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- Giuseppe Gargano
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Se si parte da un presupposto fallace, il sillogismo smette di avere efficacia.Bobinsy ha scritto: 29/09/2025, 12:42 Chi usa un PC, il bottone “Salva” lo conosce bene: in pratica vuol dire che adesso il tuo lavoro è in pericolo, e lo devi mettere in un luogo più sicuro
Se metto in parole solamente sempre e insistentemente le mie convinzioni e le mie letture del mondo e di ciò che accade, senza mai metterle in dubbio, forse finisco per autoconvincermi che sono nel giusto più assoluto, insindacabile, incorreggibile.
A volte, cercare fonti, informazioni, dati può aiutare a scoprire che la la nostra visione è più distorta di ciò che pensiamo, che ci siamo messi da soli davanti agli occhi un velo di Maya talmente pesante da riuscire a scorgere un orizzonte.
Se si vuole fare arte, si faccia arte, se si vuol fare altro... ci sono altre sedi
Re: Commento
Il tema della collocazione, in ognuno di noi, dei significati, rientra nel tema più grande della coscienza, su cui mi sto appassionando.
Con un altro utente di Bravi Autori (Giancarlo Rizzo) stiamo provando a costruire un blog monografico sull'argomento (parliamoneconsapevolmente.blogspot.com), per cercare di mettere in ordine le moltissime riflessioni su un tema sempre attuale, ma -a mio parere- oggi più che mai.
Grazie per la tua analisi
Re: Commento
Rispetto la tua valutazione.
Il tentativo di separare l'arte dall'espressione delle opinioni dell'autore sull'attualità, forse dimentica Picasso, Dante, e probabilmente la stragrande maggioranza degli artisti, che non vivono in una bolla.
Tutti gli artisti (che non siano al soldo di qualcuno) sentono il bisogno (che è manifestazione di libertà) di denunciare ciò che non condividono.
Se avessimo chiesto ad un guelfo nero un voto su Dante, credo sarebbe stato "1", come il tuo.
(sia ben chiaro: lungi da me confrontarmi con quei colossi, ma tant'é)
Sul fatto di mettere in discussione le proprie idee, io sono d'accordo, ma attenzione: vale per tutti
Questo non credo sia il luogo per dibattere la fondatezza delle idee di ciascuno, ma di valutarle dal punto di vista della scrittura, e dell'impatto sul lettore, per cui non ti chiedo di spiegare le tue convinzioni (finirebbe in polemica, e non è il caso); se puoi, però, evita di denigrare quelle degli altri
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Vittorio Felugo
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Re: Commento
Non credo di aver denigrato, ma spiegato un punto di vista.
In effetti, tuttavia, mi sono concentrato su un aspetto a latere, senza entrare nel merito del giudizio che ha portato al voto minimo: il tuo elaborato non è un racconto.
Al massimo è un monologo, il cui sillogismo iniziale è già, di suo, fallace. E anche a chiamarlo monologo c'è dell'impegno, a mio avviso.
In relazione al contenuto, poi, credo di essermi già espresso, senza poter scendere nel dettaglio, purtroppo.
Buona vita.
Re: Commento
In effetti il tema non voleva essere la memoria, ma il significato che custodiamo dentro di noi di ciò che consideraiamo "esterno"; in altre parole, la "consapevolezza".
Ed in particolare della consapevolezza tradita attraverso la manipolazione fatta (volontariamente) nella comuncazione, quando si usa una parola per un'altra, allo scopo di deviarne il significato.
E' un tema enorme
Chiaramente non si tratta di un racconto, e forse neppure di un monologo, perchè l'io narrante non parla a sè stesso, ma dialoga con il lettore. Questo forum è riservato ai racconti?
Sulla brevità... dipende dallo scopo. Il mio scopo è suscitare nel lettore sorpresa e domande; non esaurire l'argomento. L'argomento lo approfondirà lui, se prova a dare risposte alle domande, e senso alla sorpresa.
L'esempio l'ho preso dall'attualità, perchè il tema che affronto non vuole essere accademico, ma concreto e immediatamente verificabile.
