Nayla
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Re: Nayla
So che nel regolamento era specificato diversamente, ma si era trattato di un refuso proveniente da altri bandi.
Re: Nayla
l'avevo messa così… (mi sa che era un po' troppo grande).
Non importa
Il racconto è importante, non l'immagine.
P.S. L'immagine era il pezzo forte del racconto!
Uff! Troppo audace?
- Massimo Baglione
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Re: Nayla
No, è solo una questione di gestione del concorso e dei conseguenti ebook: solo testi.
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Vittorio Felugo
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Voto 5, ovviamente.
Curiosa coincidenza: pure io volevo inserire un'immagine a corredo del testo e Massimo mi ha spiegato che non si può.
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A questo punto, però, urge visualizzare l'immagine di Nayla!
Re: Nayla
Grazie dei vostri commenti, ne sono lusingato
Bravo, Andr60, mi hai "sgamato": il racconto si rifà molto alle poesie di Gozzano, ma anche ad altre cose. È un potpourrì.
Antonio
A rileggerci…
Domani posto l'immagine di Nayla (a parte) … ora non ci riesco…
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davanti a "malattia" bisogna aggiungere l'articolo, visto che è stato messo davanti a "vecchiaia" e a "morte". Quel "né", forse, è di troppo.Yakamoz ha scritto: 25/09/2025, 6:30 Lei, che non conosceva la vecchiaia, malattia, né la morte, lo riconobbe all'istante.
Qui il "né" è di troppo, oppure bisogna aggiungerne un altro al posto di "o".Yakamoz ha scritto: 25/09/2025, 6:30 e del quale lei stessa non poteva intuire né gli eventi o il senso.
Per il resto, che dire? Una favola con una dolce morale impreziosita da un abile mano. La tua capacità di descrizione è decisamente notevole e in un momento in cui nei libri sembra che le descrizioni siano messe al bando o, peggio, condannate, questo è una vera ventata di freschezza! I miei complimenti. Mi capita spesso di rileggere i racconti solamente per tentare di far pace con la logica o la grammatica, il tuo, invece, l'ho riletto volentieri per gustarmelo.
Grazie per questo racconto!
Re: Commento
Ciao, FeliceF, (mi hai fatto felice, scusa il gioco di parole)
grazie di cuore per il tuo commento, mi ha fatto piacere leggerlo! Sono davvero felice che il racconto ti sia piaciuto, il "riconoscimento" è uno dei complimenti più belli che un piccolo scrittore come me possa ricevere.
E grazie mille anche per le correzioni/refusi. Hai assolutamente ragione, mi erano sfuggiti del tutto sia l'articolo mancante davanti a "malattia" che la costruzione sbagliata "né… o". Apprezzo tantissimo, occhio di falco, la tua attenzione al dettaglio. Provvedo subito a sistemare.
E grazie ancora per il tuo tempo speso a leggermi e per le tue belle parole incoraggianti!
A presto…
Antonio
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Re: Nayla
cerco di rispondere punto per punto alle tue legittime perplessità (che, in parte, sono anche mie).
a) Un rapporto (forse) malato?
La risposta è semplice: non si tratta di un'ossessione malata, ma di un'evoluzione spirituale. La "follia" iniziale di Arakel era ossessione, quando cercava di fissare Nayla nel mondo materiale, ma è una fase che fallisce. Il vero amore, quello più nobile, nasce proprio dalla comprensione che Nayla gli offre alla fine.
b) Fino a che punto nutre e quando comincia a consumare?
Lo consumava quando cercava di possederla simbolicamente con le sue opere, perché lottava contro una legge metafisica (il tempo vs. l'eterno) ed era, per logica, destinato a fallire, logorandosi. Lo ha nutrito, invece, quando ha capito che l'amore non era possesso, ma dedizione. La sua vita, anche nella decadenza fisica, ha acquisito uno scopo più alto: essere la testimonianza vivente di quella bellezza, trovando una pace che supera la frustrazione del desiderio insoddisfatto.
c) È romantico?
Il Romanticismo classico celebra quasi sempre la passione che travolge. La mia fiaba esplora un'idea diversa, forse più vicina all'amor cortese (come Dante e Beatrice, Don Chisciotte e Dulcinea e tanti altri) o a certa mistica: l'idea che la distanza non sia un impedimento, ma l'essenza stessa per preservare la purezza del sentimento.
Varcare la soglia non avrebbe coronato nessun sogno: lo avrebbe dissolto. Non è una rinuncia, ma l'accettazione di una verità più alta: alcuni ideali sono così perfetti che la loro bellezza risiede proprio nella loro inaccessibilità.
Il messaggio nascosto, se c'è, non è la celebrazione di un rapporto malato, ma l'elogio dell'amore come atto di rispetto assoluto per l'alterità dell'amato, anche quando questo significa amare da lontano, per non profanare il miracolo che li ha uniti.
