Intervista a Marco Degli Agosti - Ed Warner

Area dedicata alle interviste con gli autori che sono diventati famosi o che hanno capito come uscire dall'ombra. In questa sezione ci si potrà dare appuntamento per discuterne con loro.

Moderatore: Isabella Galeotti

GiuseppeN
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Intervista a Marco Degli Agosti - Ed Warner

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Intervista a Marco Degli Agosti, che con lo pseudonimo Ed Warner ha pubblicato il volume "Un giorno perfetto", di cui trovate la recensione sul portale, sul blog...

Innanzitutto, perché la scelta di uno pseudonimo? E perché proprio Ed Warner? [che è un personaggio troppo fico, era uno dei miei preferiti!]

È una domanda che mi aspettavo.
La storia della letteratura è piena di autori che hanno usato pseudonimi nel pubblicare, specialmente per quanto riguarda la poesia, mi viene in mente ad esempio l’Accademia dell’Arcadia che addirittura aveva teorizzato questa abitudine ed in cui mi ritrovo per certe proposizioni in sede di costituzione.
Il mio intento è quello di avere una maggiore attenzione al testo che propongo, piuttosto che alla mia persona. Spesso mi è capitato di notare come il mio giudizio su un autore sia condizionato da ciò che conosco relativamente all'autore stesso, per cui soprattutto in questi miei primi passi nel mondo delle parole mi interessa concentrare l'attenzione su ciò che scrivo, liberandolo completamente del mio ego.
Nello specifico ho scelto questo particolare nome d'arte (se così si può dire) per diversi motivi.
Volevo un nome che potesse lasciare un sorriso in chi lo legge, perchè troppo spesso la poesia viene vista come un campo distante dal sentire comune, autoreferenziale ed esageratamente serioso, per cui mi sembrava un'ottima idea quella di utilizzare il nome di un personaggio dei cartoni animati, inoltre questo che ho scelto è assolutamente fighissimo ed ha una forte carica carismatica.
D'altro canto si adatta bene alla mia idea di poesia che partendo dalla quotidianità cerca lo spunto per dare uno sguardo condiviso, che tenda all'universale; e se ben ricordate l'Ed Warner del cartone animato si lanciava sul palo opposto in cerca della spinta necessaria alle sue migliori parate!

Ho notato con piacere diverse suggestioni musicali nei tuoi versi: a parte “La guerra di Eros”, chiaro riferimento a De André che hai anche citato in epigrafe, mi sembra che il titolo della raccolta rimandi alla “Perfect Day” di Lou Reed; e poi il passaggio “se fossi un figliol prodigo…” che mi sa di CCCP, o ancora “Senso” che mi ricorda invece gli Afterhours… Se non ho toppato alla grande, dimmi: quale rapporto c’è tra la musica e la tua poesia? La musica influisce solo a livello di concetti e parole, o anche come ricerca di musicalità e di ritmo, come sembra testimoniare “La guerra di Eros”?

C'è molto di vero in questa tua annotazione, ma di citazioni musicali ce ne sono anche diverse altre.
Penso alla “C-R-A-Z-Y-M-A-R-Y” dei Pearl Jam ( anche il fatto che l'abbia scritta così rimanda alla canzone per chi la conosce), come al richiamo a Gregory Isaac in “Kingston Town”.
In realtà il richiamo ai CCCP è un po' forzato nel senso che non era una vera citazione, ma probabilmente li ho ascoltati talmente tanto che qualcosa mi lasciano anche inconsciamente.
“Senso” accoppiata agli Afterhours è un abbinamento che mi è venuto successivamente perchè è una poesia scritta molto tempo fa e che a dir la verità stavo per cestinare, mentre ora sono molto legato ai suoi versi.
La musica per me è molto importante più nella quotidianità che nella composizione, anche se capita che mi lasci affascinare dal ritmo delle parole di determinati testi musicali e che mi venga la voglia di ragionarci su.
Mi piace considerare “La guerra di Eros” quasi come fosse una cover, un riarrangiamento del capolavoro di De Andrè.
Anche in questo caso, molto deriva dall'idea di fondo di “Un giorno perfetto”, che è fondamentalmente un tributo alla quotidianità ed ai suoi eroismi, spesso non celebrati ma non per questo minori. Ho voluto rielaborarla utilizzando un tema diverso e che possa trovare maggiore condivisione rispetto al tema della guerra che fortunatamente è a noi abbastanza lontano.
Sicuramente c'è nei miei intenti la voglia di dare grande importanza al ritmo ed alla musicalità delle parole, cerco quindi di spendermi molto su questo in fase di rielaborazione, soprattutto nelle poesie meno ermetiche della raccolta.