Per uno sviluppo più ampio degli argomenti non mi sottraggo; nella risposta a Giuseppe Gargano cito un blog dove stiamo cercando di collezionare una serie di riflessioni sul tema della coscienza. Sei il benvenuto! (siete i benvenuti)
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Passavo di qua e mi sono soffermato a leggere. Che dire? Dico che, al di là del contenuto, mi sembra un post: non ha nulla di un racconto. Da regolamento/istruzioni (sembro un moderatore ora, tranquillo, Max, non ti voglio rubare il posto), nulla osta postare post. Leggendolo, mi viene in mente la frase di Newton, che è questa: "If I have seen further, it is by standing on the shoulders of Giants". I giganti sono la memoria, quelli che non ci sono più; invece noi contemporanei siamo quelli che portiamo avanti la loro memoria (memoria, conoscenza, evoluzione) per guardare oltre.
Ciao, Bobinsy,
Voto: nulla (che non significa che non mi sia piaciuto, ma non è un racconto e non so come valutarlo).
P.S. tu lo sai già come la penso, perché te lo scrissi tempo fa, quando non si tratta di racconti ma di "alto". Non per essere cattivi, ma credo che sia importante affrontare le cose con sincerità e chiarezza, anche se a volte può sembrare difficile o scomodo.
Aggiungo una cosa:
"Sai, tengo un bar, se ti capita di passare, ti offro pure un caffè. Lo faccio buono, sono di Napoli/Salerno."
La frase non ha valore nei "significanti" ma in quello che essa vuole "significare".
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Gli stregoni che studiano il controllo mentale la sanno bene: associando un'informazione a un ricordo sgradevole, puoi condizionare il soggetto, così come fabbricando falsi ricordi. La manipolazione dei significati delle parole è un passaggio ulteriore, che coinvolge tutti poiché i media (tv e giornali) sono impegnati h24 in questa funzione.
- Alberto Marcolli
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commento Salva con nome
Detto questo, veniamo al tuo “Salva con nome”. È ben scritto e questo mi basta. È chiaro che il suo scopo sta tutto in quelle 100 parole finali, ma questo non cambia il mio giudizio. La valutazione su quanto sta accadendo da 70 anni in quelle terre, con quello che appare un tragico finale, entra nelle sensibilità di ciascuno. Che la reazione israeliana si andata oltre ogni umano limite lo ha affermato il Presidente della Repubblica in persona, sulla cui statura morale non si discute (spero). Non penso di dover esprimere la mia posizione in questa sede. Ci sono altre sedi per farlo, anche se purtroppo sempre meno disponibili, e non parlo dei “maledetti social”.
Voto 4
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Stefano M.
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Stile semplice e colloquiale, ma quale piccolo refuso ci è scappato (ad esempio, la virgola in "mi son fatto l'idea, che alla fine"): poco male.
Tuttavia preferisco non assegnare il voto: non ci vedo il "racconto", in questo scritto, ma solo una serie di precisazioni. Ci sarebbero state molto bene come articolo di fondo su un giornale, creando uno spazio umoristico, ma sinceramente, in una gara del genere, non riesco a trovargli una collocazione.
A presto e a rileggerti,
Stefano M.
Re: Commento
Certamente il post è un forma letteraria "minore". Come i testi di una canzone. Però, però... Forse è una moda. O una tendenza. Qui esprimere valutazioni fa parte del gioco, che però è utile come feedback.
L'esempio del caffè lo trovo fecondo: quell'invito potrebbe avere 'secondi fini'. Significati noti a chi pronuncia la frase. Oppure ipotizzati da chi la ascolta. Magari diversi, e nasce l'equivoco: "ma io credevo che tu volessi..".
Mi sono fatto l'idea che i significati sono dentro di noi, e sono assolutamente privati. Però sono veicolati da simboli (le parole). E ne esiste un uso malvagio. Non per nulla Satana è detto anche "il grande ingannatore".
Ecco, volevo precisare meglio il significato (mio) della storiella "Salva con nome". Che evidentemente non corrisponde con il significato di chi legge. C'est la vie
Grazie per esser passato di qua
Re: commento Salva con nome
Grazie. Restringerei ulteriormente. Il senso sta nell'ultima frase "Salvatevi anche voi se potete".
E' in corso una tale campagna di "lavaggio dei cervelli" praticata in mille modi, ma uno di questi è l'uso malevolo delle parole, che ci porta all'indifferenza. All'accettazione
Alla difficoltà di tornare consapevoli
Ovviamente è il mio punto di vista, ma siamo in tanti ad avere la stessa sensazione.
