Intervista a Marco Daniele
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Intervista a Marco Daniele
Vi presento: Marco Daniele.
Ciao Marco iniziamo immediatamente.
Per chi scrivi? Per quale motivo?
La scrittura è sostanzialmente comunicazione, non un compiaciuto onanismo, quindi si scrive anche per un pubblico e verso un pubblico. Ma mentirei se negassi che scrivo prima di tutto per me stesso. Scrivo perché mi piace dare vita a trame e vedere i personaggi che prendono forma come se fossero individui reali; perché ho un’immaginazione che galoppa e sgomita per venire fuori; perché voglio fissare sulla “carta” ciò che sono, ciò che penso e ciò che provo, ma anche ciò che non sono e che vorrei essere, persino ciò che non vorrei essere.
Per Marco è più importante la scrittura o la lettura?
Posso optare per un pareggio?
Amo scrivere, per i motivi già elencati, e non a caso un’altra delle mie grandi passioni sono i giochi di ruolo online, che si basano esclusivamente sulla scrittura. Ma amo altrettanto leggere, perché la lettura ti apre la mente, ti fa conoscere infiniti mondi, ti fa riflettere sui problemi dell’esistenza e della vita, ti aiuta ad esplorare te stesso. Probabilmente buona parte di ciò che sono come persona lo devo a ciò che ho letto. C’è una celebre frase di Umberto Eco che mi ha sempre colpito molto: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni”. E la condivido fino all’ultima sillaba. Anche quando hai tra le mani un libro che non ti piace o di cui non condividi le idee, difficilmente avrai la sensazione di aver sprecato il tuo tempo, perché ti avrà comunque lasciato qualcosa.
Inoltre, è risaputo che chi scrive deve essere prima di tutto un buon lettore: solo così può penetrare i meccanismi della narrazione, dell’impostazione dei dialoghi, della caratterizzazione dei personaggi.
Domandazza: se tu fossi un film, saresti? Thriller, Fantasy ecc. Per quale motivo.
Invece di un film citerò una serie televisiva, anzi una saga di serie televisive, perché penso proprio che sarei Star Trek: una storia incentrata sui temi dell’esplorazione dell’ignoto, della conoscenza, della ricerca continua, del confronto e della tolleranza, pervasa di utopia e di fiducia in un futuro in cui magari l’umanità avrà imparato dai suoi errori. E sottolineo “magari”. Sempre che non ci estinguiamo prima distruggendoci con le nostre stesse mani.
Hai qualche metodo per correggere i tuoi racconti?
Il buon vecchio metodo del leggere e rileggere più volte è sempre il migliore, non solo per cogliere eventuali errori di battitura o refusi, ma soprattutto perché a ogni rilettura tendo ad apportare modifiche, che si tratti di singole parole o di interi periodi, finché non mi ritengo sufficientemente soddisfatto del risultato finale.
Come hai scoperto Bravi Autori?
Scribacchio un po’ di tutto da anni, per lo più a tempo perso: poesie, racconti dei generi più disparati, abbozzi di romanzi che spero vedano la luce prima o poi. Quando frequentavo il liceo avevo anche un piccolo blog su cui scrivevo pensieri occasionali, riflessioni, satire ed esperimenti letterari, ma l’ho abbandonato quando l’università ha reclamato tutto il mio tempo e le mie energie.
Nonostante ciò, in passato raramente ho sentito il bisogno di condividere i miei lavori al di fuori della ristretta cerchia di amici e conoscenti: sono il critico più feroce di me stesso e voglio proporre al pubblico solo qualcosa che ritengo davvero ben ispirato e ben scritto, non le prime righe che butto giù in un momento libero. Così ho tantissimo materiale che aspetta solo di essere ripreso tra le mani, rivisto e approvato dall’esigente inquisitore che è in me, prima di vedere la luce.
Comunque sia, qualche mese fa mi sono reso conto che volevo davvero mettermi in gioco su un sito letterario, pubblicare online i miei racconti e raccogliere la mia dose di lodi ma anche e soprattutto di critiche e di consigli. Cercando sul web il nome di BraviAutori è uno dei primi che è balzato fuori e mi ha subito fatto una buona impressione, poi confermata alla grande non appena vi ho mosso i primi passi. Non lo dico per piaggeria: su BraviAutori c’è gente davvero in gamba a livello artistico ma anche umano, cordiale e seria. E a mio avviso la cordialità e la serietà sono due doti di cui il mondo ha un disperato bisogno.
Passiamo alla lettura.
Hai un file, oppure un diario dove ti sei appuntato tutti i libri che hai letto fino ad ora, con breve sunto?
Nel corso degli anni mi sono reso conto che avevo necessità di segnare da qualche parte tutti i libri che possiedo e che ho letto, semplicemente perché altrimenti non riuscirei a tenerli tutti a mente. E così ho sul PC il mio bel foglio Excel in cui sono elencati tutti i libri (non soltanto di narrativa e di poesia ma anche di saggistica, filosofia e scienza) che ho letto. In verità sono un patito delle liste e quindi ho fatto una cosa simile anche con i fumetti, con i film e con le serie tv. Il risultato? Svariati fogli Excel con migliaia e migliaia di opere registrate in maniera certosina, e il guaio è che queste liste continuano ad allungarsi!
