Intervista a Emiliano Grisostolo

Area dedicata alle interviste con gli autori che sono diventati famosi o che hanno capito come uscire dall'ombra. In questa sezione ci si potrà dare appuntamento per discuterne con loro.

Moderatore: Isabella Galeotti

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Intervista a Emiliano Grisostolo

Messaggio da leggere da miriam »

Ho il piacere di presentarvi un altro scrittore molto interessante.
Emiliano Grisostolo ha esordito nel mondo letterario alla giovanissima età di vent'anni. All'attivo ha già diversi romanzi. Il castello incantato (editrice Zona) ha ottenuto parecchie recensioni positive apparse anche su testate nazionali come Il Sole 24 ore. Di recentissima pubbicazione il suo giallo archeologico Il vaso di ceramica, il mistero della città scomparsa.

Intervista a Emiliano Grisostolo

1- Cominciamo con una domanda di rito. Come e quando nasce la tua passione per la scrittura?

A sedici anni, sul finire della mia esperienza scolastica, pochi mesi prima di decidere di lasciare la scuola media superiore che stavo frequentando. La professoressa d’italiano ci fece leggere alcuni romanzi contemporanei, tra cui Michael Crichton, il romanzo era Congo. Non lo conoscevo come autore, leggevo poco, quasi nulla, e mi appassionai al genere d’avventura, per poi continuare con quello storico raccontato nel romanzo Lo scudo di Talos. A forza di leggere altri romanzi, anche dopo aver lasciato la scuola, passando per l’”horror” di Stephen King e continuando tutt’oggi con il fantasy di Terry Brooks, mi venne la voglia di buttare giù alcuni racconti, corti, che divennero col tempo sempre più complessi.

2- Hai esordito nel mondo dell’editoria alla giovanissima età di vent’anni con un noir intitolato “Fino alla morte”. Che ricordo hai di questa prima esperienza e cosa significa oggi, per te, quest’ opera?

Un romanzo nato di getto, scritto, come spesso accade per tutti i miei lavori, in pochi mesi. Non avevo metodo di lavoro, né l’idea di cosa mi stesse aspettando. Scrissi una storia, che aveva una trama nebulosa, che con il tempo e le pagine andò via via sciogliendosi in un romanzo sensato e sotto molti aspetti sociale. Rileggendolo ora posso dire che si tratta di uno dei romanzi che hanno più ritmo, tra le storie da me narrate; ce ne sono di migliori, attualmente nel cassetto purtroppo, ma quella prima esperienza mi servì per capire cosa vuol dire raccontare una storia complessa senza prima essersi costruiti un database dei personaggi.
Rileggendolo mi sono reso conto dei moltissimi errori, lacune che mi porto dietro dalla scuola, buchi neri nei quali cado ancora oggi alla prima stesura, e che vado a rimediare successivamente. In quel primo romanzo manca un lavoro di editing, di rilettura, limatura, riscrittura… ma è il lavoro di un esordiente che non aveva esperienza…

3- Il castello incantato (Editrice Zona) è il secondo volume di una trilogia noir sui bambini che intende portare alla luce un mondo sotterraneo fatto di violenza e orrori apparentemente invisibile ma tristemente noto. Ti va di illustrarci meglio questo progetto e di parlarci anche degli altri volumi che la compongono?

