Attacco a sorpresa

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'estate 2025.

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Gino Savian
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Attacco a sorpresa

Messaggio da leggere da Gino Savian »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Rick armeggiò di nuovo con la bobina. Il cavo d’acciaio si era attorcigliato e il rampino non poteva essere lanciato correttamente.
– Queste tute fanno schifo, hanno sempre problemi!
– Aspetta, ti aiuto – Danny si sfilò i grossi guanti e il casco. Prese una gran boccata d’aria. Il caldo era asfissiante. Si asciugò il sudore della fronte e raggiunse Rick – Solito problema con la molla di rientro? – Chiese individuando il problema nell’avvolgimento situato sull’avambraccio.
– Ma che ne so. Questi modelli per l’addestramento non funzionano.
A pochi metri da loro gli altri avviarono gli stormjet delle tute. Si udì un sibilo e poi dai piccoli ugelli a cono uscirono fiammate azzurre. La propulsione li sbalzò in alto per metri. Sbuffi di sabbia si alzarono da terra.
– Cavolo! Sono già partiti! – Esclamò Rick vedendoli schizzare su per il ripido canyon – Lascia stare, levati. Mi basta un rampino.
Con uno spintone si liberò di Danny che perse l’equilibrio e cadde. Accese gli stormjet dietro la schiena e poi via! I capelli arancio svolazzarono all’indietro.
– Il casco, idiota! – gli urlò Danny che Infilati i grossi guanti e il casco integrale si mise all’inseguimento.
Rick intanto aveva quasi raggiunto gli altri. Sparava il rampino sul versante verticale della montagna per stabilizzare la traiettoria, poi sprigionava la potenza dei motori.
Poi di nuovo piantava il rampino sulla montagna, strattonava il cavo d’acciaio con entrambe le mani e dava un colpo di stormjet.
Raggiunse una velocità pericolosa avvicinandosi tantissimo ad Erri. Accelerò ancora con gli stormjet, riavvolse il cavo del rampino prima di rallentare. Si inceppò.
– Oh no! Si è bloccato anche questo!
Lo scontro fu inevitabile. Per fortuna i rampini di Erri erano già piantati sulla roccia per la manovra di rallentamento. Rick si strinse forte alle possenti gambe di Erri, il cavo d’acciaio impedì ad entrambi di volare via. Erri cadde rovinosamente scrosciando la tuta sulla superficie rocciosa sulla cima della montagna. Rick gli tonfò addosso.
Erri il campagnolo, disorientato, si lamentò – Ad arare i campi ti ci avrei mandato, a dormire con le galline invece che venire qui – si spolverò le braccia muscolose. Aveva preso solo qualche botta. La tuta resistette al colpo, lo strato ferroso interno e il rivestimento intermedio di grafene impedirono che le cuciture si danneggiassero.
Rick prese un bello spavento, si tastò rapidamente il corpo. Gli sembrò tutto apposto. Con una mano si passò il lungo ciuffo arancio. Si scusò con Erri – Mi dispiace amico, ma la molla di ritiro si è bloccata e non sono riuscito a fermarmi… ho fatto il possibile – poi si voltò verso il capo istruttore. Era salito assieme agli altri si stava rinfrescando con dell’acqua.
Rick urlò – Non è colpa mia se non funziona niente di queste tute!
Erri, il gigante buono, si alzò in piedi – Tu eri veloce più di un proiettile, dovevi rallentare prima. Mio padre ti avrebbe picchiato con la vecchia zappa se era qui.
Rick non lo ascoltò nemmeno, la sua attenzione si concentrò sul capo istruttore dalla barba grigia e dall’espressione di marmo. Rivoli di acqua e sudore colavano lungo la sua faccia spigolosa. Calò un silenzio reverenziale e si rivolse a Rick – Le persone di questa squadra sono state scelte con la stessa cura dei discepoli di Cristo. Non posso tollerare questo genere di comportamenti. Ti ho dato il privilegio di farne parte, la possibilità di diventare un soldato invincibile sotto ogni aspetto, ma non posso permettere…
