Intervista a Valentina Bellettini

Area dedicata alle interviste con gli autori che sono diventati famosi o che hanno capito come uscire dall'ombra. In questa sezione ci si potrà dare appuntamento per discuterne con loro.

Moderatore: Isabella Galeotti

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Intervista a Valentina Bellettini

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Valentina Bellettini, nata a Rimini nel luglio 1983, è una ragioniera che lavora nell’ambito del commercio e si diletta a scrivere fin da tenere età, considerando la scrittura come aspirazione della propria vita.
Da adolescente ha pubblicato un breve racconto su Internet e in seguito al diploma ha collaborato al Corriere Romagna per qualche mese, il tempo di costatare che ciò che le piaceva davvero non era riportare eventi accaduti, ma inventarne con la propria immaginazione.
Il suo primo libro s’intitola “Profumo d’incenso” ed è stato pubblicato nel maggio 2008 dalla Giraldi Editore.
Nel maggio 2009, un suo racconto, “La voce di Minì”, rientra nella rosa dei finalisti al contest “Scrivi un fantasy e incontra Licia Troisi” promosso dal sito Mondadori.
Nel luglio 2009, una telefonata della Mondadori le comunica che è stata selezionata tra 780 richieste per partecipare al primo Laboratorio di Scrittura Creativa gratuito; in una delle cinque giornate a tema, la sua poesia "Nel vento" è letta ed analizzata dal poeta Maurizio Cucchi.

Il suo primo libro s'intitola "Profumo d'incenso" ed è stato pubblicato nel maggio 2008 dalla Giraldi Editore.

Intervista

1- Come e quando nasce la tua passione per la scrittura?
Non saprei dire il momento esatto, ma mi piace pensare che sia nata insieme a me, nel luglio 1983; d’altronde ho sempre scritto, fin dalle elementari, quando inventare storie e riportarle su carta era il mio gioco preferito. Scrivere mi è istintivo: comincia con un’idea, si sviluppa una trama, si presentano dei personaggi, si affaccia un messaggio da trasmettere ed ecco che la storia mi chiede d’essere scritta. E’ un esigenza che si presenta come un dato di fatto: devo farlo e basta, non posso farne a meno!

2- Parliamo del tuo romanzo d’esordio, Profumo d’incenso. Com’è nata l’idea di scrivere un fantasy ispirato alla mitologia egiziana?
In realtà non avevo pensato al genere “fantasy”; quel che mi premeva era scrivere un romanzo di formazione, dove il dilemma del futuro di un’adolescente si sarebbe risolto a seguito di un’avventura straordinaria, vissuta a tutti gli effetti in una vita parallela. Come ambientazione fantastica pensai all’Antico Egitto, perché al tempo in cui scrissi la traccia (prima superiore) ero reduce da un viaggio in quelle terre e ne ero rimasta affascinata. Dunque ho solo seguito la mia fantasia, senza pensare alle possibili etichette.

3- Quanto è stata importante la documentazione per la sua stesura?
Estremamente importante. Essendo ambientato in un contesto preciso, l’Antico Egitto, era necessario documentarsi per attenersi alle informazioni disponibili; inoltre, non mi dispiaceva l’idea che il lettore potesse apprendere qualcosa di nuovo grazie al mio romanzetto! Quindi mi sono “studiata” la mitologia egizia facendo ricerche approfondite su Internet, sia prima di cominciare la stesura, sia durante, quando mi venivano dei dubbi (sapevate che già a quell’epoca si beveva la birra?); mi piace molto anche questa fase.

4- A pag. 39 si legge: “ i ragazzini a volte hanno bisogno di sentirsi dire che la magia esiste davvero”. Dal tuo punto di vista, quanto è importante l’immaginazione in fase di crescita? E in età adulta? La fantasia può essere di aiuto in qualche modo?
In fase di crescita devono essere considerate, stimolate e lasciarte libere di esprimersi. E’ impensabile per me vivere senza immaginazione e fantasia, quindi anche in età adulta la ascolto: spesso il mondo degli adulti, quello ricco di responsabilità e problematiche serie, diventa più semplice da vivere se conserviamo un po’ di spensieratezza (che sdrammatizza); inoltre, se certi adulti non avessero seguito la fantasia, a quest’ora non avremmo la lampadina, la ruota, il computer, internet...