Il castello incantato è il secondo volume di questa mia Trilogia sui Bambini, nato dopo Il grande burattinaio. Anche questo lavoro ha preso vita con pochi dati, nonostante avessi già precedentemente scritto 4 lavori complessi di genere fantasy (attualmente nel cassetto). Un progetto nato per caso, ma probabilmente meditato a lungo inconsciamente, perché mi ha portato a riflettere sulla possibilità di continuare questa storia e ampliare il tema. E’ nato così dopo il primo romanzo, Il castello incantato, scritto due anni più tardi. Sul finire del primo capitolo mi venne l’illuminazione di lasciare una via di fuga al cattivo, e al lettore, che sì poteva aspettarsi una continuazione. A dire il vero nessuna recensione ha mai fatto un accenno alla possibilità che potesse esserci un seguito, nessuno li vede come una trilogia, anche perché oltre al personaggio cattivo, non ci sono altri collegamenti… Le storie sono diverse, ma parlano tutte di bambini, di drammi, di donne, di rapimenti, tratta delle bianche…
Se ne Il grande burattinaio andavo a disegnare la trama di un complotto internazionale dedico al rapimento dei minori e il loro trasporto verso l’Italia dalla Rep. Ceca, con ritmo cinematografico, secco, senza tanti fronzoli e senza ampliare la descrizione dei personaggi, se non quella di alcuni cattivi… controcorrente rispetto a certi canoni… Ne Il castello incantato ho voluto con lo stesso sistema allargare il discorso a temi attuali, scottanti, di cui nessuno spesso parla o parla molto poco. Traffici di bambini, neonati fatti nascere su commissione, tratta delle bianche, traffico di organi… aspetto quest’ultimo sempre sottovalutato, sempre preso con le pinze dal lettore o dal recensore.
Siamo sicuri che queste cose non accadano? Siamo sicuri che la teoria che ho voluto costruire nel mio romanzo, non possa essere stata già utilizzata? Siamo sicuri che questi traffici non esistano?
Nell’ultimo romanzo, il cui titolo è Come foglie portate dal vento, ancora inedito e in fase di editing, che successivamente invierò ad alcuni editori perché attualmente senza contratto d’edizione, narro del dramma di un genitore che si vede sottrarre il figlio dall’altro coniuge.
Ultimo capitolo della Trilogia sui Bambini che chiude il cerchio, ma che, come tutti i miei lavori, lascia uno spiraglio aperto per una possibile continuazione, questa volta di tutt’altro genere. Spero di poterlo presentare al pubblico al più presto.

4- Come nasce l’idea di coniugare il genere noir con il sociale?

A mio modesto parere, il genere noir è il solo genere che può raccontare la vita quotidiana, con i suoi drammi, nel modo migliore, utilizzando, se si può, uno stile asciutto e cinematografico, che spesso come nel mio caso, mi porta a raccontare i fatti in modo diretto, senza fronzoli, senza prolissità. Eccetto che per il nuovo lavoro che chiuderà la trilogia, ancora come detto, inedito, nel quale ho volutamente dato molto spazio al protagonista al quale viene sottratto il figlio.
Il sociale viene da sé, nel senso che raccontando i drammi di ogni giorno, non si può che raccontare ciò che ci circonda e che spesso non vogliamo vedere, o che non vogliono farci vedere…

5- Il castello incantato prende spunto dalla cronaca, denuncia un traffico agghiacciante quanto reale. Immagino che la documentazione sia stata fondamentale per la stesura di un simile romanzo. In che modo ti sei documentato e da quali fonti hai attinto?

Ho attinto dalle notizie che sentivo alla tv, da quelle raccontate nei giornali, iniziavo ad utilizzare sempre più internet per reperire notizie. Ma ho lavorato molto di fantasia, cercando di costruire una teoria, un complotto, alcuni drammi potenzialmente reali. Il romanzo è il frutto di pura fantasia, nessun riferimento a fatti accaduti, ma molto simile alla cronaca che successivamente ha preso corpo, divenendo realtà. Spesso la fantasia va oltre la nostra certezza di realtà portando alla luce fatti nascosti che ancora devono accadere.

6- Continuiamo a parlare de Il castello incantato. Hai ottenuto svariate recensioni positive per questo romanzo ritagliandoti uno spazio anche su una testata nazionale come “Il sole 24 ore”. Cosa significano, per te, simili riconoscimenti e in che modo hanno influito sulla tua carriera letteraria?