Rick lo interruppe – Questi rampini hanno un sacco di problemi, non sono fatti per essere usati qui sulla Terra.
Il capo istruttore estrasse la pistola elettrica – Stai zitto quando parlo! Questa sfrontatezza è inaccettabile! – fece sfrigolare delle scariche elettriche – Voi geneticamente modificati credete di essere una risorsa indispensabile a questo mondo. Anche se vedi al buio come i gatti o sei un po’ più forte degli altri non vali niente!
– Ma che… se fossimo in una vera battaglia non mi rompereste le scatole in questo modo. Ho fatto solo il mio dovere, ho tenuto testa a una situazione imprevista nel migliore dei modi. Ho raggiunto l’obiettivo!
Il capo istruttore sparò un dardo elettrificato. E poi buio.
* * *
Rick si risvegliò nella sua stanza. A malapena riuscì a guardarsi intorno. I muscoli erano ancora rigidi e sentiva uno strano formicolio su tutti gli arti. Non sapeva che ore o che giorno fosse. Danny non c’era. Il letto del suo compagno di stanza era vuoto.
Si mise prima seduto, poi lentamente testò la forza delle gambe. Tutto ok, si alzò in piedi. Acciaccato e zoppicante uscì dalla stanza. Voleva prendere un po’ d’aria, ma senza farsi vedere da nessuno. Percorse tutto il corridoio e prese le scale. La salita risultò parecchio faticosa e il fiato si accorciò. Quei 4 piani parvero molti di più.
Determinato arrivò alle ultime rampe di scale. Aprì la porta per uscire sul tetto e poi il cancello di ferro. Il lucchetto arrugginito, come sempre, era aperto.
Un leggero venticello gli accarezzò piacevolmente il viso. Davanti ai suoi occhi giallo fluo la splendida vista sull’immenso spazio porto di Galaxy Tour, l’avanguardia del turismo spaziale.
– Che bel tramonto oggi – sussurrò. L’oceano brillava con il sole basso sull’orizzonte.
Fece per andarsi a sedere sopra un blocco di cemento e vide che Ringo, il suo cagnolone modificato, era già lì. – Ciao cucciolo! – gli andò incontro e alzò le braccia per stringere affettuosamente il suo muso.
– Ma come cavolo hai fatto a farlo salire! – la voce di Danny arrivò inaspettata. Rick fu sorpreso di vederlo là – Non hai paura che qualche superiore ti metta una nota sul registro? Il tuo voto in condotta potrebbe risentirne a fine anno.
Il solito fastidioso sarcasmo di Rick. Danny ne era indifferente ormai.
– Non me lo ricordavo così grande, ma quanto è cresciuto? – chiese Danny mentre accarezzava il bianco dorso dell’animale – Sta diventando spaventoso. Sembra un orso polare con la faccia da lupo.
– Infatti ora evito di camminare per le strade di Space Village con lui – Rick estrasse dalla giacca nera una busta gialla di carta e la porse a Danny.
– Cos’è? Carta? Mio nonno usava la carta! Non mi ricordo più l’ultima volta che l’ho vista. Che fai? Hai intenzione di diventare un’artista? Vuoi mollare l’esercito e iscriverti a una scuola d’arte?
– Non fare l’idiota. Aprila e leggi. Era da un po’ che volevo parlarti di una cosa – rispose Rick con aria seria.
– Non capisco – Danny estrasse la lettera, lesse qualche frase. Si trattava di informazioni militari.
– Ma è una missione top secret. Avresti dovuto bruciare la lettera, non darla a me! – Danny si innervosì e il suo volto prese colore.
– Ma almeno con questa hai la prova che non sto mentendo – Rick cercò lo sguardo di Danny invano.
– No! Non riesco più a starti dietro! Mi causi solo problemi! – Danny vacillò fra la decisione di ascoltarlo o andarsene. Si mosse scattoso, avanti e indietro.
Rick lo afferrò per un braccio – Per piacere, ascoltami.
– No! Non voglio sentire le tue storielle! – Danny scattò via verso il cancello di ferro.
– Aspetta un secondo! In nome dell’amicizia, ti prego! – Rick lo bloccò premendogli le mani al petto e continuò – Sai che significa missione top secret? È una condanna a morte.
