Salva con nome

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2025.

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Bobinsy
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Messaggio da leggere da Bobinsy »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Chi usa un PC, il bottone “Salva” lo conosce bene: in pratica vuol dire che adesso il tuo lavoro è in pericolo, e lo devi mettere in un luogo più sicuro (a te magari non sembrava, ma se lo dicono loro...). D'altronde a quanti di noi è proprio capitato di "perdere tutto", e dover ricominciare da capo?

Quindi lo salvi, e -di solito- devi anche dargli un nome, per via che, dopo, devi poterlo ritrovare.

Il nome resta nella tua memoria...

Se perdi il nome, il tuo salvataggio non conta nulla, perché non riesci a ritrovarlo, oppure, se per puro caso ci capiti sopra, non lo riconosci. Il tuo lavoro, quindi, è in effetti affidato alla tua memoria, però "compresso" in quel nome. Quel nome, sarà la chiave per ritrovarlo.

Bene
...

Ma la nostra memoria, è un luogo sicuro? (la mia di sicuro no...)

Dove la salviamo, la nostra memoria?

Facile: mettiamo tutti i nomi in un elenco... così poi abbiamo un sacco di bei nomi, che salviamo con nome, e basta che ci ricordiamo solo quel nome lì, perché quello è il nome che contiene l'elenco dei nomi.

Oh, attenzione, se ce lo dimentichiamo siamo fritti.

Ma non ce lo dimenticheremo: lo mettiamo lì, di fronte al naso... impossibile non vederlo.

A posto!

Quando cerchiamo qualcosa, guardiamo nella direzione del naso, nel desktop, ed ecco l'elenco dei nomi.

Guarda guarda...

Cavoli, sono proprio tanti...

Quante cose che abbiamo salvato, eh?

Come facciamo a sapere qual è quella che stiamo cercando?

Basta ricordarsi, no?

Ma allora, cavoli, l'ho fatta veramente la memorizzazione? sul file salvato, o dentro di me?
...
Mi sono fatto l’idea che alla fine, tutti i significati sono inesorabilmente ficcati dentro di noi. E, bene o male, sono legati a dei nomi.

...o verbi

...o parole

E allora... preservare i significati, non lasciarli corrompere, sarebbe un impegno sociale. Mistificare, spacciare significati falsi, un crimine. Tradire il nome di una cosa, andrebbe elencato tra i peccati capitali.

Facciamo un esempio?

"Guerra"
Come quella che sarebbe in corso a Gaza. Peccato che di eserciti ce ne sia uno solo: dell’altro dicono di aver ammazzato tutti i comandanti. E intanto radono al suolo, affamano; li sfollano avanti e indietro per sfinirli.
Non i soldati dell’altro esercito (i bambini mica fanno i soldati, giusto?) ma tutti quelli che abitano lì.
Questa in effetti non è guerra (su “Genocidio” lasciamo perdere, ok?) sarebbe: “Colonizzazione”.
Come si fa, l’hanno insegnato gli americani con i pellerossa.
Che sia colonizzazione è lampante in Cisgiordania, dove i militari non perdono tempo, bastano i coloni.
Cosa c'entra con la guerra?

Però adesso questo scritto lo salvo, prima di perdere tutto
e - se potete - salvatevi anche voi.
Ultima modifica di Bobinsy il 01/10/2025, 16:56, modificato 1 volta in totale.
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Giuseppe Gargano
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Il testo sembra giocare con il significato della parola "salvataggio" e mi ricorda ancora una volta un telefilm, che ho già citato in un altro commento, in cui i protagonisti si ritrovavano ad essere "salvati" da una sorta di archivio computerizzato e quando ciò accadeva, scomparivano. Alla fine si scopre che il salvataggio consisteva esattamente nel trasferimento delle loro coscienze in un file di memoria.
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FeliceF
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Bobinsy ha scritto: 29/09/2025, 12:42 Chi usa un PC, il bottone “Salva” lo conosce bene: in pratica vuol dire che adesso il tuo lavoro è in pericolo, e lo devi mettere in un luogo più sicuro
Se si parte da un presupposto fallace, il sillogismo smette di avere efficacia.
Se metto in parole solamente sempre e insistentemente le mie convinzioni e le mie letture del mondo e di ciò che accade, senza mai metterle in dubbio, forse finisco per autoconvincermi che sono nel giusto più assoluto, insindacabile, incorreggibile.
A volte, cercare fonti, informazioni, dati può aiutare a scoprire che la la nostra visione è più distorta di ciò che pensiamo, che ci siamo messi da soli davanti agli occhi un velo di Maya talmente pesante da riuscire a scorgere un orizzonte.
Se si vuole fare arte, si faccia arte, se si vuol fare altro... ci sono altre sedi
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Bobinsy
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Re: Commento

