Intervista a Simone Messeri

Area dedicata alle interviste con gli autori che sono diventati famosi o che hanno capito come uscire dall'ombra. In questa sezione ci si potrà dare appuntamento per discuterne con loro.

Moderatore: Isabella Galeotti

miriam
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Intervista a Simone Messeri

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Appassionato di fantascienza e laureato in Architettura spaziale, ha scritto diversi racconti di Science Fiction.
The Flying- La leggenda dell'Arcanave stellare è il suo romanzo d'esordio.


Intervista

1 - Architetto spaziale, autore di fantascienza. Quanto è lungo il salto dall’uno all’altro campo?
Credo che ci siano delle grandi similitudini tra i due campi, soprattutto per un certo genere di fantascienza. Mi riferisco in particolare alla science fiction che guarda allo spazio come contesto in cui si sviluppa la storia e vivono i personaggi. Senza dubbio scrivere un romanzo con queste premesse comporta necessariamente un’acquisizione di cosa sia la realtà spaziale odierna. Personalmente, non riesco ad immaginare un futuro nello spazio senza considerare la storia dei viaggi spaziali e addirittura non riesco a descrivere una tecnologia spaziale senza visualizzarla prima sulla carta. Quando sviluppo un progetto mobilito la fantasia e la creatività inventando situazioni nuove che comunque devono scontrarsi con problematiche reali. Sia come autore che come architetto, se penso ad un viaggio su Marte e agli uomini che vivono quell’esperienza, oltre a considerare le loro sensazioni devo capire anche dove vivranno durante il viaggio, poiché la narrazione o la realtà delle situazioni si svilupperanno proprio in quel contesto ambientale.
Quando ho immaginato The Flying la mia formazione di architetto ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione della storia. Partendo dalla grafica ho potuto immaginare le varie situazioni che poi si sono evolute nella stesura del romanzo.
Per fare alcuni esempi, pensiamo alla produzione cinematografica: Mission to mars, Space cowboys o Space off, sono pellicole che attingono direttamente alle esperienze Nasa, poi c’è l’universo di Star Trek in cui la componente tecnologica è sicuramente ispirata alla realtà spaziale attuale.


2 - Quando hai cominciato a scrivere e perchè?
Sono sempre stato un sognatore. Da piccolo mi divertivo a disegnare delle storielle reinterpretando i personaggi della tv. Ho vissuto la mia adolescenza in periferia dove assieme agli amici ci divertivamo in mezzo ad un campo abbandonato adiacente al palazzo in cui vivevo. Il nostro gioco preferito era quello di costruire capanne, di esplorare tra rovi e sterpaglie nuovi spazi dove vivere in libertà la nostra fantasia. Queste avventure furono la prima cosa che scrissi. In seguito presi l’abitudine a raccontare delle storie fantastiche scrivendole a mano sui grandi quadernoni di scuola. Quando poi scoprii la macchina da scrivere, all’epoca uno strumento affascinante che dava un grande senso di professionalità, iniziai a pensare a dei racconti veri e propri. Poi arrivò la scoperta della fantascienza letteraria e le prime storie che lessi mi sorpresero e mi affascinarono al punto da cercare di immaginarne di proprie. Così realizzai dei racconti di fantascienza che parteciparono a vari concorsi.

3 - Parliamo di “The Flying- La leggenda dell’Arcanave Stellare”. Apprendo dalla tua prefazione che la gestazione è stata lunghissima. Quali sono state le maggiori difficoltà nell’ideazione e nella stesura di questo romanzo?
In effetti l’idea iniziale dell’Arcanave (all’inizio era una semplice astronave) è lontanissima. Il viaggiatore solitario si perde tra le cose che scrissi quando appunto ero ancora un ragazzo. “The Flying” è sempre stato un progetto che ho portato avanti tra una cosa e l’altra. Per natura sono un po’ incostante e nel periodo dell’adolescenza è facile distrarsi con gli amici. Se poi alla discontinuità caratteriale si interpongono, la scuola, l’università, il lavoro, oltre a mille altre idee è chiaro che diventa difficile portare avanti un progetto che tutto sommato non è prioritario. Poi con la maturazione e la famiglia ho imparato a fare delle scelte risolutive. Quindi intorno al 2003 mi imposi di definire una volta per tutte l’idea del Flying, farne un romanzo, completarlo e presentarlo in grande stile alla Lucca Comics del 2006.

