che crepitavano dentro il vecchio camino della casa colonica, aiutato nel seguir retto la via dall’assenza di vento.
Il solitario casale era l’unica traccia della presenza dell’uomo, nel bianco accecante di un Natale soleggiato.
All’interno, due figure affaccendate; l’uomo posava i ciocchi presi dalla legnaia accanto al fuoco ad asciugare, prima di sistemarli con cura sopra il focolare; la donna, dall’altro lato dell’ampio locale era intenta a cucinare; nonostante la giornata speciale niente di particolarmente elaborato per la verità: pasta e ceci, com’era d’uso fare ogni giorno.
Erano anni che la coppia non festeggiava il Natale, non avevano figli né parenti prossimi con cui cenare, o perlomeno scambiarsi gli auguri, nessuno con cui conversare, nulla che potesse dare un senso al santo Natale.
I due coniugi, oltre alla stanchezza delle molte primavere, si portavano sulle spalle l’amarezza, il disincanto di una festa troppo a lungo festeggiata da soli senza il conforto di figli e nipoti accanto al focolare.
Dopo il frugale pranzo, l’uomo s’immerse nella poltrona accanto al camino, si accese la pipa e restò a guardare il crepitio del fuoco; la donna sparecchiò la tavola, lavò le stoviglie poi andò a sedersi sull’altra poltrona, regalò all’uomo un fugace, amorevole sguardo, prese i ferri da maglia dal cestino posato sul pavimento accanto alla poltrona e iniziò a mettere su punti a un pezzo di lana ancora informe, ma che in pochi giorni avrebbe sapientemente trasformato in un maglione.
Il crepitare del legno sul fuoco, il tintinnare dei ferri da maglia che s’incrociavano; note tristi, colonna sonora di un silente e riflessivo Natale.
L’uomo, dal volto antico bruciato dal Sole, solcato dalle rughe del tempo e della fatica di anni trascorsi sempre uguali, ad arare, seminare, mietere, concimare… e amare la sua donna come il giorno che la impalmò; stringendo la pipa fra le labbra osservava, quasi ipnotizzato, il fuoco danzare dentro al focolare.
La donna dal volto che ancora rimembrava la bellezza di un tempo, con lo sguardo fisso sui ferri contava mentalmente i punti, mentre i polsi, muovendosi in modo quasi disarticolato con l’avambraccio, danzavano con i ferri e il filo di lana.
Improvvisamente la donna si arrestò e, alzando lo sguardo pensoso, si mise a osservare il fuoco.
Non udendo più tintinnare i ferri, l’uomo dapprima tese l’orecchio, poi volse lo sguardo su di lei. «A cosa stai pensando?» le chiese, dopo aver tolto la pipa dalle labbra.
«Niente!» rispose prontamente lei, ricominciando a far danzare i ferri.
Dopo cinque minuti si fermò di nuovo, ma questa volta volse lo sguardo sull’uomo. «Pietro?» esclamò decisa, facendolo sobbalzare.
«Cosa c’è, Maria», disse lui, togliendo nuovamente la pipa dalle labbra.
«Stavo pensando: sarebbe stato bello poter scegliere un giorno da vivere per sempre, pescando fra quelli già vissuti».
«Ne abbiamo già parlato e discusso mille volte: non è possibile», disse lui, scuotendo il capo.
«Lo so», replicò, immalinconendosi, Maria. E dopo una breve riflessione proseguì: «Ma ipotizzando che sia possibile muoversi all’interno del tempo, tu, quale giorno sceglieresti?»
Pietro si alzò, posò la pipa sulla trave del camino, prese un ciocco, lo mise sul fuoco e tornò a sedersi, sprofondando nella poltrona.
«Allora?» insistette Maria.
«Ci sto pensando», rispose Pietro.
Un lungo silenzio da parte di entrambi accompagnò la riflessione. Al termine della quale, Pietro, così si espresse: «Se potessi camminare su e giù dentro il tempo… non sceglierei un giorno passato, ma un giorno futuro, da vivere per sempre».
Osservando lo sguardo perplesso di Maria, aggiunse: «So cosa vorresti chiedermi… e ti rispondo subito che, no! Non ho nulla da rimpiangere del nostro tempo passato. Ma vivere un giorno già consumato, sarebbe come leggere un libro imparato a memoria. Se ci fosse data la possibilità di scegliere, preferirei vivere un giorno non ancora goduto… un domani… il futuro».
«Il futuro?!» esclamò lei stupefatta. «Mah, Pietro, hai ottantaquattro anni, quale futuro speri di poter vivere?»
«Non lo so, quello che sceglierà il destino.»
«E se fosse un futuro da infermo, lo potresti accettare?»
Pietro accennò un sorriso. «Sono i rischi dell’esistere.»
«Ma che ti sta succedendo? Vuoi buttare alle ortiche il tempo passato a scegliere un giorno per sempre? Sei stato tu a convincermi, con la tua filosofia da strapazzo, quanto sarebbe bello scegliere il giorno per sempre», ribatté, alzando il tono, Maria.
«Calmati, non ho cambiato idea… era solo un gioco. Ma visto il risultato, finiamola lì!»
«Sì, finiamola lì… il giorno doveva essere questo, e questo resterà!» chiosò Maria, incupendosi.
Pietro cercò di rasserenare l’animo della sua donna; indicando la neve fuori dalla finestra. disse: «Questo è il giorno per sempre: la pace del Natale, il silenzio ovattato della neve nei campi. E noi, soli in mezzo a questo immenso nulla, la vivremo e rivivremo per l’eternità, questa magia».
«Ho preparato la torta di castagne… più tardi scendi in cantina e prendi la bottiglia che avevamo tenuto in serbo per le grandi occasioni… è venuto il momento di tornare a festeggiare il Natale», replicò Maria, sorridendo e tornando a muovere i ferri da maglia.
«Perché?» chiese stupito Pietro.
«Perché, cosa?» disse Maria, fermando nuovamente i ferri.
«Non rammento nemmeno più quando fu l’ultima volta che lo festeggiammo, il Natale… perché vuoi tornare a festeggiarlo?»
«Perché se questo deve essere il nostro giorno per sempre, nessun cupo Natale dovrà più rovinare l’atmosfera idilliaca del nostro tempo.»
Pietro si alzò, prese la pipa dalla trave del camino, la strinse fra le labbra e, aspirando, annuì.
Soddisfatta dall’atteggiamento del suo uomo, Maria riprese a far danzare i ferri dentro la lana.

