Moti non perpetui ricaricabili
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Jacopo Serafinelli
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Moti non perpetui ricaricabili
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Come scrivi tu: "Tutto questo discorso che vi ho propinato non ha alcun senso… o sì… era solo per riempire un lasso di tempo alterato a causa del malfunzionamento del mio orologio. Però se volete darglielo voi… liberi di farlo!"
Il senso? Cambia la pila o dagli la carica o portalo dall'orologiaio: sarà lui a spiegarti il senso della tua piccola parabola filosofica!
A rileggerci,
Antonio
Voto: 3/5 Perché l'ho trovato un po' vago e isolato come concetto, ma con qualche ritocco (affinando la forma, e snellendo e ampliando) potrebbe diventare più incisivo e perfetto. Come un orologio Slim d'Hermès Quantième Perpétuel, 39, 5 mm, dal costo di appena 36.950 €.
Se te lo compri, poi ti chiedo l'ora (sto affilando il macete): perché io non uso orologi. Non mi piace il contatto del metallo sulla pelle. Li ho, ma raramente li indosso. Ahahahahah. Io odio gli OROLOGI!
È una specie "dark comedy" del "problema dell'orologio": le rotelle dentro non sanno cosa succede fuori… e il proprietario dell'orologio… (mi hai capito, senza che continuo). Però se compri il modello che ti ho indicato, tutto l'ambaradan non sa neppure che fuori c'è uno con un macete e un business plan!
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Vittorio Felugo
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faccina sorridente, faccina sorridente, faccina sorridente...
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Jacopo Serafinelli
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Re: Moti non perpetui ricaricabili
Non sapevo nemmeno dell'esistenza dell'orologio che citi ma credo di aver letto in quel "ambaradan" un accostamento con la stragrande maggioranza… quella silenziosa e malauguratamente fiduciosa… che vive fidando nelle indicazioni "temporali"* dei proprietari di quel costosissimo orologio.
*Indicazioni temporali create e falsate ad arte.
Chissà se mi sono avvicinato al tuo intendimento!
Jacopo
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Jacopo Serafinelli
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Re: Moti non perpetui ricaricabili
La mancanza di punteggiatura è… come rilevabile da altri miei scritti… una scelta voluta a favore dei tre puntini… semplici pause di pensiero.
Avevo messo come indicazione… poi tolta: Non c'è una punteggiatura ortodossa perché lo scorrere del Tempo non ne ha!
Grazie della lettura e dell'apprezzamento del pensiero anche se non contestualizzato in un vero e proprio racconto di lunghezza appropriata.
Jacopo
Re: Moti non perpetui ricaricabili
Per associazione, Jacopo.
Però le rotelle di un orologio prestigioso non sanno di esserlo; lo sanno chi le vende, il proprietario, chi guarda, e un eventuale ladro.
Lo stesso vale per un'auto… ciao
Ma io sono di carattere giocoso e metto sempre un po' di allegria nei miei commenti. Spero che la cosa non dia fastidio.
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Jacopo Serafinelli
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Re: Moti non perpetui ricaricabili
Non c'è nulla di sperimentale ma solo una stesura immediata senza troppo pensare sul pensiero che… in autonomia… si era fatto spazio tra le intricate sinapsi del mio cervello come risultato di una serie di impulsi elettrici dovuti a considerazioni sullo stato sociale.
Addirittura lacrime di sangue… mamma mia!
Jacopo
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- Alberto Marcolli
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commento : Moti non perpetui ricaricabili
Parto da un piccolo rilievo: "ed il meccanismo fa girare" - regola vuole che la "d" eufonica in questo caso non ci voglia.
Assenza di punteggiatura. È una tua scelta e va bene così. Pazienza se c'è chi non lo gradisce.
Passiamo al commento.
Ho dovuto attivare la lettura ad alta voce e l'ho ascoltato più volte. Perché? Perché in questo caso anche il suono delle frasi è importate e ti dirò: a me è piaciuto anche quello.
Dovrebbe essere più lungo? Facile a dirsi ma non a farsi. Certamente un professionista saprebbe farlo ma noi siamo solamente dei "Bravi autori" e quindi facciamo quello che possiamo.
Voto 3 - perché al voto 3 gli hai cambiato la descrizione in mi piace e in effetti a me piace e basta e non mi piace molto o mi piace molto più di molto anche perché il molto è forse troppo per questo corto che mi piace e basta e non molto o molto più di molto cosa ci vuoi fare a volte... accidenti ho avuto un attacco di serafinellite...
La Gara 38 - Sorpresa!
A cura di Lodovico.
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La Gara 6 - Un racconto in una fotografia
A cura di Alessandro Napolitano e Dafank.
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oppure in formato EPUB (230,74 KB) (
Gara di primavera 2020 - Tre capitani, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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oppure in formato EPUB (363,42 KB) (
Il Bestiario del terzo millennio
raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di:
Bruno Elpis, Edoardo Greppi,
Lucia Manna, Concita Imperatrice,
Angelo Manarola,
Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari,
Ser Stefano,
Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese,
Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea,
Patrizia Benetti, Cristina Cornelio,
Sonia Piras,
Umberto Pasqui.
Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina,
Angela Catalini, Enrico Arlandini,
Enrico Teodorani,
Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel,
Francesca Paolucci,
Gabriella Pison,
Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti,
Ida Dainese,
Laura Usai,
Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano,
Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri,
Silvia Ovis,
Umberto Pasqui,
Francesco Zanni Bertelli.
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