Sono attestati di stima e recensioni positive che non possono che darmi il coraggio e la voglia di continuare in questa mia avventura. Ho ricevuto molte recensioni, alcune arrivate come quella citata sopra, con mia grande sorpresa, altre cercate, con la semplice richiesta di una lettura da parte di un blog o giornale, per una eventuale recensione… e tutti sono rimasti contenti dopo aver letto Il castello incantato. Un noir sociale che spesso colpisce per la sua crudeltà, spiazza il lettore quando narra di barboni rapiti, non convince perché troppo breve ma ti obbliga a finirlo perché vero.
Molte recensioni e interviste, o articoli su giornali locali e nazionali, hanno fatto sì che il mio lavoro avesse respiro, potesse giungere agli occhi di molti, anche se spesso molti non lo hanno mai neppure acquistato. Ma oggi, dopo due anni dalla pubblicazione, sono ancora qui a parlarne come il primo giorno rispondendo alle tue domande, vorrà pur dire qualcosa? Sono scelte del lettore, quindi oltre alla visibilità che ho acquisito, non è succeduta alcuna impennata di vendita e infatti attualmente non scrivo come professionista.

7- Di recentissima pubblicazione il giallo archeologico “Il vaso di ceramica, il mistero della città scomparsa”. Puoi anticiparci qualcosa su questa nuovo romanzo?

Un lavoro nato nel 2004, quasi per scherzo, una sfida con un editore locale che poi non ha pubblicato questo mio lavoro. Un giallo archeologico, un romanzo breve adatto alle scuole, ai ragazzi che non conoscono le leggende locali. Un lavoro lasciato riposare per anni nel cassetto, così come molti altri lavori, attualmente almeno cinque romanzi e una raccolta di racconti, che è maturato e ha scelto di uscire per una serie di coincidenze, proprio in questi giorni.
Spesso la vita è fatta di coincidenze che richiedono la tua presenza ovunque, ma in quel posto e in quel momento proprio in quel giorno… altre richiedono la costruzione di amicizie, contatti, che prendono forma e vita anche a tua insaputa, e che al momento giusto ritornano utili allo scopo collettivo… Mi piace questo ambiente, perché nonostante abbia ricevuto molte delusioni, molti apprezzamenti sono invece giunti a darmi la forza per continuare.
Caelina, la città scomparsa di cui narro la leggenda, raccontata anche di Plinio il Vecchio che avrebbe, usiamo il condizionale, dato vita alla mia città natale, Maniago, o forse ad una cittadina a pochi chilometri da qui, sull’altra sponda del Torrente Cellina sulle quali rive sorgono entrambe. Quale sarà la verità? Neppure io la conosco, ma è una storia interessante, in cui ho lavorato di fantasia ma nella quale c’è molto della mia passione per le leggende e la storia locale, infatti tutti i dati sono documentati e veritieri. La fantasia poi ha dato quel tocco in più.

8- Come mai hai deciso di cimentarti in un genere così diverso da quello che caratterizza le tue pubblicazioni precedenti? Il noir ti ha stancato o, semplicemente, hai ceduto al bisogno di sperimentare qualcosa di nuovo?

Il noir non mi ha stancato, come detto è un romanzo “vecchio”, così come i romanzi di una saga fantasy che ho scritto, e che stanno attendendo il momento giusto per essere letti dal pubblico, che ha trovato in questo periodo il giusto momento per essere letto.
Inoltre come tu dici, sono una persona a cui piace sperimentare, saltare alle volte da genere in genere, o da “palo in frasca”, perché no? Mi piace sperimentare, trovare strade nuove, cercare le vie alle volte più tortuose, che spesso fanno faticare molto di più di una via naturale, ma che ti portano a soddisfazioni maggiori.
Come detto ho scritto horror, il mio secondo romanzo dal titolo Adrenalina, noir sociale, gialli archeologici, e fantasy, molto voluminosi questi ultimi… Mi piace sperimentare dunque, e finché sarò in grado di scegliere il mio genere di volta in volta, e non mi assesterò su qualcosa di imposto per troppo tempo, sarò me stesso e la mia scrittura e la mia fantasia continueranno a vivere, perché è l’unico mondo in cui posso fare quello che voglio, con i miei personaggi…

9- Hai pubblicato il nuovo romanzo in formato elettronico. A cosa si deve questa scelta? Pensi che gli e-book possano rappresentare una buona alternativa alla stampa tradizionale?