4 - Nel tuo libro immagini che una catastrofe ecologica determini la distruzione della nostra società. Un argomento di grandissima attualità e che, inevitabilmente, ci fa pensare alle molteplici ipotesi sulla presunta fine del mondo di cui tanto si parla ultimamente. Qual è il tuo approccio all’argomento? Pensi davvero che l’inquinamento, a lungo andare, possa divenire la causa primaria della rovina del nostro pianeta?
Se i governi mondiali e noi popolazione non cambiamo atteggiamento di fronte alle problematiche ambientali, senza dubbio queste diventeranno la causa primaria della rovina del nostro pianeta. Sicuramente esiste uno stato di crisi, uno dei tanti che affligge l’umanità. La guerra è, da sempre, la più grande manifestazione di distruzione che l’uomo abbia mai creato, ma un cataclisma ecologico potrebbe causare una devastazione globale molto più incisiva. Come ho prospettato nel romanzo essa non segnerà la fine definitiva della razza umana, ma a questa seguirà un periodo di grande instabilità e di incertezza per il futuro. Se guardiamo al passato, a una caduta socioculturale segue sempre una rinascita, quindi è logico pensare che esistano dei sopravvissuti che tenteranno di proseguire la specie. Una catastrofe ambientale comunque, coinvolgerebbe direttamente ogni essere vivente sulla Terra, spezzando l’ecosistema che rende unico e spettacolare il nostro pianeta. Di fronte a uno scenario di questo tipo se acqua e aria fossero completamente inquinate come potremmo sopravvivere?

5 - Nonostante ci racconti di un disastro ambientale, il futuro da te immaginato non è del tutto negativo. L’uomo sembra aver imparato dai suoi errori e lo ritroviamo impegnato nella costruzione di una società migliore. Un simile messaggio di speranza è riconducibile a una tua reale fiducia nel genere umano?
Secondo me se un ipotetico visitatore alieno seguisse i media su ciò che accade tutti i giorni sul nostro pianeta, non riporrebbe certo una gran fiducia su questa razza combattiva e poco rispettosa dei propri simili. Sono convinto però che deve esserci un miglioramento, lento e oneroso ma senza dubbio un cambiamento positivo.

6- Pensi che l’Arcanave Stellare si possa assimilare a un’Arca di Noè del futuro?
Senz’altro c’è un richiamo all’arca del diluvio, le premesse sono simili. C’è stato persino un momento in cui volevo sfruttare la cosa in questa direzione, facendo della Flying un oggetto di culto religioso, ma poi ho preferito sviluppare l’aspetto razionale tralasciando il misticismo che non concordava con la tesi dell’evoluzione.

7-Il testo è corredato da alcuni disegni tecnici dell’Arcanave, realizzati sempre da te. Quanto è stata importante la documentazione e quanto faticoso lo studio prima di poter pervenire a una progettazione così dettagliata e credibile?

Progetto e romanzo hanno sempre viaggiato di pari passo e molte descrizioni sono nate dopo averle immaginate attraverso i disegni. L’arcanave è stata studiata seguendo lo stesso iter di un progetto reale. Per me non c’è differenza tra creare l’interno di un aereo (che ho avuto l’opportunità di studiare per Boeing), o il set cinematografico di un’astronave. Entrambi devono rispondere agli stessi requisiti ergonomici, dimensionali, funzionali, visivi e quant’altro riguardi la fruizione di un individuo all’interno di un ambiente. Se vuoi essere credibile devi approfondire e dettagliare il più possibile ciò che hai in mente. La documentazione è importante, assieme all’inventiva e alla capacità di visualizzare sulla carta ogni pensiero. E’ chiaro che lavorando davanti ad un progetto vero e proprio ci sono elementi che avranno una maggiore rilevanza (nel caso di un aereo, ad esempio, si dovrà tener conto dei pesi e della resistenza meccanica), rispetto alla realizzazione di un set che per lo più è costruito con materiali tradizionali e spesso solo concretizzato in parte. Naturalmente davanti ad progetto come il Flying esiste una grande componente di divertimento, che ne fa un hobby e come tale mi permette di fare ciò che voglio lasciando da parte, qualche volta, principi scientifici e regole ingegneristiche.