Come ti organizzi quando devi recensire un racconto? Ci sono molti metodi e teorie. Tu ne usi qualcuno oppure scrivi d'impulso?
Non ho un vero e proprio metodo. Solitamente, non appena finisco la lettura butto giù qualche riga, quando ancora le impressioni suscitate dal racconto sono ben calde. A volte mi limito a questo e invio la recensione così com’è; altre volte, se il racconto è particolarmente “impegnativo” o ricco di spunti, è immancabile una seconda o anche una terza lettura, da cui possono emergere persino dettagli a prima vista ignorati. Quando poi ci sono delle particolarità stilistiche o formali da sottolineare, si rende necessaria un’analisi ancora più attenta.
Ricordi cosa ti ha passato la tua prima lettura?
Da bambino adoravo molto i libri di zoologia e di astronomia, sostanzialmente leggevo solo quelli (e tuttora ho una grande passione per gli animali e gli astri, anche se nella vita ho intrapreso una strada completamente diversa).
Poi, intorno ai dieci anni, per caso mi cimentai nella lettura del mio primo romanzo vero e proprio, I misteri della jungla nera di Emilio Salgari. E se tuttora continuo ad adorare questo scrittore è perché fin dalla sua prima lettura fu capace di trasportarmi in un mondo esotico e brutale, descritto in maniera così particolareggiata e intensa da sembrare più reale della realtà. La cosa più sorprendente è che Salgari ha viaggiato pochissimo e non ha mai visto i luoghi che tuttavia riusciva a descrivere così vividamente: pochi scrittori possono vantare una capacità del genere.
Domandazza: nella tua città c'è un luogo dove preferisci dedicarti intimamente alla lettura?
In riva al mare, oppure nel salotto buono del centro cittadino?
Sarò banale, ma per me nessun posto è come casa quando si tratta di lettura. Starmene sdraiato sul letto o spaparanzato sul divano del salotto con un libro tra le mani è l’ideale. Altrove mi distrarrei troppo facilmente: persino in riva al mare, o comunque in mezzo alla natura, sarei più preso dal paesaggio o dai suoni circostanti che dalla lettura.
Negli ultimi anni il modo di acquistare i libri è cambiato. Tu quale usi?
Ricorro sia all’acquisto nelle librerie “tradizionali” sia a quello online. Quest’ultimo mezzo presenta una serie di vantaggi indubbi: non devi fare chilometri e chilometri in macchina per raggiungere la libreria più vicina, puoi mettere le mani su testi in lingua straniera o su pubblicazioni di piccole case editrici che non godono di ampia distribuzione, in alcune occasioni hai diritto a sconti sul prezzo di copertina e all’esenzione dalle tasse di spedizione... ma ti priva del piacere di gironzolare in una libreria fisica, reale, curiosando tra gli scaffali e respirando l’odore della carta stampata. È così che ho scoperto alcuni dei miei libri preferiti, per cui tutte le volte che posso fare un salto in una vera libreria ne approfitto, perdendo anche mezz’ora o più finché non trovo qualcosa di mio gradimento (uscire da una libreria a mani vuote non è un’opzione contemplata dal sottoscritto).
Domandazza classica. Se ti comunicassero che tra 5 minuti ci sarà la fine del mondo, oltre i propri cari, cosa porteresti con te per sempre?
Sicuramente il mio PC portatile, ho di tutto lì dentro e non si sa mai che da qualche parte nel mondo post-apocalittico sopravviva la corrente elettrica. E ovviamente il mio romanzo preferito in assoluto, The Lord of the Rings di Tolkien. Così, se non trovo una presa elettrica che funzioni, almeno ho qualcosa di sostanzioso da leggere e rileggere.
Grazie Marco , un saluto e alla prossima
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Re: intervista a Marco Daniele
Ti stai divertendo, eh, Regina delle Interviste?Isabella Galeotti ha scritto: ↑24/04/2019, 23:16 ... il regno della Signora delle recensioni, Ida, sta vacillando... attenta.
Bella intervista. Come direbbe Isabella, questo novello BravoAutore mi garba.
Ho notato con piacere molti punti che mi trovano d'accordo.
E anch'io ho la mia copia di Tolkien.
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Re: intervista a Marco Daniele
Notte a tutti.
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Re: intervista a Marco Daniele
E grazie per i complimenti al sito, che di riflesso giro a tutti coloro che vi partecipano o vi hanno collaborato in passato per rendere questo posto ciò che è oggi.
Re: Intervista a Marco Daniele
Un pensiero va anche al metodo per scrivere e correggere. Rivedere tutto, sempre, fino alla sua cellula più elementare, all'interno del periodo, per me è il 90% del lavoro. D'accordo con te quando sostieni che, in sostanza, scrivere è soprattutto "riscrivere".
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Re: Intervista a Marco Daniele
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