Intervista a F. T. Leo
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Intervista a F. T. Leo
Il suo Avatar è potente e aggressivo, ma non è così, lo scoprire leggendolo.
Per concludere il mese, l'autore chi vi presento e: F. T. Leo.
Ciao Fabio, benvenuto e grazie .
Ciao, Isabella. Grazie a te.
Per chi scrivi? Per te oppure per il lettore?
Si vorrebbe scrivere sempre per una bella platea di lettori, ma il più delle volte ciò non è possibile. Fondamentalmente scribacchio di quello che mi piace. Se poi quello che cerco di mettere su foglio può interessare anche ad altri, tanto meglio.
Preferisci pubblicare delle Short Story, oppure dei romanzi? Perchè?
Delle Short Story sicuramente. La stesura di un romanzo richiederebbe troppo tempo.
Domandazza. Ti nutri solo dei tuoi interessi artistici, oppure fai altro nella vita?
Diciamo che l’arte, o, più correttamente, la vena artistica, è un qualcosa che si ha dentro, una sorta di richiamo, che ci permette pure di evadere dalla routine quotidiana. In generale, penso che valga per tutti. Poi, c’è chi la coltiva questa vena artistica e chi no. Io nella vita faccio tutt’altro, cose che non riguardano l’arte in senso stretto. Sono laureato in giurisprudenza, lavoro nel settore legale, mi occupo di cose che fatte giornalmente possono anche diventare, con la ripetizione, alquanto noiose. Quindi, la scrittura, la lettura, il cinema, in passato il disegno etc. etc., sono tutte cose che mi piacciono, sì, che adoro, sì, ma che mi permettono parimenti di evadere.
Quel poco tempo che mi rimane, infine, lo dedico alla famiglia.
Quando termini la bozza di un racconto, come ti senti? Ognuno di noi ha una reazione differente qual è la tua?
Sento qualcosa che si avvicina di molto alla felicità.
Quanto Fabio troviamo nei tuoi racconti? Sono tratti dalla tua fantasia oppure dalla quotidianità.
Sicuramente c’è anche qualcosa di mio, soprattutto delle sensazioni, quelle certamente mie. Ognuno, credo, metta la sua sensibilità in qualsiasi cosa faccia. Per lo più, comunque, si tratta sempre di cose di fantasia, anche metaforiche, surreali, ma di fantasia, frutto di tutto quello di cui mi nutro (o di cui mi sono nutrito). Spesso, comunque, ho preso anche dalla quotidianità.
Sei un lettore cartaceo oppure digitale? Perché?
Sono sicuramente un lettore cartaceo: prediligo la letteratura fantastica, ma non disdegno altri generi. In digitale leggo poco o niente: stare troppo vicino al computer anche per leggere sarebbe ulteriormente stancante.
Domandazza: se tu fossi un attore, che attore saresti? Perché?
La lista potrebbe essere lunga, visto che il cinema è una delle mie altre grandi passioni. Penso a un attore drammatico. Ti dico il primo che mi viene in mente: Mickey Rourke. Perché? Talento incredibile, che aveva un enorme potenziale, tale da poter dare al cinema molto più di quello che ha dato. Ho parecchio amato alcune delle sue interpretazioni.
Torniamo alla lettura. Come la inizi, dalla presentazione oppure da una pagina centrale?
Diciamo che per una questione di tempo, tranne qualche rara eccezione, leggo ormai quasi solo racconti. La presentazione di solito la leggo alla fine, ma non è una regola fissa. Leggendo pressappoco esclusivamente racconti, la cosa bella è che posso iniziare anche dall’ultimo racconto del libro, poi passare a un racconto centrale e così via. Spesso, poi, mi può anche attirare il titolo di un racconto e quindi posso procedere per titolo. Oppure a seconda della lunghezza, posso leggere prima i racconti più brevi, poi quelli più lunghi. In tal senso, non ho un metodo specifico.
Come trovi il tempo tra lo scrivere e il leggere? Trucchi e suggerimenti sono sempre utili.