Posso dire che possono compensarla, e se il marketing è ben fatto il lettore potrà scegliere tra il cartaceo o il digitale.
Il fatto di aver scelto un’e-book dal cartaceo, si deve innanzi tutto alla mia voglia di sperimentare strade nuove, come detto, e anche al fatto che la storia non era pubblicabile, a mio avviso, da un editore nazionale, per il suo carattere locale, e quindi quell’amicizia nata casualmente tempo addietro è ritornata utile al momento giusto a nostra insaputa, mia e dell’editore Leggere Leggere che ha letto e scelto con i suoi collaboratori questo mio lavoro. La proposta mi è immediatamente piaciuta e di lì alla firma del contratto e la pubblicazione on line il passo è stato breve.

10- Cosa puoi dirci del tuo rapporto con il mondo dell’editoria? E’ stato facile trovare un editore che pubblicasse i tuoi romanzi? Un bilancio sulla base della tua esperienza?

No, direi che attualmente è molto difficile trovare un editore che voglia rischiare. Personalmente ho avuto molte difficoltà all’inizio, pensavo di essere arrivato con la pubblicazione de L’ultima notte e i successivi, ma ora mi sono accorto che ho necessità e le capacità, sempre in evoluzione, di qualcosa di diverso. Leggere Leggere ha rischiato e puntato sul mio lavoro così come in quelli dei colleghi, e sono sicuro che darà i suoi frutti.
Ma in questo momento sto cercando qualcosa e qualcuno che mi accompagni in questa avventura, con nuove storie già pronte, e altre che girano per la testa e che cercano un foglio bianco…

11- Oltre a essere scrittore, collabori con alcuni siti/blog che si occupano di letteratura, tra cui Progetto Babele. Inoltre, gestisci un blog dedicato alla promozione e alla valorizzazione degli artisti in senso lato. Credi nella collaborazione tra emergenti? Quanto sono importanti, per te, queste esperienze?

Ho faticato molto a farmi notare, avere contatti con giornali, giornalisti, blogger, scrittori… So cosa vuol dire avere difficoltà nell’essere apprezzati, nell’avere quella visibilità che tutti per diritto dovremmo avere, o per gentilezza da parte di colui che gestisce un blog di settore. Le difficoltà, nonostante molte recensioni positive, dovrebbe catturare l’attenzione come un biglietto da visita, e “indurre” il giornalista o blogger a recensirti, le trovo ancora. Ne ha molte più di me chi per la prima volta cerca di esporsi mettendo in campo il suo lavoro, la sua faccia. Per questo motivo ho deciso di costruire un mio blog in cui il lettore può caricare il proprio comunicato stampa, inviandolo prima in lettura a me, nel quale pubblicizza il proprio romanzo, disco, avvenimento culturale, sportivo… Un blog aperto a chiunque abbia necessità di uno spazio in modo gratuito, con una sezione per chi decidesse di avere una visibilità più duratura nel tempo.
Se volete dare un’occhiata: http://www.emilianogrisostolo.blogspot.com
I comunicati andranno inviati al mio indirizzo: info@emilianogrisostolo.it

Con Progetto Babele ho collaborato molto l’anno scorso, con alcune recensioni di romanzi che alcuni amici scrittori mi avevano chiesto, articoli, pubblicazioni di racconti sempre apprezzati dai lettori di PB. Ora le mille cose che faccio mi portano via tempo, ma ho mantenuto degli ottimi contatti con Marco e gli amici di PB che l’anno scorso mi hanno gentilmente inviato a Venezia per la presentazione della loro rivista e del mio romanzo Il castello incantato.
Inoltre ho collaborato molto, sempre l’anno scorso, con Friulweb, testata giornalistica del Friuli, con recensioni e articoli e Jujol dell’amico Giuseppe Iannozzi.

Sono esperienze che fanno maturare, ti permettono di conoscere gente, persone, artisti, percorsi di vita diversi dal proprio. L’importante è dare importanza ad ogni lavoro, senza scrivere o recensire tanto per farlo, ma ascoltando o leggendo il lavoro che si ha per le mani, parlandone bene o male, ma raccontando al lettore comunque i pregi e i difetti di una fatica artistica che merita dello spazio e quindi di farsi conoscere.