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Giuseppe Gargano ha scritto: 29/09/2025, 17:49 Il testo sembra giocare con il significato ...
Il tema della collocazione, in ognuno di noi, dei significati, rientra nel tema più grande della coscienza, su cui mi sto appassionando.
Con un altro utente di Bravi Autori (Giancarlo Rizzo) stiamo provando a costruire un blog monografico sull'argomento (parliamoneconsapevolmente.blogspot.com), per cercare di mettere in ordine le moltissime riflessioni su un tema sempre attuale, ma -a mio parere- oggi più che mai.

Grazie per la tua analisi
Ultima modifica di Bobinsy il 30/09/2025, 8:17, modificato 1 volta in totale.
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FeliceF ha scritto: 29/09/2025, 19:57 Se si parte da un presupposto fallace...
Rispetto la tua valutazione.
Il tentativo di separare l'arte dall'espressione delle opinioni dell'autore sull'attualità, forse dimentica Picasso, Dante, e probabilmente la stragrande maggioranza degli artisti, che non vivono in una bolla.
Tutti gli artisti (che non siano al soldo di qualcuno) sentono il bisogno (che è manifestazione di libertà) di denunciare ciò che non condividono.

Se avessimo chiesto ad un guelfo nero un voto su Dante, credo sarebbe stato "1", come il tuo.
(sia ben chiaro: lungi da me confrontarmi con quei colossi, ma tant'é)

Sul fatto di mettere in discussione le proprie idee, io sono d'accordo, ma attenzione: vale per tutti

Questo non credo sia il luogo per dibattere la fondatezza delle idee di ciascuno, ma di valutarle dal punto di vista della scrittura, e dell'impatto sul lettore, per cui non ti chiedo di spiegare le tue convinzioni (finirebbe in polemica, e non è il caso); se puoi, però, evita di denigrare quelle degli altri
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Un testo interessante, il cui argomento, iniziale, è il tema della persistenza nella memoria. Si parte dal computer, cui basta un ''clic'', e si prosegue con il cervello umano. Come funziona la nostra memoria? Come quella di un computer? Sicuramente no, dato che magari ci ricordiamo benissimo di cose lontane nel tempo, a volte inutili, e ci dimentichiamo di altre fondamentali, appena passate o accadute. La memoria, però, e nel tuo racconto manca questo aspetti, si basa anche sull'associazioni di immagini, o di suoni, perfino di sensazioni. E' questo che ci rende diversi dai computer, per i quali è tutta questione di numeri e simboli: le macchine, infatti, per quanto ''intelligenti'', non comprendono il significato delle parole: le giudicano come un insieme di simboli accorpati in un determinato ordine. Tornando al testo, la conclusione che tira in ballo la tragedia di Gaza, per quanto parzialmente condivisibile, la trovo un po' forzata. Vorrei dare un po' più di 3, come voto, ma il brano è davvero troppo breve, e, a mio modo di vedere, poteva sviluppare meglio i temi su cui è incentrato.
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FeliceF
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Re: Commento

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Bobinsy ha scritto: 30/09/2025, 7:44 se puoi, però, evita di denigrare quelle degli altri
Non credo di aver denigrato, ma spiegato un punto di vista.
In effetti, tuttavia, mi sono concentrato su un aspetto a latere, senza entrare nel merito del giudizio che ha portato al voto minimo: il tuo elaborato non è un racconto.
Al massimo è un monologo, il cui sillogismo iniziale è già, di suo, fallace. E anche a chiamarlo monologo c'è dell'impegno, a mio avviso.
In relazione al contenuto, poi, credo di essermi già espresso, senza poter scendere nel dettaglio, purtroppo.
Buona vita.
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Bobinsy
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Re: Commento