È una visione molto platonica: l'amore vero vive nel desiderio puro, non nel suo appagamento. Il compimento è nel percorso, non nell'arrivo.
Faccio un esempio mistico di amore non di coppia:
l'amore verso Dio, che appartiene al trascendente e quindi non è accessibile in modo diretto, ma di cui possiamo cogliere i segni nel mondo sensibile: nella bellezza del creato, nell'armonia delle leggi naturali, negli atti di carità. Il credente non pretende di possedere Dio, ma Lo ama attraverso la devota contemplazione di queste tracce.
Perciò Nayla, in un'ipotetica allegoria, potrebbe benissimo essere l'Altissimo che si manifesta attraverso la bellezza di una sua creatura, e l'amore di Arakel una forma di devozione, perché nulla si può comprendere o possedere totalmente, fino alla morte, ultimo atto di fede in un mistero più grande di lui.
Grazie per la riflessione profonda, Giuseppe,
Antonio
P.S.
Lo dice anche Nazim Hikmet:
Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
"di saperti inaccessibile"
nel momento stesso
in cui ti afferro.
Non tutto è accessibile!
Ora davvero sembra che sono un "turco": racconto orientaleggiante, nick turco, poi posto poesie turche… ma sono italiano, di Salerno.
Ultima cosa:
Per la fiaba/racconto mi sono ispirato alla poesia "Cocotte" di Guido Gozzano, poeta post-decadente, non di "elogi" ma di "crepuscoli". Basta leggerla per trovarne le analogie e le similitudini. Difatti, Andr60, che è torinese come Gozzano, subito mi ha sgamato!
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Re: Commento
Grazie di essere passato, Erinni, e del tuo commento: sintetico ma efficace.Erinni ha scritto: 30/09/2025, 22:08 Grazie Antonio del racconto "magico" ed evocativo, dello stile ricercato. Della storia che tradisce una verità: l'ideale esercita un potere più forte del reale. E, a volte, non si vuole nient'altro che quell'idealità
A rileggerci…
-
Stefano M.
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Re: Nayla
Proprio alla luce di questo, penso che sia del tutto perdonabile una trama tutto sommato inverosimile: possibile che da lì non passi proprio nessuno? Ogni tentativo di mandare a lei qualcosa è andato storto: un sortilegio? Invecchia solo uno dei due, l'altra resta un fiorellino? Ma del resto, qualsiasi mito, qualsiasi leggenda ha le sue incongruenze: del resto, altrimenti, sarebbe una storia come tutte le altre.
L'unico aspetto che non mi convince del tutto, per quanto comunque funzionale, è il finale, che appare forse un po' "telefonato", facilmente prevedibile.
Non è un genere che adoro, ma comunque ti assegno volentieri un 4.
PS: credo che la mancanza dell'immagine che volevi aggiungere sia stata una fortuna, altrimenti avresti "rovinato" la freschezza delle ottime descrizioni della ragazza.
Re: Nayla
molti dei temi che sollevi sono già stati affrontati nella mia risposta a Giuseppe (che trovi un po' più sopra). Per me, Nayla non è una storia d'amore "inverosimile", ma un'allegoria. Il cancello era la prova che la vera bellezza non si possiede, si contempla. Arakel non entra non per debolezza, ma per un atto di supremo rispetto. Grazie comunque per commento e per il voto alto.
Tante belle cose, Stefano,
Antonio
P.S. Nayla e Arakel non sono "persone", sono "archetipi puri" Non si può dare un'interpretazione realista. È tutto molto allegorico/concettuale. Nayla non è la ragazza sexy che uno la vede e dice "Aò, che spettacolo de femmina! Me ce butterei ar volo!" Non si trombano le idee.
- Laura Traverso
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Re: Nayla
Nella lingua italiana, quando si coordinano due o più verbi all'infinito che dipendono dalla stessa preposizione (in questo caso "a"), si ha la facoltà di omettere la preposizione davanti al secondo, al terzo, ecc.
Quindi: "si chinava a raccogliere un fiore e osservarlo controluce" è corretta.
Grazie di avermi letto, Laura
Poi rispondo con più calma… ma è Uzbekistan (Asia centrale), non Medio Oriente.
Ciao,
Antonio
Re: Nayla
Giusto per essere precisi, faccio un esempio con una frase più semplice:
"Da oggi ho deciso di non mangiare, bere e dormire."
Ma anche questa versione è corretta:
"Da oggi ho deciso di non mangiare, di bere e di dormire."
Ne consegue che anche la frase:
"Si chinava a raccogliere un fiore e (a) osservarlo controluce"
è corretta (con due infiniti: raccogliere e osservare, con "lo" come pronome oggetto diretto).
Anche se suona leggermente insolita all'orecchio, è grammaticalmente elegante e ben costruita.