Gli occhi gialli di Rick si fecero pieni di emozione. Danny smise di opporre resistenza e ascoltò, ma senza guardarlo in faccia.
– Se non dovessi tornare prenditi tu cura di Ringo.
– Ecco, vedi? Non mi metti mai in una posizione semplice!
– Perché ti agiti? Perché Ringo è una creaturura geneticamente modificata come me? Ci stai discriminando come tutti gli altri?
– Parli come se dovesse succedere qualcosa di catastrofico da un momento all’altro – Danny non voleva più ascoltare e si diresse di nuovo verso il cancello di ferro.
– Aspetta! – Rick gli si parò davanti. In lontananza il crepitio dei motori di un razzo in partenza scoppiettava nell’aria.
– Ecco, guarda! Lo senti? Tutti questi razzi che partono ultimamente… sta succedendo qualcosa. Danny, ascoltami!
Danny spintonò più forte che poteva Rick. Non ottenne molto con il suo fisico secco.
– Rick, chi ti sta lavando il cervello, eh? Fai sempre quello che vuoi. Come faccio a stare dalla tua parte se ti comporti così? Come ieri in allenamento!
Si sentì un nuovo razzo partire.
– Danny, ascoltami ti prego – gli si formò un nodo alla gola – La repubblica democratica d’oriente è pronta. Ha sviluppato dei nuovi armamenti per la micro gravità. Sta per scoppiare una guerra.
– CAZZATE! – Ringo si allertò. Ogni muscolo si tese.
– Ascoltami Danny, noi modificati saremo in prima linea. I primi a essere sacrificati, le cavie per vedere il modo migliore con cui affrontare il conflitto. Io parto domani sera. Per la Luna.
Rick provò un dolore profondo dentro di sé. Il suo unico amico lo stava abbandonando. Ora ne fu consapevole. Gli occhi di Danny mutarono in quelli di un demone colmo di rabbia. Rick chinò il capo in segno di resa e si fece da parte.
* * *
Rick prese l’ascensore della torre di lancio. Il tempo era sereno e solo poche nubi sporcavano il cielo notturno.
Venti minuti alla partenza.
Si posizionò al suo posto dentro la navetta. Con lui i suoi compagni militari e diversi civili facoltosi ignari della missione. Tutti con la stessa tuta spaziale. Nessuno stemma militare. Solo il logo Galaxy Tour. Gli equipaggiamenti militari e gli Stormjet furono stivati con procedura top secret. Tutti si allacciarono le cinture pronti per la partenza.
I civili, euforici per la gita, chiacchieravano. Il loro entusiasmo era un sottofondo fastidioso. I militari, in tensione, percepirono ogni ronzio di strumentazioni e mantennero lo stato di allerta.
10… 9… 8…
I civili contarono tutti assieme, Rick e i militari no.
7… 6… 5…
Black out. Nella navetta calò un buio densissimo.
– Fase 1 completata – pensò Rick.
Il portellone della navicella si aprì secondo procedura di emergenza. Rick e altri tre compagni, dotati di occhi giallo fluo, liberi dalle cinture, si calarono come scimmie tra i sedili orientati verso il cielo. Raggiunsero la stiva. Si generò un parlottio preoccupato fra i ricchi signori.
Confusi, indecisi sul da farsi, aspettarono. Nessuno diede loro spiegazioni.
Una volta dentro alla stiva i militari recuperarono torce e tute con stormjet.
Muoversi! Muoversi! – Sollecitò uno di questi una volta avuti gli equipaggiamenti.
Reimpostarono la mappatura della tuta per un utilizzo in gravità terrestre, la indossarono. inserirono auricolare all’orecchio. Al polso il sistema di comunicazione lampeggiava la scritta “CC Attivo” e tutti fecero l’accesso al Canale Comunicativo condiviso concordato. Installarono la torcia sul casco e – Un minuto e 30 secondi! – ognuno liberò dalle cinture un civile e lo caricò di peso sulla spalla. Uno alla volta si lanciarono fuori dal portellone, spararono il rampino contro la torre di lancio ammortizzando la caduta. Scattarono a piedi più veloci che potevano. A poche centinaia di metri l’obiettivo: la grande fossa che conteneva i serbatoi del propellente per razzi.