12- Visitando il tuo sito si rimane subito colpiti dalla tua creatività e dalla tua intraprendenza. Hai anche creato un negozio online (El Griso shop) che, tra le altre cose, propone una serie di gadget ispirati al tuo romanzo “Il castello incantato”. Secondo te, quanto sono importanti per un autore emergente l’inventiva e la capacità nell’auto-promozione?

Spesso molti autori emergenti non sanno che non tutti gli editori fanno marketing. Spesso aspettano e sperano che le recensioni e le critiche, possibilmente positive, cadano dal cielo. Non è così. Per natura e per necessità l’ho capito quasi immediatamente, e ho iniziato nel tempo a fare auto-promozione in tutti i sensi. Sono una persona con i piedi per terra che però ha molta intraprendenza e voglia di buttarsi; battere strade diverse per me è una sfida costante, quasi un conflitto interiore dal quale non posso sottrarmi. Piacerebbe anche a me poter scrivere sotto contratto, essere pagato per un lavoro che consegni… ma non è così, e quindi l’unico modo per promuovere me stesso e i lavori che pubblico è quello che potete vedere nel mio sito http://www.emilianogrisostolo.it
Inoltre gestire un sito, un blog, aggiornarli personalmente, costruire video book trailer, un profilo face book, gruppi face book dedicati ai romanzi, curare le pubbliche relazioni con blogger e giornalisti e fans, promuovere vecchi e nuovi romanzi, cercare collaborazioni e rispondere a quelle che ti vengono richieste, portano via molto tempo alla scrittura di un nuovo lavoro, e questo mi costringe ad allungare i tempi e lasciare spesso molte idee scritte su di un quaderno… però mi piace essere puntuale in tutti gli aggiornamenti. Il tempo a mia disposizione è scarso, quindi appena ho una mezza giornata libera ne approfitto per rimettermi al passo con tutto ciò che ho per le mani…

13- Sei anche autore di sceneggiature. Ho letto che proprio in questo periodo stai elaborando il soggetto per un film. Puoi anticiparci qualcosa in proposito?

Sarà la storia di una leggenda locale. Spero lo sia, nel senso che per ora è ancora in una fase embrionale tutta da sviluppare. La storia sulla quale mi appoggio è vera, ma lo sviluppo è di pura invenzione. Il soggetto, molto esteso ad oggi, oramai quasi una sceneggiatura senza dialoghi, terminato proprio in questi giorni, andrà ora in lettura al regista e al compositore delle musiche, vero promotore del film, che mi ha permesso di conoscere fatti storici accaduti nei dintorni del mio paese, nel 1662, che non conoscevo.
Speriamo in bene…


14- Quali altri progetti hai per il futuro? Quale il tuo sogno nel cassetto?

Promuovere il mio nuovo romanzo Il vaso di ceramica, il mistero della città scomparsa.
Finire questo film e vederlo realizzato. Riuscire a pubblicare il terzo capitolo della Trilogia sui Bambini: Come foglie portate dal vento. Curare un’antologia di racconti. Forse scrivere le storie per un gioco on line… Scrivere appena ne avrò il tempo il nuovo romanzo…
Il mio sogno è quello di ogni autore emergente o nella mia situazione, che cerca ancora il suo spazio e che grazie anche a voi ha comunque la possibilità di farsi conoscere e mettere in luce i propri lavori: essere pubblicati da un grosso editore e vendere, ma non per diventare necessariamente ricchi e famosi, semplicemente per poter scrivere da professionisti e dedicare tutta la propria attenzione ai lavori che si sta portando avanti in un modo ancora più serio e accurato.
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Re: Intervista a Emiliano Grisostolo

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:smt023 bella intervista!
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Re: Intervista a Emiliano Grisostolo

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Miriam si sta davvero specializzando con le interviste, sono tutte bellissime :wink:
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