Ciao Laura, e grazie ancora per il tuo commento!
Ma non è una fiaba o una favola, è un racconto Sufi. È allegorico!
Leggi https://discrimen.it/ipertesti/davanti- ... output=pdf
Ma Kafka è realismo magico e parla di altro nel suo racconto, ma è sempre allegorico.
Antonio
- Massimo Baglione
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Re: Nayla
In realtà, no: la virgola non dovrebbe essere messa tra il verbo e la congiunzione quando questa introduce l'oggetto o il verbo.Yakamoz ha scritto: 21/10/2025, 11:27 Ma anche questa versione è corretta:
"Da oggi ho deciso, di non mangiare, di bere e di dormire."
Al limite, potrebbe andare come elenco di cose da non fare:
"Da oggi ho deciso: di non mangiare, di non bere e di non dormire."
cioè usando i due punti (che introducono una spiegazione o una lista) e aggiungendo "non" a ogni cosa che si è deciso di non fare.
Oppure, meno elegante:
"Da oggi ho deciso: non mangerò più, non berrò più e non dormirò più."
Se poi parliamo di licenze letterarie personali, allora entriamo in un altro mondo.
Re: Nayla
A titolo esemplificativo, Serianni osserva che:
"La congiunzione tra verbi all'infinito retti dalla stessa preposizione (di, a, per, ecc.) può avvenire sia con ripetizione della preposizione che senza, a seconda dell'effetto stilistico o del ritmo della frase"
(Serianni, Grammatica italiana, vol. II, § 203).
Non lo dico io.
- Massimo Baglione
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Re: Nayla
Serianni è morto in modo strano… attraversando la strada. Investito. Una morte casuale, banale. La morte arriva in modo banale, e se ne frega che tu sia Serianni – sacro custode della precisione grammaticale. Come in Samarcanda di Vecchioni… tutto si collega, vedi?
Schemino, ma fatto bene e con un certo eloquio (ci vuole per spiegarlo):
Elementi: La Soglia / Il Confine / L'Ironia Tragica (La Sconfitta dell'Ordine)
A) Kafka – Davanti alla legge
La Porta che conduce alla Legge/Verità.
"L'uomo di campagna muore aspettando, senza osare attraversare – solo per scoprire che la Porta era solo per lui e sta per chiudersi."
B) Il mio racconto – Nayla
Il Cancello/Porta di ferro: confine tra il finito e l'eterno, tra l'amore terreno e la pace mistica.
"Arakel muore sulla soglia, raggiungendo la liberazione (e la Nayla eterna) solo attraverso il blocco della morte."
C) Serianni – La vita reale
L'attraversamento della strada: il confine tra sicurezza e pericolo.
"Il più grande custode dell'Ordine grammaticale viene annullato dal Caos banale (l'incidente), proprio nel momento di attraversare la linea."
Certamente non oso paragonarmi a Kafka e Serianni: ma ci sono strane analogie, un fil rouge non voluto.
È tutto un discorso sulla "liminalità", sul confine tra la vita e la morte, tra il conoscere e il non conoscere, tra il volere e non potere: come tra il dentro e il fuori della cassa dell'orologio di Jacopo Serafinelli.
Ma io sono un GENIO!
Tante belle cose,
Antonio
Il mio immancabile P.S. Leggere il mondo attraverso le sue metafore. (Il segreto per essere uno "scrittore")
La Gara 24 - Andate tutti all'Inferno!
A cura di Alessandro Napolitano e Giovanni Capotorto.
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oppure in formato EPUB (1,17 MB) (
La Gara 4 - Ciak, si gira!
A cura di DaFank.
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Gianni Giovannone, Serena Rosata, Simone De Andreis Gerini, Thierry59, Grey Delacroix, Giovanni Altieri, Marina Priorini, Antonella Rita Provenzano, Furio Bomben, Alessandra Gaggioli, Marina Casali,
Mew Notice, Enrica Restelli, Valter Padovani,
Alessandro Moschini,
Tullio Aragona, Elena Girotti, Edoardo Baietti,
Gilbert Paraschiva,
Gianluigi Redaelli, Connie Furnari, Flavia Ippolito, Mariella Scarano, Piergiorgio Annicchiarico, Poly,
Alessio Boni,
Carmine Rosano, Alberto Tristano, Barbara Bertucci, Armando D'Amaro, Livin Derevel, Stefano Masetti, Alfio Faedi, Giovanni Gentile,
Bruno Elpis, Riccardo Carli Ballola,
Roberta Eman, Anna Pisani,
Ser Stefano, Riccardo Sartori, Giovanna Amoroso, Jen Ricci,
Michele Cogni, Paolo Ferruccio Cuniberti, Claudio Gavina, Valeria Ferracuti.
Vedi
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Downgrade
Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
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L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.