30 secondi!
Qualcuno fece sbuffare un poco gli stormjet per velocizzare la corsa. Rick era l’ultimo. Aveva sulle spalle l’uomo più pesante di tutti, nonostante la sua forza fuori dal comune era in difficoltà. Con un’ultima mossa agile scivolò dentro alla fossa assieme a tutti gli altri e…
Tre esplosioni potentissime illuminarono a giorno l’immenso spazio porto.
– Fase 2 completata –
La grande buca fu un ottimo riparo. Nessun ferito, alcuni detriti infuocati colpirono i serbatoi metallici. Immediatamente il caposquadra fece capolino al di fuori del bunker. Comunicò tramite il suo CC – Qui squadra Alfa in salvo. Ordigni esplosi. Torre 10A fortemente danneggiata. Passo.
Poi seguirono le risposte.
– Qui squadra Beta. Tutto ok. Torre 15A distrutta. Passo.
– Qui squadra Delta, siamo salvi, ma qualcosa è andato storto. La torre 12B è solo leggermente danneggiata e abbiamo perso uno dei nostri uomini.
Intanto Rick e gli altri proseguirono a immobilizzare gli ostaggi. Poi aprirono una nicchia segreta ed estrassero le armi. Furono nascoste nei giorni precedenti.
– Qui squadra Alfa. Chiedo spiegazioni a squadra Delta. Il vostro uomo è morto?
– Negativo. è scomparso.
Il caposquadra fece una smorfia. Dovevano esserci quattro esplosioni.
– Qui squadra Alfa. Squadra Gamma, ci siete?
Silenzio.
A tutti si chiuse la bocca dello stomaco. Rick guardò il suo CC. Aprì la schermata delle posizioni. Gamma era nel punto sbagliato. – Troppo strano… sembra che siano tornati al dormitorio – anticipò il pensiero di tutti e urlò – Ci hanno scoperti! Ritirata!
– Sono io il capo! – lo rimproverò il caposquadra – Fase 3 annullata, Usciamo dal bunker!
Tutti balzarono in aria a colpi di Stormjet. Ci fu una raffica di spari contro di loro e qualcuno rimase ferito.
– Ci attaccano! – Gridò Rick ancora a mezz’aria. L’immagine della squadra speciale dell’esercito apparì nitida. In divisa nera e casco integrale nero erano riusciti ad avanzare fin lì e coglierli di sorpresa. Rick sparò, ne ferì qualcuno. Ma erano troppi. Non sarebbe mai riuscito ad evitare la tragedia. Non tutti i suoi compagni potevano vedere così bene al buio. L’esercito li aveva fregati e oramai erano spacciati. Azionò il grilletto degli stormjet e non lo mollò più. Sentì tutto il suo corpo comprimersi per l’accelerazione, come fosse a bordo di un jet. Nonostante vedesse perfettamente, non riuscì a capire per quante migliaia di metri durò il suo volo. Il propellente finì e poco dopo la gravità ebbe la meglio. Cominciò la discesa e dovette pensare a un modo per frenare la caduta. Tolse il casco, slacciò l’imbrago degli stormjet e se ne liberò. Ora era più leggero.
Irrigidì il più possibile il proprio corpo, gambe dritte e braccia tese lungo i fianchi. Sprofondò nell’oceano. Per il momento fu salvo. Risalì lentamente, mentre bollicine d’aria accarezzavano il suo viso. Una volta uscito dall’acqua, Rick rilassò i muscoli in posizione stella e guardò il cielo. Prese fiato, riorganizzò le idee. Dolci onde nerissime lo cullarono.
– Cosa faccio adesso? Muoio congelato o annegato? Forse era meglio farmi sparare…
Rick provò a guardarsi attorno, ma i suoi movimenti furono goffi e annaspò. Lo strato più esterno della tuta si riempì d’acqua. Sprofondò per qualche istante e se ne liberò. Gli stivali gli resero difficile il galleggiamento. Si tolse pure quelli. Infine lasciò cadere infondo al mare il CC. Non poteva correre il rischio di essere rintracciato.
Lontano, lungo l’orizzonte vide una breve striscia di costa illuminata.
– Spero di arrivare prima dell’alba.
Rick cominciò a nuotare verso la costa ignota, verso un futuro sconosciuto.
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Ricambio la visita.