Per quanto riguarda il leggere, leggo prevalentemente la sera, penso un po’ come tutti. Per lo scrivere, annoto su dei block notes tutte le cose che mi potrebbero servire per un eventuale racconto, anche giornalmente. Spesso capita addirittura che mi venga alla mente solo il titolo di un eventuale racconto, me lo segno e poi procedo giorno per giorno con le annotazioni di tutte le cose che possano andare bene con riferimento a quel titolo. Quando ho tempo e voglia, poi, cerco di collegare il tutto. In ogni caso, scrivo sempre interamente su fogli, a mano. Tutta la stesura la faccio indi scrivendo a mano sui fogli. Il computer lo utilizzo soltanto quando devo ricopiare il racconto e per eventuali correzioni. È un metodo un po’ strano, anche articolato, lo so, ma io riesco a trovarmi bene pure così.
Domandazza: qual è il luogo della tua città che preferisci per raccogliere le idee e rilassarti?
Io vivo a Napoli, che, diciamo così, è una città un po’ caotica. Quindi ti dico che soltanto a casa riesco a raccogliere veramente le idee e rilassarmi. Un posto specifico in casa non c’è.
Quest'ultima domanda riguarda la fine del mondo: cosa porteresti con te se avessi solo 5 minuti?
Niente di particolare… Trattandosi della fine del mondo, dove si potrebbe fuggire?
Grazie ancora Fabio.
Noi ci rileggiamo il prossimo giovedì di primavera.
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Re: intervista a F.T.Leo
Non vale, devi portarti qualcosa, diccelo!Niente di particolare… Trattandosi della fine del mondo, dove si potrebbe fuggire?
Re: Intervista a F. T. Leo
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Re: Intervista a F. T. Leo
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Re: Intervista a F. T. Leo
Io sono un maniaco del titolo! Quasi sempre la sua inesistenza mi blocca l'inizio della scrittura, figurati. Riesco a passare intere giornate su un motore anagrammatico, sul dizioario dei sinonimi e via dicendo prima di scrivere la prima parola del primo capitolo. Credo che possa definirsi come una sorta di follia.
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Re: Intervista a F. T. Leo
Avere un titolo e tormentarsi per la storia, avere la storia e impazzire per non trovarne il titolo.
Qui le uniche a divertirsi sono le Muse.
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Re: Intervista a F. T. Leo
Temo proprio di sì ehehe
La Gara 9 - Un racconto per un cortometraggio
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La Gara 59 - Siamo come ci vedono o come ci vediamo noi?
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Angelo Ciola, Aurora Gallo, Ida Dainese, Carlo Celenza, Carol Bi, Daniele Missiroli, Draper, Edoardo Prati, Fabrizio Bonati, Fausto Scatoli, Gabriele Ludovici, L.Grisolia, Laura Traverso, Liliana Tuozzo, Lodovico, Marco Daniele, Namio Intile, N.B. Panigale, Nunzio Campanelli, Pierluigi, Roberto Bonfanti, Seira Katsuto, Selene Barblan, SmilingRedSkeleton, Stefano Giraldi Ceneda, Teseo Tesei, Tiziano Legati, Tiziana Emanuele.
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Riduzione di complessità - il libro Downpunk
è probabilmente il primo libro del genere Downpunk, ma forse è meglio dire che il genere Downpunk è nato con questo libro. Sam L. Basie, autore ingiustamente sconosciuto, presenta una visione dell'immediato futuro che ci lascerà a bocca aperta. In un futuro dove l'individuo è perennemente connesso alla globalità tanto da renderlo succube grazie alla sua immediatezza, è l'Umanità intera a operare su se stessa una "riduzione di complessità", operazione resa necessaria per riportare l'Uomo a una condizione di vita più semplice, più naturale e più... umana. Nel libro, l'autore afferma che "anche solo una volta all'anno, l'Essere umano ha bisogno di arrangiarsi, per sentirsi vivo e per dare un senso alla propria vita", ma in un mondo dove tutto ciò gli è negato dall'estremo benessere e dall'estrema tecnologia, le menti si sviluppano in maniera assai precaria e desolante, e qualsiasi inconveniente possa capitare diventerà un dramma esistenziale.
Di Sam L. Basie
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La spina infinita
"La spina infinita" è stato scritto quasi vent'anni fa, quando svolgevo il mio servizio militare obbligatorio, la cosiddetta "naja". In origine era una raccolta di lettere, poi pian piano ho integrato il tutto cercando di dare un senso all'intera opera. Quasi tutto il racconto analizza il servizio di leva, e si chiude con una riflessione, aggiunta recentemente, che riconsidera il tema trattato da un punto di vista più realistico e maturo.
Di Mario Stallone
A cura di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.