5- Nella prefazione, dichiari apertamente di aver concepito questo romanzo per un pubblico giovane. A cosa si deve questa scelta?
Perché si tratta principalmente di un romanzo di formazione riguardante la scelta che determina il futuro di una persona: a 13/14 anni le si chiede di decidere, di punto in bianco, il percorso della sua vita, e non sempre si è preparati. Visto che io stessa mi ero trovata in difficoltà nel passaggio dalla scuola media alla superiore, desideravo in qualche modo essere d’aiuto a questi giovani, se non altro, trasmettendo un messaggio positivo che li incoraggiasse.

6- Da varie statistiche apprendiamo che, oggi, in Italia si legge pochissimo e che soprattutto i più giovani sono poco avvezzi alla lettura. Qual è la tua opinione in merito? Secondo te è proprio vero che i ragazzi non amino leggere, se sì, perchè?
Vorrei fare una distinzione: ci sono giovani che non leggono, forse perché vedono la lettura come una cosa impegnativa piuttosto che un piacevole svago. Poi ci sono i giovani che leggono, e tanto, visto che contribuiscono al successo di Federico Moccia, Stephenie Meyer e Laurell K. Hamilton, per fare degli esempi. Io credo che in Italia si legga poco, certo, ma che il dato negativo non sia rappresentato dai giovani, bensì dagli adulti. Chi è più famoso e ha più successo tra J.K. Rowling e Dan Brown?

7- Ho letto che il tuo libro è stato adottato come testo di narrativa da una classe di una scuola media e che sei stata invitata per un incontro con gli studenti. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza? Quali le reazioni dei ragazzi?
E’ stata una giornata indimenticabile; ho ricevuto un’ospitalità che mi ha fatto sentire, contemporaneamente, l’ospite di una grande famiglia e la star tanto attesa dai fan, tra toni confidenziali e il considerarmi una professionista. I ragazzi erano entusiasti e al tempo stesso timorosi, ma hanno quasi diretto loro la chiacchierata (assieme alla professoressa), facendomi domande mirate e originali, chiedendomi spiegazioni, curiosità, e affermando che era stata una lettura interessante perché li riguardava da vicino; questa è la mia piccola vittoria!

8- Il fantasy, spesso, viene considerato un genere di serie di “B”, valido per intrattenere ma nulla più. Quale la tua opinione in proposito?
E qui tiro fuori scudo e armatura: il fantasy non è solo intrattenimento. J. R. R. Tolkien e Michel Ende, ad esempio, c’insegnano che il fantasy arriva a trattare temi d’attualità, a volte anche religione e politica, inoltre sono intramontabili, eternamente attuali, perché scendono nelle profondità dell’animo umano e ci mostrano il coraggio, il rispetto, l’onore, l’amicizia, l’amore, e tanti altri valori. Sto forse trattando temi di serie “B”? ;)

9- Nel 2009 hai partecipato al contest promosso dal sito Mondadori “Scrivi un fantasy e incontra Licia Troisi” rientrando, peraltro, nella rosa dei finalisti. Cosa ha significato, per te, questa esperienza?
Mi ha dato motivo di continuare questa strada, ha rafforzato la mia motivazione e aggiunto un pizzico di: “forse non scrivo tanto male!”. Il mio racconto è stato scelto da qualcuno della Mondadori, e non solo, il pubblico del blog ha accolto con entusiasmo e simpatia le creaturine che avevo inventato per l’occasione: i “Pissi”.

10- Hai partecipato anche a un laboratorio di scrittura creativa organizzato sempre da Mondadori. Ritieni ti sia stato utile? Lo consiglieresti ad altri aspiranti scrittori? Se sì, perché?
E’ stato utile ed estremamente piacevole. Ho avuto modo di ascoltare le “lezioni” degli scrittori famosi che hanno condiviso le loro esperienze e tecniche di scrittura. Preciso che non era un laboratorio pratico, e solamente l’ultima lezione (quella sulla poesia) ci ha visto attivi partecipanti (hanno valutato i nostri testi), ma è stato comunque interessante ed istruttivo; l’appunto che mi ha fatto Maurizio Cucchi me lo ricorderò sempre, così come quel che di positivo mi ha detto. Quello tenuto dalla Mondadori era un esperimento, non so se si ripeterà, comunque consiglio i corsi di scrittura in generale, perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e scoprire, poi va be’, stare in mezzo ai libri mi affascina sempre... l’unica pecca è che spesso sono a pagamento (e quello a cui ho partecipato io era gratuito).