La luna, le stelle, il gelo che brillava sopra la neve, la notte complice concorreva a far di quel breve tempo il giorno per sempre, quello da vivere e rivivere per l’eternità.
Dentro il casale, il riverbero del fuoco illuminava la scena davanti al camino.
Sul tavolino la bottiglia mezza vuota, i bicchieri mezzi pieni, sopra un piatto grande faceva bella mostra di sé tre quarti della torta di castagne e un biglietto vergato a mano; in due piatti piccoli i rimasugli dei due spicchi di torta mancanti; i corpi allungati sulle poltrone, le teste appoggiate alla spalliera, gli occhi chiusi, i volti sereni di due vecchi innamorati assopiti.
E il fumo continuava a salire verso il cielo, nella gelida notte; e salì fin quasi all’alba, arrestandosi quando la legna finì di bruciare e nessuno si diede la briga di alimentare il focolare.
Tre giorni e tre notti di gelo senza vedere il fumo salire nel cielo; poi, nell’alba plumbea del quarto, mani esperte rimossero i corpi dalle poltrone davanti al camino silente.
Il maresciallo dei carabinieri prese il biglietto vergato in bella calligrafia da sopra la torta e lesse: «Abbiamo scelto questo Natale come nostro giorno per sempre. Forse non capirete, ma credeteci: è bellissimo vivere rinchiusi dentro un giorno perfetto».
Il maresciallo scosse il capo, si schiarì la voce e concluse: «C’è un post scriptum: la torta di castagne profuma di buono… non assaggiatela, è avvelenata!»
Marina Lolli
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 12
Iscritto il: 04/04/2017, 23:07

Author's data

Re: Un giorno per sempre

Messaggio da leggere da Marina Lolli »

Un racconto che ho apprezzato moltissimo, per la scelta così particolare della storia e per la gradevolissima esposizione, inoltre l'atmosfera descritta cattura letteralmente il lettore.
Avatar utente
Laura Traverso
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 938
Iscritto il: 27/05/2016, 16:40
Località: GENOVA
Contatta:

Author's data

commento

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Bello il tuo racconto, poetico e gentile nelle descrizioni del paesaggio e della storia sentimentale dei due anziani. Intrigante e inaspettato il finale, tragico apparentemente ma in realtà dolce, come la morte che assieme li ha colti e fissati nell'atteso loro giorno speciale da vivere. Bravo, mi è piaciuto il tuo malinconico racconto. Voto 5
Avatar utente
Alberto Marcolli
rank (info):
Necrologista
Messaggi: 281
Iscritto il: 08/05/2018, 18:06

Author's data

commento: Un giorno per sempre

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

L’utilizzo delle virgole è fondamentale per rendere scorrevole la lettura.
Trovo il testo poco scorrevole, forse dovuto all’abbondanza di aggettivi e particolari.
Secondo il mio parere il racconto è un tipico esempio di scrittura “infodump”.
Chiedo scusa per la lunga spiegazione che segue. Purtroppo anch’io scrivo con una dose esagerata di “infodump”.
Mi spiego: l’autore ha l’esigenza (per me eccessiva) di spiegare tutto al lettore, di chiarire qualsiasi dubbio e retroscena, di non lasciare nulla in sospeso.
Vuole descrivere nei minimi particolari i luoghi, con ogni passato, presente e futuro dei personaggi coinvolti, perché non sopporta l’idea che il lettore non abbia tutto ben chiaro il grandioso scenario all’interno del quale ha inserito la sua storia. Tutto questo brucia gran parte del fascino e dell’incanto che quello scenario, quella trama, quei personaggi erano riusciti a stimolare nel lettore.
Voto 3
RMarco
rank (info):
Foglio bianco
Messaggi: 12
Iscritto il: 06/02/2023, 22:03

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da RMarco »

Il racconto scritto in un italiano preciso, ha espressioni di un tempo che sembra passato, forse coetaneo della coppia protagonista. E il tempo lo vedi anche come sfondo alla descrizione dei luoghi e dei personaggi, loro fin troppo nitidi. Ma è l ombra del tempo il protagonista che vedo leggendoti. Un tempo che per l' uomo corre in linea retta. Il marito lo sa. E sceglie l unico tempo che gli è proprio. Il futuro. Anche la moglie ne è consapevole, vivere in un tempo circolare non è possibile per noi. Neppure nel miglior tempo possibile. Lo è per l universo. Lo è per gli animali più dolci. I cani che ripetono il loro schema di amore per il padrone all’infinito. Intenso.
Anto58
rank (info):
Pubblicista
Messaggi: 75
Iscritto il: 07/03/2021, 18:21

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Anto58 »

Molto bello questo racconto, perfetto quadretto di una scena familiare. Stile dai toni antichi, che promette pace e serenità. L'uomo contadino, e per questo persona saggia, fuma lentamente la pipa dopo le fatiche della giornata mentre la moglie cucina e il fumo esce dal comignolo riscaldando l'aria gelida. Bello anche il finale, forse prevedibile ma poetico. Voto 4
Avatar utente
Domenico Gigante
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 417
Iscritto il: 09/01/2022, 22:38
Località: Roma
Contatta:

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao! Questo tuo giorno da vivere per sempre sembra sciogliere il mio Dilemma nella bellezza del presente che non ha più nulla da chiedere al futuro. Mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera che hai creato. Vorrei anch'io vivere in quel bianco silenzio, scandito dagli schioppiettii del legno. Complimenti!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Andr60
rank (info):
Correttore di bozze
Messaggi: 490
Iscritto il: 15/11/2019, 15:45

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Andr60 »

Se ho capito bene, la moglie chiede al marito in quale giorno vorrebbe vivere per sempre: lui risponde nel futuro, ma ciò non coincide con quello che pensa lei, che aveva pianificato in precedenza (avvelenando la torta) di morire in quel preciso giorno. In altre parole, la moglie decide per entrambi, e l'unico che passa un buon Natale è il presidente dell'INPS :)
Avatar utente
Marino Maiorino
rank (info):
Terza pagina
Messaggi: 726
Iscritto il: 15/10/2012, 0:01
Località: Barcellona
Contatta:

Author's data

Commento

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Caro Nuovoautore,
"cominciamo a vivere la nostra seconda vita quando ci rendiamo conto che ne abbiamo solo una".
Tu arrivi a scrivere una racconto del genere proprio mentre sto cominciando a vivere la mia seconda vita, e la torta avvelenata è un bel suggerimento.
Soprattutto perché Pietro e Maria vogliono vivere per sempre... INSIEME, hanno qualcuno con cui voler trascorrere la loro eternità, ma la tua soluzione si adatta anche ad altri casi, come ad esempio non aver più nulla da sognare o desiderare perché nell'impossibilità di farlo.
Eh, anche il Padre nel racconto di Domenico suggeriva il veleno. Ragazzi, state congiurando?
Ad ogni modo, complimenti: bellissimo, toccante, riuscitissimo. Nulla da eccepire.
«Amare, sia per il corpo che per l'anima, significa creare nella bellezza» - Diotima

Immagine
Immagine

ImmagineRacconti alla Luce della Luna

Autore presente nei seguenti libri di BraviAutori.it:
Immagine Immagine

Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine Immagine
Rispondi

Torna a “Gara d'inverno, 2022/2023”


Alcuni esempi di nostri ebook gratuiti:


La Gara 7 - L'Incubo

La Gara 7 - L'Incubo

(agosto 2009, 38 pagine, 1,54 MB)

Autori partecipanti: Yle, nwGerardo, nwRona, nwValentina, nwManuela, Devil, nwArditoeufemismo, nwMacripa, Pia, Bonnie, Piero Macrelli, nwAlessandro Napolitano, Dafank, Miriam,
A cura di CMT.
Scarica questo testo in formato PDF (1,54 MB) - scaricato 400 volte..
nwLascia un commento.

La Gara 25 - Dietro la maschera!

La Gara 25 - Dietro la maschera!

(novembre 2011, 84 pagine, 2,22 MB)

Autori partecipanti: nwDiego Capani, nwMastronxo, nwSer Stefano, nwUnanime Uno, nwAleeee76, nwAngela Di Salvo, nwTuarag, nwStefano di Stasio, nwTania Maffei, nwCordelia, nwLicetti, nwLodovico, nwTriptilpazol, nwRitavaleria, nwMaria92, nwDavide Sax, nwCazzaro, nwSer Stefano, nwNathan,
A cura di Morgana Bart e Tullio Aragona.
Scarica questo testo in formato PDF (2,22 MB) - scaricato 734 volte..
nwLascia un commento.

GrandPrix d'autunno 2023 - Giulia - e le altre poesie

GrandPrix d'autunno 2023 - Giulia - e le altre poesie

(autunno 2023, 25 pagine, 624,92 KB)

Autori partecipanti: nwNunzio Campanelli, nwGiuseppe Gianpaolo Casarini, nwMacrelli Piero, nwLaura Traverso, nwOvis Silvia, nwTeseo Tesei, nwRaffaella villaschi, nwAlessandro Mazzi, nwLetylety, nwEmma Faccin, nwMauro Conti, nwChiara13, nwRoberto Di Lauro, nwPiumone, nwJacopo Serafinelli,
A cura di Massimo Baglione.
Scarica questo testo in formato PDF (624,92 KB) - scaricato 8 volte.
oppure in formato EPUB (307,01 KB) (nwvedi anteprima) - scaricato 2 volte..
nwLascia un commento.




Alcuni esempi di nostri libri autoprodotti:


La Paura fa 90

La Paura fa 90

90 racconti da 666 parole

Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.