Per fortuna ci sono posti come BraviAutori dove scambiarsi liberamente (e garbatamente) le idee è addirittura un valore
Re: Commento
Grazie comunque per la tua analisi. Mi preme di più condividere contenuti (ed avere feedback) che gareggiare.
La condivisione mi aiuta moltissimo (e immagino sia così per tutti)
Re: Commento
Hai centrato completamente quello che intendevo manifestare. Mi aprì la visone di questo problema Claudio Fracassi ("Sotto la notizia niente"), ma gli anni passano, e il problema permane (forse peggiora)Andr60 ha scritto: 01/10/2025, 10:32 ... La manipolazione dei significati delle parole è un passaggio ulteriore, che coinvolge tutti poiché i media (tv e giornali) sono impegnati h24 in questa funzione.
Grazie !
Re: Salva con nome
"L'esempio del caffè lo trovo fecondo: quell'invito potrebbe avere 'secondi fini'. Significati noti a chi pronuncia la frase. Oppure ipotizzati da chi la ascolta. Magari diversi, e nasce l'equivoco: "ma io credevo che tu volessi… ".
Mi sono fatto l'idea che i significati sono dentro di noi, e sono assolutamente privati. Però sono veicolati da simboli (le parole). E ne esiste un uso malvagio. Non per nulla Satana è detto anche "il grande ingannatore"."
Complimenti, Bobinsy, da un piccolo seme di una frase, nel P.S. hai saputo sviluppare il concetto che volevo esprimere, ma non mi venivano le parole giuste ieri sera. Sei un ottimo pensatore. A Napoli sì dice: "Quann' 'o riavulo t'accarezza, vo' ll' anema" = "Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima". Nel senso che ha secondi fini e non sempre ciò che dice e fa corrisponde alla realtà. E il mondo è pieno di diavoli.
Voto 4, per la risposta che mi hai dato (vale più di un racconto)… pochi avrebbero capito la frase del caffè.
Ma ti voto davvero!
Ciao, Bobinsy,
Antonio
Scritto di getto, e se c'è qualche errore/orrore, mi scuso
Re: Salva con nome
Re: Salva con nome
ma se passo per Napoli, un caffè te posso offrire ?
Roberto
Re: Salva con nome
Re: Commento
Perdonami, ma mi sembra un torto verso gli altri scrittori, che sino ad ora si sono sforzati di dare forma alle proprie idee nella struttura richiesta dalla gara: il racconto.Andr60 ha scritto: 01/10/2025, 10:32 Concordo con Yakamoz, è difficile giudicare un non-racconto in una gara di racconti, per cui mi limito a dare un 3 comunque per l'impegno
Se avesse messo una poesia, sarebbe stato corretto non dare un voto o dare un sei politico? No, perché, per quanto possa piacere o meno, la poesia non è un racconto. Se a una gara di tuffi mi presento, non mi tuffo ma faccio una coreografia in acqua, non vengo applaudito, ma escluso dalla gara e i giudici mi danno 0, tutti in coro.
Non vedo perché debba essere in qualche modo premiato o incoraggiato un comportamento che stride con lo spirito della gara.
Qui si concorre con racconti, non con saggistica, non con post, non con pensierino della buonanotte, ma racconti.
Tutto il resto n on dovrebbe essere preso in considerazione!
In altre occasioni mi sono trovato di fronte ad argomenti con cui non ero affatto concorde ma, trattandosi di racconti, ho dato un voto per ciò che erano, dando un giudizio alto per la struttura in sé.
Qui, invece, sento che viene meno qualcosa e la conseguenza è il minimo dei voti che si possa dare.
Se l'autore riscrivesse il tutto sotto forma di racconto, non esiterei a ritirare il mio voto e valutare il componimento secondo i criteri della gara.
Ribadisco, dare voto 3 o evitare di dare un voto, a mio avviso è controproducente e ingiusto verso chi ha prodotto un racconto, sino ad ora.
Ciao.
Re: Commento
Ad essere talebani, hai ragione tu: la gara parla di racconti, e le altre forme letterarie andrebbero escluse. Se il moderatore conferma (@"Massimo Baglione" pls help) e questa è la regola applicata altre volte, la ritiro subito (riscriverla? stento a concepirlo: sarebbe un'altra cosa). Forse la fascia consigliata (tra 1000 e 5000 caratteri, piccola per un racconto classico), mi ha tratto in inganno, ma va bene uguale. In tal caso propongo di trovare un posto diverso per tante altre modalità espressive (attuali) che meriterebbero il loro spazio; che dite?