Chi sono invece i tuoi poeti di riferimento?

Sono molti gli autori che mi piacciono, in primis Ungaretti, Foscolo, Majakowskji, Bukowski (in Italia è più famoso per i racconti, ma il suo contributo alla poesia è superiore), Kavafis, Machado e molti altri.
Mi piace molto anche la poesia delle origini, un autore che mi piace molto è Guittone d’Arezzo, ma l’elenco potrebbe essere lungo, anche se mi sto limitando alla poesia.
Se dovessi parlare di narrativa la lista diventerebbe interminabile.
Mi considero un onnivoro della lettura per cui mi piace molto leggere generi molto diversi tra loro e credo che anche in “Un giorno perfetto” si possa notare il mio desiderio di varietà.

Leggi altri poeti “emergenti”? C’è uno scambio di idee, un confronto?

Il progetto Ed Warner è nato cercando di sfruttare le possibilità che offre la rete, anche a chi come me non ha grandi conoscenze di base del mondo di internet o di informatica in generale. Tra gli aspetti più positivi c'è la possibilità di confrontarsi con lettori e con altri autori che mi hanno aiutato molto in questo inizio di percorso e con cui spero di continuare a condividere questa mia passione.
Ho iniziato condividendo i miei pezzi su vari portali e forum letterari e questo mi ha dato la possibilità di conoscere diversi autori che stimo. C'è uno scambio di idee molto proficuo e spesso delle vere e proprie collaborazioni di stesura condivisa che ho trovato molto divertente e stimolante.
La possibilità di interfacciarsi con gli altri è forse il lato migliore del muoversi in rete e la marcia in più che può avere il mezzo internet rispetto alle altre forme di comunicazione, per cui sto cercando di utilizzare il più possibile questo strumento.

Come nasce la tua poesia? Come passi dall’”illuminazione” al testo definitivo?

Credo che scrivere sia un modo di essere, proprio per questo non ho bisogno di particolari situazioni che mi spingano a farlo. Le idee vengono più che altro dall'osservazione della contingenza e dalla voglia di condividere determinate situazioni ed emozioni che ritrovo nella quotidianità.
Ho appunti scritti ovunque che però resterebbero estemporanei se non ci fosse poi un discorso di rielaborazione del testo, probabilmente la parte più difficile ma necessaria della composizione.
Tutto deve essere funzionale al messaggio o alla sensazione che voglio trasmettere, addirittura mi è capitato di iniziare a scrivere una poesia, per poi trovarmi a pensare che non fosse la formula migliore per dare corpo a ciò che avevo in mente e trasformare per cui i versi iniziali nell'idea per un racconto, o viceversa.

Molte tue poesie hanno un buon ritmo, si prestano bene a una lettura ad alta voce. Hai mai partecipato a reading o manifestazioni simili? E comunque, cosa ne pensi?

Mi è capitato di partecipare a reading, ed è una situazione che devo imparare a sfruttare meglio perchè ho notato un interesse particolare ed incoraggiante da parte del pubblico rispetto a questa forma di proposizione della poesia.
Mi è capitato anche di provare collaborazioni in eventi di discipline diverse ma che ben si amalgano alla letteratura. Sono esperienze che senza dubbio vale la pena di provare, anche perchè ho avuto la fortuna di assistere anche ad esibizioni di altri autori che mi hanno entusiasmato.

Nella biografia in fondo al libro è scritto che tieni anche un blog. Come valuti questa esperienza in merito alla diffusione della poesia? Non pensi che sia difficile emergere singolarmente nel mare magnum del web?

Fino ad un paio di anni fa non sapevo nemmeno accendere un computer e guardavo con diffidenza aquesto mezzo per comunicare. Ho dovuto imparare con interesse sempre maggiore al mondo della rete che ora credo di cominciare a comprendere e rispettare.
A fianco di numerosi pregi di internet, un aspetto negativo è proprio la difficoltà nel far sentire la propria voce in uno spazio così battuto e spesso caotico. Mi interessa in primo luogo avere uno spazio dove condividere i miei scritti e questo è comunque un modo valido di bypassare le enormi difficoltà che un autore alle prime armi può incontrare, poi a fare la differenza sono la passione e la voglia di accettare il mezzo nella sua unicità di pregi e difetti.
L'esperienza del blog è comunque positiva per quanto mi riguarda, anche perchè “Un giorno perfetto” è nato lì, successivamente ho sentito il bisogno di dare una fisicità cartacea ai miei testi.
“Un giorno perfetto” è nato come momento di riflessione e ripartenza dai miei primi passi mossi quasi con un iniziale pudore, verso il tentativo di dare vita e sostanza ad un progetto che possa avvicinarmi ai miei sogni.