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Vittorio Felugo ha scritto: 30/09/2025, 11:04 Un testo interessante...
In effetti il tema non voleva essere la memoria, ma il significato che custodiamo dentro di noi di ciò che consideraiamo "esterno"; in altre parole, la "consapevolezza".
Ed in particolare della consapevolezza tradita attraverso la manipolazione fatta (volontariamente) nella comuncazione, quando si usa una parola per un'altra, allo scopo di deviarne il significato.
E' un tema enorme
Chiaramente non si tratta di un racconto, e forse neppure di un monologo, perchè l'io narrante non parla a sè stesso, ma dialoga con il lettore. Questo forum è riservato ai racconti?
Sulla brevità... dipende dallo scopo. Il mio scopo è suscitare nel lettore sorpresa e domande; non esaurire l'argomento. L'argomento lo approfondirà lui, se prova a dare risposte alle domande, e senso alla sorpresa.
L'esempio l'ho preso dall'attualità, perchè il tema che affronto non vuole essere accademico, ma concreto e immediatamente verificabile.
Per uno sviluppo più ampio degli argomenti non mi sottraggo; nella risposta a Giuseppe Gargano cito un blog dove stiamo cercando di collezionare una serie di riflessioni sul tema della coscienza. Sei il benvenuto! (siete i benvenuti)
Yakamoz
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Ciao, Bobinsy,

Passavo di qua e mi sono soffermato a leggere. Che dire? Dico che, al di là del contenuto, mi sembra un post: non ha nulla di un racconto. Da regolamento/istruzioni (sembro un moderatore ora, tranquillo, Max, non ti voglio rubare il posto), nulla osta postare post. Leggendolo, mi viene in mente la frase di Newton, che è questa: "If I have seen further, it is by standing on the shoulders of Giants". I giganti sono la memoria, quelli che non ci sono più; invece noi contemporanei siamo quelli che portiamo avanti la loro memoria (memoria, conoscenza, evoluzione) per guardare oltre.

Ciao, Bobinsy,

Voto: nulla (che non significa che non mi sia piaciuto, ma non è un racconto e non so come valutarlo).

P.S. tu lo sai già come la penso, perché te lo scrissi tempo fa, quando non si tratta di racconti ma di "alto". Non per essere cattivi, ma credo che sia importante affrontare le cose con sincerità e chiarezza, anche se a volte può sembrare difficile o scomodo. :)

Aggiungo una cosa:

"Sai, tengo un bar, se ti capita di passare, ti offro pure un caffè. Lo faccio buono, sono di Napoli/Salerno."

La frase non ha valore nei "significanti" ma in quello che essa vuole "significare".
Andr60
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Concordo con Yakamoz, è difficile giudicare un non-racconto in una gara di racconti, per cui mi limito a dare un 3 comunque per l'impegno e per l'argomento senz'altro interessante. Le modalità e la collocazione della/delle memoria/e nel cervello sono studiate da decenni, e ancora non si è giunti a conclusioni definitive, anche se le ricerche dicono che ippocampo e amigdala siano le strutture del cervello maggiormente coinvolte e facenti parte del sistema limbico. Esso è anche noto come “Cervello emotivo”, ed è costituito da svariate e interconnesse strutture cerebrali che insieme coordinano i compiti di percepire, prendere consapevolezza, controllare ed esprimere le emozioni. Pertanto è esperienza comune che sia più facile evocare un ricordo se è legato a una emozione particolarmente intensa.
Gli stregoni che studiano il controllo mentale la sanno bene: associando un'informazione a un ricordo sgradevole, puoi condizionare il soggetto, così come fabbricando falsi ricordi. La manipolazione dei significati delle parole è un passaggio ulteriore, che coinvolge tutti poiché i media (tv e giornali) sono impegnati h24 in questa funzione.
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Alberto Marcolli
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Non si può pretendere un trattato da un “corto”. Va preso per quello che è e più non può dare, altrimenti non sarebbe più un “corto”.
Detto questo, veniamo al tuo “Salva con nome”. È ben scritto e questo mi basta. È chiaro che il suo scopo sta tutto in quelle 100 parole finali, ma questo non cambia il mio giudizio. La valutazione su quanto sta accadendo da 70 anni in quelle terre, con quello che appare un tragico finale, entra nelle sensibilità di ciascuno. Che la reazione israeliana si andata oltre ogni umano limite lo ha affermato il Presidente della Repubblica in persona, sulla cui statura morale non si discute (spero). Non penso di dover esprimere la mia posizione in questa sede. Ci sono altre sedi per farlo, anche se purtroppo sempre meno disponibili, e non parlo dei “maledetti social”.
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Stefano M.
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Un'interessante riflessione dell'autore, che parte dal bottone "salva con nome" sul PC per arrivare a considerazioni ben più attuali sulla guerra. E' possibile che fra le due cose ci siano delle similitudini? A quanto pare sì, ed è stato bello riconoscerle e riconoscermi, pensandoci un attimo, in queste considerazioni, "spaziando" anche attraverso la memoria.
Stile semplice e colloquiale, ma quale piccolo refuso ci è scappato (ad esempio, la virgola in "mi son fatto l'idea, che alla fine"): poco male.
Tuttavia preferisco non assegnare il voto: non ci vedo il "racconto", in questo scritto, ma solo una serie di precisazioni. Ci sarebbero state molto bene come articolo di fondo su un giornale, creando uno spazio umoristico, ma sinceramente, in una gara del genere, non riesco a trovargli una collocazione.
A presto e a rileggerti,

