Lui, lei, loro

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Teo Tardy
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Lui, lei, loro

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leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Erano due ragazzi, si conobbero in una di quelle mattine tristi, quelle mattine che ogni singolo ragazzo ha odiato, si conobbero… una mattina di scuola.
Lui era un sognatore, uno di quelli che hanno sognato per tutta la vita e non smetteranno mai, per nessun motivo al mondo, di farlo.
Uno di quelli che non ha mai smesso di credere nel vero amore, uno di quelli che ci credeva più di ogni altro.
Lei era un'illusa, illusa dalla vita, che l'aveva resa così dura e chiusa al mondo.
Illusa dal padre che l'aveva abbandonata, illusa da chi credeva essere speciale e invece non lo era.
Una vita troppo crudele con lei, un'infazia uccisa troppo presto e una speranza mai iniziata, una vita strozzata dal dolore.
Ma… nonostante tutto, lei, era una buona, una di quelle così buone che nessuno avrebbe dovuto ferire, ma…
Lo facevano tutti e lei proprio, non se lo meritava.
Si conobbero perchè lui, come sempre, aveva inseguito un sogno, quello sbagliato.
Era andato dietro alla millesima persona sbagliata e, come ogni sognatore, si era svegliato dal sogno ed era stato ferito, come da un coltello, in pieno petto.
Lei, nonostante di queste cose non avesse esperienza, era l'unica che aveva saputo aiutarlo, con la sua bontà, con la sua pienezza d'animo.
Come se la ferita, infertole dalla vita, le avesse permesso di conoscere ogni soluzione a quel dolore che la vita stessa ti porta, come se, con un incredibile nichilismo, ormai, sapesse risolvere ogni problema.
Loro…
Si innamorarono, non si sa come, ma quando…
Una fredda sera di Dicembre, sotto Natale, l'unico periodo che entrambi hanno sempre creduto magico, lei in barba al suo sfacciato nichilismo e lui, in forza del suo sognare costante.
Loro, erano ciò che uno scrittore di poca fantasia avrebbe chiamato il giorno e la notte, loro, due anime diverse.
Loro hanno incominciato a vincere ogni battaglia della vita insieme, loro, hanno iniziato a sfuggire all'illusione, a sfuggire dal sogno e a costruire una bellissima realtà.
La verità è che, loro, si amavano, ovviamente aveva iniziato lui, il sognatore, e poi lei, senza una vera e propria emozione svelata ma con una sensazione che aveva permesso per la prima volta, anche a lei, di provare a sognare, ad uscire da quel sentirsi illusa.
La verità…
è che lui fece qualunque cosa per farla sognare e lei accettò, senza paura, non sapeva quanto, ma aveva capito che lui avrebbe voluto solo salvare lei, ancora di più che salvare la sua stessa vita.
Nessuno sapeva davvero cosa fare, ma, era tutto così naturale che quel sogno si realizzò da solo.
Loro si amavano ma non sapevano dirlo, loro si amavano ma non volevano dare alla vita questa vittoria.
Loro…
Si lasciarono una notte di agosto, in quei momenti in cui l'amore è più travolgente.
Loro si lasciarono perchè la vita aveva vinto un'altra volta, il destino aveva deciso per loro.
Il destino aveva illuso lei e per l'ultima volta, però, un sogno aveva ingannato lui.
Lei andò via, a inseguire per la prima volta un sogno, un sogno suo, andò a Parigi.
Lui la lasciò volare e, non potendola seguire, decise di stare a terra.
Lui.
Morì il 31 agosto sotto una pioggia estiva, dopo aver toccato per l'ultima volta il corpo che aveva tanto amato, dopo avere sognato un'ultima volta.
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Marino Maiorino
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Hai saputo dare "universalità" a una storia che poteva diventare facilmente banale, e profondità e personalità, che la salvano dall'essere troppo "generica".
Leggo diversi refusi che disturbano la lettura, e anche i tempi non sanno quando essere: passato prossimo? Remoto? Imperfetto? Deciditi.
Sono portato a inferire che lui muoia di crepacuore, ma con Francesco devo rimproverarti che la cosa non è affatto chiara: il modo in cui racconti la morte fa capire che lui l'ha toccata da poco ("dopo aver toccato per l'ultima volta"). Inoltre ripeti che è agosto, e la ripetizione pleonastica fa credere al lettore che tu ti riferisca a molto tempo dopo.
Il lettore non deve pensare a quello che legge, deve sentirlo: il suo cervello è già occupato col leggere, e se deve pure capire, perde di vista la storia. Perciò un'espressione semplice e fluida (senti chi parla di espressioni semplici e fluide... :D) è importante, perché fa vivere la storia.
A presto!
P.S.: Ma chi sono "loro"?
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Teo Tardy
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Marino Maiorino ha scritto: 07/02/2023, 10:30 Hai saputo dare "universalità" a una storia che poteva diventare facilmente banale, e profondità e personalità, che la salvano dall'essere troppo "generica".
Leggo diversi refusi che disturbano la lettura, e anche i tempi non sanno quando essere: passato prossimo? Remoto? Imperfetto? Deciditi.
Sono portato a inferire che lui muoia di crepacuore, ma con Francesco devo rimproverarti che la cosa non è affatto chiara: il modo in cui racconti la morte fa capire che lui l'ha toccata da poco ("dopo aver toccato per l'ultima volta"). Inoltre ripeti che è agosto, e la ripetizione pleonastica fa credere al lettore che tu ti riferisca a molto tempo dopo.
Il lettore non deve pensare a quello che legge, deve sentirlo: il suo cervello è già occupato col leggere, e se deve pure capire, perde di vista la storia. Perciò un'espressione semplice e fluida (senti chi parla di espressioni semplici e fluide… :D) è importante, perché fa vivere la storia.
A presto!
P.S.: Ma chi sono "loro"?
Ciao Marino, voglio risponderti con chiarezza perchè mi dispiace molto che il testo non ti sia arrivato come invece avrei voluto.
Apparte sui refusi che ti do totalmente ragione, forse più per fretta non mi sono avventato a correggerli…
sulla storia, in realtà, speravo, come hai detto giustamente tu, che arrivasse direttamente al lettore, che non fosse necessario quello sforzo di capire… ma evidentemente, forse, ho fallito : (
La morte è la morte di un suicida, che si uccide per lasciare lei che vuole inseguire i suoi sogni: una vita a Parigi e un offerta di lavoro allettante.
Lui, che non avrebbe mai potuto trasferirsi a Parigi, a causa del suo lavoro e della presenza di tutti i suoi familiari in Italia, decide di non bloccare lei e di uccidersi, dopo l'ultima notte insieme.
Questa è la spiegazione dei miei ultimi versi, spero ora ti siano più chiari e la lettura più lieta
un abbraccio e sono qui per ulteriori spiegazioni.
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Marino Maiorino
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Re: Lui, lei, loro