Re: Commento
Trovo che la tua proposta sia molto interessante! Sarebbe bello avere una terza gara stagionale con delle miscellanee, ibridazioni, componimenti di varia lunghezza che esulino dalle forme di poesia e di racconto breve. Mi associo alla tua proposta.Bobinsy ha scritto: 02/10/2025, 14:14 In tal caso propongo di trovare un posto diverso per tante altre modalità espressive (attuali) che meriterebbero il loro spazio; che dite?
Re: Salva con nome
Re: Salva con nome
Sì, scarlà = rabbia o spazientirsiBobinsy ha scritto: 02/10/2025, 11:49 @Yakamoz Antonio, nun me fa 'scarlà (c'ho azzeccato?)
ma se passo per Napoli, un caffè te posso offrire ?
Roberto
Di solito, le mamme (prime maestre) insegnano ai bimbi solo l'italiano, in casa, e ti riprendono a schiaffoni se sgarri, mentre il napoletano lo impari per strada o a scuola, ascoltando gli altri.
"Già bevo troppi caffè… uno in più non credo mi faccia male!"
Mi associo a FeliceF (che sarà anche burbero, ma non è affatto cattivo) nella la tua proposta di creare uno spazio di "parole in libertà".
Un saluto a tutti… ora vado, ho un po' di fretta, poi torno con più calma.
Re: Salva con nome
E allora ho toppato. Il rossore voleva alludere all'imbarazzo per i complimenti, non alla rabbia.
sorry
Ho il vizio di percorrere vie che non conosco e faccio figuracce. Ad esempio, quando dialogo con qualcuno che ha un accento particolare, mi viene da imitarlo. Quello potrebbe pensare che lo canzoni, invece è come quando, per parlare con un bambino, ti metti in ginocchio.
Mi faccio l'idea che devo cambiare io, però non sono bravo, e spesso non funziona.
Insomma, forse è ora che smetta.
Re: Salva con nome
Vedi, da me, nella lingua viva, per dire "diventato rosso" si usa “arrussutà”. Un esempio tipico è:
“Aggia arrussut' po' scuorno” (Sono arrossito per imbarazzo, timidezza, vergogna, ma va bene anche per altre emozioni, o se ci si scotta stando al sole).
Per questo la frase “Antonio, nun me fa ’scarlà”, nel senso di "mi hai fatto arrossire", da me non si usa. Se la si sente, cosa rara, è proprio per riferirsi al colore, non a uno stato d'animo. Ovviamente le parlate sono tante e magari in qualche zona del Sud si usa anche in quel modo.
Alla fine torniamo sempre lì: Significante e Significato... ma con i dialetti è una giungla!
'Notte, Bobinsy
P.S.
Un'altra che è proprio napoletana al 100% è: “Songo addeventato c'a faccia comme a 'nu puparuolo!” (Sono diventato con la faccia come un peperone!)
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Re: commento
Non sei stata l'unica, ed allora ho chiesto al buon Massimo sia sull'obbligo del format "racconto", sia sulla opportunità di una eventuale gara specifica per "brevi" o "prosa-non-racconto".
Mi ha argomentato la sua contrarietà.
Per cui resta solo da capire se "ti è piaciuto o no?"
Io spero di sì, anche se ti ha colto un po' di sorpresa.
L'altro giorno ho sentito una definizione straordinaria di "stupore": una "paura bella" (era detto da un bambino)
Buona scrittura cara Laura
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Re: Salva con nome
Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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ANTEPRIMA (1,82 MB scaricato 547 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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ANTEPRIMA (467,93 KB scaricato 279 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di:
Ida Dainese,
Francesca Paolucci,
Marcello Rizza,
Fausto Scatoli,
Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi,
Mario Flammia, Essea,
Umberto Pasqui,
Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù,
Eliseo Palumbo,
Selene Barblan, Stefano Bovi,
Ibbor OB,
Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi,
Ida Daneri,
Alessandro Mazzi.
Vedi
ANTEPRIMA (681,69 KB scaricato 172 volte).
La Gara 11 - Parole in padella
A cura di Pia.
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La Gara 66 - Onirica
A cura di Ser Stefano.
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oppure in formato EPUB (1,52 MB) (
Gara di primavera 2019 - La contessa, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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oppure in formato EPUB (354,48 KB) (