8- Nella prefazione, dichiari esplicitamente di aver tratto ispirazione dall’universo tecnologico di Star Trek, dagli scenari futuribili di Asimov e anche da alcuni manga giapponesi. Secondo te, quanto è importante per uno scrittore avere dei precisi modelli di riferimento?
Penso che senza modelli di riferimento nessuno sarebbe se stesso. E’ naturale avere dei maestri spirituali a cui ispirarsi dopo aver apprezzato le loro opere. Essi diventano parte della nostra formazione del nostro modo di crescere e apprendere nuove esperienze. Asimov mi ha sempre affascinato per il suo modo di gestire l’intero universo come una grande comunità cittadina che può spostarsi da un pianeta all’altro con una facilità incredibile. Star trek per me è il connubio ideale tra scienza e fantascienza, dove la pseudo tecnologia e gli oggetti reali si fondono in un mix credibile e avveniristico. In Star Trek (TOS e TNG) ho sempre ammirato il messaggio positivo implicito nella cultura della federazione e nelle tematiche che venivano affrontate dalle serie. In quanto ai manga o meglio gli anime tecnologici con cui sono cresciuto, hanno condizionato il mio modo di concepire gli oggetti grazie alla genialità delle trasformazioni dei robot e delle attrezzature utilizzate dai personaggi. Quando descrivevo la Base nel deserto della Flying il mio pensiero era spesso rivolto all‘Istituto di ricerca di Goldrake o alla Fortezza delle scienze del Grande Mazinger.

9- Quali sono, a tuo parere, gli elementi indispensabili per la stesura di un buon romanzo di fantascienza?
Sono affezionato alla SF americana degli anni 50-60, periodo in cui alla base della storia c’era l’esaltazione della tecnologia in un mondo futuribile. Spesso questi scenari erano presi a pretesto per denunciare le problematiche sociali del tempo (alcune delle quali come il razzismo ci trasciniamo ancora oggi). Ciò che però mi colpiva di più di quei racconti era quel senso del meraviglioso che veniva proposto e che ho sempre ritenuto un ingrediente fondamentale. Come lettore di fantascienza mi piace essere coinvolto nella storia, catapultato in uno scenario incredibile, magari tra un colpo di scena e l’altro. Sorpreso da trovate ingegnose e originali che potrebbero rivelarsi determinanti per lo sviluppo della storia. Uno dei primi racconti che lessi fu “Quelli fra noi” di Henry Kuttner (non voglio rivelare il soggetto per non rovinare la sorpresa a chi volesse leggerlo). Il finale imprevisto mi sbalordì e allo stesso tempo mi esaltò per il modo in cui l’autore aveva costruito la storia.

10- Come mai hai deciso di ricorrere al publishing on demand (a Lulu nello specifico), per la pubblicazione del tuo libro?
Quando mi sono imposto di realizzare “The Flying” la definizione “publishing on demand” era ancora poco diffusa. Il mio principale intento era quello di concludere il romanzo, prepararlo in proprio (le prime copie furono stampate e rilegate in modo artigianale, per cui occhio a chi le possiede, magari un giorno saranno pezzi da collezione) e promuoverlo a Lucca comics 2006 (cosa che ho fatto) in modo da testare il romanzo e avere la possibilità di trovare un vero editore. Solo dopo questo evento affidai la stampa a Lulu, e presi contatti con diversi editori per cercare una pubblicazione e una distribuzione professionale. Fino ad oggi non ho avuto risposte, ad esclusione dei soliti editori a pagamento. L’esperienza di autopromozione è comunque stata utile perché altrimenti oggi non sarei qui con voi a parlarne.