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Non "hai fallito": "non sei riuscito" (che è assai diverso per un'infinità di ragioni, tra le quali il poter migliorarsi e ritentare).
Spiegazioni... sì (ma l'avevo già chiesto prima): chi sono i "loro" del titolo? Anche se parli dei familiari in Italia, nel racconto non mi sembrano talmente rilevanti da meritare un posto nel titolo. Certo è che ogni lettore riceve secondo il proprio metro e quindi può attribuire pesi diversi a diversi elementi, però...
P.S.: dal punto di vista umano... Perdere un amore per non inseguirlo? Perché hai i familiari in Italia? Ma sei fuori? Certo, qui entra in ballo il vissuto di ciascuno e io, dopo TRE cambi di nazione CON moglie e figli, vedo la cosa in maniera un po' diversa. Se accetti un consiglio...
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RMarco
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La storia che racconti solo in apparenza è banale. In realtà ne fai sentire al lettore l'intensità ma forse non la poesia definendo troppo le caratteristiche dei personaggi, li imbrigli in uno schema che è poco emozionante. Ma è solo il mio gusto. La morte del protagonista è un poco oscura.
Mi piace l' idea dei pronomi che segnano il ritmo della musica del testo, un poco sincopato e non sempre scorrevole, ma era cosi anche per i contemporanei della grande fuga di Beethoven, non vorrei giudicarlo.
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Re: Lui, lei, loro

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Marino Maiorino ha scritto: 14/02/2023, 0:04 Non "hai fallito": "non sei riuscito" (che è assai diverso per un'infinità di ragioni, tra le quali il poter migliorarsi e ritentare).
Spiegazioni… sì (ma l'avevo già chiesto prima): chi sono i "loro" del titolo? Anche se parli dei familiari in Italia, nel racconto non mi sembrano talmente rilevanti da meritare un posto nel titolo. Certo è che ogni lettore riceve secondo il proprio metro e quindi può attribuire pesi diversi a diversi elementi, però…
P.S.: dal punto di vista umano… Perdere un amore per non inseguirlo? Perché hai i familiari in Italia? Ma sei fuori? Certo, qui entra in ballo il vissuto di ciascuno e io, dopo TRE cambi di nazione CON moglie e figli, vedo la cosa in maniera un po' diversa. Se accetti un consiglio…
Ciao Marino, loro sono lui e lei uniti in un unica entità, anche questo è un particolare che speravo si capisse…
Poi per quanto riguarda la storia, se vogliamo approfondire l'idea era di un lui con il proprio lavoro, uno studio legale qua e lei con un offerta di lavoro all'estero, per lui non ci sarebbero troppe possibilità all'estero e dovrebbe perdere tutto e la stessa cosa vale per lei se fosse restata, qua il dilemma è aperto a tutti, il mio protagonista, non ha saputo scegliere e se ne è andato via.
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RMarco ha scritto: 14/02/2023, 15:47 La storia che racconti solo in apparenza è banale. In realtà ne fai sentire al lettore l'intensità ma forse non la poesia definendo troppo le caratteristiche dei personaggi, li imbrigli in uno schema che è poco emozionante. Ma è solo il mio gusto. La morte del protagonista è un poco oscura.
Mi piace l' idea dei pronomi che segnano il ritmo della musica del testo, un poco sincopato e non sempre scorrevole, ma era cosi anche per i contemporanei della grande fuga di Beethoven, non vorrei giudicarlo.
Ciao, grazie mille del commento, userò i tuoi consigli per migliorarmi e grazie per le belle parole
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Marino Maiorino
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Re: Lui, lei, loro