Come ti sei trovato con la Edizioni Smasher? Se non sbaglio loro sono siciliani, mentre invece tu sei lombardo: la distanza è stata un problema? Penso più che altro all’organizzazione di presentazioni e cose simili...

La distanza è sicuramente un po' penalizzante per vari motivi ma da quando ho scelto Edizioni Smasher posso dirmi soddisfatto sia del loro impegno che del loro sostegno che fondamentalmente sono ancora più importanti rispetto ad una vicinanza fisica di comodo.
Spero di poter continuare la collaborazione con loro, dando corpo ad alcuni progetti cui sto lavorando.
Da parte mia è poi forte la necessità di potermi muovere nella ricerca di una forte libertà ed indipendenza e non posso che ringraziare l’editore in primis nella persona di Giulia Carmen Fasolo ma anche di tutti gli altri componenti dello staff che mi hanno sempre incoraggiato.
Mi interessava e interessa ancora il loro progetto e il loro spirito, per cui sono senza dubbio contento della mia scelta.
Certo fa strano rapportarsi e cercare di costruire qualcosa di comune con persone che si conoscono solo tramite e-mail, ma tra poco anche questa lacuna verrà colmata, visto che grazie al lavoro della casa editrice avremo modo di conoscerci meglio partecipando insieme al Pisa Book Festival, un avvenimento e un'esperienza di crescita importante che non vedo l'ora di affrontare.

Hai accennato ad altri nuovi progetti, si può sapere quali?

Innanzitutto continuare l'idea con cui è nata questa mia avventura. Il progetto iniziale era di partire con una silloge di poesie, ero ben consapevole di iniziare in salita in questo modo, ma mi interessa molto come genere anche perchè lo trovo rivoluzionario, specie in questo periodo.
La cultura in Italia viene imposta dalla televisione, un mezzo assolutamente passivo, mentre la poesia è uno strumento fortemente attivo in cui il vero protagonista è il lettore, ancor più che con la narrativa.
Un secondo passo sarà spero una raccolta di racconti, dico “spero” perchè è un altro genere che trovo sottovalutato, ma che ha grandi potenzialità sia stilistiche che di contenuto e struttura.
Infine vorrei alzare ancora il tiro, ho un paio di romanzi in dirittura d'arrivo; in essi credo molto, ma preferirei non svelare troppo le carte al momento perchè sono comunque un esordiente e sono consapevole del fatto che i miei desideri dovranno misurarsi con le difficoltà che incontra ogni aspirante scrittore.
Tanto per contraddirmi ho quasi pronta anche una seconda raccolta di poesie, ho molto entusiasmo insomma, devo solo riuscire a ben canalizzarlo. A lungo termine ho molte idee ma sono davvero in stato embrionale, per cui è prematuro parlarne.

Oltre la poesia, ti occupi di altre attività artistiche?

Sono stato un pessimo chitarrista per qualche tempo, ora le mie attenzioni sono concentrate sulla letteratura, ma non voglio limitarmi alla poesia.
Mi piacerebbe proseguire una sorta di progressione personale pubblicando un libro di racconti, ho già parecchio materiale su cui lavorare e l'idea mi stimola molto.
Scrivo da quando ricordo di saperlo fare, per cui anche se solo da poco ho cominciato a condividere ciò che scrivo, la passione e la voglia di farlo può solo crescere.
Amo scrivere narrativa almeno quanto mi piaccia cimentarmi nella sfida del verso, non ho un genere preferito, spero solo di avere la possibilità di realizzare questo mio sogno.
miriam
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Re: Intervista a Marco Degli Agosti - Ed Warner

Messaggio da leggere da miriam »

Bellissima intervista 8)
Sembra un autore molto interessante e poi un poeta che, tra altri grandi, prende a modello Majakowskji... :smt041 :smt041
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Massimo Baglione
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Re: Intervista a Marco Degli Agosti - Ed Warner

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Interessante intervista.
Amo scrivere narrativa almeno quanto mi piaccia cimentarmi nella sfida del verso, non ho un genere preferito, spero solo di avere la possibilità di realizzare questo mio sogno.
In bocca al lupo! :-)
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