Contiene opere di: Maria Arca, Pia Barletta, Ariase Barretta, nwCristiana Bartolini, Eva Bassa, Maria Cristina Biasoli, Patrizia Birtolo, Andrea Borla, Michele Campagna, Massimiliano Campo, Claudio Candia, Carmine Cantile, Riccardo Carli Ballola, nwMatteo Carriero, Polissena Cerolini, Tommaso Chimenti, Leonardo Colombi, Alessandro M. Colombo, Lorenzo Coltellacci, Lorenzo Crescentini, Igor De Amicis, Diego Di Dio, nwAngela Di Salvo, nwStefano di Stasio, nwBruno Elpis, Valeria Esposito, Dante Esti, nwGreta Fantini, Emilio Floretto Sergi, Caterina Franciosi, Mario Frigerio, Riccardo Fumagalli, Franco Fusè, Matteo Gambaro, Roberto Gatto, Gianluca Gendusa, Giorgia Rebecca Gironi, Vincenza Giubilei, Emiliano Gotelli, Fabio Granella, Mauro Gualtieri, nwRoberto Guarnieri, Giuseppe Guerrini, Joshi Spawnbrød, Margherita Lamatrice, Igor Lampis, nwTania Maffei, Giuseppe Mallozzi, Stefano Mallus, Matteo Mancini, Claudia Mancosu, Azzurra Mangani, Andrea Marà, Manuela Mariani, Lorenzo Marone, nwMarco Marulli, Miriam Mastrovito, Elisa Matteini, Raffaella Munno, nwAlessandro Napolitano, Roberto Napolitano, Giuseppe Novellino, Sergio Oricci, Amigdala Pala, Alex Panigada, Federico Pergolini, Maria Lidia Petrulli, Daniele Picciuti, nwSonia Piras, Gian Filippo Pizzo, nwLorenzo Pompeo, nwMassimiliano Prandini, Marco Ricciardi, Tiziana Ritacco, Angelo Rosselli, Filippo Santaniello, Gianluca Santini, Emma Saponaro, Francesco Scardone, Giacomo Scotti, nwSer Stefano, Antonella Spennacchio, Ilaria Spes, Antonietta Terzano, Angela Maria Tiberi, Anna Toro, Alberto Tristano, Giuseppe Troccoli, nwCosimo Vitiello, nwAlain Voudì, Danilo Arona.

Vedi nwANTEPRIMA (1,10 MB scaricato 842 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Non spingete quel bottone

Non spingete quel bottone

antologia di racconti sull'ascensore

Hai mai pensato a cosa potrebbe accadere quando decidi di mettere piede in un ascensore? Hai immaginato per un attimo a un incontro fatale tra le fredde braccia della sua cabina? Hai temuto, per un solo istante, di rimanervi chiuso a causa di un imponderabile guasto? E se dietro a quel guasto ci fosse qualcosa o qualcuno?
Trentuno autori di questa antologia dedicata all\'ascensore, ideata e curata da Lorenzo Pompeo in collaborazione col sito BraviAutori.it, hanno provato a dare una risposta a queste domande.
A cura di Lorenzo Pompeo
Introduzione dell\'antropologo Vincenzo Bitti.
Illustrazioni interne di Furio Bomben e AA.VV.
Copertina di Roberta Guardascione.

Contiene opere di: Vincenzo Bitti, Luigi Dinardo, Beatrice Traversin, Paul Olden, Lodovico Ferrari, Maria Stella Rossi, Enrico Arlandini, Federico Pergolini, Emanuele Crocetti, nwRoberto Guarnieri, nwAndrea Leonelli, nwTullio Aragona, nwLuigi Bonaro, nwUmberto Pasqui, Antonella Provenzano, Davide Manenti, Mara Bomben, Marco Montozzi, Stefano D'Angelo, Amos Manuel Laurent, nwDaniela Piccoli, Marco Vecchi, nwClaudio Lei, Luca Carmelo Carpita, Veronica Di Geronimo, Riccardo Sartori, Andrea Andolfatto, Armando d'Amaro, Concita Imperatrice, Severino Forini, nwEliseo Palumbo, nwDiego Cocco, nwRoberta Eman.

Vedi nwANTEPRIMA (2,58 MB scaricato 598 volte).

nwinfo e commenti

compralo su   amazon



Ero sposata da poco e già mi stavo annoiando

Ero sposata da poco e già mi stavo annoiando

(soprattutto a letto)

Marika è una giovane ragazza. Non ha avuto alcuna esperienza sessuale e sta per sposarsi. Essendo molto intelligente, si accorge presto di essere una bella donna e sente di non poter rinchiudersi per tutta la vita in un contesto matrimoniale forzato e prematuro. Conosce un uomo, il quale la porta per gradi a conoscere tutto ciò che c'è da sapere sul sesso. è un uomo speciale, totalmente diverso dal suo fidanzato e ne nasce una relazione molto particolare. Molto di quello che Marika impara può non corrispondere a quello che le donne desiderano, ma sono certa che, segretamente, prima o poi ci avranno pensato. è un racconto erotico, scritto però senza parole scurrili od offensive.

Copertina di Roberta Guardascione
di Mary J. Stallone
A cura di Massimo Baglione.

Vedi nwANTEPRIMA (252,71 KB scaricato 238 volte).

compralo su   amazon

Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.