Stefano M.
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Re: Commento

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Yakamoz ha scritto: 30/09/2025, 23:12 Ciao, Bobinsy, Passavo di qua ...
Certamente il post è un forma letteraria "minore". Come i testi di una canzone. Però, però... Forse è una moda. O una tendenza. Qui esprimere valutazioni fa parte del gioco, che però è utile come feedback.
L'esempio del caffè lo trovo fecondo: quell'invito potrebbe avere 'secondi fini'. Significati noti a chi pronuncia la frase. Oppure ipotizzati da chi la ascolta. Magari diversi, e nasce l'equivoco: "ma io credevo che tu volessi..".
Mi sono fatto l'idea che i significati sono dentro di noi, e sono assolutamente privati. Però sono veicolati da simboli (le parole). E ne esiste un uso malvagio. Non per nulla Satana è detto anche "il grande ingannatore".
Ecco, volevo precisare meglio il significato (mio) della storiella "Salva con nome". Che evidentemente non corrisponde con il significato di chi legge. C'est la vie
Grazie per esser passato di qua
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Re: commento Salva con nome

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Alberto Marcolli ha scritto: 01/10/2025, 11:17 Non si può pretendere ...
Grazie. Restringerei ulteriormente. Il senso sta nell'ultima frase "Salvatevi anche voi se potete".
E' in corso una tale campagna di "lavaggio dei cervelli" praticata in mille modi, ma uno di questi è l'uso malevolo delle parole, che ci porta all'indifferenza. All'accettazione
Alla difficoltà di tornare consapevoli
Ovviamente è il mio punto di vista, ma siamo in tanti ad avere la stessa sensazione.
Per fortuna ci sono posti come BraviAutori dove scambiarsi liberamente (e garbatamente) le idee è addirittura un valore
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@"Stefano M."
Grazie comunque per la tua analisi. Mi preme di più condividere contenuti (ed avere feedback) che gareggiare.
La condivisione mi aiuta moltissimo (e immagino sia così per tutti)
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Andr60 ha scritto: 01/10/2025, 10:32 ... La manipolazione dei significati delle parole è un passaggio ulteriore, che coinvolge tutti poiché i media (tv e giornali) sono impegnati h24 in questa funzione.
Hai centrato completamente quello che intendevo manifestare. Mi aprì la visone di questo problema Claudio Fracassi ("Sotto la notizia niente"), ma gli anni passano, e il problema permane (forse peggiora)
Grazie !
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Re: Salva con nome

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Devo assolutamente rispondere:

"L'esempio del caffè lo trovo fecondo: quell'invito potrebbe avere 'secondi fini'. Significati noti a chi pronuncia la frase. Oppure ipotizzati da chi la ascolta. Magari diversi, e nasce l'equivoco: "ma io credevo che tu volessi… ".
Mi sono fatto l'idea che i significati sono dentro di noi, e sono assolutamente privati. Però sono veicolati da simboli (le parole). E ne esiste un uso malvagio. Non per nulla Satana è detto anche "il grande ingannatore"."

Complimenti, Bobinsy, da un piccolo seme di una frase, nel P.S. hai saputo sviluppare il concetto che volevo esprimere, ma non mi venivano le parole giuste ieri sera. Sei un ottimo pensatore. A Napoli sì dice: "Quann' 'o riavulo t'accarezza, vo' ll' anema" = "Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima". Nel senso che ha secondi fini e non sempre ciò che dice e fa corrisponde alla realtà. E il mondo è pieno di diavoli.

Voto 4, per la risposta che mi hai dato (vale più di un racconto)… pochi avrebbero capito la frase del caffè. :)

Ma ti voto davvero!