Segnalo prima i refusi che ho notato:

"Gli sembrò tutto apposto"… corretto in: "a posto"

"Perché Ringo è una creaturura geneticamente modificata come me?"… corretto in: "creatura"

"Infine lasciò cadere infondo al mare il CC."… corretto in: "in fondo"

Ho appena finito "Attacco a sorpresa" con il cuore a galla (come Rick nella scena finale): le sequenze d'azione hanno un impeto da blockbuster (quel salto dalla navetta è molto cinematografico) e l'idea dei modificati genetici sacrificabili è degna delle migliori distopie, tipo Blade Runner. Il finale è eccellente, poetico: Rick che nuota verso l'ignoto, abbandonando tecnologia e compagni, in quel silenzio d'oceano… è un'immagine potente.

Peccato che il ritmo serrato (sembra un giradischi troppo veloce), se da un lato trascina, dall'altro ne schiaccia i respiri narrativi. Danny, per esempio: una piccola analessi (flashback) della sua lealtà prima della missione: una complicità durante un ipotetico addestramento notturno, una bugia detta per coprire Rick, avrebbe dato spessore umano all'abbandono emotivo da parte sua (la scena sul tetto). Perché, senza quel cemento emotivo, il conflitto tra i due amici resta troppo in superficie. Lo stesso vale per certi dialoghi: quando il capo istruttore evoca i "discepoli di Cristo" in un mondo ipertecnologico, è come udire un organo in una discoteca cyberpunk: spezza l'incantesimo.

Voto: 3/5 (obiettivo, anche se nasce da un giudizio soggettivo.)

Motivo il voto:

Perché se riprendi questa storia, allargando le pause, cesellando/rafforzando i legami tra i personaggi, e cercando metafore tue (e qui sei già bravo), può diventare qualcosa di molto più interessante rispetto a com'è ora.

Saluti, Gino Savian,

Antonio
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Un bel racconto adrenalinico, ma forse un po' troppo "compresso": di carne al fuoco ce n'è parecchia, e meriterebbe una storia di più ampio respiro, presentando con più particolari i protagonisti. Non è facile (io ne so qualcosa, dato il genere supereroìstico dei miei racconti) rendere per iscritto le scene d'azione pura, ma ci sei riuscito molto bene. Un 4 solo perchè, appunto, qualche particolare in più non avrebbe guastato, ma mi è piaciuto molto.
Andr60
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Racconto a ritmo serrato, pure troppo; come già osservato, forse ne gioverebbe mettere più in risalto chi sono i protagonisti, da dove vengono, ecc., in modo da valorizzare le scene d'azione fino al climax finale. Anche se la conclusione, più che un finale, appare sospesa e mi ha deluso un po', considerando la storia nel complesso (e qui non sono d'accordo con Yakamoz: de gustibus... ecc.)
Per finire, un consiglio a Rick e Danny: meglio un esoscheletro (sì, proprio quello di Iron man), almeno non corri il rischio che gli stormjet ti brucino le chiappe :))
Corrado Borgh
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Messaggio da leggere da Corrado Borgh »

L’uso abbondante di dettagli sulle tute, i rampini, gli stormjet e le manovre militari tende a soffocare la narrazione e rallenta l'immersione del lettore. La tensione narrativa perde mordente a causa di un linguaggio troppo meccanico.
I personaggi sono poco sviluppati e i dialoghi deboli e poco naturali.
Il finale è accelerato e, a mio parare, già molto sfruttato.
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FeliceF
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Re: Attacco a sorpresa

Messaggio da leggere da FeliceF »

Perdonami, ma ho letto due volte e non ho ancora capito cosa sia successo esattamente. Perché compiono quell'azione pianificata che sembra sabotaggio? E poi cosa succede, vengono traditi? e perchè?
Stefano M.
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Messaggio da leggere da Stefano M. »

Più che un racconto, pare lo spezzone di un romanzo, che forse leggerei pure volentieri, seppure appartenente ad un genere che non appartiene alle mie corde, perché la fantasia dell'autore è davvero notevole. Preso il singolo spezzone, tuttavia, non riesco ad "abituarmi" così brevemente a tutti questi congegni moderni e organismi geneticamente presenti. Mi spiego meglio: in poche migliaia di righe ci sono un sacco di informazioni, sia descrittive (tute, stormjet, stazioni di lancio, ecc...) che narrative (esercitazione, risveglio, missione finale) e francamente, leggendolo, non faccio in tempo ad immaginarmi come possano essere.
Trovo invece particolarmente riuscito lo stile di scrittura, fresco e asciutto, e pure i personaggi mi paiono decisamente interessanti e ben caratterizzati. Le tre scene, come dicevo, creano comunque un interessante spaccato di ciò che il lettore ha in mente, anche se forse le vedo un po' slegate fra loro.
Il finale "aperto" mi fa immaginare che il racconto, appunto, possa essere espanso in un secondo tempo, lasciando risultando comunque abbastanza efficace anche per conto suo.
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