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Teo Tardy ha scritto: 14/02/2023, 16:37 se vogliamo approfondire l'idea era di un lui con il proprio lavoro, uno studio legale qua e lei con un offerta di lavoro all'estero, per lui non ci sarebbero troppe possibilità all'estero e dovrebbe perdere tutto e la stessa cosa vale per lei se fosse restata, qua il dilemma è aperto a tutti, il mio protagonista, non ha saputo scegliere e se ne è andato via.
Prendila come una nota alla trama: lui non segue lei per non perdere il lavoro, quindi mette il lavoro al di sopra di lei. Lei parte ad agosto e lui "se ne va" alla fine dello stesso mese, magari la sera stessa della partenza di lei...
Ma se lui è rimasto per non perdere il lavoro, certamente non "se ne va" in così breve tempo: prima matura la consapevolezza di aver fatto una ca...ta e poi, quando capisce che non c'è modo di riavere ciò che davvero riempiva la sua vita, "se ne va", se proprio non riesce a inventarsi altro (e di cose uno se ne può inventare davvero tante, come andare a fare il consulente legale per aziende o privati francesi che hanno contenziosi in Italia: si guadagna davvero bene quando si lavora per l'estero).
Non è una questione di scegliere (non esistono scelte giuste o sbagliate quindi non è che il tuo protagonista non ha saputo scegliere), ma di digerire le scelte che si fanno con tutte le loro conseguenze.
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commento: Lui, lei, loro

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Sarò sincero. Il testo necessita di una bella "sistemata". Ognuno ha i suoi metodi. Solitamente io lo abbandono per un paio di settimane e poi rileggo. Non so se anche tu l'abbia già fatto. Il testo è quello di un "corto" e posso proporti in separata sede il mio personale editing. Fammi sapere se lo vuoi leggere per posta elettronica.
Teo Tardy
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Re: commento: Lui, lei, loro

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Alberto Marcolli ha scritto: 17/02/2023, 17:54 Sarò sincero. Il testo necessita di una bella "sistemata". Ognuno ha i suoi metodi. Solitamente io lo abbandono per un paio di settimane e poi rileggo. Non so se anche tu l'abbia già fatto. Il testo è quello di un "corto" e posso proporti in separata sede il mio personale editing. Fammi sapere se lo vuoi leggere per posta elettronica.
ciao Alberto, sarò lieto di ascoltare ogni parere, grazie di avermi dedicato del tempo :D
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Roberto Bonfanti
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Concordo con chi ti ha suggerito di rivedere il testo dal punto di vista formale, punteggiatura, tempi verbali, qualche refuso (infazia, i perché con l’accento sbagliato), ecc.
Definisci spesso la ragazza come illusa, forse sarebbe più adeguato delusa. Alcune incongruenze: si conobbero una mattina di scuola, quindi erano studenti? Poi, soprattutto nei commenti, parli di lavoro, uno studio legale... sono passati degli anni? Dal testo non è chiaro, avrei detto solo alcuni mesi.
Inoltre, come ben puntualizzato da Marino, il motivo del suicidio del ragazzo è un po’ debole, considerando anche che ne parli in tutto il racconto come di un sognatore, di uno che non smetterà mai di credere nel vero amore; è una resa eccessivamente repentina.
L’ultimo appunto, questa frase: “loro si amavano ma non volevano dare alla vita questa vittoria” e subito sotto “Loro si lasciarono perché la vita aveva vinto un'altra volta”, anche qui trovo delle contraddizioni.
Mi sono concentrato sulle debolezze del racconto, sull’altro piatto della bilancia metto il tema che risulta coinvolgente e diversi aspetti molto interessanti dello stile che hai usato, credo solo che sia necessario lavorarci ancora, forse sviluppando qualche passaggio che al momento risulta troppo sintetico; opinione personale, ovviamente.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. (Gesualdo Bufalino)
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Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Teo! Racconto sicuramente particolare e complesso nella struttura: una prosa poetica coinvolgente e con un buon ritmo, che qua e là un po' zoppica. Si vede che è stato scritto di getto e non rivisto. Data la natura non soffro troppo le incongruenze sottolineate da altri: possono essere tipiche di una forma poetica. Certo! Letto con i canoni rigidi della narrativa è chiaro che il tuo pezzo non funziona. Va cmq rivisto per togliere i refusi e sistemare la punteggiatura. Toglimi una curiosità: mi sembra in qualche modo ispirato a fatti reali. Mi sbaglio?
Un abbraccio!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
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