Ciao, Bobinsy,

Antonio

Scritto di getto, e se c'è qualche errore/orrore, mi scuso :)
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Re: Salva con nome

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Il problema è visibilmente peggiorato nei media cosiddetti main stream, per fortuna si sono moltiplicate le fonti alternative. Alcuni li chiamano siti di complottisti, io li chiamo semplicemente giornalisti non comprati.
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Re: Salva con nome

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@Yakamoz Antonio, nun me fa ’scarlà (c'ho azzeccato?)
ma se passo per Napoli, un caffè te posso offrire ?
Roberto
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Re: Salva con nome

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@Andr60 all'interno del calderone "complottista" ci sono voci bizzarre che screditano tutti gli altri, ma anche tante teste ben informate. Se secoli fa la risorsa che faceva gola al capitalismo era il lavoro, oggi è diventata la nostra attenzione. Viene spostata continuamente su cose che francamente ci interessano ben poco, approfittando della nostra docilità, per farci acquistare prodotti, ed accettare decisioni altrui. E non è per nulla facile difendere la nostra consapevolezza e -soprattutto- il nostro libero arbitrio
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Re: Commento

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Andr60 ha scritto: 01/10/2025, 10:32 Concordo con Yakamoz, è difficile giudicare un non-racconto in una gara di racconti, per cui mi limito a dare un 3 comunque per l'impegno
Perdonami, ma mi sembra un torto verso gli altri scrittori, che sino ad ora si sono sforzati di dare forma alle proprie idee nella struttura richiesta dalla gara: il racconto.
Se avesse messo una poesia, sarebbe stato corretto non dare un voto o dare un sei politico? No, perché, per quanto possa piacere o meno, la poesia non è un racconto. Se a una gara di tuffi mi presento, non mi tuffo ma faccio una coreografia in acqua, non vengo applaudito, ma escluso dalla gara e i giudici mi danno 0, tutti in coro.
Non vedo perché debba essere in qualche modo premiato o incoraggiato un comportamento che stride con lo spirito della gara.
Qui si concorre con racconti, non con saggistica, non con post, non con pensierino della buonanotte, ma racconti.
Tutto il resto n on dovrebbe essere preso in considerazione!
In altre occasioni mi sono trovato di fronte ad argomenti con cui non ero affatto concorde ma, trattandosi di racconti, ho dato un voto per ciò che erano, dando un giudizio alto per la struttura in sé.
Qui, invece, sento che viene meno qualcosa e la conseguenza è il minimo dei voti che si possa dare.
Se l'autore riscrivesse il tutto sotto forma di racconto, non esiterei a ritirare il mio voto e valutare il componimento secondo i criteri della gara.
Ribadisco, dare voto 3 o evitare di dare un voto, a mio avviso è controproducente e ingiusto verso chi ha prodotto un racconto, sino ad ora.
Ciao.
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Re: Commento

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FeliceF ha scritto: 02/10/2025, 12:54 Perdonami, ma mi sembra un torto verso gli altri scrittori...
Ad essere talebani, hai ragione tu: la gara parla di racconti, e le altre forme letterarie andrebbero escluse. Se il moderatore conferma (@"Massimo Baglione" pls help) e questa è la regola applicata altre volte, la ritiro subito (riscriverla? stento a concepirlo: sarebbe un'altra cosa). Forse la fascia consigliata (tra 1000 e 5000 caratteri, piccola per un racconto classico), mi ha tratto in inganno, ma va bene uguale. In tal caso propongo di trovare un posto diverso per tante altre modalità espressive (attuali) che meriterebbero il loro spazio; che dite?
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Re: Commento

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Bobinsy ha scritto: 02/10/2025, 14:14 In tal caso propongo di trovare un posto diverso per tante altre modalità espressive (attuali) che meriterebbero il loro spazio; che dite?
Trovo che la tua proposta sia molto interessante! Sarebbe bello avere una terza gara stagionale con delle miscellanee, ibridazioni, componimenti di varia lunghezza che esulino dalle forme di poesia e di racconto breve. Mi associo alla tua proposta.
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Re: Salva con nome

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Questo toglierebbe dall'imbarazzo chi, come me, non se la sente di cassare un buon lavoro anche se è lontano dalle specifiche richieste. Certo, tutto dipende dal Master e dalla fattibilità della proposta.
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Re: Salva con nome

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Bobinsy ha scritto: 02/10/2025, 11:49 @Yakamoz Antonio, nun me fa 'scarlà (c'ho azzeccato?)
ma se passo per Napoli, un caffè te posso offrire ?
Roberto
Sì, scarlà = rabbia o spazientirsi :) significa aggredire per "rabbia". Oggi si usa poco, almeno a Salerno. Il salernitano è un po' diverso dal napoletano "vero": i suoni cambiano leggermente. Io, nella vita, parlo un misto, e riesco anche a togliere la cadenza quando parlo in italiano - tanto che a volte mi scambiano per straniero. :(

Di solito, le mamme (prime maestre) insegnano ai bimbi solo l'italiano, in casa, e ti riprendono a schiaffoni se sgarri, mentre il napoletano lo impari per strada o a scuola, ascoltando gli altri.