11- Quali difficoltà e quali opportunità stai incontrando in fase di promozione?
E’ difficile diffondere la propria attività tra migliaia di persone che si propongono con altrettanti lavori. Per riuscire a promuovere il proprio libro, occorre trovare la persona giusta che crede nella tua opera e che è disposta a rischiare per pubblicarla. Un evento sempre più raro. Quando ebbi l’opportunità di parlare con la direttrice editoriale della Feltrinelli, la prima cosa che mi disse quando le sottoposi l’idea del mio romanzo fu: “anche lei è uno dei milioni di scrittori che vogliono pubblicare un libro.” La cosa fu poco incoraggiante e soprattutto mi aprì gli occhi sul reale andamento del mondo dell’editoria. Per fortuna abbiamo internet che ci viene in aiuto e ci permette di autopromuovere il nostro lavoro in maniera del tutto nuova regalandoci anche grandi sorprese come ad esempio la recensione di Miriam nei confronti del mio romanzo.

12- Se ti dico “Galaxy days”?
Un’esperienza bellissima, per la quale devo ringraziare Diego Bortolozzo che mi invitò a partecipare all’evento. In quei due giorni ebbi l’opportunità di mostrare il mio libro e la mia attività attraverso uno stand e una presentazione introdotta da un book trailer che avevo preparato per l’occasione. Inoltre partecipai a una serie di eventi che ricordo con piacere, come la conoscenza di Francesco Verso, la presentazione della Cronaca galattica di Diego Bortolozzo, il romanzo ALI di Raffaela Assisi, e persino il grande illustratore Giuseppe Festino che assistette alla mia presentazione e acquistò addirittura una copia del mio libro. Un’atmosfera particolare che si respira solo in quelle manifestazioni in cui persone con lo stesso interesse si avvicinano e si scambiano opinioni. Un bel ricordo.

13- Se il nostro mondo fosse davvero votato alla distruzione e avessi la possibilità di salvare un solo libro, magari imbarcandolo su un’arcanave come la Flying, quale sceglieresti?
Questa è la risposta più difficile del mondo, mi sento un po’ come Guglielmo da Baskerville quando brucia la biblioteca e non sa cosa salvare. Penso che cercherei di salvare un libro che mi possa aiutare nella ricostruzione del nuovo mondo, quindi mi viene logico pensare al “manuale dell’architetto” o ad un manuale di sopravvivenza, anche se d’istinto prenderei al volo dalla mia libreria la Biografia di Leonardo da Vinci di Serge Bramly, un ottimo stimolo per dare continuità alla cultura umana.

14- I tuoi progetti per il futuro?
Mi sto dedicando maggiormente alla grafica più che alla letteratura. Tra breve sarà disponibile un’antologia dei miei disegni di astronavi, quindi ancora fantascienza. Un’opera a cui sto lavorando da un anno e che ho deciso di realizzare come prima parte di una raccolta di tutta la mia produzione grafica. Oltre a questo ho avviato una grande collaborazione con Diego Bortolozzo per diversi lavori che vedranno la luce sicuramente nel 2011, e che riguardano la realizzazione di racconti di fantascienza illustrati. Ci sono inoltre molti cantieri aperti e tante idee incompiute che vorrei portare avanti. Un romanzo per ragazzi su un viaggio nel passato, una serie a fumetti a cui sto lavorando assieme a Alessandro Zipoli e senz’altro la preparazione di uno stand per un'altra Lucca Comics.
Giacomo Scotti
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Re: Intervista a Simone Messeri

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yeah!
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Massimo Baglione
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Re: Intervista a Simone Messeri

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Tra breve sarà disponibile un’antologia dei miei disegni di astronavi, quindi ancora fantascienza.
Miiizzica!!
Quanto vorrei saper disegnare...