11- Ti va di parlarci un po’ del tuo rapporto con il mondo dell’editoria? Quale l’iter che ti ha condotto alla pubblicazione?
Quando nel 2006 cercai un editore non c’erano tutte le informazioni che ci sono oggi su internet, né tanti siti e blog dedicati, tuttavia non avrei saputo come muovermi se non avessi avuto come riferimento il sito “il rifugio degli esordienti”. E’ stato grazie a loro che ho appreso che c’erano editori a pagamento e non, e che ogni editore aveva una propria linea editoriale da seguire, quindi non potevo proporre il mio dattiloscritto alla cieca. Ingenuamente, all’epoca pensai di pubblicare con un editore che fosse relativamente vicino a dove abitassi, e che fosse meglio partire dal “basso” perché in fondo non ero nessuno... così lo stesso anno firmai il contratto con Giraldi, e due anni dopo avevo “Profumo incenso” tra le mie mani.

12- Quanto è importante, per te, leggere? Se dovessi indicare il nome del più grande scrittore/scrittrice fantasy, la tua scelta su chi cadrebbe?
Per me leggere è importante non solo perché mi tiene la mente allenata (sembra una frase assurda, eppure è così!), ma perché mi rilassa, mi svaga e mi permette di volare con la fantasia. Il mio scrittore preferito è Michel Ende e rappresenta il mio ideale di scrittore: con “La storia infinita” e “Momo”, per citarne alcuni, scrive storie incredibilmente fantasiose ma i cui risvolti si possono riscontrare in modo evidente nella realtà quotidiana di ognuno di noi.

13- Cosa ne pensi del fantasy italiano? E degli autori emergenti che si cimentano in questo genere? Ti è capitato di leggerne qualcuno che hai apprezzato particolarmente?
Penso che il fantasy italiano abbia molto da raccontare: ho letto libri di diversi autori emergenti che mi hanno sorpreso per l’originalità della storia e per la ricchezza dei contenuti; alcuni mi hanno addirittura stimolata, sia nella voglia di leggere, sia nello scrivere a mia volta. La nota dolente è che noi autori italiani (e non mi riferisco solo a chi tratta fantasy) siamo discriminati dalla nostra stessa gente, colpa forse dell’eccessiva attenzione nei confronti degli stranieri, ma soprattutto perché spesso gli esordienti pubblicano con case editrici medio/piccole cosicché difficilmente arrivano in libreria. Tra questi, mi è capitato di leggere qualcuno e di apprezzare particolarmente il suo scritto tanto da seguirlo nei lavori successivi. Devo fare i nomi? Marco Mazzanti, Francesco Falconi e Luca Azzolini.

14- Quali progetti hai per il futuro ?
Attualmente sto proponendo il mio secondo romanzo “Eleinda - Una leggenda scritta nel destino”, poi ho il suo diretto seguito da completare e un terzo scritto da impacchettare e far bussare alla porta degli editori. Ho in mente di scrivere anche un ulteriore romanzo della saga “Eleinda”, e una storia indipendente più intima e seriosa (fino a un certo punto perché ci sarà sempre l’irrealtà). Ultimamente sono poi diventata moderatrice del forum Gliautori.it, quindi continuerò ad occuparmi delle sezioni di cui sono responsabile; una in particolare riguarda proprio il genere Fantasy e lo curo con l’amica scrittrice Teresa Di Gaetano. Un altro piccolo impegno è recensire sul mio blog (http://valentinabellettini.spaces.live.it) i libri che leggo.
I progetti sono tanti, la voglia pure. Non mi resta che aspettare l’editore giusto!
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Massimo Baglione
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Re: Intervista a Valentina Bellettini

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Brava Valentina!
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Re: Intervista a Valentina Bellettini

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complimenti Valentina, spero a presto :wink:
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Re: Intervista a Valentina Bellettini

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Ciao Valentina, benvenuta, è un vero piacere conoscerti :smt006
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