"Già bevo troppi caffè… uno in più non credo mi faccia male!"

Mi associo a FeliceF (che sarà anche burbero, ma non è affatto cattivo) nella la tua proposta di creare uno spazio di "parole in libertà".

Un saluto a tutti… ora vado, ho un po' di fretta, poi torno con più calma. :)
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Re: Salva con nome

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Yakamoz ha scritto: 02/10/2025, 16:32 Sì, scarlà = rabbia o spazientirsi ...
E allora ho toppato. Il rossore voleva alludere all'imbarazzo per i complimenti, non alla rabbia.
sorry
Ho il vizio di percorrere vie che non conosco e faccio figuracce. Ad esempio, quando dialogo con qualcuno che ha un accento particolare, mi viene da imitarlo. Quello potrebbe pensare che lo canzoni, invece è come quando, per parlare con un bambino, ti metti in ginocchio.

Mi faccio l'idea che devo cambiare io, però non sono bravo, e spesso non funziona.
Insomma, forse è ora che smetta.
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Re: Salva con nome

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Non hai toppato tanto, Bobinsy. Scarlà è proprio scarlatto, rosso vivo. L'errore è stato mio, e ora ho capito il perché: mi sono confuso con “scaurà” (scaldare, anche in senso figurato), pensando fosse una sua variante (che brutta figura!).
Vedi, da me, nella lingua viva, per dire "diventato rosso" si usa “arrussutà”. Un esempio tipico è:

“Aggia arrussut' po' scuorno” (Sono arrossito per imbarazzo, timidezza, vergogna, ma va bene anche per altre emozioni, o se ci si scotta stando al sole).

Per questo la frase “Antonio, nun me fa ’scarlà”, nel senso di "mi hai fatto arrossire", da me non si usa. Se la si sente, cosa rara, è proprio per riferirsi al colore, non a uno stato d'animo. Ovviamente le parlate sono tante e magari in qualche zona del Sud si usa anche in quel modo.
Alla fine torniamo sempre lì: Significante e Significato... ma con i dialetti è una giungla!

'Notte, Bobinsy :)

P.S.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Ciao. Mi trovo un po' in difficoltà a valutare il tuo scritto, che sinceramente trovo strano e che sa poco di racconto, per come dovrebbe essere in queste gare. Voglio però considerare l'originalità, e anche, infine, l'analisi che hai fatto sulla memoria, sia virtuale che reale, ciò ha la sua importanza. Quindi non darò un voto basso.
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Bobinsy
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Re: commento

Messaggio da leggere da Bobinsy »

Laura Traverso ha scritto: 14/10/2025, 19:11 Ciao. Mi trovo un po' in difficoltà ...
Non sei stata l'unica, ed allora ho chiesto al buon Massimo sia sull'obbligo del format "racconto", sia sulla opportunità di una eventuale gara specifica per "brevi" o "prosa-non-racconto".
Mi ha argomentato la sua contrarietà.
Per cui resta solo da capire se "ti è piaciuto o no?"
Io spero di sì, anche se ti ha colto un po' di sorpresa.
L'altro giorno ho sentito una definizione straordinaria di "stupore": una "paura bella" (era detto da un bambino)
Buona scrittura cara Laura
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Laura Traverso
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Re: Salva con nome

Messaggio da leggere da Laura Traverso »

per Bobinsy = Ti ho detto, nel messaggio precedente, che sì, ho colto una parte interessante nel tuo scritto, circa la "comparazione" tra memoria virtuale e reale. In ciò sei stato bravo e originale. Buonanotte. Ciao
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L'arca di Noel

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E chi? E come?
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La Gara 11 - Parole in padella

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(febbraio 2010, 50 pagine, 904,84 KB)

Autori partecipanti: nwAlessandro Napolitano, nwArditoeufemismo, Mario, Stefy, nwMassimo Baglione, Dino, nwCosimo Vitiello, Bonnie, nwNembo13, Giacomo Scotti, nwErika, Manuela, nwCarlocelenza, CMT, nwSphinx, nwGiuseppe, Miriam, nwRita Di Sano, Abigail
A cura di Pia.
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