Bella intervista, bravo Simone!
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pia
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Re: Intervista a Simone Messeri

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ebbravo Simone, te ne stavi zitto zitto in un angolino del portale, ma noi (Miriam) ti abbiamo scovato :lol:
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Simone Messeri
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Re: Intervista a Simone Messeri

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pia ha scritto:ebbravo Simone, te ne stavi zitto zitto in un angolino del portale, ma noi (Miriam) ti abbiamo scovato :lol:
Eccolo, sempre più pronto e sempre più carico per uscire allo scoperto. :-D
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Re: Intervista a Simone Messeri

Messaggio da leggere da Diego Bortolozzo »

Simone è un grande!
E Miriam è riuscita, con la sua intervista, a farcelo conoscere un po' di più... ;)
Diego "Jedi Katana" Bortolozzo - Associazione Culturale "Galaxy" http://www.galaxyclub.org
Sito internet personale http://www.diegobortolozzo.com
Per acquistare i miei libri, contattatemi via e-mail o visitate il sito: http://stores.lulu.com/fantasylandia
miriam
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Re: Intervista a Simone Messeri

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E non finisce qui... mercoledì 20 ottobre, a partire dalle 21,00 Simone sarà ospite nel nostro forum per un incontro online.
L'appuntamento è nell'altro topic...
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jormungaard
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Re: Intervista a Simone Messeri

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Complimenti Simone da un altro... Simone.
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Simone Messeri
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Re: Intervista a Simone Messeri

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Grazie a tutti!!!! A mercoledì 20
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Alessandro Napolitano
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Re: Intervista a Simone Messeri

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Mercoledì cena alle 19.30, lavaggio piatti alle ore 20.00, bimbe a nanna alle 20.45.
Alle 21.00 spaccate, nel rigore di un silenzio militaresco, ci sarò!


Daje Simò!
:smt006
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Re: Intervista a Simone Messeri

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Alessandro Napolitano ha scritto:Mercoledì cena alle 19.30, lavaggio piatti alle ore 20.00, bimbe a nanna alle 20.45.
Alle 21.00 spaccate, nel rigore di un silenzio militaresco, ci sarò!


Daje Simò!
:smt006
mi sveli il segreto per mettere i bimbi a nanna alle 20,45? :roll:
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Alessandro Napolitano
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Re: Intervista a Simone Messeri

Messaggio da leggere da Alessandro Napolitano »

Certo, è semplicissimo:
devi instaurare nei loro confronti un regime di terrore assoluto. Non devono parlare, guardare la televisione, giocare con pupazzi vari e giocare tra loro.
Poi, devi chiudere tutte le luci, schiaffarli nel letto e sbarrare la porta della loro cameretta. Buio assoluto, fottitene delle varie lucine colorate, tutto buio.
Probabile che tu debba ignorare qualche minuto di urla e strepiti, ma basta non farci troppo caso.

:smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005


Ps: in effetti, questo giochino con la seconda figlia (molto meglio educata) riesce senza essere così terroristi. La prima, invece, non mi si fila proprio, e continua beatamente a farsi i ca#@i suoi!
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Re: Intervista a Simone Messeri

Messaggio da leggere da miriam »

Alessandro Napolitano ha scritto:Certo, è semplicissimo:
devi instaurare nei loro confronti un regime di terrore assoluto. Non devono parlare, guardare la televisione, giocare con pupazzi vari e giocare tra loro.
Poi, devi chiudere tutte le luci, schiaffarli nel letto e sbarrare la porta della loro cameretta. Buio assoluto, fottitene delle varie lucine colorate, tutto buio.
Probabile che tu debba ignorare qualche minuto di urla e strepiti, ma basta non farci troppo caso.

:smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005 :smt005
:lol: mi sa che con mio figlio non funziona :lol:
Quando facciamo gli incontri online rimane sveglio fino a che non spengo il computer. :evil:
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Re: Intervista a Simone Messeri

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devi instaurare nei loro confronti un regime di terrore assoluto. Non devono parlare, guardare la televisione, giocare con pupazzi vari e giocare tra loro.
Poi, devi chiudere tutte le luci, schiaffarli nel letto e sbarrare la porta della loro cameretta. Buio assoluto, fottitene delle varie lucine colorate, tutto buio.
Sììì! Lotta dura senza paura!
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io ho sempre usato un altro sistema con i nipotini: un po' di gas aperto :smt004
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Re: Intervista a Simone Messeri

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